Come accade che anche in Internet si ostacolano le informazioni sulla questione palestinese
Di come sia difficile fornire una corretta informazione su quanto accade in Palestina, e di come tutti, ma proprio tutti, anche i più piccoli, spazi di informazione siano letteralmente presidiati è dimostrazione ciò che vado a raccontarvi.
Rete Civica di Milano è una mega bbs che si presenta come community dei cittadini milanesi, legata al circuito AIREC. Da un paio di anni si è strutturata come Fondazione cui partecipano, di fatto, Provincia di Milano e Università DSI (da cui è nata) più un centinaio di privati. Per statuto, il direttore della fondazione, administrator nonché community manager è il feudatario assoluto gestore unico di tutta la rete, che, a dispetto dei 14.000 iscritti vantati, è una realtà piccola di circa due o trecento attivi, che agiscono in forum di dicussione. Uno di questi forum, di cui io ero moderatore, si chiama(va) Imperialismo e Globalizzazione, e raccoglie(va) materiale di informazione antagonista nonché discussioni. I problemi sono iniziati da quando un gruppetto di aderenti filo Sharon ha preteso di impedire qualunque informazione sulla questione palestinese, che hanno sostenuto non esistere nemmeno; la loro costante provocazione, caratterizzata dall'antisemitismo antiarabo più deteriore, dal sostegno incondizionato a ogni massacro israeliano (le ambulanze e le sedi ONU sono covi di terroristi), è stata di fatto appoggiata dal direttore della fondazione, che ha imposto la sospensione della discussione sulla Palestina nel forum più letto, "Polis", poi ha eliminato alcuni moderatori di Imperialismo e Globalizzazione (rei di aver postato un articolo di quei pericolosi terroristi di Amnesty International! e di aver minacciato di rendere pubblica la questione), ne ha impedito la visibilità da web e, cosa recentissima, ha chiuso del tutto il forum in seguto alla "rimostranze" dei provocatori di cui sopra per alcuni messaggi definiti da loro razzisti (tra l'altro alcuni apparsi anche qui). A nulla sono valse finora le proteste degli aderenti. La situazione è a tal punto degenerata nella forma più odiosa di censura che molti aderenti stanno studiando la possibilità di fondare una Rete civica alternativa.
Credo che, per quanto piccolo, questo fatto sia comunque grave e meriti di essere segnalato a tutti gli ambiti democratici, specialmente alle liste di discussione via Internet, alle associazioni, ai mezzi di informazione che ancora resistono.
Da web l'indirizzo è http://www.retecivica.milano.it. Per inviare messaggi di protesta per questa censura: administrator@rcm.inet.it
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karlse
