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Oggi a Roma la famiglia di Tornay promette rivelazioni sulla tragedia di 4 anni fa in Vaticano. «La morte della guardia svizzera è stato un delitto, non un suicidio». da "La Stampa" del 5 luglio 2002 di Giacomo Galeazzi. Città del Vaticano - «Mio figlio non è l´assassino, è la vittima». Muguette Baudat, la madre del vicecaporale delle Guardie Svizzere Cedric Tornay, è arrivata a Roma per contestare la versione ufficiale e chiedere ai giudici vaticani di ricominciare a indagare sul clamoroso fatto di sangue. A quattro anni dalla tragedia, dunque, torna esplosivo il caso del sottufficiale accusato di aver ucciso il suo comandante Alois Estermann e la moglie, prima di spararsi. A chiedere la riapertura dell´inchiesta sono i principi del foro di Parigi, Jacques Verges e Luc Brossolet, ingaggiati dalla madre del presunto omicida-suicida. Sia il figlio sia i coniugi Estermann, a suo giudizio di Muguette Baudat, sono vittime di una «messa in scena orchestrata per eliminare il comandante e avere un assassino pazzo e morto». A mezzogiorno i legali renderanno nota la lettera ricevuta dalla Segreteria di Stato e i nuovi elementi acquisiti, compresi i risultati dell´autopsia compiuta in Svizzera sul corpo di Cedric Tornay. Il dato cruciale è proprio la discrepanza tra i calibri dei proiettili sparati dalla pistola con cui il caporale si sarebbe ucciso: 9,42 millimetri per il Vaticano, 7 per per i periti elvetici. In un faldone di documenti, anticipano gli avvocati, sono racchiuse le prove che non si è trattato affatto di «suicidio dovuto ad un impeto di follia». Via libera, intanto, della Santa Sede a fugare ogni dubbio e a fare chiarezza, una volta per tutte, su quanto accadde la sera del 4 maggio 1998 nell´abitazione del comandante Estermann. L´inchiesta del Vaticano, le cui conclusioni sono rese note nel febbraio 1999, attribuisce al giovane caporale la responsabilità dell´accaduto. Colto da un raptus, prima di suicidarsi, avrebbe ucciso il comandante, verso cui nutriva rancore, e sua moglie. Le indagini si sono avvalse di 10 perizie (necroscopiche, tossicologiche, balistiche, telefoniche e altre), 5 rapporti di polizia giudiziaria, 38 audizioni di persone informate sui fatti. All´origine del folle gesto ci sarebbe un richiamo formale per una violazione del regolamento. Poche ore prima della strage, poi, Tornay era stato escluso dalle onorificenze che sarebbero state consegnate due giorni dopo, al giuramento delle nuove reclute. La sera del delitto i coniugi Estermann erano stati ad un cocktail, avevano festeggiato la nomina, giunta poche ore prima, di Alois a comandante degli «svizzeri». Nella notte una vicina di casa sentì forti rumori nel loro appartamento. Entrata trovò i tre corpi riversi nel salottino accanto all´ingresso. «E´stata la frustrazione a spingere il vicecaporale Tornay». La versione ufficiale, fornita dalla Santa Sede appena 24 ore dopo la strage in Vaticano, avrebbe dovuto cancellare ogni dubbio, ma adesso la questione si riapre. Della misteriosa vicenda sono stati investiti di nuovo gli organi giudiziari vaticani. Tutto passa ora nelle mani del Promotore di Giustizia, Nicola Picardi che avrà il compito di analizzare e valutare ogni elemento contenuto nel dossier inoltrato dai legali della famiglia Tornay. Se il riscontro darà esito positivo la pratica finirà sul tavolo del giudice istruttore del Tribunale, Gianluigi Marrone. Attualmente il caso è archiviato, ma nei Sacri Palazzi ribadiscono che, qualora emergano novità «il discorso cambia». Nel mirino ci sono i risultati della perizia calligrafica sulla lettera che Cedric Tornay scrisse alla madre alcuni giorni prima della strage. Alla vigilia della conferenza stampa, la Segreteria di Stato ha inviato una comunicazione agli avvocati per informarli che del caso Tornay sono stati investiti gli «organi competenti in materia». Un passo ufficiale che assume un doppio significato: garantire la volontà della Curia di dissipare ogni sospetto e arginare il polverone provocato dal «giallo». Finora, comunque, per la magistratura d´Oltretevere non ci sono motivi per istruire un nuovo processo. E´ probabile, quindi, che Verges e Brossolet puntino su un´indagine in Svizzera per costringere i giudici vaticani a dare una risposta formale. Le voci vanno dall´intrigo di spie alla relazione omosessuale tra Tornay e il comandante Esterman. Tanti i punti oscuri. I quattro bicchieri usati nell´appartamento fanno pensare ad un misterioso quarto uomo; il quinto colpo della pistola di Cedric che non si trova; una lettera in cui Tornay annuncia alla madre di «dover evitare altre ingiustizie».
www.gayroma.it/cronache/attualita/at-11luglio2002bis.asp
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