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per non dimenticare
by antifa Wednesday, Mar. 26, 2003 at 2:39 PM mail:

CACCIAMOLI



Forza Nuova (FN) non è certamente l’unica espressione del riemergere di inquietanti fenomeni xenofobi, neofascisti e razzisti. Certamente però è una delle strutture di estrema destra più organizzate e radicate sul territorio. Non pensiamo che ci sia bisogno di ribadire che il ruolo di questi italici militanti, palestrati, “lindi e pinti” è solo quello di recitare il ruolo di cane da guardia del sistema ogni volta che le tensioni sociali mettono in discussione gli interessi dei potenti.

E’ invece opportuno ricordare che Forza Nuova è solo il volto più dichiaratamente fascista di una parte di società, moralista, frustrata ed intollerante che, nascosta dietro la facciata serena di una famiglia borghese, nasconde l’ipocrisia e l’egoismo che la caratterizza. I valori che questi cadaveri ambulanti rappresentano sono quelli legati all’intransigenza cattolica: famiglia, lotta contro l’aborto, proibizionismo. Forza Nuova si fa dunque portavoce di un ampio schieramento di sigle ed organizzazioni, spesso cattoliche, che non hanno interesse ad esternare chiaramente le loro posizioni, ma che, nonostante tutto, condividono alcune delle “battaglie” portate avanti dai neofascisti di FN. Basti pensare ai legami che esistono fra alcuni settori di AN e FN oppure ai contatti che ci sono fra i forzanuovisti e i seguaci di Militia Christi. E’ indicativo anche il fatto che Forza Nuova, oltre ad essere finanziata dal suo capo ed ideologo, Roberto Fiore (ex stragista nero, collaboratore dei servizi segreti inglesi e ora ricco faccendiere fondatore di Easy London), riceve elogi e soldi da molti imprenditori italiani che pur dichiarandosi moderati condividono molti dei percorsi intrapresi da questo manipolo di neofascisti (come per esempio la famiglia Molinari dell'omonima Sambuca). Con questo lavoro vogliamo analizzare il delirante programma di Forza Nuova cercando di evidenziare quanto di quei discorsi siano patrimonio di quei personaggi, con cui ci scontriamo quotidianamente, che tentano di imporci disciplina, moralità, schemi gerarchici e contribuiscono indubbiamente all’alienazione totale delle giovani generazioni.

Volevamo analizzare il più seriamente possibile i vari punti del programma, tuttavia non sarebbe stato coerente col nostro stile. Quindi ogni punto sarà condito non solo da serie riflessioni rispetto a quanto scritto dai fasci, ma anche coi commenti, gli insulti e tutto ciò che quei quattro vecchietti di forza nuova ci hanno fatto venire in mente leggendo le loro stronzate.
NB: riportiamo in corsivo parti del testo originale scritto dai capi di Forza Nuova. Il carattere normale è invece riservato ai nostri commenti. Buona lettura!
La famiglia al centro della nostra battaglia “L'azione politica del nostro movimento, a differenza di quella di tutti gli altri partiti, non ha come finalità la conquista di posizioni di potere o l'acquisizione e lo scambio di favori. La nostra azione politica è un sacrificio che ogni militante compie per servire la Patria e il popolo…”
Cominciano veramente male col loro programma. Sacrificio, senso del dovere, sudditanza del corpo militante al volere dei loro capi servendo e riverendo una patria, o meglio un sistema, che li utilizza come miliziani esaltati ogni volta che potrebbero essere utili.
“Senza alcun dubbio la famiglia è il fondamentale e primario soggetto sociale e forma la spina dorsale delle comunità e dello Stato. Contemporaneamente la famiglia è il luogo per eccellenza dove l'essere umano riceve l'insieme di valori e di coordinate spirituali che dovranno guidarlo per tutta la vita….”
Riceve coordinate spirituali da chi??? Da un genitore autoritario che cerca di indottrinare suo figlio o sua figlia come se stesse addestrando un cane?
"La giustezza di queste considerazioni e la previsione che la battaglia decisiva si dovrà svolgere su questo campo sono dimostrate con lampante evidenza dalla quantità e dalla gravità degli attacchi che i nemici dell'Uomo, della Patria e dell'Ordine portano incessantemente contro la struttura naturale e le fondamenta morali della famiglia. Le principali direttive di questo attacco sono: la sovversione della gerarchia dei valori, la denatalità, l'aborto e l'omosessualità privilegiata. LA SOVVERSIONE DELLA GERARCHIA DEI VALORI. Questa è stata la prima operazione contro la famiglia, ma anche la più subdola, quella che è passata inosservata e che ha posto le basi per i crimini successivi. Lungo tutta la storia dell'umanità in tutte le civiltà degne di questo nome, perfino in tutte le specie animali, l'individuo, giunto in età adatta alla procreazione, ha il dovere (dettato dai costumi sociali e dalla stessa spinta di natura) di trovare il compagno adatto e procreare per continuare la specie….”
