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comunicato x manifestazione del 2-9
by assemblea romana del 30-8 Saturday, Sep. 02, 2006 at 10:39 AM mail:

Comunicato dell'assemblea romana del 30 agosto


L'assemblea romana riunitasi il 30 agosto 2006 ha ritenuto necessario esprimersi e dare indicazioni su diversi punti:

Sabato 27 agosto tre ragazzi sono stati aggrediti a freddo fuori da una dance hall a Focene.
Un ragazzo, Renato è morto. La tesi dei futili motivi e della rissa tra balordi va rifiutata a partire dalle
testimonianze raccolte che portano ad individuare l'omicidio di Renato come un'aggressione. L'aggressione fuori un locale gestito da alcuni attivisti di
rifondazione comunista, una serata reggae, la modalità rapida dell'esecuzione. Questa è avvenuta all'interno di un contesto e in un territorio che vede la presenza di
organizzazioni neofasciste che producono atteggiamenti di emulazione e pratiche che riteniamo fasciste.
Inoltre denunciamo l'inadempienza dei soccorsi e in particolare dell'ospedale Grassi al quale Renato è stato portato.
L'assemblea romana ritiene per questo necessario attivare tutte le forme possibili per costruire un'altra verità che non sia disturbata da elementi esterni a partire dal
coinvolgimento stesso dei carabinieri locali.
Il coinvolgimento di due giovanissimi, che per chiarezza, riteniamo di non dover indicare come due
militanti organizzati, non ci fa ritrarre dall'inserire questa aggressione all'interno di un contesto più ampio che ormai vede questa città attraversata da episodi che denunciamo da anni. Dagli assalti ai centri sociali alle camionette di camicie nere in campagna
elettorale; dai diversi accoltellamenti a giovani semplicemente vestiti in modo diverso ai pestaggi agli immigrati.
I luoghi principe da cui partono queste mode sono le occupazioni non conformi, triste specificità romana, spazi che vengono equiparati in tutto e per tutto agli spazi sociali, la cui unica differenza risiede nell'appartenenza politica: gli opposti estremismi.
Ma noi sappiamo che questi spazi sono i bacini di incubazione di batteri che poi si diffondono nella normalità dell'agire quotidiano attraverso la produzione di forme di socialità e di relazione della violenza, della sopraffazione, dell'intolleranza e oggi ne
abbiamo la più dolorosa prova.
C'è una porzione di responsabilità politica in quanto è accaduto che tocca a chi crede di poter governare questa città mettendo tutto sullo stesso piano e cercando
di rendere compatibile la presenza dei covi neofascisti con la democratica amministrazione della città, anche se il prezzo da pagare è il dilagare della violenza e
delle aggressioni ai danni di chi vive la città di Roma.
Il silenzio intorno a questi fatti ha prodotto la legittimazione di queste bande neonaziste e la diffusione di pratiche e azioni che vanno definite come fasciste.
Siamo consapevoli che l'arresto di due ragazzi di 17 e 19 anni non ci restituisce nemmeno in minima parte il fatto che Renato non ci sia piu', così come sappiamo che la nostra idea di giustizia non è assimilabile a quella punitiva della reclusione. Il sapere che
gli assassini di Renato hanno un volto, un'eta', placa certamente un'innegabile ansia di sapere, ma poi?
La manifestazione indetta per sabato 2 SETTEMBRE vuole essere un momento che permetta a tutti di poter esprimere il proprio bisogno di rompere il silenzio, vuole ribadire
la necessità di avviare un processo di iniziativa politica che combatta questa barbarie, che denunci il silenzio dentro il quale questo clima cresce, che restituisca chiaramente le responsabilità politiche che rendono possibile la legittimazione di alcune organizzazioni
neofasciste che hanno alimentato tale barbarie, che sappia riprendere la parola e che sappia far esprimere tutti e tutte nella totale condanna di forme e pratiche di sopraffazione e violenza fascista.


