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Radio Città - chiude
by radio città Sunday, Oct. 01, 2006 at 1:19 PM mail:

INTERRUZIONE PROGRAMMI DEL PALINSESTO DI RADIO CITTA' PESCARA E BLOCCO DEL SITO I lavoratori e i redattori volontari della radio comunicano la sospensione di tutte le loro attività comprese le attività informative sul web.




Di seguito espongono le seguenti motivazioni:
1) La totale mancanza di programmazione finanziaria ha determinato l’obsolescenza della strumentazione tecnica ed il decadimento dei locali. I programmisti che in questi anni hanno offerto con immenso piacere il loro contributo per una programmazione radiofonica di qualità hanno dovuto assistere alla mancanza di assistenza tecnica ed al venire meno delle minime condizioni indispensabili per la messa in onda dei programmi. Inutile sottolineare ogni imbarazzo circa la presenza di ospiti nella radio nei programmi contenitore, esposti a condizioni ambientali al limite della sopportazione.

2) Per fornire un apporto ancora più prezioso alla radio che tanto amano, i programmisti, i redattori, i lavoratori tutti, non paghi di contribuire con le ore di lavoro volontario alla realizzazione dei programmi ritagliando ogni minuto del proprio tempo libero, hanno costituito un gruppo di lavoro che, tramite una associazione culturale denominata “Liberi Media”, ha fornito nuovi proventi alla radio con progetti e pubblicità, ha contribuito direttamente alle attività promozionali così come alla manovalanza, ha realizzato un sito web aggiornato, ha assicurato un piccolo ma costante contributo all’attività redazionale del Network. L’impegno di questa associazione non è stato mai riconosciuto dai soci e i proventi di questo lavoro sono stati utilizzati per coprire (pur parzialmente) le disastrose condizioni finanziarie pregresse e non per investire nella qualità o in un piano di risanamento della struttura o degli strumenti.

3) Dalla carta d’intenti: “Compatibilmente con la situazione finanziaria della società e con l’auspicabile successo dell’iniziativa, è prevista in un secondo momento la trasformazione dell’attuale forma societaria in altra, e la contestuale creazione di una società controllata direttamente dai lavoratori e dai collaboratori della radio con la partecipazione di ascoltatori, organizzazioni, associazioni, gruppi di uomini e donne”.
Quanto scritto nella carta d’intenti stava attualmente accadendo, visto che gli stessi lavoratori della radio stavano gestendo questo, pur lento, cambiamento con benefìci evidenti, anche dal di fuori. Questo cambiamento è da far risalire, oltre che al contributo di tutti i lavoratori della radio, alla volontà e al lavoro di un unico socio, Loredana Di Paola che si è adoperato al massimo delle sue possibilità per rispettare proprio quella carta di intenti che tutti i soci fondatori, all'inizio dell'esperienza di Radio Città avevano compilato, firmato, condiviso e che i programmisti hanno letto, assorbito, condiviso a loro volta, certi di avere come riferimento un terreno comune, una intesa di base, una ideologia portante.

Conclusioni :
si ritiene che le potenzialità di uno strumento di diffusione di cultura ed informazione, se non vengono supportate da una linea editoriale condivisa, da una progettazione economica e da un senso di appartenenza organizzativa, vengono irrimediabilmente mortificate dall’immobilità, causando perdite cicliche nelle risorse umane e favorendo un clima di “radio degli amici” (e dei compagni) o di “radio dove tutti possono trasmettere”. Questo non può e non deve accadere se si ha ancora intenzione di chiamare “radio”, Radio Città.
Aver dato priorità al “progetto di radio”, tentato di costruire quella "comunità radiofonica" (RadioPopolare è un esempio da seguire calibrato alla realtà del proprio territorio) che è l'unico senso "politico" di un media come Radio Città, aver creato antipatie nel momento in cui si operava un controllo sulla qualità delle trasmissioni, aver cercato di modificare dinamiche di gestione “amicale” e approssimativa cronicizzate da anni, aver tentato di "partecipare" alla gestione complessiva del progetto radio, non hanno incontrato il favore dei soci fondatori: oggi le critiche all'operato di Loredana Di Paola equivalgono a critiche all'operato di tutti i lavoratori volontari della radio.

