Indymedia Italia


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riprende quota l'indultino
by ANSA Tuesday, Jan. 14, 2003 at 8:50 PM mail:

ANSA (POL) - 14/01/2003 - 20.34.00 INDULTO: RIPRENDE QUOTA INDULTINO, SI PRENDE TEMPO/ANSA



(ANSA) - ROMA, 14 GEN - L'indulto comincia oggi il suo iter parlamentare in commissione giustizia della Camera, ma e' l'indultino l'ipotesi che sembra ricevere piu' consensi tra le varie forze parlamentari. Due i motivi che avrebbero portato i parlamentari di maggioranza e opposizione a cambiare idea e a rivedere le proprie posizioni. Sul fronte opposizione avrebbe contribuito a rimescolare le carte il nuovo 'no' di Fini ad ogni provvedimento di clemenza e la campagna pubblicitaria messa in piedi da An contro l'indulto: ''manifesti a grandezza uomo - descrive un deputato della Margherita - con la scritta 'No ai saldi per i reati nessuno sconto. No all'indulto'''. Sul fronte della Cdl invece avrebbe avuto il suo peso il sospetto che i Ds in realta', con la loro richiesta di discutere prima l'indulto dell'indultino e la loro decisione di presentare emendamenti ''contraddittori e controproducenti al testo sull'indulto'', puntassero piu' che altro a ''sfasciare tutto'' per portare a casa ''l'unico risultato politico di spaccare governo e maggioranza sulla questione''. E cosi' la giornata di oggi, che fino a ieri poteva sembrare decisiva per imprimere una svolta al dibattito, si e' rivelata piuttosto interlocutoria. Di fatto entrambi i poli hanno preferito prendere tempo per vedere cosa succede in commissione nei prossimi giorni. Questo, nei fatti, il film della giornata: IN COMMISSIONE SI ACCANTONA L'AMNISTIA: In commissione Giustizia si comincia l'esame degli emendamenti, circa 60, al testo sull'indulto. I primi, quelli presentati da Marco Boato e Paolo Cento (Verdi) e da Giuliano Pisapia e da Giovanni Russo Spena (Prc) che puntavano a incardinare nel dibattito l'amnistia, vengono accantonati. ''E' un buon risultato - spiega Cento - perche' non sono stati bocciati, ma solo accantonati quindi si lascia aperto uno spiraglio''. Di fatto Pisapia, Cento e Giuseppe Fanfani responsabile Giustizia della Margherita, chiedono ufficialmente che il governo venga in commissione a dire cosa ne pensa davvero sull'argomento, vista l'apertura dei giorni scorsi del ministro della Giustizia Castelli. Un rilancio che di certo, dichiara Russo Spena, ''non ha semplificato il dibattito. Anzi!''. Il relatore Nino Mormino (FI) da' quindi il suo parere agli emendamenti dei primi quattro articoli del testo. E dice 'si' a due presentati dai Ds: uno che stabilisce che si puo' beneficare dell'indulto solo se si e' gia' scontata la meta' della pena e un altro che esclude da questo le pene pecuniarie. I lavori si interrompono per la capigruppo che potrebbe calendarizzare l'indulto e per l'inizio dei lavori in Aula. Riprenderanno domani mattina. CONFERENZA DEI CAPIGRUPPO - Gia' da ieri si capisce che le cose per l'indulto difficilmente cambieranno. Ma nel pomeriggio arriva la conferma: si lascia per l'aula il vecchio calendario che prevede per giovedi' prossimo 16 gennaio il dibattito sulle questioni pregiudiziali presentate dalla Lega sull'indultino. E per lunedi' prossimo l'inizio dell'esame dell'indulto, sempre che la commissione giustizia riesca a licenziarlo per tempo. Uniche novita': l'intenzione espressa dal capogruppo di An Ignazio La Russa di voler affiancare la Lega nelle pregiudiziali di costituzionalita' all'indultino e la possibilita', resa nota da Marco Boato, che sempre giovedi' potrebbero essere discusse le pregiudiziali anche per l'indulto. Se la commissione Giustizia riesce a licenziare il provvedimento per tempo. I Ds, come avevano annunciato sino a ieri, non chiedono almeno in via ufficiale l'inversione dell'ordine del giorno per esaminare in Aula prima l'indulto dell'indultino. ''Faro' questa richiesta a Casini - avrebbe detto il capogruppo Luciano Violante in via informale al termine della riunione - solo quando si saranno superate le perplessita' di molti su questo provvedimento''. RIUNIONE DELL'ULIVO: A meta' mattinata, prima dell'inizio dei lavori in commissione, i capigruppo dell'Ulivo in commissione Giustizia e Affari Costituzionali della Camera si incontrano per fare il punto. Ognuno ribadisce la sua posizione: Ds, Verdi e Pdci preferiscono l'indulto, mentre la Margherita e lo Sdi l'indultino. E si discute dell'irrigidimento di An sul 'no' ad ogni provvedimento di clemenza. E del rischio di lasciare a loro

