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Milano si spacca sulla targa a Pinelli | ||
by dal corriere Monday, Mar. 20, 2006 at 10:55 AM | mail: | |
La nuova lapide già corretta. Rifondazione: rimetteremo la vecchia. Sostituita dal Comune ed eliminata la parola «ucciso». Il centrosinistra: si cercano tensioni. Il centrodestra: scelta giusta.
«Nessuno degli elementi che autorizzano il sospetto che Giuseppe Pinelli fosse stato ucciso da coloro che al momento della precipitazione si trovavano nell’ufficio del commissario Calabresi... ha trovato riscontro nel corso delle più approfondite indagini svolte in questa istruttoria». Sono le parole con cui l’allora giudice istruttore Gerardo D’Ambrosio assolse il commissario Calabresi dall’imputazione di omicidio volontario: «Il fatto non sussiste». È vero che, pur scritte da un magistrato di sinistra, dalla sinistra queste parole non sono mai state accettate fino in fondo: e infatti, la lapide contestata fu collocata nel 1978, tre anni dopo la sentenza che scagionava il commissario. Ma ancora più che sul merito, è sul metodo che si appuntano le critiche del centrosinistra alla nuova targa fatta sistemare in piazza Fontana da Gabriele Albertini. Per il segretario della Quercia Franco Mirabelli, «l’idea che in un momento come questo, in campagna elettorale, il rappresentante di un’istituzione riapra in questo modo una ferita della città si motiva soltanto con la volontà di alimentare tensioni. Resto convinto che su una questione del genere sarebbe stato meglio, invece che un blitz, un’ampia discussione». |
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