Trento | No Tav - Azione in solidarietà con Nicoletta e la resistenza alle misure repressive

Riceviamo e diffondiamo:



Sabato 5 novembre a Trento si è svolta un'iniziativa in solidarietà con Nicoletta, per la scelta coraggiosa di violare le misure restrittive che da tempo sta portando avanti con determinazione, e con i colpiti dalla repressione NoTav in Trentino (Il 18 Novembre ci sarà un'udienza in tribunale in relazione al blocco della trivella alle Novaline di Trento avvenuto l'anno scorso: 25 compagni e compagne a cui è stato notificato un decreto di condanna per accuse di invasione di terreno e danneggiamento)



Nonostante il maltempo una cinquantina di compagni, compagne e noTav solidali si è ritrovata in zona Sanseverino (Trento). Mentre alcuni distribuivano un volantino, un compagno disegnava un grande murales mentre la polizia intervenuta sul posto si manteneva a distanza.

Un gesto minimo che però speriamo apprezzi in particolare Nicoletta, che legge in copia e a cui mandiamo un abbraccio collettivo

A sarà dura!

No Tav del Trentino





Segue testo del volantino distribuito:

I momenti in cui bisogna scegliere

Chiunque abbia mai provato a impedire una qualche imposizione da parte delle istituzioni o del potere economico ha sperimentato una verità che nessuna propaganda riesce a nascondere: il giusto e il legale non coincidono; ci sono momenti in cui bisogna scegliere da che parte stare.
Non esiste oppressione, per quanto feroce, che non possa essere legalmente giustificata. Persino i lager, nella Germania nazista, erano perfettamente integrati nell'ordine legale del “Reich millenario”. Lo stesso vale oggi per le guerre, il filo spinato alle frontiere, la precarizzazione del lavoro o le cosiddette Grandi Opere. Quello che politici e giornali chiamano “dissenso legittimo” è la protesta simbolica che non modifica nulla e non impedisce alcuna ingiustizia. Se in Valsusa la popolazione si fosse limitata alle manifestazioni autorizzate, ai ricorsi legali e alle raccolte di firme, il TAV sarebbe già stato costruito da anni. Se in Trentino sono stati sospesi per il momento tutti i lavori preliminari per l'Alta Velocità ferroviaria lo si deve al blocco delle trivelle. Non c'è alcun limite legale alle mire di chi ha il potere; l'unico limite è la ribellione, reale o temuta, della popolazione. Quando questa viene meno, le cosiddette conquiste legali vengono smantellate una a una, come dimostra la storia dello Statuto dei lavoratori, dell'articolo 18, delle pensioni...
Per questo il movimento no tav fa paura. In ballo non c'è solo un treno, ma il senso profondo di un NO, cioè il rifiuto di venir schiacciati senza nemmeno provare a battersi, o addirittura ringraziando per il diritto democratico di lamentarsi.
Per questo contro il movimento della Valsusa sono in corso centinaia di processi; per questo sono piovuti arresti, multe, fogli di via e uno stillicidio di altre misure repressive (obblighi di firma, obblighi di dimora, detenzioni domiciliari).
Per questo anche in Trentino 26 no tav sono stati condannati per aver bloccato la trivella alle Novaline di Mattarello nell'ottobre del 2015.
Come altre e altri prima di lei, Nicoletta, una valsusina sempre in prima fila nella lotta no tav, ha deciso di non rispettare le misure repressive (prima le firme giornaliere, poi l'obbligo di dimora e gli arresti domiciliari), sfidando Golia, i suoi gendarmi, le sue televisioni, i suoi tribunali e le sue carceri. Per questo qualche giorno fa sono scattati per lei di nuovo gli arresti domiciliari con, in più, l'accusa di "evasione".
Mentre gli intellettuali pagati per esserlo complicano ad arte le questioni, da Nicoletta arriva un messaggio che va dritto al cuore: seguire la propria coscienza e non la Legge; preoccuparsi dei propri simili e della Terra che ci ospita, non del proprio tornaconto.
A lei e a tutti coloro che resistono va tutta la nostra solidarietà.
La libertà comincia sempre con due domande: Se non ora, quando? Se non io, chi?

NO TAV



Gio, 10/11/2016 – 21:13
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