In occasione della mobilitazione internazionale contro la guerra e per la pace, e in concomitanza con la manifestazione di Roma, si è svolta oggi a Gorizia una marcia contro il Centro di Permanenza Temporanea di Gradisca d’Isonzo, entrato recentemente in funzione.

Vergogna! Questa è la parole d’ordine dell’odierna manifestazione goriziana contro il CPT aperto dal 7 marzo a Gradisca d’Isonzo. E il destinatario di questa parole è il gestore, la cooperativa Minerva, in particolare il suo presidente, Adriano Ruchini, che ha ricevuto da parte degli manifestanti un simbolico foglio di via dal pianeta, accusato, scrive nella motivazione del simbolico Centro di Permanenza Temporanea, di sfruttare le altrui sofferenze per il proprio profitto economico.
Sul CPT il giudizio è sempre pesantemente negativo: un lager indegno di una democrazia, assurdo dal punto di vista economico e della sicurezza, ma sopratutto abusivo dal punto di vista legale.

Partita da piazza Vittoria, scortata da forze di sicurezza francamente eccessive, in corteo c’erano meno di mille persone, la manifestazione si è conclusa davanti alla sede della cooperativa Minerva. Qui i manifestanti hanno urlato “vergogna” e hanno tirato uova e petardi contro la palazzina. “C’è un limite etico al diritto di lavoro che qui è stato violato” commentano i manifestanti, “e noi faremo di tutto perché la Minerva non possa più lavorare da alcuna parte!”

A parte un breve momento di tensione all’inizio per la stesura di uno striscione sul palazzo della Prefettura e ovvie limitazioni al traffico causa corteo, polizia e manifestanti hanno mantenuto distanze e sangue freddo e non ci sono stati problemi di ordine pubblico.