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INDULTO: CENTO, ACCERTARE RESPONSABILITA' SU MORTE DETENUTO
by ANSA Tuesday, Jan. 14, 2003 at 8:55 PM mail:



(V. 'INDULTO: NUOVO APPELLO DA PAPILLON...' DELLE 18:03) (ANSA) - ROMA, 14 GEN - Il vicepresidente della Commissione Giustizia della Camera, Paolo Cento, ha presentato oggi una interrogazione urgente al ministro della Giustizia e al ministro della Sanita', per accertare le responsabilita' della morte del detenuto Claudio Menna, avvenuta la notte scorsa a Rebibbia. ''Il caso di Claudio Menna - ha dichiarato il parlamentare - e' la tragica conferma di una situazione gravissima all' interno delle carceri italiane, dove il diritto alla salute non e' tutelato a causa della scarsita' di risorse professionali e finanziarie disponibili''. Secondo Cento la tragedia di Menna, ''su cui chiediamo al ministro della Giustizia di riferire immediatamente in Parlamento, richiama la necessita' di una decisione rapida e convincente del Parlamento sull' indulto''. Il vicepresidente della Commissione Giustizia ha sottolineato che ''anche oggi purtroppo continua la melina tra opinioni diverse, che sembrano preludere a una conclusione inefficace. I Verdi, che in questi giorni stanno sostenendo il rifiuto del vitto da parte dei detenuti delle carceri italiane - ha proseguito Cento - ribadiscono la necessita' di una immediata decisione del Parlamento, senza scorciatoie sulla proposta di indulto''. (ANSA). COM-RED/FV

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INDULTO: NUOVO APPELLO DA PAPILLON, SI ALLARGA PROTESTA
by ANSA Tuesday, Jan. 14, 2003 at 8:57 PM mail:

