Trento - Guerra alla guerra! Anarchici sui binari con cordini d'acciaio

fonte ladige.it

TRENTO - La protesta contro la costruzione delle nuove caserme a Mattarello passa anche attraverso i binari del treno. Non sono bastati agli anarchici gli incontri di ieri, i cortei, gli striscioni nell'ambito dell'iniziativa del campeggio antimilitarista al parco di Gocciadoro. Ieri pomeriggio in due distinte occasioni gruppi di anarchici hanno costretto i treni a soste forzate alle stazioni di Lavis e Mori a causa di cordini d'acciaio posti sui binari.
A Lavis i vigili del fuoco del posto sono intervenuti verso le 16.20 per sganciare un cordino del diametro di un centimetro agganciato fra un pilone (all'altezza di circa due metri) ed il binario. Il cordino era lungo circa sette metri e correva trasversale lungo la ferrovia. Secondo alcuni testimoni, un gruppo di anarchici avrebbe saltato la recinzione della stazione e poco prima dell'arrivo del treno della linea del Brennero avrebbe agganciato il cavo e esposto alcuni striscioni. All'arrivo della polizia ferroviaria e della Digos i partecipanti alla protesta - con il volto coperto da mascherine bianche - avrebbero fatto perdere le proprie tracce.
Un'ora dopo un episodio fotocopia è accaduto a Mori stazione: è rimasto bloccato per oltre venti minuti il treno diretto a Verona che stava transitando verso le 17.30. Il convoglio di passeggeri ha dovuto arrestare la sua corsa davanti ad uno striscione. Era stato appeso con un cordino di acciaio utilizzando due pali che si trovavano ai lati della via ferrata. «Stop alla guerra», recitava lo slogan che gli agenti di polizia intervenuti per rimuoverlo hanno subito collegato alle manifestazioni organizzate nei dintorni del capoluogo per protestare contro la costruzione delle caserme a Mattarello.
Il gruppo che ieri ha fatto «incursione» allo scalo di Mori stazione dovrebbe essere lo stesso che in mattinata si aggirava a Rovereto con plichi di volantini contro le banche «che finanziano il commercio di armi». I partecipanti hanno rallentato un po' il traffico per consegnare i volantini e si sono fermati davanti agli istituti «incriminati» (Banca Intesa, Bnl e Unicredit) con un rudimentale cartone che spiegava le ragioni del loro gesto. La protesta però è stata pacifica, senza scontri con le forze dell'ordine che controllavano i loro movimenti.

Dom, 28/06/2009 – 14:44
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