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[Federico Aldrovandi] Indagati 4 agenti
by /~ Thursday, Mar. 16, 2006 at 2:37 PM mail:

Ferrara, 4 agenti indagati per la morte di Federico Aldrovandi

L'Unitá 15.03.2006

Quattro agenti di polizia indagati per omicidio preteritenzionale e la richiesta di una nuova perizia sul cadavere: il caso Federico Aldrovandi il diciottenne ferrarese morto dopo un controllo di polizia il 25 settembre si riapre. La madre del ragazzo che si è sempre opposta alla verità ufficiale della polizia di una morte per droga e che per denunciare le percosse subite dal ragazzo aveva aperto un blog, ora è più sollevata. «Questo fatto -commenta la signora Patrizia - avrebbe dovuto esserci ben sei mesi fa, perché quello che è successo è successo sei mesi fa, non oggi. Se era atto tecnico dovuto - incalza la mamma del ragazzo – forse era dovuto sei mesi fa, bisognava farlo prima». Ma i legali della famiglia sono più cauti e parla di questi quattro avvisi ai quattro poliziotti come di «un atto dovuto da tempo, anche a loro garanzia».

In ogni caso per ora l’inchiesta deve andare avanti. S’indaga su tre agenti uomini e un agente donna , presenti quando Federico venne fermato in via Ippodromo a Ferrara, mentre era in preda ad una crisi di autolesionismo – secondo la versione della Questura - si dimenava e sbatteva, stando alle testimonianze, con violenza la testa contro un palo della luce.

La verità sulla morte di Federico è stata cercata attraverso due perizie. Una su incarico della procura e una di parte, chiesta dai legali della famiglia. Due relazioni che hanno però dato due esiti diversi. La consulenza della Procura parla di asfissia dovuta ad un concausa legata all'assunzione di droghe e alcool, mentre per i periti della famiglia la morte del ragazzo sarebbe stata causata da una «asfissia posturale» dovuta alla compressione toracica cui il giovane fu sottoposto dai poliziotti, che per bloccarlo dovettero ammanettarlo. Il supplemento di perizia disposto oggi dal procuratore capo di Ferrara - supplemento che dovrà essere consegnato entro il prossimo 7 aprile - dovrà valutare anche gli aspetti tossicologici e le divergenze tra le due consulenze.

Saverio Messina, Procuratore Capo di Ferrara, ha dato mandato al medico legale Francesco Maria Avato di produrre un supplemento di perizia sulle due già depositate.E ha posto la scadenza del 7 aprile per la sua presentazione. L'obiettivo è trovare un punto di sintesi tra le due precedenti che riconducono la morte di Federico a due cause opposte.

L'atto dell'iscrizione al registro degli indagati è stato deciso dalla procura di Ferrara in questi giorni, secondo quanto si è appreso, e non ha nessuna connessione procedurale con il supplemento di consulenza dato al professor Avato, direttore dell'Istituto di Medicina legale di Ferrara.Questa nuova relazione tecnica, viene sottolineato in procura, è stata eseguita come tutti gli altri atti finora realizzati, ossia come atti ripetibili, che si differiscono da quelli definiti irripetibili per i quali, in quanto tali, vi è l'obbligo di dare garanzie alla difesa e dunque a tutte le persone che possono eventualmente assumere, anche solo teoricamente, il ruolo di indagati. Pertanto, spiega la procura, non sono necessari avvisi di garanzia alle parti.

Il pm ha per altro sottolineato che comunque non vi sono state novità probatorie. Comunque quando arriverà la perizia Avato, la procura dovrà decidere la sorte giudiziaria dei 4 agenti indagati: potrà chiedere una superperizia, sopra le parti, in incidente probatorio e sarà il gip il nuovo arbitro; potrà depositare gli atti di accusa, ravvisando responsabilità contro gli agenti e poi chiedere il processo; potrà anche chiedere l'archiviazione, e per farlo dovrà investire il giudice, il gip, che, chiamate le parti in un'udienza camerale, dovrà valutare se accogliere l'archiviazione, chiedere di svolgere nuove indagini o, se lo riterrà opportuno, ordinare una imputazione coatta.