Per tutte queste ragioni si ritiene, sebbene a malincuore, di non poter andare oltre.

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un saluto
by qwer Sunday, Oct. 01, 2006 at 2:43 PM mail:

un saluto da un compagno che conosceva da poco.
adesso l'abruzzo - senza nemmeno una spiazio fisico liberato - si ritrova con una cosa in meno.
che ci valga da esperienza.

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questione di potere...
by un ascoltatore (lotta) Sunday, Oct. 01, 2006 at 4:09 PM mail:

Evidentemente tutti i militanti del prc che erano attivi nella radio ora hanno da fare altro.....
.....e i pochi rimasti nella radio giustamente non ce la fanno.

A suo tempo la radio è servita ad Acerbo e Co., serviva a suo tempo fare uno statuto così aperto verso i lavoratori della radio (che erano per l'80% militanti del PRC).
Ora forse non riescono più a controllare la situazione e quindi preparano il funerale della radio.

La frequenza continua ad essere di proprietà dei soci fondatori (in primis il fratello di Maurizio Acerbo), quindi mi aspetto che i falchi lavorino ad una nuova radio città con uno statuto differente, quindi una nuova radio città che si riesca a controllare senza necessariamente esserne militanti.

NOI invece vogliamo la radio così come era fino a ieri (dove decide chi ci lavora),
quindi adesso che il vecchio statuto è ancora valido continuate a lottare per far rinascere la vecchia radio.

Se veramente si vuole uscire dalle gestioni "amicali" e di potere perchè non organizzate un dibattito pubblico sulla chiusura della radio. Magari portando a galla tutta la questione in un luogo pubblico si possono trovare nuovi stimoli, nuove idee e nuovi attivisti.


.........lotta.......

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tranquilli
by radiocity Sunday, Oct. 01, 2006 at 11:37 PM mail:

che Radio Città chiuda non credo...

non mi sembra che quelli che hanno scritto il proclama sopra pubblicato siano mai stati molto militanti...

ci sono molte difficoltà come per tutte le iniziative di base...

ma penso che la nostra vecchia radio ce la farà anche questa volta.

magari con il ritorno di qualche militante...

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militanti?!!!
by attilio Monday, Oct. 02, 2006 at 9:29 AM mail:

Mi chiamo attilio e faccio radio da 10 anni a RADIOCITTA'. Ho partecipato alle tute bianche, genova, firenze, e tutte le attività politiche che riguardano la mia città e non solo. Per cui mi ritengo un militante della radio.
Volevo chiarire a tutti che noi abbianmo esercitato un solo diritto di sciopero sia a mezzo stampa che a mezzo web.
Avevamo preparato uno stacchetto per far sapere a tutti il nostro stato di agitazione con i nostri motivi.
Ed è stato immediatamente tolto dai soci promotori.
In poche parole ...
E' questa la società che vogliamo ?
Parliamo tanto di consapevolezza ma poi quando un gruppo di persone che ha tirato avanti la carretta sernza una lira da 10 anni e vuole partecipare di più ... gli si tappa la bocca
eliminando un diritto fondamentale riconosciuto ovunque (diritto di sciopero e far sapere agli altri perchè)
Se questo è il modo di militanza a me non piace e nel mio mondo non ce spazio per l'arroganza.
Protestare è un diritto sacrosanto
saluti comunisti
attilio

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sempre la stessa storia
by ezio Monday, Oct. 02, 2006 at 12:19 PM mail:

Vi faccio un paragone per farvi capire con chi avete a che fare.

Nel 2000 a L'Aquila viene assegnato l'incarico di presidente dell'ATER (case popolari) a Giulio Petrilli (segretario provinciale del PRC dell'aquila).
L'assegnazione non viene discussa internamente al partito ma semplicemente l'incarico viene dato alla persona PIU' VICINA ai vertici regionali del partito (Acerbo in particolare). Una cinquantina di militanti del partito all'aquila, indignata, scrive un documento di contestazione
che viene portato (di persona , con una delegazione) al partito a Roma.
Da Roma chiamano Acerbo e Fars (cioè i vertici regionali chiamati in causa) per saperne di più e loro naturalmente dicono che eravamo 50 dissidenti e che avevano torto. Tutto viene messo a tacere e molti compagni escono dal partito a l'aquila. Tuttora Giulio Petrilli e presidente dell'Ater con un ricco stipendio mensile.