Questo delirante concezione della vita ricalca a pieno la visione cattolica della centralità della famiglia e del ruolo che essa ha nella società. Naturalmente i forzanuovisti usano un linguaggio più rozzo ed ideologico, tuttavia il concetto espresso può tranquillamente rappresentare l’opinione del vaticano e dei suoi seguaci. Per quanto ci riguarda la famiglia è un’altra di quelle istituzioni, dove autoritarismo e repressione creano microdinamiche di sopraffazione di un individuo su un altro. Un’istituzione quindi che va combattuta! La stessa educazione, secondo l’opinione di molti, va imposta (anche a suon di schiaffoni) ai bambin@ , considerati naturalmente solo in funzione di incapaci da formare e modellare a piacimento dei capi famiglia. Non è un caso che il concetto di famiglia sia difeso da fascisti e cattolici. E non è un caso che lo spontaneismo di molti KIDZ si scagli in mille modi contro quest’istituzione. Contro genitori autoritari, intenti ad imporre ai loro figli ordine e disciplina, va contrapposta la maleducazione e l’irriverenza. Fascisti e vaticano esaltano, giustificano e legittimano mille violenze subite da centinaia di individui in nome del valore morale della famiglia. Un valore che concepisce la sessualità solo in funzione riproduttiva e che condanna la fantasia, la creatività e la serenità di un rapporto sessuale tra 2 (3,4,5…fate voi!) persone. Una concezione piuttosto triste della vita: regole, gerarchie, moralismi e frustrazione che convivono all’interno di quell’infame fabbrica di ipocrisia e falsità che è la famiglia.
“…La concezione della famiglia come dovere morale, sociale e naturale si basava sulla triplice esigenza di obbedire alla legge divina di crescere e moltiplicarsi, di rafforzare e ringiovanire la Patria, di continuare la specie: privilegiati erano quindi il futuro e la prole.La concezione della famiglia come diritto si basa sulla necessità di garantire esigenze egoistiche di benessere e di libertà: privilegiati sono quindi il presente e l'individuo…”
Qui si fa una distinzione tra la famiglia come diritto e il dovere morale che essa impone agli individui. Comincia così un discorso farneticante che esalta il valore della famiglia come dovere da rispettare. Un dovere cieco, finalizzato esclusivamente alla riproduzione, alla continuazione della specie. Da questi concetti si deduce facilmente che gli uomini e soprattutto le donne sono funzionali al dovere di garantire continuità alla specie. In questo caso anticoncezionali, aborto o il semplice desiderio di vivere una sessualità libera sono, come vedremo, argomenti contro cui cominciare una nuova crociata. Quindi, pur difendendo il concetto di famiglia, i forzanuovisti contestano a questa istituzione, se vista come un fantomatico diritto, di garantire solo esigenze individuali e dunque di non rapportarsi esclusivamente al dovere che essa rappresenta.
“… La concezione della famiglia-dovere, poi, traeva la sua legittimazione da una serie di valori assoluti: la legge divina non ammette leggi alternative, il codice genetico naturale è univoco e uniforme ed esclude qualsiasi possibilità di comportamento alternativo...”
Reprimere e condannare qualsiasi comportamento spontaneo, istintivo e/o gioioso che possa considerarsi alternativo e fuori dai tabù imposti da questa società, è pratica abituale dei frustrati bigotti che combattiamo ogni giorno. Non a caso forza nuova, insieme a chiesa cattolica e vari partiti, si è da sempre schierata contro gay e lesbiche insultandoli in campagne omofobe che invocavano il solito, italico incremento demografico.
"La famiglia-diritto, invece, nasce dallo pseudo-principio della libera scelta individuale e, ovviamente, lascia il campo libero a tutte le varianti che possano affacciarsi nella mente malata dei suoi propugnatori. Ecco l'omosessualità, le coppie e perfino le famiglie omosessuali che pretendono e ottengono bambini in adozione! Ecco i figli in provetta! Ecco i travestiti ed i transessuali che appaiono in televisione! Potremmo continuare all'infinito perché non c'è limite alla depravazione quando si accetta il principio che la vita si basa sui diritti e non sui doveri."
Non intendiamo certo difendere la famiglia come diritto. Non ci interessa perché come abbiamo già detto, sia come dovere sia vista come un diritto, essa rappresenta una gabbia dove la sopraffazione dei più grandi ai danni dei più piccoli (i/le figli/e) si manifesta in mille odiosi modi. La libertà individuale è invece un concetto che ci interessa difendere con ogni mezzo necessario. Giudicare o peggio ancora, condannare una scelta individuale è una pratica assolutamente autoritaria. Al loro perenne senso di vergogna, al loro pudore, ai loro dogmi e alle regole comportamentali che vogliono imporci ci sentiamo di contrapporre semplicemente la libera espressione dei corpi, delle menti e dei comportamenti. La perversione e la provocazione sono pratiche politiche a noi care, diritti e doveri li lasciamo volentieri sulle pagine di qualche codice giuridico.
Politica demografica " Negli ultimi anni si è affermato un dogma le cui origini molto sinistre si situano nei meandri elitari del Nuovo Ordine Mondiale; il dogma dell'esplosione demografica. Il mondo sarebbe saturo, non avrebbe più risorse disponibili e si avvierebbe (a causa della continua crescita demografica) alla fame, alla distruzione per guerre o per disastro ambientale. Questa teoria, densa di riflessi sul piano pratico- operativo, influenza in modo ricattatorio e coercitivo le politiche della quasi totalità dei paesi della terra. Infatti parte integrante di ogni accordo per il finanziamento a paesi del terzo mondo da parte del Fondo Monetario Internazionale è l'imposizione di limitare in maniera drastica le nascite. Questa è la motivazione per le pratiche abortive o di controllo demografico messe in pratica in Cina, India, Pakistan, Filippine con metodi criminali. Un'analisi più seria basata su un minimo di informazioni geografiche, storiche ed economiche ci da un quadro totalmente differente della situazione. La parte del globo abitata corrisponde a 1/100 della terraferma; se praticamente dessimo a tutti gli abitanti della terra una villetta con giardino verrebbe occupata solo la superficie del Texas [6 miliardi x 100 mq = 600.000 kmq; Texas = 694.500 kmq]".