Concentramento per la Manifestazione
Sabato 2 settembre ore 17
Roma, Porta S.Paolo

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Massimo Fini sulla manifestazione
by Alfredo Wednesday, Sep. 06, 2006 at 6:12 PM mail:

Con buona pace...

Uscito su "Il gazzettino" il 05/09/2006 05/09/2006 Massimo Fini
Argomenti trattati: Analisi e commenti Societa'
Zone interessate: Italia

Con buona pace di quei lettori del Gazzettino che mi danno del "comunista", sabato pomeriggio durante una manifestazione dei Centri sociali a Roma, cui hanno partecipato anche il sottosegretario all'Economia, il verde Paolo Cento, e il deputato di Rifondazione Vladimir Luxuria, il mio nome, insieme a quelli di intellettuali, di giornalisti, di calciatori ed ex, come Damiano Tommasi (noto, oltre che per essere un notevole centrocampista, per le sue attività di volontariato), Bruno Conti e di allenatori come Luciano Spalletti, è stato scandito dal palco come appartenente a una "lista nera" di persone.
Queste sono accusate di "legittimare una cultura violenta e neofascista partecipando alle iniziative di spazi occupati dalla destra radicale romana".
La manifestazione voleva essere di cordoglio per la tragica morte dell'ingegner Renato Biagetti, un frequentatore di Acrobax, uno spazio occupato dai Centri sociali nel quartiere ostiense, accoltellato all'alba di domenica da due giovani dopo una festa reggae a Focene, sul litorale laziale. Gli inquirenti escludono, allo stato, che i ragazzi arrestati e accusati del delitto facciano parte di gruppi organizzati dell'estrema destra. Ma la questione non è questa, anche se pare un tantino arbitraria l'affermazione dei Centri sociali secondo i quali "questo assassinio a sangue freddo è comunque di stampo fascista nel senso che è frutto del clima di violenza e di aggressione al diverso fomentato dai gruppi della destra radicale sul territorio e legittimato dalla destra istituzionale sul piano politico".
La questione non è nemmeno se io sia di destra o meno. Tuttavia su questo punto voglio spendere qualche parola perché troppo spesso subisco dalla sinistra o dalla destra, non facendo parte né dell'una né dell'altra, attacchi, intimidazioni, censure, violenze e ne ho le scatole piene.
Ci vuole tutta la crassa ignoranza e la confusione mentale dei giovani dei Centri sociali per confondermi con uno di destra, radicale o meno. Negli ambienti dove circola un po' di cultura sono ritenuto un antesignano del "No Global" (quello internazionale, non quello italiano declinatosi subito in un contraddittorio "New Global") per aver scritto contro la globalizzazione e la mondializzazione del mercato in vari libri fra cui "La Ragione aveva Torto?" che è del 1985 quando quei giovani non erano nemmeno nati o avevano ancora il latte sulle labbra e Caruso and company erano di là da venire. Sono stato, e sono, contro le aggressioni alla Jugoslavia, all'Afghanistan e all'Iraq sostenute da tutta la destra, internazionale e nazionale. L'unica volta che mi era stato affidato il commento (nemmeno la conduzione, il commento) in una trasmissione televisiva, all'una di notte, il programma è stato bloccato prima ancora di andare in onda, prima addirittura di essere visto da alcuno, dalla Rai controllata dalla maggioranza di governo di centrodestra.
È vero che non sono di sinistra, ma ciò non basta per definirmi di destra. Il mio pensiero va "oltre" la destra e la sinistra, due categorie politiche che giudico obsolete, vecchie di due secoli e non più in grado di comprendere nè, tantomeno, di gestire le esigenze più profonde dell'uomo contemporaneo.