Ora le stesse persone di rifondazione si comportano allo stesso modo con Radio Città: burocrazia e potere saldo nelle loro mani, la democrazia rimane solo una parola vuota di cui ci si riempie la bocca.

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buena sorte
by luigi Monday, Oct. 02, 2006 at 8:52 PM mail:

Mi sembra ci sia molta confusione! Io non sono militante partitico, non ricordo di esserlo mai stato, ma dentro alla radio ho voluto portare il mio contributo lavorandoci volontariamente e costantemente negli ultimi tre anni, con ottimi risultati sia per i programmi che per le iniziative extra-radiofoniche. Non penso che il bene di radio città sia la militanza. Una radio autoreferenziale non serve a nessuno. Non serve a niente suonarsela e ballarsela da soli. Un piccolo media politicamente schierato in una piccola realtà è un piccolo media morto! Infatti, il nostro lavoro (quello dell'associazione Liberi Media che aveva la gestione della radio) era proprio rivolto ad uno sviluppo globale della radio, non sacrificando l'ideologia politica che ne creò le fondamenta, ma neanche facendone un dictat gestionale. Il nostro era un tentativo di aprirsi ad un pubblico sempre più vasto, un tentativo di rinnovare la radio che dopo dieci anni è ancora ancorata ad una progettualità inesistente e ad una impostazione da ritrovo serale. Un tentativo, evidentemente scomodo, di cercare di creare una coscienza radiofonica più che politica. Non ci siamo evidentemete riusciti. Auguriamo miglior sorte a chi verrà dopo.

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Militazze a P.zza Salotto o liberi a Via Lazio 42 ?
by digerfiz Monday, Oct. 02, 2006 at 11:08 PM mail:

Conosco persone che militano in associazioni cattoliche, di alcolisti anonimi, di collettivi anarchici, ....

La militanza non è necessariamente legata ad un partito ma consiste nel farsi il culo gratuitamente per un ideale.
Da anni ascolto radio città e non ho mai pensato che mi venisse trasmessa una coscienza radiofonica, non mi sono mai spuntate antenne dalle orecchie, la radio invece mi ha trasmesso una consapevolezza di come si possa parlare ad un microfono in maniera libera (appunto ritmo e consapevolezza).

Fanculo i partiti, ormai sembra che sono diventati sinonimi (partito=politica), per me la politica è lottare per un mondo migliore: anche attraverso l'etere (remember peppino impastato o radio alice?).

Fanculo la legge del consumo: ormai sembra che senza pubblicità commerciale , senza profitto, senza il capitale, non si possa portare avanti un buon progetto come ad esempio una radio libera. Un ragazzino di oggi vede le veline e pensa che sia impossibile costruire qualche cosa di bello da soli e dal niente.

Se questa brutta storia di libertà di sciopero, di progettualità inascoltata, di vertici che censurano passa anche a RADIO CITTA' PESCARA non avremmo perso solo ottima musica ma una possibilità di fare qualche cosa di buono.

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peccato
by ortonese Tuesday, Oct. 03, 2006 at 12:14 AM mail:

ACERBO E RIMASTO TALE NON E MATURATO!!! SE CHIUDETE LEVO LA RADIO DALLA MACCHINA. RESISTETE PERCHE NON ESISTE UN'ALTRA RADIO COSI.

