Un affare di Stato
Un affare di Stato.
Come se nulla fosse mai accaduto.
Piazza Fontana 12 dicembre
1969.
"Il nostro è un paese senza memoria e verità,ed io per questo
cerco di non dimenticare" (Sciascia)
Nel 1968 c'erano state le rivolte studentesche. Nel 1969
si accende l'autunno
caldo : le lotte degli operai non qualificati o poco qualificati delle catene
di montaggio, immigrati dal Sud sottosviluppato vanno oltre i normali canali
sindacali. Per la prima volta i lavoratori si organizzano autonomamente fanno
contratti per conto loro e avanzano nuove rivendicazioni non solo salariali.
Il conflitto si "politicizza", investe la sfera esterna alla fabbrica,
scuote gli assetti sociali e gli equilibri di potere vigenti in quel momento
nel paese.
La pressione delle lotte operaie sul potere padronale e' tale che come si puo'
legggere nel numero di agosto del '69 del bollettino della Croce Nera Anarchica
(un organismo di assistenza per le vittime politiche) : "L'unica alternativa
che resta alla classe dominante è quella di creare una situazione di
emergenza intollerabile
ed uno stato in cui qualsiasi nefandezza sia legale, creare una disperazione
tale, che faccia salutare come liberazione la perdita della libertà".
Nelle ricostruzioni storiche ufficiali, piazza Fontana, le stragi successive,
i tentati golpe
sono ambiguamente definiti una
pagina oscura nella storia della repubblica.
continua
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