nel pieno della vertenza per il riconoscimento dello status di rifugiati ai 53 sudanesi ospiti del laboratorio occupato Zeta, arrivano dalla prefettura minacce di sgombero
La notizia che la prefettura avrebbe ordinato lo sgombero durante la notte e' arrivata mentre al labroatorio Zeta stava cominciando l'assemblea, tra i 53 sudanesi richiedenti asilo che il laboratorio ospita e gli attivisti palermitani, per discutere del risultato dell'incontro di stamattina in prefettura.
Da quando la vertenza rifugiati e' riesplosa, la prefettura non ha mai voluto prendere atto del ruolo che il laboratorio zeta ha svolto e sta svolgendo, in condizioni di precarieta', in tutta la vicenda.
Dall'incontro di stamattina, a cui il comune sarebbe dovuto arrivare con una proposta, e' emersa la possibilita' di riaprire un centro destinato agli immigrati che si trova a Montelepre, a circa 40 km da Plaermo. A questa proposta, che comunque richiede tempi lunghi, le associazioni che fanno parte della consulta territoriale per l'immigrazione hanno contrapposto la possibilita' di utilizzare uno stabile, appena ristrutturato e finanziato con fondi regionali destinati all'immigrazione, che invece si trova al centro storico di Palermo.
Evitare che i sudansi vengano spostati da palermo e trasferiti in un paesino sulle montagne serve ad evitarne la ghettizzazione, oltre che a garantire loro la facilita' di accedere a informazioni e a luoghi che posano tornare utili per i loro porgetti politici.
Dopo lunghe insistenze da aprte delle associazioni, il comune ha garantito che nei prossimi giorni fara' arrivare al laboratorio zeta una cisterna d'acqua.
Mentre allo zeta si discuteva di queste cose, la notizia dello sgombero imminente (pere ritardato solo di qualche giorno) e l'indizione di un'assemblea che affronti la questione anche riguardo la vicenda dei sudanesi e la loro lotta per il diritto di asilo.