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un po' di autocritica
by pietro Tuesday, Oct. 03, 2006 at 2:41 PM mail:

Sono certo che la radio continuerà. E' una nostra risorsa ed è nata e cresciuta con i soldi procurati in feste e sottoscrizioni dove tutti abbiamo messo e dato qualcosa. Ha visto tante persone entrare e poi andare via, sta nella natura dei movimenti. Il peccato originale è nel credere che esistono pochi eletti che possono fare e disfare; gli altri devono solo eseguire, nel caso riceveranno un premio d'obbedienza. Avrebbe dovuto "smontare" il linguaggio della politica (leggasi partecipazione, discussione ed aggregazione senza scadere in inutili assemblearismi o leaderismi) ed invece se ne è fatta portatrice e paladina.
Reclamo un po' di umiltà da chi persevera nell'errore ormai da troppo tempo.

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radio di movimento
by massimiliano e lisa Tuesday, Oct. 03, 2006 at 4:40 PM mail:

Credo che la qualità di una radio che si reputa di movimento si misuri con quello che ha prodotto in termini di iniziative e movimenti stessi. Cosa ha prodotto Radio Città Pescara in questi 10 anni? (lancio la provocazione)
1)Feste di autofinanziamento (è fare movimento?)
2)Elenco smisurato di persone fuoriuscite dalla radio per una ragione o l'altra (c'è movimento insomma)
3)Una scritta che campeggia nel muro antistante "Radio città pompieri delle lotte" (bombolette in movimento)
4)Ottimi programmi che durano non più di 3 anni (grosso movimento dei programmi)
5)Pubblicità elettorale a Rifondazione Comunista (ah! forse questo è fare movimento?)
Insomma, non riesco a capire quali siano gli obiettivi di radio città come radio di movimento e le strategie che mette in atto per raggiungere i propri obiettivi.
Forse per fare movimento è sufficiente avere una regia automatica che manda musica che non passa nelle altre radio, insomma basta poco, basta esserci. Nel frattempo 11 programmi e più di 20 programmisti vanno via. Non c'è nulla di cui preoccuparsi, qualcuno prenderà il loro posto. Faranno movimento perché l'importante è fare movimento. A fare radio ci si penserà, c'è tempo.
Auguro tutto il bene alla radio che rimarrà certamente in piedi e continuerà ad esistere.
Tanti in bocca al lupo a tutti, militanti e non.

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radio di movimento o radio di partito?
by ezio Tuesday, Oct. 03, 2006 at 5:40 PM mail:

Massimiliano e lisa dimenticate il periodo 1999-2002 (prima del 99 non posso parlare..), rifondazione era a pieno titolo nel movimento, ha dato un contributo importante a GenovaVsG8, e la radio pubblicizzava iniziative, pullman per le manifestazioni. Poi tutto il movimento dei Social Forum e contro il terzo traforo del gran sasso, anche qui la radio ha dato un contributo: a l'aquila durante la manifestazione del 3 marzo 2002 c'è stato un lungo collegamento radiofonico, e a l'aquila gli organizzatori non erano completamente in simbiosi con il social forum. Il movimento non è solo fatto da realtà anarchiche e antimperialiste e non buttiamo merda su tutti e tutte.

Oggi rifondazione e social Forum hanno fatto una brutta fine, nel senso che non fanno movimento ma sono pienamente integrate in scelte istituzionali e governative e non spingono invece da fuori come fa un movimento.

Penso che i lavoratori della radio che scioperano dovrebbero ripartire da questo: continuare a fare radio di movimento o scivolare verso una radio semi-commerciale (così come rifonda e social forum scivolano verso organismi burocratici e di potere)????

Purtroppo i soci fondatori sono dirigenti di rifondazione quindi il futuro della radio cammina parallelo al futuro(o presente) del partito??
Se il loro sciopero verrà ascoltato, se avranno la possibilità di FARE SCELTE DECISIONALI (in quanto lavoratori della radio) allora il futuro della radio sarà differente dal futuro-presente burocratico del partito.

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a ezio
by asdel Tuesday, Oct. 03, 2006 at 10:55 PM mail:

Sarebbe bello..
e credi che, stando così la situazione, i rifondaroli rinunceranno al potere per dare ascolto ai lavoratori?
dici bene quando dici che il futuro della radio va di pari passo col futuro di rifondazione, visto che - altrimenti - rifondazione non sarebbe la merda che è ora.
Sempre ammesso che nel periodo in cui dici tu sia stata quel che dici tu. Io ho i miei dubbi. Perchè un partito, per la sua ragion d'essere, è necessariamente "buttato" verso i meccanismi istituzionali del potere.