Non è un dogma ne il frutto della nostra fantasia: molti paesi del terzo e quarto mondo hanno un incremento demografico elevatissimo. Purtroppo però i paesi occidentali o, per meglio dire, quelli a capitalismo avanzato, detengono in mano tutte le ricchezze del mondo. Non esiste un’ equa redistribuzione delle ricchezze e proprio per questo in africa, asia e sud america si assiste ad uno stillicidio continuo ed impressionante. Milioni di persone che ricattate da Fondo monetario internazionale e Banca Mondiale arrancano alla ricerca di una vita dignitosa. Tuttavia nonostante l’incredibile aumento demografico a livello globale (accompagnato da una crescita esponenziale della mortalità infantile o causata da banali malattie), in paesi come l’Italia l’incremento della natalità è pari a zero. La popolazione italiana aumenta solo grazie alla presenza di immigrati/e e questo infastidisce molto i fascisti consapevoli che una realtà multietnica è capace di compromettere in pochissimo tempo la difesa di una fantomatica identità nazionale. Detto in maniera sintetica a loro interessa solo che le italiane ricomincino a sfornare figli e che i migranti rimangano a marcire nei loro paesi evitando di inquinare l’italica identità nazionale.
“… Ogni governo che abbia a cuore il futuro del Paese non può quindi non avere una seria politica demografica. Che cosa impedisce al naturale bisogno di avere bambini la possibilità di realizzarsi? Possiamo evidenziare i motivi più importanti: le madri costrette a lavorare; la fuga dalle campagne ed il problema delle dimensioni delle case; le mentalità edonistica e materialistica …”
Chissà se un piano quinquennale in materia demografica possa rendere felici gli ideologi di Forza Nuova?? Fatto sta che la politica demografica, secondo loro, va regolata imponendo il numero di marmocchi da sfornare per rimanere in regola coi parametri imposti dal governo “che ha a cuore il futuro del Paese”. Siamo radicalmente ostili agli allevamenti industriali ed intensivi degli animali, figuriamoci come potremmo concepire la nostra vita regolata come se fossimo vittime di un grande pollaio.
"Il lavoro femminile" "Il fatto che le donne siano costrette a lavorare deriva essenzialmente dal precipitare della nostra economia e dall'espandersi del debito. Fatto sta che mentre negli anni '50 e '60 il lavoro del capofamiglia era sufficiente a mantenere una famiglia ampia, negli anni '90 non è sufficiente il lavoro di ambedue i genitori. È’ indubbio che ciò sia collegato alle più alte aspettative del mondo moderno (questo aspetto sarà analizzato successivamente) ed alla mancata volontà di risolvere il problema. Deve tornare ad essere illegale il divorzio. Gli sviluppi della informatica ed il ritorno alla terra favoriranno questo salutare ritorno alle nostre radici."
Troppo facile (quanto impreciso) metterla così. Già, perché se si parla di “precipitare della nostra economia”, ci si deve prima di tutto interrogare su quali siano le cause di tale crisi. Ed invece nell’analisi forzanovista questo aspetto non compare neanche. A nostro avviso dopo 10 anni di Ricostruzione (1945-55) ed 8 di “boom economico” (1955-63) si venne a creare una progressiva redistribuzione del reddito a favore dell’impresa e a danno del lavoro salariato. Causa di questa situazione fu, senza dubbio, la debolezza sindacale, debolezza insita nel concetto stesso di delega che finisce inevitabilmente con il “mediare” le esigenze di vita di ogni individuo, con quelle aziendali. Quando, all’inizio dei ’60, in risposta alla connivenza sindacale verso “i ricatti della produttività”, si cominciano ad organizzare momenti di lotta autonomi e fortemente critici verso la sinistra istituzionale, la soluzione della sola riorganizzazione interna, intesa unicamente ad aumentare la produttività oraria del lavoro operaio, non può più bastare. Il decennio 1963-73 vede perciò l’avvicendarsi di strategie padronali a tutto campo, dirette a soffocare la combattività operaia ed a restaurare il potere aziendale. Inizialmente si cercò di reagire agli aumenti salariali attraverso un aumento dei prezzi delle merci e, successivamente, si tentò la via della deflazione e della disoccupazione allo scopo di ammorbidire la conflittualità operaia. Ma, alla lunga, la via che doveva risultare più produttiva per il padronato fu quella della ristrutturazione. Qui, il dato che ci interessa sottolineare è quello della ristrutturazione esterna alla fabbrica che si manifestò attraverso il decentramento produttivo. Numerose grandi industrie presero a ridurre il numero dei lavoratori occupati direttamente all’interno dell’impresa per trasferire fuori delle mura aziendali tutti i processi che potevano tecnicamente essere distaccati. Tutte le fasi intermedie vennero trasferite a piccole imprese padronali o addirittura affidate a lavoratori a domicilio. E’ ora che cominciano ad essere visibili i riflessi della ristrutturazione sul mercato del lavoro. Lo sviluppo delle piccole imprese padronali e l’espansione del lavoro a domicilio si realizzarono soprattutto utilizzando il lavoro femminile, per questo non ha senso affermare che il lavoro femminile deriva dal precipitare della “nostra economia” e dal debito (presumiamo del nucleo familiare). Il lavoro femminile non è per niente uno dei risultati della “crisi del sistema” ma uno degli strumenti per superarla. Quella poi che loro chiamano “nostra economia” non è affatto precipitata nel periodo considerato. A subire un forte ridimensionamento fu il potere contrattuale delle imprese che, per la prima volta, dovevano scontrarsi con una classe operaia compatta e non ingabbiata nel concetto della rappresentanza sindacale, alla quale si affiancavano le nuove figure dei marginali sociali (immigrati del Sud e disoccupati cronici). Risultava perciò inevitabile per il padronato italiano avviare la creazione di un mercato del lavoro parallelo, che avrebbe consentito contemporaneamente di:
1- usufruire di manodopera a più buon mercato.
