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Scampia(Napoli): occupato uno dei "cantieri del ritardo"
by IMC napoli Thursday, Jan. 23, 2003 at 4:47 PM mail:

Il Coordinamento di lotta delle Vele di Scampia riprende il percorso di lotta.


Questa mattina il Coordinamento di lotta delle Vele di Scampia
ha occupato un cantiere in Via Labriola (a poche centinaia di metri dalle Vele),
dove si lavora ormai da 5 anni (!!!) per costruire le case che centinaia di famiglie
attendono. grazie a questa occupazione finalmente decine di uomini e donne, alcuni con i propri figli,
hanno potuto verificare di persona le condizioni delle case che in futuro dovrebbero abitare.
Lo hanno fatto presentandosi di buon ora, questa mattina, "invadendo" uno spazio ricolomo di impalcature,
mucchi di terra e ferraglie, impastatrici per il cemento,
mattoni ed acqua ovunque, acqua della pioggia dal cielo, acqua delle pozzanghere
tra la terra, acqua delle infiltrazioni all'interno e all'esterno delle mura delle case "nuove di zecca".
Già perchè nonostante manchi poco alla fine dei lavori (pur non sapendo quanto manchi alla consegna..), nel senso
che all'interno le case sono in stato di costruzione finale (dopo 5 anni di attese!!!!), e quindi ancora
non abitate per un solo secondo, l'acqua ha già causato i primi danni.
Le pareti sono bagante dopo che la pioggia le ha colpite e le mura presentano screpolature e segni evidenti
dell'umidità che circonda il complesso tutto delle nuove case. Non è semplice fornire una spiegazione tecnica
della cosa, ma di certo si ha la sensazione che le case appena costruite navighino su di un acquitrino.
La parte bassa di tutte le palazzine del cantiere sono macchiate dall'acqua e a meno che,
nella sola zona di Scampia l'acqua abbia l'abilità di scalare le pareti e piovere dal basso verso l'alto,
esiste un problema oggettivo o legato al terreno su cui si è costruito (molti oggi parlavano della zona in questione
ricordando come in passato si era rinunciato anche alla costruzione di una chiesa per problemi legati alle svantaggiose
condizioni del sottosuolo) oppure legato ai materiali utilizzati per la costruzione di mura e mattonelle esterne,
umidi, bagnati, screpolati, già danneggiatisenza essere ancora vissuti per un solo secondo.

Chi oggi ha occupato il cantiere ha preso confidenza con il proprio futuro, e lo ha fatto avvertendo i primi problemi legati
ad un progetto di costruzione che non ha mai funzionato, a ritardi inaccettabili, alla mancanza dei fondi necessari
per la riqualificazione dell'intera area. Gli 84 alloggi di via labriola restano una chimera per adesso.
La situazione resta disastrosa per tutta la zona, in virtù dei 242 alloggi consegnati sui 926 previsti.
Mononuclei e coppie di anziani attendono che siano costruiti i loro alloggi, mentre chi ha i propri santi in paradiso
è riuscito a scavalcare coloro che avevano acquisito lo stesso diritto di ricevere un'alloggio.
I favori delle istituizioni verso qualcuno non fanno che danneggiare l'unità del Coordinamento, che ha sempre ribadito il necessario
raggiungimento di una soluzione valida per tutti coloro che si trovano in una situazione molto critica per quanto
riguarda l'"emergenza case" della zona.
Per oggi può bastare. Chi doveva vedere, chi doveva sapere che il Coordinamento non è disposto a stare a guardare
ne avrà avuto la possibilità. E presto (il 3 febbraio, giorno di un consiglio comunale tematico sulle periferie)
se ne accorgeranno anche a Napoli, negli stanzoni delle istituzioni locali,
che nel frattempo hanno preferito riempirsi la bocca di ulteriori promesse e della consegna di qualche alloggio
in più. Cosa ben diversa dal piano originario che doveva riqualificare Scampia e farla diventare un'area a stretto contatto
con una cittadella universitaria, un polo artigianale, una piazza telematica, un campo sportivo.....
Per oggi acqua, solo acqua. Del resto tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare.



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