Si stava meglio quando si stava peggio
Le abbiamo viste, dopo la presa di Baghdad, togliersi il velo (e rimetterselo - a telecamere spente - subito dopo) per essere intervistate dai giornalisti occidentali.
A tre anni dalla loro "liberazione", scopriamo invece che le donne irachene in tempo di democrazia non se la passano così bene.
E' questo il risultato di un'approfondita inchiesta realizzata dall'Organizzazione per la Libertà delle Donne in Iraq, associazione irachena affiliata al network MADRE.
Nonostante le ripetute manifestazioni organizzate dai gruppi femministi mussulmani nell'estate 2005 [1 - 2] la sharī‘a e' entrata nella nuova Costituzione irachena sponsorizzata dagli USA, segnando un sostanziale arretramento in quella che era una delle legislazioni piu' avanzate dell'area mediorientale.
Di fatto le donne irachene stavano meglio quando c'era Saddam. Un altro effetto collaterale della democrazia da esportazione.
L'intervista a Huzan Mahmud dell'Organizzazione per la Libertà delle Donne in Iraq.
Il report dei Network Integrati di Informazioni Regionali (IRIN) delle Nazioni Unite (in inglese).
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