ANSA (ALT) - 14/01/2003 - 17.59.00


MUORE DETENUTO A REBIBBIA, PROTESTA COMPAGNI (ANSA) - ROMA, 14 GEN - Un appello a ''tutti gli uomini politici e a tutte le istanze religiose e della societa' '' perche' sostengano la richiesta di indulto, e' stato lanciato dall' Associazione culturale Papillon, nel secondo giorno di sciopero dei reclusi in tutta Italia, che si sta allargando, e in occasione della morte la notte scorsa di un recluso malato, Claudio Menna, a Rebibbia. L' associazione ha diffuso un comunicato redatto dai compagni di Menna, i quali chiedono ''interventi specifici perche' le persone indifese e malate vengano tutelate e curate''. L' uomo e' stato trovato cadavere questa mattina nella sua cella verso le 10 quando dall' infermeria hanno chiesto notizie non essendosi presentato per la quotidiana iniezione di insulina. Menna, proveniente dalla Casa di Cura di Sant' Eframo 'Napoli' dove beneficiava dei privilegi della legge Gozzini, soffriva di disturbi psichici come altre persone recluse nella stessa Sezione integrata di Osservazione Psichiatrica di Rebibbia e di una grave forma di diabete che lo costringevano a fare tre iniziezioni di insulina al giorno. Secondo i suoi compagni nella stessa sezione altri 15 persone si trovano nelle sue stesse condizioni e anche loro sarebbero in stato di abbandono. Per Papillon la morte di Claudio Menna ''testimonia a tutti la drammatica situazione delle carceri e la necessita' di un provvedimenti di indulto che sia la premessa indispensabile di un reale processo riformatore''. Intanto, si allarga lo sciopero dei detenuti, che si svolge in circa cinquanta carceri italiane - tra cui Regina Coeli, San Vittore e Opera a Milano, Secondigliano, Pisa, Torino, Pordenone, Bologna, Parma, Bari, Reggio Calabria, Porto Azzurro - con differenti manifestazioni, dallo sciopero del vitto a quello del carrello o del sopravitto. Tutti indistintamente, compiono almeno una volta al giorno la 'battitura dei ferri'. Questa sera Evelino Loi, presidente dell' Associazione Detenuti Non Violenti, alla quale aderiscono reclusi di varie carceri italiane, si unira' allo sciopero della fame del segretario dei Radicali, Daniele Capezzone, e ha detto che lo interrompera' soltanto quando si saranno avuti ''risultati certi''. Loi ha detto che un analogo sciopero della fame e' cominciato oggi nelle carceri di Buoncammino, a Cagliari, e di San Sebastiano, a Sassari. ''Bisogna smetterla con l' allarmismo forcaiolo per il quale con l' indulto o l' amnistia usciranno dalle prigioni migliaia e migliaia di detenuti, non e' vero'' ha detto Loi. Per sostenere le ragioni dell' indulto e' stata convocata una conferenza stampa domani mattina davanti al carcere di Regina Coeli a Roma, organizzata da varie associazioni e persone come il Gruppo Abele, don Luigi Ciotti, Liberi di Sergio Cusani, don Sandro Spriano, e Cgil, Cisl e Uil, e Sappe il sindacato della polizia penitenziaria. (ANSA). DO

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11:19 INDULTO: PALERMO, PROSEGUE PROTESTA PACIFICA IN CARCERE
by ADNK Tuesday, Jan. 14, 2003 at 9:00 PM mail:


ADNK (POL) - 14/01/2003 - 11.16.00


Palermo, 14 gen. (Adnkronos) - Si sono astenuti anche stamattina dalle attivita' lavorative e dai corsi professionali e scolastici i detenuti dei penitenziari Ucciardone e Pagliarelli di Palermo. In questo modo i carcerati protestano per sollecitare il Parlamento al varo dell'indulto. La protesta per quel che concerne l''Ucciardone' riguarda 650 detenuti fra cui un centinaio accusati di mafia. ''E' una protesta pacifica -ha spiegato Maurizio Veneziano, direttore del carcere 'borbonico'. Non sappiamo fino a quando continuera'''. Piu' di 600 i detenuti che partecipano alla protesta nel penitenziario 'Pagliarelli'. Manifestazione anche dei detenuti del carcere di Cavallacci a Termini Imerese. Su 90 detenuti in quest'ultimo penitenziario la protesta ne coinvolge una trentina. (Apa/Gs/Adnkronos) 14-GEN-03 11:19

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17:17 INDULTO: SCIOPERO DELLA FAME IN 51 ISTITUTI ITALIANI
by ADNK Tuesday, Jan. 14, 2003 at 9:02 PM mail:


ADNK (CRO) - 14/01/2003 - 17.14.00
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17:17 INDULTO: SCIOPERO DELLA FAME IN 51 ISTITUTI ITALIANI = PAPILLON, IN AULA VADA PRIMA IL PROVVEDIMENTO VERO POI INDULTINO Roma, 14 gen. - (Adnkronos) - Con l'avvio della discussione alla Camera degli emendamenti alla proposta di indulto, e' iniziato in 51 carceri italiane lo sciopero della fame dei detenuti. Al Pagliarelli di Palermo sono 1.100 i detenuti che rifiutano il vitto dell'amministrazione penitenziaria, mentre all'Ucciardone sono in 500, su una popolazione carceraria di 650 persone, ad astenersi dalle attivita' lavorative. La protesta, indetta per sostenere l'iter della proposta di clemenza, riguarda i piu' grandi complessi carcerari italiani. Oltre quelli siciliani, compreso il Malaspina di Caltanissetta, anche Rebibbia e Regina Coeli di Roma, S. Vittore e Opera a Milano, il carcere Marassi a Genova. ''Ci auguriamo -affermano all'associazione Papillon di Rebibbia- che la conferenza dei capigruppo arrivi ad invertire l'ordine di lavori portando in aula prima il voto sull'indulto e poi quello sull'indultino. Se si votano gli emendamenti oggi, entro la fine del mese si potrebbe arrivare al voto in Aula. (segue) (Gdd/Rs/Adnkronos) 14-GEN-03 17:17