Quanto alla violenza l'ho sempre condannata, venisse da destra o da sinistra. L'ho condannata negli anni '70 quando era "rossa" e molti intellettuali, giornalisti e politici (parecchi dei quali poi passati a destra) civettavano con la violenza, non solo quella dei gruppi extraparlamentari che scorazzavano allegramente per le città spaccando vetrine e crani, ma anche quella delle Brigate Rosse (i "compagni che sbagliano"). Ciò mi valse l'attenzione di Prima Linea e il mio nome fu trovato, insieme a quello di Walter Tobagi, in uno dei covi di questo gruppo terrorista. Walter, che era allora uno dei miei più cari amici, è stato accoppato. Io mi sono salvato. Come, per puro caso, mi ero salvato negli anni precedenti dal manipolo di sprangatori, guidato dal figlio di un imprenditore veneto, Giorgio Livrini, che mi era stato inviato da uno dei leader del Movimento Studentesco, Luca Cafiero, per aver denunciato in un'inchiesta su "Linus" la violenza dei gruppuscoli extraparlamentari.
Ho condannato ovviamente anche le violenze della destra, anche se bisogna dire che in quegli anni erano del tutto minoritarie rispetto a quelle della sinistra estrema, tanto che sull'"Europeo" di Tommaso Giglio facemmo un'inchiesta titolata "Dove sono finiti i fascisti?". Nell'orgia del conformismo di quegli anni si faceva fatica a trovarne uno, erano tutti diventati di sinistra, di estrema sinistra, marxisti, leninisti, rivoluzionari, tutti, intellettuali, giornalisti, docenti universitari, imprenditori, mignottine. Non c'era chi scrivesse pure un manuale sul giardinaggio non lo inquadrasse "in una prospettiva rivoluzionaria".
Ho sempre difeso invece la libertà di espressione e il diritto di cittadinanza proprio del "diverso", delle minoranze, fossero di sinistra, di destra o di nulla oppure, come oggi in Italia, islamiche. Per questo ho presentato i miei libri a "Casa Pound", cosa che mi viene rimproverata, a quanto ho capito, dai Centri sociali romani, come negli ambienti di Rifondazione comunista. In democrazia tutte le idee, anche quelle che ci paiono più aberranti, hanno diritto di esprimersi. L'unico discrimine è che rinuncino a farsi valere con la violenza. Questa liberalità - che peraltro in Italia con le leggi Mancino e simili sta venendo meno - è il pedaggio che la democrazia paga a se stessa.
Ma, come dicevo, la questione esula dalla mia posizione personale e da quella degli altri "monatti" messi nella "lista nera". Fa specie che queste accuse di legittimare la violenza vengano da persone che guidavano un corteo in cui si gridavano slogan come "uccidere un fascista non è reato"; "10, 100, mille Acca Laurenti".
Chi è, allora, che legittima la violenza? Che, anzi, istiga alla violenza? A meno che i confusi giovani dei Centri sociali romani (ma Paolo Cento e Vladimir Luxuria non sono dei ragazzi) non pensino che la violenza è illegittima quando è di destra e legittima quando viene da sinistra.
In quanto alle liste di proscrizione, inaugurate da Silla in epoca romana, sono sempre una cosa infame, come la Colonna di manzoniana memoria. E mi ricordano il giornale di Lotta Continua, di cui era leader indiscusso quell'Adriano Sofri che oggi, pur condannato a 22 anni di reclusione per l'omicidio del commissario Calabresi, è uno dei principali editorialisti di Repubblica che ha dato asetticamente la notizia delle prodezze dei Centri sociali senza spendere una parola in difesa di coloro che venivano esposti al ludibrio pubblico. Lotta Continua negli anni '70 pubblicava le fotografie di "fascisti" o presunti tali, i loro indirizzi, i loro percorsi, le loro abitudini, additandoli alle spranghe dei compagnucci. Qualcuno ci ha rimesso la pelle, altri sono rimasti sulla sedia a rotelle. Non vorrei che nell'Italia dove gli errori si ripetono sempre, con costanza estenuante, e dove, come disse splendidamente Mino Maccari, "i fascisti si dividono in due categorie: i fascisti propriamente detti e gli antifascisti", fosse ricominciata una stagione di quel genere. Sarebbe gravissimo.

http://www.massimofini.it/

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