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uno lontano
by Mr.4Riot Wednesday, Oct. 04, 2006 at 1:31 PM mail:

alla luce di ciò, mica per caso qualcuno sta pensando che i partiti fanno male al movimento?
oh, non vi azzardate! fare sti pensieri è psicoreato!

Acerbo & Co. ci sorvegliano.

E comunque se radio città chiude, la colpa è di chi l'ha spacciata per sturmento condiviso e l'ha invece utilizzata per interessi personali. di chi si è servito di tutta la gente che l'ha attraversata e che irrimediabilmente se n'è allontanata. qualcuno che ora è onorevole. qualcuno che non è maturato.

Mr.4riot

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per digerfiz e tutti
by lisa Wednesday, Oct. 04, 2006 at 4:18 PM mail:

Carissimo digerfiz, colgo l'occasione per ricordare una cosa che forse fino a questo momento non è chiara ai più.
Belle parole, quelle sul movimento. Ma come al solito chi è "fuori" dalla radio tende a fare i conti senza il proverbiale oste. Tu dici "La militanza non è necessariamente legata ad un partito ma consiste nel farsi il culo gratuitamente per un ideale", e poi "Fanculo la legge del consumo: ormai sembra che senza pubblicità commerciale , senza profitto, senza il capitale, non si possa portare avanti un buon progetto come ad esempio una radio libera. Un ragazzino di oggi vede le veline e pensa che sia impossibile costruire qualche cosa di bello da soli e dal niente".
Hai idea di quanto costi questo bel progetto di radio libera? Si parla di centinaia di migliaia di euro all'anno e non sono esattamente uno scherzo, tant'è che attualmente nello studio di via Lazio, 42 la strumentazione è ridotta male assai.
Il bel progetto di radio libera costa e tutti i programmisti hanno contribuito in questi anni a creare reddito per la radio "facendosi il culo" - cito la fonte - gratuitamente, anzi, rimettendoci spesso di proprio.
Ora è tempo di bilanci e alla radio serve una sistematina tecnica. Non ci sono soldi per fare questo e non c'è una idea di dove tirarli fuori. (l'idea dei programmisti è stata rigettata senza meno).
Ecco il problema da risolvere e, caro digerfiz, il fatto di essere una RADIO coincide con il fare reddito perché non si va da nessuna parte senza quello. Ok? Non è così facile come credono molti.
Le frequenze costano.
Baci chiarificatori (spero) a tutti.

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Notturno radio
by nosferatu Wednesday, Oct. 04, 2006 at 6:40 PM mail: notturno@radiocitta.org

La protesta dei lavoratori volontari di RadioCittà Pescara non ha nulla (a mio avviso) a che vedere con vecchie storie politiche..semplicemente Liberi Media ha chiesto autonomia gestionale della programmazione e delle fonti di introito della Radio senza dover sottostare al "bastone dei pastori", ma senza voler per questo appropriarsi di diritti che non gli competono...insomma è una questione puramente ideologica (ma si riflette nelle cose reali, come tutte le idee), e chiude le porte a chi come me, non è di RifCom ma crede nell'informazione libera...tutto qua, non c'entrano "acerbi e maturi", o per lo meno c'entrano per quel tanto che riguarda l'ambito radiofonico.
Saluti a tutti

Nosferatu

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x lisa, x i programmisti e per tutt*
by digerfiz Wednesday, Oct. 04, 2006 at 7:23 PM mail:

lisa: "Ecco il problema da risolvere e, caro digerfiz, il fatto di essere una RADIO coincide con il fare reddito perché non si va da nessuna parte senza quello. "

Frse scrivendo in un momento di sclero-rabbia non sono stato chiaro:
E' logico che senza soldi non vai da nessuna parte, anche un collettivo di anarchici che abbiano una sede deve pagare affitto, bollette, volantini, ecc...
I soldi che provengono fuori dall'autofinanziamento non devono però essere anche strumento di ricatto per chi ti finanzia: Se i soci fondatori della radio trovano 100.000 euro per aquistare una frequenza e poi scrivono uno statuto in cui si parla di "diritti decisionali" dei programmisti poi non si può tornare indietro e dire noi abbiamo finanziato e noi comandiamo.