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RIFORMA CODICE PENALE: CASTELLI, NON E' AD HOC PER LEGA
by AGIS Tuesday, Jan. 14, 2003 at 9:04 PM mail:

AGIS (CRO) - 14/01/2003 - 18.44.00
RIFORMA CODICE PENALE: CASTELLI, NON E' AD HOC PER LEGA (3) = (AGI) - Roma, 14 gen. - Con la depenalizzazione di alcuni reati, ha proseguito il Guardasigilli, "si va nel senso auspicato dal procuratore generale della Cassazione Favara". Ma depenalizzazione non e' "una forma di lassismo". Una sanzione amministrativa corposa e' infatti un deterrente maggiore, ha spiegato lo stesso Guardasigilli, che non una minaccia di una pena detentiva che praticamente non sara' mai attuata. Per Castelli bisogna introdurre pene edittali che rispondano a criteri europei e che non siano "piu' simili alle grida manzoniane". A chi poi gli chiede se non ci sia il rischio che questa riforma possa essere in qualche modo mal interpretata, il ministro risponde "io auspico di no", ribadisce la necessita' che ci siano pene certe e poi aggiunge: "Ricordo che in questo momento in Parlamento si sta parlando di liberare rapinatori, ladri e persone che hanno commesso reati gravi, figuriamoci se si possono condannare a pene detentive" magari chi ha tenuto "un papagallo importato da chissa' dove". Immancabile la domanda sul provvedimento dell'indulto, all'esame della Camera, sollecitato dal Papa, ma anche accennato ieri nella relazione del pg della Cassazione. La risposta del ministro e' breve: "La Camera e' sovrana. Vedremo se si avra' la maggioranza dei due terzi prevista dalla Costituzione. Credo che sabato prossimo (giorno della inaugurazione dell'anno giudiziario nelle Corti di appello, ndr) daro' alcuni dati che faranno meditare". Alla presentazione del lavoro sul nuovo codice, anche Carlo Nordio. Il processo penale attuale, ha detto, e' giustamente garantista, si fonda su un modello accusatorio, ma e' "lungo, fragile e costoso". Depenalizzare alcuni reati e punirli con sanzioni amministrative, ha anche spiegato, significa rendere in questi casi le pene piu' certe, piu' rapide e meno costose. Quanto infine alla possibilita' che la riforma del codice coinvolga anche l'annosa questione dell'eutanasia, e' stato il ministro a dire: "Di eutanasia finche' saro' io ministro non se ne parlera'. La Commissione sulla questione non ha ancora iniziato alcuna discussione". E semmai lo fara', sara' solo per valutare da un punto di vista tecnico la questione della "legittimita' del consenso dell'avente diritto", come ha spiegato Nordio. (AGI) Mao/Zer 141845 GEN 03

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CON PROVVEDIMENTO SARA' POSSIBILE RIDURRE SOVRAFFOLLAMENTO (ANSA) - VIBO VALENTIA, 14 GEN
by ANSA Tuesday, Jan. 14, 2003 at 9:06 PM mail:


ANSA (CRO) - 14/01/2003 - 19.56.00
INDULTO: DETENUTI VIBO VALENTIA, APPROVARE LEGGE

Un gruppo di detenuti del carcere di Vibo Valentia ha reso noto il testo di una lettera aperta a tutti i parlamentari per sollecitare l'approvazione, in tempi brevi, di ''un autentico provvedimento di clemenza con una riduzione della pena, tale da portare il sovraffollamento delle carceri a livelli piu' sopportabili''. I detenuti del carcere vibonese oggi, per solidarieta' con le iniziative di altri carcerati, hanno deciso di rifiutare il vitto, una protesta che proseguira' sino a giovedi' prossimo. La lettera prende spunto dal suicidio, avvenuto alcuni giorni fa nel carcere di Castrovillari di un giovane detenuto. ''Fatti del genere - hanno sostenuto i detenuti - oltre, naturalmente, a rattristare e far riflettere, al di la' delle convinzioni politiche, ideologiche, religiose e culturali, devono stimolare un dibattito, il piu' ampio possibile, sul sistema penitenziario italiano che non rispetta la dignita' dell'individuo recluso, violando, di fatto, l'articolo 27 della Costituzione. Voi che rappresentate i cittadini italiani nel Parlamento, tutti i cittadini, compresi i detenuti, pensate che il sistema penale dell'Italia repubblicana sia in linea con quanto recita il dettato costituzionale? Noi siamo certi che cio' non avvenga''. Il problema piu' rilevante, a giudizio dei detenuti, e' ''l' approvazione di un autentico provvedimento di clemenza con una riduzione della pena. E in questo senso - hanno scritto - va la presente indirizzata a voi, affinche' possiate con la vostra presenza in aula e il vostro voto rendere possibile cio'. Altro problema, non meno importante, e' quello di rendere piu' umano il sistema carcerario italiano creando condizioni piu' favorevoli per il reinserimento dei detenuti nella societa' civile con adeguate misure di sostegno che evitino il ritorno in carcere e riabilitino l'individuo. Se la certezza della pena si fonda su una legalita' violata, anche la pena diventa illegale''. ''Nessuno - hanno scritto i detenuti del carcere di Vibo - si illude che un indulto da solo serva a codificare le condizioni strutturali della detenzione. L'indulto va visto, semmai, come il motore di avviamento indispensabile per sbloccare una situazione a rischio di tracollo e per lanciare una nuova politica strutturale in ambito penitenziario. E' vero che in assenza di questa politica, l'indulto lascia il tempo che trova. Ma e' anche vero che, senza l'indulto, una politica strutturale non puo' decollare''. (ANSA). F06-SGH/MED

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consulente
by mariano Friday, Jan. 17, 2003 at 6:18 PM mail: marianotirocchi@hotmail.com

ho letto l'articolo ma ancke degli alti riguardanti la stessa persona Claudio Menna.
Non so ancora bene cosa e come pronunciarmi ma per il momento voglio dire questo.
Adesso ho provato cosa vuol dire il non provare niente.
Ho capito che non bisogna lasciarsi sensibilizzare da quello che appare ma bensi da quello che in realta' e'.
mi dispiace ma io conoscevo il Claudio Menna, all'eta di 18 anni fui accoltellato innocentemente da questa persona e so anche come e' finito in carcere uccidendo una guardia giurat con moglie e figli e allora perche' prima di cercare di sensibilizzare gli animi della gente non mostrate anche l'altra parte della medaglia se siete davvero cosi umani come volete dimostrare?e mi riferisco a quella associazione Papilon se non sbaglio.

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risposta sulla recente morte di un detenuto
by Vittorio Antonini Tuesday, Jan. 21, 2003 at 10:06 AM mail: vittorioantonini@tiscalinet.it

FORSE LA MIGLIORE RISPOSTA A TANTA CATTIVERIA STA NELLE PAROLE DEL PAPA, CHE NOTORIAMENTE NON E'UN COMUNISTA E NEANCHE UN DETENUTO DELLA NOSTRA ASSOCIAZIONE.


“La punizione detentiva è antica quanto la storia dell’uomo. In molti paesi le carceri sono assai affollate. Ve ne sono alcune fornite di qualche comodità, ma in altre le condizioni di vita sono assai precarie, per non dire indegne dell’essere umano. I dati che sono sotto gli occhi di tutti ci dicono che questa forma punitiva in genere riesce solo in parte a far fronte al fenomeno della delinquenza. Anzi, in vari casi, i problemi che crea sembrano maggiori di quelli che tenta di risolvere. Ciò impone un ripensamento in vista di una qualche revisione…….In questo senso quegli Stati e quei Governi che abbiano in corso o intendano intraprendere revisioni del loro sistema carcerario, per adeguarlo maggiormente alle esigenze della persona umana, meritano di essere incoraggiati a continuare in un’opera tanto importante, prevedendo anche un maggior ricorso alle pene non detentive.”( Messaggio di Giovanni Paolo II per il Giubileo nelle carceri).

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