Ma la procura, e questa potrebbe essere la possibile spiegazione dell'iscrizione in questi giorni a registro degli indagati, può decidere l'archiviazione di un reato solo se esistono soggetti indagati per quel reato: in questo caso i 4 poliziotti. Di solito, però, l'iscrizione è contestuale alla richiesta di archiviazione. Un modo con cui si evita, ad esempio, che il nome della persona finisca sui giornali come quello di un indagato. Il procedimento potrebbe finire con una archiviazione che non macchi per niente l’immagine dei quattro agenti nelle cui braccia è morto Federico, dunque, ma per il momento restano ancora dei dubbi sull’operato delle forze dell’ordine.



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by Mikol Thursday, Mar. 16, 2006 at 2:54 PM mail:

Corriere della sera

Il magistrato: «Un atto tecnico» Morte Aldrovandi, quattro agenti indagati «Dalle due consulenze delle parti, famiglia e procura, sono emersi elementi divergenti» STRUMENTIVERSIONE STAMPABILEI PIU' LETTIINVIA QUESTO ARTICOLO
FERRARA - La procura di Ferrara ha iscritto nel registro degli indagati, per il reato di omicidio preterintenzionale, i quattro agenti (tre uomini e una donna) presenti all'intervento del 25 settembre scorso in cui morì Federico Aldrovandi, il giovane 18enne per cui è in corso da mesi l'inchiesta che deve accertare le circostanze in cui è morto il ragazzo. A confermare le tante indiscrezioni che si rincorrono da ieri è stato questa mattina il procuratore capo Severino Messina. Il magistrato ha anche confermato di aver incaricato il professor Francesco Maria Avato, direttore dell'Istituto di medicina legale, per eseguire un supplemento di perizia sulle due consulenze depositate nelle settimane scorse dai tecnici della famiglia Aldrovandi e della procura stessa. I risultati di questo supplemento di chiarimenti dovrà essere depositato tassativamente entro il 7 aprile prossimo.

Lo stesso magistrato ha spiegato che la scelta dell'iscrizione al registro indagati è un atto tecnico deciso in questo momento, che non presuppone alcuna ipotesi di responsabilità. Il pm ha poi precisato il motivo della richiesta di supplemento: dalle due consulenze delle parti, famiglia e procura, erano emersi elementi divergenti. La consulenza della procura parla di una asfissia dovuta ad una concausa legata all'assunzione di droghe e alcool, mentre i tecnici della famiglia avevano evidenziato nella causa della morte una «asfissia posturale» dovuta al fatto che il ragazzo sarebbe stato ammanettato con le mani dietro la schiena, posizione che avrebbe causato l'asfissia. Quindi da una parte c'è la consulenza della procura che è arrivata a concludere per una asfissia «non colpevole» (come l'ha indicata il pm Messina per far capire) mentre la famiglia ha presentato la tesi dell'asfissia «colpevole». «Non abbiamo nessun pregiudizio - ha ribadito il pm Messina - e intendiamo verificare e valutare fino in fondo tutte le risultanze delle consulenze anche e soprattutto quelle presentate dai tecnici della famiglia. Per questo motivo abbiamo chiesto un supplemento 'a chiarimento' come indica la procedura, ai nostri consulenti e abbiamo incaricato il direttore dell'istituto di medicina-legale di Ferrara, affinchè valuti anche gli aspetti tossicologici e le divergenze tra le due consulenze».

Quella della procura parla di tracce di droga riconducibili alla morte, mentre quella dei tecnici della famiglia sostengono che si tratti di tracce del tutto scollegate. Ma questa richiesta tecnica è appunto scollegata all'iscrizione al registro degli indagati, in quanto il supplemento di perizia viene svolto senza garanzie di difesa. Il pm Messina ha spiegato che la decisione di indagare i 4 agenti è frutto di una «strategia processuale» e non vi sono elementi di nessuna novità nell'inchiesta dal punto di vista probatorio. Ma l'inchiesta sulla morte di Federico Aldrovandi registra in queste ore anche un'altra novità: il pm titolare dell'indagine, Mariaemanuela Guerra ha lasciato l'inchiesta per motivi personali e famigliari e ora l'inchiesta è avocata dal pm Messina che dovrà valutare prossimamente se tenerla per sè e gestirla in prima persona o affidarla ad un nuovo sostituto.
15 marzo 2006

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La Repubblica

Caso Aldovrandi: Indagati quattro poliziotti per omicidio
Mercoledì, 15 marzo

Nuovo colpo di scena nell'inchiesta sulla morte di Federico Aldrovandi, il diciottenne morto il 25 settembre scorso in circostanze ancora da chiarire. La procura di Ferrara ha iscritto nel registro degli indagati, per il reato di omicidio preterintenzionale, i quattro agenti (tre uomini e una donna) che quella notte effettuarono l'intervento nei pressi dell'Ippodromo. Lo ha reso noto il procuratore capo Severino Messina. Il magistrato ha spiegato che la scelta dell'iscrizione al registro indagati è un atto tecnico deciso in questo momento, che non presuppone alcuna ipotesi di responsabilità.