Io sono dalla parte dei lavoratori della radio, perchè penso che radio città sia stata una radio di movimento al cui interno ci sono state persone che credevano in progetto valido, e soprattutto mi PIACE molto l'idea di una radio dove i lavoratori abbiano strumenti decisionali, voi volete questo e noi radioascoltatori anche ,
MA DEVO FARE DELLE DOMANDE A VOI:

- cosa potremmo fare noi radioascoltatori?
- Perchè non cominciate a fare un po di nomi? Sarà stato qualcuno in particolare a censurare dalla scaletta lo stacco che spiegava le ragioni dello sciopero?
- I soci fondatori che non rispettano la carta di intenti della radio avranno pure un nome???
E' una cosa grave che uno sciopero venga censurato all'interno di una radio che si reputa libera.

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x radiocity
by nosferatu Thursday, Oct. 05, 2006 at 2:28 AM mail: notturno@radiocitta.org

caro radiocity,

se sacrificare il primo giorno di ferie per andare con la propria moglie a pulire il cesso di RadioCittà (che alcuni "compagni occasionali" avevano lasciato in condizioni pietose), se sacrificare l'unico giorno non lavorativo per andare alla festa di Liberazione a spillare birra per aiutare il finanziamento della radio, se andare in giro per i propri clienti a propugnare le "doti" della Radio in quanto fonte impagabile di libero pensiero e cercare di portare in radio fonti di pubblicità ....beh se tutto questo per te non è "militanza" (e io sono quello che ha fatto di meno tra tutti)...mi dici come cazzo la chiami?

Di un pò...ma non è che tu sei uno di quelli che tirano il sasso e nascondono la mano? Dov'eri tu quando la gente si faceva in 4 per RadioCittà? Posso anche non essere daccordo con i miei compagni di radio su certe posizioni, ma IO e TUTTI i programmisti di solito risolviamo le divergenze con il dialogo costruttivo e con il rispetto sempre e comunque verso tutti....non credo tu ci stia usando la stessa cortesia e pertanto rischi di venire ripagato con la stessa moneta.

...o forse ho frainteso i tuoi intendimenti? famm' sapè..

ti abbraccio

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suvvia
by ele Wednesday, Oct. 11, 2006 at 11:08 AM mail:

state scioperando o avete chiuso bottega?
fatemelo sapere perchè volevo coinvolgere la radio come partner di un progetto di integrazione sociale
attendo risposta

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CHIUDE?!?!?!
by machecazzoce ne freca Wednesday, Oct. 11, 2006 at 5:51 PM mail:

ERA ORA...FACEVA CACARE ORAMAI!!!!

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radio città trasmette ancora
by marco Wednesday, Oct. 11, 2006 at 11:34 PM mail:

a me risulta che la radio continua a trasmettere.

probabilmente si tratta dei soliti scazzi interni che periodicamente vivacizzano la radio e di cui si sente poi parlare in giro.

sono anni che si dice che la radio sta per chiudere.

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sulla democrazia
by giulio petrilli Sunday, Oct. 15, 2006 at 3:34 PM mail:

ho letto solo oggi un pezzo di ezio che mi riguarda.vorrei rispondere che la mia elezione al consiglio di amministrazione aret abruzzo,venne votata all'unanimita' dalla segreteria regionale,dai segretari di federazione e consiglieri regionali,come previsto da statuto.per cui la democrazia e' stata applicata.
---secondo punto. poi lui sostiene che ci furono delle uscite dal partito,io non so quanti so solo ce da all'ora e con la nuova ditigenza rifondazione a l'aquila e' passata dai 900 voti agli attuali 3400.
terzo punto.mi sembra di ricordare che ezio si candido' alle comunali e prese 1 o 2 voti,credo 1.
quest'ultima considerazione dovrebbe farlo riflettere che il consenso non si costruisce con la diffamazione ma con una cultura libertaria.
F.TO Giulio Petrilli

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