2- imporre regimi di flessibilità molto maggiori nell’utilizzo della forza lavoro
3- ingrandire “l’esercito industriale di riserva”
Si può perciò individuare una certa continuità nel livello del Reddito Nazionale (dalla misura del quale si può osservare o meno l’esistenza di una crisi economica), continuità che invece è inesistente, come si è visto, nella composizione del mercato del lavoro e nella vita sociale dell’individuo. Se si è arrivati a ciò non è per l’abbandono della tradizione rurale e neanche per le rivendicazioni del movimento femminista come si vorrebbe far credere. Se tornasse ad essere illegale il divorzio o se per qualche assurdo motivo si imponesse un “ritorno alle nostre radici”, che sa più di leggi sul grano piuttosto che di un trionfo della natura, si determinerebbe solo un’ulteriore crisi economica e sociale. Paradossalmente un provvedimento simile distruggerebbe i nuclei (galera) familiari proprio perché con l’attuale struttura economica un uomo (padre e padrone) non potrebbe permettersi di mantenere i suoi “cari”. E se per risolvere anche questa questione si provasse a retribuire le “donne di casa”, l’unico risultato che otterrebbero sarebbe quello di aumentare la spesa pubblica. Così ne risentirebbero le imprese che avrebbero a disposizione meno disoccupati da ricattare, aumentando il costo del lavoro, cosa che risolverebbero immediatamente attraverso la reintroduzione delle donne nel mondo del lavoro. Forse i forzanovisti, tanto fedeli all’ordine pubblico, dimenticano che i loro padroni hanno interessi enormi da difendere, altro che Dio, patria, famiglia, solo il profitto e il denaro rappresentano il carburante di questa società. I fasci sanno bene che scagliarsi contro il capitale significherebbe contrastare gli stessi garanti di coperture, finanziamenti e appoggi d’ogni genere. E mentre i potenti del mondo decidono il futuro da imporre all’umanità, forza nuova, e gruppi simili, parlano di medioevali valori, aggregando così manipoli di esaltati pronti a fare il gioco del sistema.
PROPOSTE A LIVELLO LEGISLATIVO "Anche se al momento non si possono intravedere possibilità di influire a livello governativo, è un atteggiamento responsabile da parte nostra il delineare alcune soluzioni legislative. Rendere illegale l'aborto e proteggere l'indissolubilità del matrimonio. L'omosessualità deve essere bandita. La crescita demografica deve essere incoraggiata con sussidi per ogni bambino e con sussidi ulteriori per famiglie oltre un certo numero di figli (come d'altronde avviene già in molti paesi occidentali). L'attività casalinga femminile va retribuita con un assegno familiare, scoraggiando così il lavoro esterno. Il concordato del 1929 (fermamente voluto da Mussolini) deve tornare in vigore."
Queste “proposte a livello legislativo” possono anche commentarsi da sole. Fosse per loro inizierebbe una nuova inquisizione ai danni di infedeli, blasfemi e peccatori. Attenzione però perché i toni usati per scagliarsi contro aborto, omosessualità e per difendere l’indissolubilità del matrimonio non sono poi tanto diversi da quelli usati da spicchi consistenti della cosiddetta società civile. Nel 1938 le leggi razziali introdotte da Mussolini in Italia furono causa della deportazioni di migliaia di ebrei nei campi di sterminio in Germania e Polonia. Oggi, oscurando quella verità storica, i fascisti iniziano altre campagne xenofobe invocando il ripristino dell’ordine e della moralità. Aborto illegale, matrimoni inscindibili, e omosessualità al bando? Sembra di essere tornati all’epoca dell’inquisizione. Vorremmo comunque spendere quattro parole su quello che ci è venuto in mente leggendo queste proposte legislative. Per quanto riguarda il matrimonio non crediamo ci siano problemi. Non ci interessa difendere il diritto al divorzio, perché non ci interessa proprio il matrimonio. Questo secondo noi rappresenta un guscio di ipocrisia e falsità. Non ci piacciono i legami affettivi farciti di regole e promesse da mantenere. La nostra libertà vale molto di più di una promessa da mantenere. Nella nostra vita, noi, non vogliamo regole.
"Il dramma immigrazione: problemi e prospettive" L'immigrazione... non è una gita di piacere!! punto di partenza per ogni discorso sull'immigrazione non può essere che questo. Non stiamo parlando di una scampagnata fuori porta, di un normale periodo di lavoro all'estero ben retribuito, né di una vacanza che si affronta col sorriso sulle labbra. L'immigrazione è un fenomeno doloroso che prevede viaggi incredibili e pericolosi; che vede migliaia di vittime morire durante il percorso, stipate in navi anguste e maleodoranti, in carovane della disperazione guidate da negrieri spietati e affamati di denaro; che riduce sul lastrico chi deve pagarsi il biglietto di sola andata per il presunto paradiso occidentale.Questa è la prima realtà da tenere bene in mente quando si parla di immigrazione."