Ha inoltre confermato di aver disposto un supplemento di perizia sulle due consulenze depositate nelle settimane scorse dai tecnici della famiglia Aldrovandi e della procura stessa. Il nuovo esame - i cui risultati si conosceranno entro il 7 aprile prossimo - si è reso necessario a causa degli elementi divergenti emersi dalle perizie delle due parti. La consulenza della procura parla di una asfissia dovuta ad una concausa legata all'assunzione di droghe e alcool, mentre per i tecnici della famiglia la morte sarebbe stata provocata da una "asfissia posturale", causata dalla compressione toracica ci fu sottoposto dai poliziotti. Un'asfissia "colpevole", come l'ha definita il pm Messina, mentre la procura sostiene la tesi dell'asfissia "non colpevole".

Il supplemento di perizia è stato affidato al direttore dell'Istituto di medicina legale di Ferrara, Francesco Maria Avato, "affinchè valuti anche gli aspetti tossicologici e le divergenze tra le due consulenze", ha spiegato Messina. "Non abbiamo nessun pregiudizio". "La decisione di indagare i quattro agenti è frutto di una strategia processuale", ha proseguito il pm, "non vi sono elementi di novità nell'inchiesta dal punto di vista probatorio". Intanto il pm titolare dell'indagine, Mariaemanuela Guerra ha lasciato l'inchiesta per motivi personali e familiari e ora è nelle mani del pm Messina che dovrà valutare affidarla a un nuovo sostituto.

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Estense.com

15/3/2006

Caso Aldrovandi: indagati i quattro agenti

Omicidio preterintenzionale. È questo il reato per il quale la procura di Ferrara ha iscritto nel registro degli indagati i quattro agenti intervenuti la notte dello scorso 25 settembre in via Ippodromo. In quella circostanza, ancora da chiarire in diversi particolari, perse la vita il 18enne Federico Aldrovandi. È stato il procuratore capo Severino Messina ha ufficializzare la notizia del provvedimento, giustificandolo come “un atto tecnico deciso in questo momento, che non presuppone alcuna ipotesi di responsabilità”.

La decisione, secondo il magistrato, è frutto di una “strategia processuale” e non vi sarebbero elementi di novità nell'inchiesta dal punto di vista probatorio. Le novità arrivano invece dal fronte della conduzione delle indagini. Il pm Mariaemanuela Guerra, titolare dell’inchiesta, lascia l’incarico che verrà affidato ad altro sostituto procuratore o che assumerà lo stesso Messina. I motivi della rinuncia sarebbero da ricondurre, secondo Messina, a “motivi personali e famigliari”. Un’altra novità riguarda la richiesta di un’altra consulenza. Il professor Francesco Maria Avato, direttore dell'Istituto di Medicina legale di Ferrara, è stato infatti incaricato di eseguire un supplemento di perizia – che dovrà essere depositato entro il 7 aprile - sulle due consulenze già depositate, quella della procura e l’altra della famiglia Aldrovandi.

La motivazione va ricercata, secondo Messina, nelle forti divergenze tra le due conclusioni: per i periti del pm Federico sarebbe morto per infarto provocato da un mix di stress psicofisico alcol e droghe, la consulenza di parte parla invece di asfissia posturale dovuta all’immobilizzazione forzata del ragazzo protratta per diversi minuti. La lettura delle due tesi porta a conclusioni opposte: “per la Procura – ne deduce il magistrato - è asfissia non colpevole, colpevole invece secondo la famiglia”. Anche riguardo all’assunzione di stupefacenti le due perizie sono in contrasto: per la Procura si tratta di tracce di droga che possono aver contribuito alla morte; la famiglia parla invece di concentrazioni insufficienti a causare il decesso. Ecco allora l’esigenza di “un supplemento chiarificatore – dice il pm - che valuti senza pregiudizi anche gli aspetti tossicologici e le divergenze tra le due conclusioni”.

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