Elezioni in Argentina
Si sono svolte il 27 aprile in Argentina le elezioni presidenziali, ma non sono riuscite a suscitare alcun entusiasmo tra la popolazione.
Con una classe politica screditata al massimo, le istituzioni in crisi e i partiti politici denigrati e divisi,
alla fine della prima tornata elettorale sono arrivati Carlos Menem con il 23,87 % e Nestor Kirchner, con il 21,78% dei voti. Saranno questi due candidati (entrambi noti per i loro trascorsi politici, e per aver contribuito all'affossamento dell'economia argentina) a sfidarsi per il ballottaggio il 18 maggio.
Secondo quanto ha dichiarato ieri Duhalde, uno dei suoi principali obiettivi è stato raggiunto: "rinforzare le istituzioni e, ancor più importante, aver preservato la democrazia". Questo è anche l'obiettivo di questo giro elettorale che eleggerà unicamente il presidente del paese: ristrutturare le istituzioni scosse e travolte dal movimento sociale che prese forma a partire
dal 20 dicembre del 2001 e che oggi continua il proprio percorso attraverso
forme diverse.
Per raggiungere questo obiettivo, uno dei metodi principali è distruggere il
movimento attraverso la repressione, instaurando una dittatura occulta. A questo percorso repressivo hanno partecipato tanto il governo di Duhalde quanto i principali candidati alle prossime elezioni, da Menem a Carriò, tutti promettendo il pugno duro. Lo stesso segretario alla Difesa degli USA ha affermato che "Gli Stati Uniti d'America non vedrebbero male l'apparizione di un nuovo Fujimori in Argentina. Qualcuno che assicuri l'ordine e ponga fine al conflitto sociale".
*Aggiornamenti*
scoppia una scheda durante lo scrutinio
risultati parziali: al ballottaggio Menem e Kirchner
Indymedia Argentina
*Approfondimenti*
dossier del periodico Frontline "elezioni e la sinistra" (spagnolo)
qualche riga sui candidati
Menem
trafficante di armi
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