Immaginiamo che questo discorso venga proposto anche quando una decina di “italici militanti” affrontino, spranga in mano, un solitario clandestino. La verità è che le imprese italiane hanno bisogno di nuova “forza lavoro” da sfruttare sul mercato. Gli stessi industriali invocano 70/80 mila immigrati all’anno da immettere all’interno del sistema produttivo. Naturalmente a sbarcare sulle coste italiane ci saranno sempre numeri molto più consistenti di uomini e donne in fuga dai loro paesi. Per questi “esuberi” è già prevista l’espulsione dopo un simpatico soggiorno nei centri di detenzione per clandestini (LAGER) sparsi in tutta Italia. I lavoratori stranieri costano molto meno agli imprenditori ed inoltrie accettano volentieri le mansioni che gli italiani oggi si rifiutano di svolgere.
"L'immigrazione non è una libera scelta Ripulita l'immagine dell'immigrazione dai toni pastello con i quali i fautori della società multirazziale la imbellettano per farla digerire alle masse tramite quotidiani e televisioni a loro asservite, passiamo al secondo punto della nostra trattazione, tanto elementare quanto fondamentale.Comunemente si ritiene che laddove vi sia costrizione, quando manchi libertà di scelta, ci si trovi di fronte ad una situazione dai connotati fortemente negativi, ad una realtà che obbliga senza lasciar decidere. Ci pare quindi assai strano che una società come la nostra, libertaria per eccellenza, si trovi ad esaltare una situazione quale quella degli immigrati, i quali certamente non hanno scelto da soli di abbandonare il proprio popolo e la propria famiglia, bensì vi sono stati costretti da circostanze che per il momento definiamo solo esterne al loro volere.Le cause che spingono all'immigrazione sono molto serie: la povertà, il sottosviluppo e la fame. Ci riferiamo a persone che non hanno possibilità di scelta, uomini e donne che, attratti dalla propaganda diffusa dal mondialismo e sollecitati da organizzazioni internazionali sono obbligati a tagliare i ponti con la propria storia, in maniera consapevole o per via inconscia.È evidente quindi che l'equiparazione tra le parole libertà ed immigrazione non ha alcun motivo di essere sostenuta. Anzi, possiamo certamente affermare che emigrazione vuol dire schiavitù."
E’ il lavoro salariato, la ragione dei profitti, il ricatto degli imprenditori, la guerra tra poveri, questi sono i fattori che determinano la schiavitù. Finché ci sarà questo sistema basato sullo sfruttamento dell’uomo sull’uomo non ci saranno né libertà, né paesi da raggiungere alla ricerca del paradiso. Il funambolico discorso dei fascisti rispetto alla questione immigrazione nasconde solo una semplicistica volontà di chiudere le frontiere ai migranti. Altro che difendere la libertà di chi deve forzatamente abbandonare il suo paese.
“…Lo scontro (perché di scontro si tratta) con una cultura diversa e con ritmi di vita assai più frenetici di quelli a cui si era abituati, non può portare all'integrazione, ma conduce all'autoisolamento ed alla frustrazione…”
I ritmi di vita sono quelli imposti dal capitalismo: Produci, consuma, crepa. Lo sfruttamento non ha nazionalità e le diversità quando interagiscono sono una ricchezza per le esperienze di tutt@. Chi lascia il proprio paese, perché sconvolto da una guerra, perché ridotto alla fame, dovrà sicuramente prepararsi allo scontro. E’ lo scontro quotidiano che, a diversi km. di distanza dalla sua casa si manifesta in altre mille forme, ma che è causato sempre dallo stesso male. Fame, guerra e umiliazione si trasformeranno in sfruttamento, discriminazione e precarietà. Poi ancora guerre coi datori di lavoro (nero), umiliazioni, sacrifici, guardie infami che chiedono documenti, ronde di bravi cittadini che difendono la loro identità nazionale. E’ uno scontro radicale che si vive giorno dopo giorno. Un conflitto determinato unicamente da una società che utilizza l’uomo e l’ambiente per produrre profitti. A cosa servirebbe lo scontro tra etnie, popoli e culture diverse se poi questa guerra tra poveri renderebbe sempre più forti gli unici responsabili dello sfruttamento globale. Se integrazione significa rassegnarsi alle regole del buon lavoratore, sottomesso e sottopagato allora siamo contro l’integrazione. Che non si illudano di imporre una integrazione agli stranieri, che non pensino di cacciare chi non si integra con le regole, le leggi e l’identità della nazione perché dovranno cacciare anche noi, nati in Italia, ma senza nazionalità, senza regole e naturalmente allergici alla legge.
“…Basta pensare a ciò che avviene nelle grandi metropoli statunitensi nelle quali, contrariamente alle favole narrate dalla propaganda, l'integrazione razziale è assai in là dall'essere conseguita. I vari gruppi etnici che formano la nazione americana ancora oggi, dopo vari secoli di "convivenza" forzata, si dividono in quartieri ben precisi e dai confini attentamente circoscritti dove non si fa che tentare di ricostruire ciò che si è lasciato in patria…”
Negli Stati Uniti i ghetti rappresentano il cassonetto delle ricche metropoli. Si rinchiudono tra mille isolati decorati da casermoni popolari, migliaia di persone. In quei quartieri si creano delle zone ben delineate: neri, portoricani, asiatici….ognuno il suo spazio nel ghetto, tutti costretti a formare quella massa umana da immettere, a fasi alterne, sul mercato del lavoro. In America chi non è produttivo per la società viene relegato in un ghetto, costretto magari a combattere inutili battaglie contro chi ha i suoi stessi problemi. Gli sbirri non hanno interessi a ripristinare l’ordine pubblico in quei luoghi perché fomentare divisioni etniche significa difendere la pace sociale delle metropoli evitando che dai ghetti escano orde di emarginati pronti a distruggere la tranquillità plastificata della società USA. Altro che identità da difendere. C’è un intero sistema da abbattere e per sabotare i meccanismi che lo tengono in vita non servono certo favolette su nazioni, etnie e culture incompatibili. Ci piace immaginare una barricata e mentre da un lato i global leader decideranno come sfruttare il pianeta e l’umanità dall’altro milioni di individualità (non etnie) si scaglieranno contro l’ordine e contro chi, fino a quel momento a diviso le loro esperienze.
