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Domani 26 marzo si riunira', come ogni mercoledi' dall'inizio di questa vicenda a questa parte, la commissione territoriale sull'immigrazione.
Per molto versi si dovrebbe chiudere una parte della vertenza con una proposta della Provincia che segna sicuramente un notevole passo avanti rispetto alle condizioni iniziali.
L'amministrazione provinciale, infatti, dopo la richiesta insistente da parte della comunita' sudanese e della rete di solidarieta' che li sta accompagnando in questa battaglia, ha messo a disposizione 4 ex case cantoniere di sua proprieta' per l'ospitalita' dei richiedenti asilo.
Le villette, praticamente gia' abitabili, pero', possono ospitare solo 24 persone.
Il problema resta per le altre 29 persone e, naturalmente, per tutti gli altri richiedenti asilo che a Palermo, come in Sicilia, continuano a non avere centri d'accoglienza adeguati.
Intanto, i 29 sudanesi che non potranno trasferirsi nelle case della provincia, resteranno ospiti del Laboratorio Zeta.
La gestione degli stabili sara' con molta probabilita' affidata al centro Santa Chiara che da piu' di 10 anni si occupa di immigrazione a Palermo. Una delle questioni da risolvere riguarda anche i fondi destinati alla gestione del posto. Il banco alimentare continuera' a fornire viveri anche se bisognera' che la provincia preveda un finanziamento anche per tutte le altre spese necessarie, compreso, ad esempio, lo spostamento delle persone dalle villette a Palermo e viceversa, dato che le villette stesse si trovano a 30 minuti di autobus dal centro della citta'.
La Rete di solidarieta' con i rifugiati, intanto, della quale oltre al laboratorio Zeta fa parte anche l'Aula Carlo Giuliani e il Krak, chiederanno che domani venga ammesso un loro rappresentante all'incontro in prefettura. Fin'ora le istituzioni si sino rifiutate di riconoscere il ruolo che lo Zeta e le altre realta' stanno avendo in questa vicenda, ignorando volutamente le difficolta' giornaliere che si affrontano e i rischi che si corrono (come l'attacco fascista di qualche sera fa).
Se da una parte il Banco alimentare manda viveri allo Zetalab e il comune lo rifornisce d'acqua, dall'altro non e' mai stato messo a verbale che i 53 sudanesi sono ospiti del laboratorio, rifiutandosi anche di sentirne parlare.
Domani mattina alle 11, come ogni mercoledi' dal 3 marzo ad ora, durante l'incontro della commissione, ci sara' un presidio davanti alla Prefettura.