"Aspetto economico" "È il punto che consideriamo meno importante, soprattutto perché a motivare il nostro rifiuto della società multirazziale non sono certo i meschini calcoli di una nazione ricca e industrializzata che teme di dover dividere la torta con nuovi invitati, ma ragioni ben più profonde."
Poveracci i forzanuovisti…tutta la vita a combattere contro i mulini a vento!
"Ma, visto che ci siamo, parliamo di costi. Secondo molti esponenti del "buonismo" emergente, si tratterebbe di "sistemare" dignitosamente circa due milioni di extracomunitari regolari ed altrettanti clandestini Sistemazione dignitosa vuol dire casa, lavoro, scuole ed assistenza sanitaria. Forse che lo Stato italiano può, ragionevolmente, affrontare una spesa simile? Tralasciamo le ulteriori obiezioni logiche, cioè se sia moralmente legittimo anteporre alle esigenze delle migliaia e migliaia di cittadini italiani senza casa, disoccupati, cassintegrati, pensionati e via dicendo le esigenze di persone appartenenti ad altri paesi. Non possiamo poi tacere i costi notevolissimi per il mantenimento dell'ordine pubblico, causati dalla presenza di centinaia di migliaia di extracomunitari che vivono ai margini della legalità, come dimostrano chiaramente i dati del Ministero degli Interni. Un ulteriore, conseguente problema è dato poi dall'affollamento delle carceri statali, già di per sé inadeguate alle necessità interne.Tali discorsi sembrano di bassa lega, ma bisogna tener ben presente che lo Stato, che gestisce il denaro pubblico, ne è depositario e non proprietario e deve quindi renderne conto ai cittadini. La beneficenza è una grande virtù, ma va fatta con i soldi propri e non con quelli degli altri."
Questa squallida sequela di lamentele e preoccupazioni non ci sembra affatto una cosa seria ! Evitiamo discorsi noiosi su come l’economia determina giorno dopo giorno l’andamento della nostra vita. Evitiamo anche di commentare il fatto che questo ennesimo tentativo di mascherare la xenofobia in un artificiale concentrato di altruismo e bontà sia naufragato in un mare di chiacchiere.
Evidentemente i pericolosi clandestini, secondo gli “economisti” di FN potrebbero essere accolti solo se lo stato italiano fosse capace di garantirgli casa e lavoro, prigioni ed inquisitori. Solo in queste condizioni sarebbero cittadini garantiti. Per garantire questi servizi (galere comprese) lo stato italiano dovrebbe aumentare notevolmente la spesa pubblica, cosa che influirebbe molto sullo stato economico e finanziario del paese. La questione quindi si riduce alla spesa che lo stato italiano dovrà sostenere se milioni di immigrati invaderanno la nazione. FN non fa una proposta, ma immaginiamo che sul mercato costi meno costruire una decina di Lager piuttosto che case e ospedali. Intuiamo dunque che quello di Forza Nuova sia una proposta pragmatica: Ci sono già gli italiani ad essere sfruttati in piccole, medie e grandi imprese, gli stranieri costerebbero troppo e starebbero in giro a bighellonare senza garantire profitti agli imprenditori; invece di sprecar soldi per garantirgli una vita dignitosa bisogna rinchiuderli in un campo di concentramento dove, dopo pochi giorni, sarebbero rispediti nei loro paesi d’origine. Un discorso molto coerente da parte di Forza Nuova che però è stata ampiamente anticipata dai governi di centro/sinistra Prodi/D’Alema/Amato. Di Lager per migranti in Italia ne esistono già e moltissime persone sono già state espulse perché non in regola con i documenti richiesti dallo stato italiano. Paradossalmente però, una fetta di società civile, benpensante e tradizionalmente “di destra”, invoca più immigrati. Perché questa richiesta da parte degli imprenditori?? La risposta è semplice: c’è bisogno di risorse umane da sfruttare e da ricattare nell’ambito di mansioni poco care agli italiani. Lavori stagionali, a basso costo per le imprese, lavoro nero, precario, saltuario, lavoro letale. Immaginiamo che in un futuro prossimo si pianificherà un numero preciso di immigrati da immettere sul mercato del lavoro, magari dopo un’accurata selezione, consentendo quindi l’ingresso ad un preciso numero di stranieri e respingendo con ogni mezzo gli altri.
" Aspetto sociale" "L'arrivo massiccio di extracomunitari sta creando una serie di tumulti e sollevazioni da parte dei cittadini locali, di cui ogni giorno fanno testimonianza i giornali. In alcune zone la presenza degli immigrati ha addirittura creato vere e proprie aree "a rischio", quartieri nei quali è consigliabile non circolare."
Saremo l’incubo delle vostre città. Adolescenti sbandati, rioters kids, senza distinzioni di nazionalità e/o colore della pelle. Comodo cercare il capro espiatorio in un innocuo clandestino. Cercate il male nelle vostre casette immerse nel verde dei vostri quartieri residenziali.Rinchiudete pure tutti iclandestini in galera tanto chi non ha nulla da perdere e soprattutto, chi ha bisogno di vivere verrà sempre a fare la spesa a casa vostra…senza pagare naturalmente!
“…Inoltre, al di là dell'aspetto folkloristico dei vu' cumpra', i delinquenti extracomunitari operano sotto la protezione di potenti organizzazioni malavitose. Di fronte a questo stato di illegalità tollerata con condiscendenza dalle autorità, non ci si può stupire se il cittadino italiano, esasperato, finisce con il reagire. Infatti ogni consesso civile si basa sul rispetto di alcune norme che debbono essere universalmente accettate. Tali norme non nascono dal nulla, ma sono il risultato di una lunga evoluzione culturale e giuridica. Nel momento in cui corpi estranei ad una certa società, lontani da essi per cultura, civiltà e tradizione, portatori anch'essi di una mentalità giuridica specifica, si vengono a scontrare con una realtà dissimile, inevitabilmente si crea uno stato di tensione sociale inaccettabile che può portare allo smembramento dello stesso Stato.Sperare che popoli e culture diverse tra loro possano integrarsi al tocco di una bacchetta magica è pura e semplice follia. Follia omicida per di più, perché la storia ci dimostra (ex Jugoslavia, Ruanda, Los Angeles, Sri Lanka, etc.) quanto sia pericoloso giocare con le differenze etniche. Gli ammiratori della società multirazziale sono solo sognatori incoscenti se non criminali, che rifiutano il mondo per quello che è effettivamente, creandosene uno di fantasia che non ha nulla a che fare con la realtà.”
La critica di Forza Nuova alla società multietnica nasce dal fatto che, secondo loro, una miscela di culture diverse causerebbe lo smembramento dello Stato. Inoltre creerebbe un permanente clima di tensione insopportabile per i cittadini. Niente di più falso, naturalmente. Forse amano dimenticare che le loro origini italiche non sono altro che la fusione di mille civiltà e popoli radicalmente diversi (arabi, normanni, africani, longobardi, visigoti, greci, latini, etruschi, ecc.). E poi siamo noi quelli che sognano il mondo per ciò che non è! Fin dalla nascita dell’uomo esistono spostamenti e flussi migratori che hanno coinvolto tribù e popoli interi. Come si può pretendere di arrestare quello che può essere considerato il motore della storia? Tra l’altro sarebbe assurdo anche pensare di programmare annualmente i flussi migratori, ingabbiando la spontanea tendenza delle persone allo spostamento nei calcoli certosini di qualche ragioniere. Se poi la società multietnica contribuisce alla distruzione dello stato, per quello che ci riguarda, abbiamo una raggione in più per sostenerne la validità.
"Impoverimento culturale" "I boxer cinesi che si batterono contro la penetrazione degli occidentali nel loro Paese, non fecero che difendere la propria cultura e indipendenza. Così è oggi per i nazionalisti italiani: dimostrare quanto l'immigrazione sia una catastrofe per la cultura occidentale è fin troppo facile: basta riflettere sulla influenza negativa che la pseudo-cultura americana ha prodotto nel nostro Paese per comprendere cosa sia la colonizzazione culturale. Tradizioni secolari scomparse o messe alla berlina; depauperamento del nostro patrimonio linguistico, americanizzazione galoppante di costumi e abitudini propagandata da cinema e televisione.Ma tutto ciò è paragonabile ad un granello di sabbia nel deserto se contrapposto alle conseguenze gravissime di una immigrazione incontrollata in Italia da parte di extracomunitari africani e asiatici.Valutando il calo delle nascite che affligge la popolazione italiana e paragonandolo alla fertilità tradizionale dei popoli arabi, africani ed asiatici, nell'arco di pochi decenni ci troveremo con una popolazione italiana ridotta ad essere minoranza in casa propria. Difficilmente i nuovi dominatori prenderanno a cuore l'estinzione della nostra etnia come facciamo noi oggi per gli indios dell'Amazzonia.Alcuni folli, sapientemente manovrati da organizzazioni internazionale con idee molto chiare, pretenderebbero addirittura di mescolare la tradizione cattolica, sharia musulmana, animismo tribale e filosofie orientali in un grande cocktail multiculturale che produrrebbe l'avvento di un paradiso terrestre chiamato new age. In realtà da questo melting pot esplosivo dal punto di vista sociale uscirebbero sconfitte proprio le culture e tradizioni dei singoli popoli, edulcorate e contaminate da influenze tra le più disparate.Qui dobbiamo metterci d'accordo su un punto ben preciso: se riteniamo che la varietà delle culture sia un bene oppure un male. Se pensiamo che la ricchezza dell'umanità sia composta dal patrimonio culturale di ogni singolo popolo, non possiamo accettare l'avvento di una società multirazziale, che per sua natura è livellatrice e massificante.Se al contrario ci attira la prospettiva orwelliana di un mondo riunito sotto il potere di un Grande Fratello, allora dobbiamo abbattere le barriere culturali e linguistiche che si oppongono a tale progetto di dittatura universale.Per quanto ci riguarda, il nostro compito, oggi come sempre, è quello di lottare per la vera libertà che non è quella introdotta dalla rivoluzione francese né quella imposta dai liberatori dopo il 1945. Nonostante tutto continuiamo a ritenere che in Egitto debbano vivere Egiziani, in Cambogia Cambogiani, in Italia Italiani. Il nostro nazionalismo non si esaurisce nella difesa della nostra indipendenza, ma assume un rilievo ben più ampio in quanto difesa di tutte le etnie minacciate dal mondialismo massonico."
La nascita e l’evoluzione stessa della cultura di un popolo sono la conseguenza della fusione di più identità. Anche le comunità più piccole hanno da sempre interagito con culture diverse. Magari lo hanno fatto solo ed esclusivamente per scopi commerciali, ma è evidente che il solo scambio di prodotti (alimentari, artigianali ecc.) estremamente diversi tra loro determina una fusione tra culture diverse. Una fusione che esiste da sempre e che ha dato vita a civiltà complesse e pronte a nuove fusioni ed evoluzioni.Non si può immaginare un mondo dove gli spostamenti da un paese ad un altro siano solo per scopi turistici, perché questo sarebbe solo il frutto della fantasia di qualche illuso ed anche se fosse così, come impedire che il fascino di un paese lontano influisca sulla vita di qualche individuo?!? Al di là di questa banale considerazione è evidente che non esistono culture e civiltà che non hanno mai subito l’influenza di un altro popolo. Evidentemente gli storici di forza nuova credono che la “nostra” identità nazionale sia il frutto della crescita culturale di un popolo che non ha mai subito invasioni, che non ha mai commerciato con l’esterno e che non si è mai miscelato con le popolazioni mediterranee. Una cretinata, naturalmente, come tutti i concetti che tentano di esprimere.
"A CHI GIOVA L'IMMIGRAZIONE“ "Dietro il dramma umano di milioni di persone si celano enormi interessi di carattere politico ed economico. Senza dubbio l'immigrazione rientra in un piano molto articolato gestito, come detto, dalle centrali mondialiste. Abbattute le barriere linguistiche e culturali, mescolati i popoli fino a far loro perdere le caratteristiche etniche, ecco che si è creato il perfetto apolide, un individuo reso pura materia, semplice manovalanza da spostare e trasferire qua e là come una pedina sulla scacchiera.Un mondo senza confini, e quindi senza Stati autonomi, diventerebbe facile preda della grande finanza e non è una forzatura prevedere un totale tracollo della civiltà occidentale. Scendendo nel dettaglio della situazione italiana, l'immigrazione giova all'industria, che si procura in questo modo manodopera a buon mercato e senza pretese, sottopagata e "in nero", da utilizzare anche per tenere freno le legittime richieste del lavoratore italiano.L'immigrazione giova ai partiti di sinistra, che vedono le loro sezioni vuotarsi di iscritti e militanti. La proposta dell'Ulivo di concedere agli immigrati il diritto di voto è una dimostrazione lampante di quanto interessato e falsamente caritatevole sia l'aiuto offerto dagli ex comunisti agli extracomunitari.L'immigrazione giova ad una certa parte della Chiesa cattolica, che ha necessità di colmare i vuoti aperti dalla crisi delle vocazioni che la affligge ormai dagli anni '60. La strategia di questa corrente modernista, attualmente maggioritaria nella gerarchia ecclesiastica, si evidenzia con l'utilizzo di strutture quali la Caritas, che appoggiano apertamente l'immigrazione e fanno dell'ecumenismo un cavallo di battaglia. Questo si inquadra nella politica intrapresa a partire dal Concilio Vaticano II, con la quale si sta trasformando la Chiesa di Roma in una sorta di nuovo "esercito della salvezza", preoccupato più della cura delle condizioni materiali dell'uomo che della sua vita spirituale."
Come abbiamo già detto, l’immigrazione clandestina giova solo a quei personaggi costantemente alla ricerca di uomini e donne da sfruttare. Un clandestino è più ricattabile, costa meno agli imprenditori e non ha diritti sindacali. E’ un affare per quelle imprese che hanno bisogno di mano d’opera flessibile e di lavoratori stagionali. In un mondo senza frontiere e senza padroni l’immigrazione sarebbe una scelta individuale e gioverebbe solo all’umore del viaggiatore.
"SIAMO RAZZISTI?“ "La recente riesumazione del termine razzista ed il suo uso indiscriminato, rivolto come una condanna di infamia contro chiunque osi criticare la società multirazziale, rientra in una strategia ben mirata: si vuole eliminare alla radice qualsiasi forma di dissenso."
Ma quale dissenso?? I fascisti sono da sempre coperti e finanziati dallo stato. Amici e colleghi dei peggiori spioni del mondo. I loro legami coi servizi segreti sono una cosa che spesso rivendicano come scelta tattiche. Relazioni strette con massoneria, associazioni segrete e corpi paramilitari sono ormai alla luce del giorno e sotto gli occhi di tutti. E dunque di quale dissenso parlano??? Stragisti al servizio del sistema, questo è il loro ruolo!
"LA NOSTRA PROPOSTA" "È importante essere chiari: non ci sono varie soluzioni al fenomeno dell'immigrazione, né ci deve essere spazio per il soggettivismo od il sentimentalismo spicciolo. Alcune prese di posizione, secondo le quali si potrebbe utilizzare l'elemento islamico presente in Italia in funzione antimondialista, comportano rischi che non si possono correre: ciò significherebbe infatti consegnarci all'Islam con le mani ed i piedi legati.C'è un'unica via da percorrere: il rimpatrio. Gli emigrati entrati nel nostro Paese devono essere rimpatriati ai luoghi di provenienza."
Il presunto pericolo Islam, il rimpatrio forzato, l’ostilità totale verso la diversità. Oggi l’estrema destra usa questi argomenti, questi linguaggi. Una squallida demagogia populista che cerca di aggregare tradizionalisti e moralisti, sbandierando un’identità nazionale che secondo loro va difesa dalle ondate di infedeli che arrivano dai paesi più martoriati della terra. Rimpatrio forzato, violento e senza discussioni, questa la loro proposta. Una proposta che nonostante arrivi dalle frange più estreme della destra fascista trova sicuramente consensi alla base di quei partiti, di destra e di sinistra, che in questi anni si sono sfidati a colpi di espulsioni, carcerazioni, gommoni speronati e morti ammazzati.
Per ora terminiamo qui le nostre riflessioni su Forza Nuova.

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