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http://italy.indymedia.org/news/2003/06/304763.php Nascondi i commenti.

PALESTINA: 10 abitazioni di Palestinesi distrutte a Rafah dall'IDF
by Andrea Giudiceandrea [traduzione] Monday, Jun. 09, 2003 at 9:41 PM mail:

Report da Rafah (Striscia di Gaza - Palestina Occupata) sulla demolizione di 10 case palestinesi e sulla manifestazione contro i crimini dell'esercito israeliano

PALESTINA: 10 abitaz...
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da Rafah Today http://rafah.vze.com/

[traduzione di Andrea Giudiceandrea]

07 Giugno:
L'approvvigionamento idrico è ancora molto limitato e non c'è sufficiente acqua in molte parti di Rafah. Ieri un altro attacco [israeliano] ha colpito la zona di Block O: demolite 10 case demolite e ferite molte persone. E' stata una notte terribile con esplosioni e spari e molti crimini... come aver demolito le case DI NOTTE, mentre la gente che dormiva [...] è stata costretta a scappar via dalla propria casa con i propri figli che piangevano e chiedevano protezione... TANKS!! E nessuno si prende cura di questi nuovi senza casa. Per questo, oggi migliaia di Palestinesi hanno manifestato contro i crimini che l'IDF commette a Rafah, e in particolare contro quelli commessi l'altra notte nei confronti di gente che dormiva nella propria casa e in un periodo che ora è chiamato "il tempo della Road Map".

Mohammed

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sharon la colomba...
by sharon vaffanculo Monday, Jun. 09, 2003 at 9:50 PM mail:

...sgombra insediamenti vuoti ma al contempo butta giù molte più case palestinesi piene...

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Il confine estremo della ragione
by Laurie King-Irani Monday, Jun. 09, 2003 at 10:02 PM mail:

Documento originale The Edge Of Reason
Traduzione di Giancarlo Giovine

16 maggio2003
Electronic Intifada




"Così tutto si riduce a questo: un recinto di filo spinato, una jeep blindata, una torretta per cecchini; una sola casa sfregiata dalle pallottole che ripara appena una famiglia terrorizzata al confine estremo di Rafah, al confine estremo della Palestina, a quello che è veramente il confine estremo della decenza e della resistenza umana.

Un vento turbinoso scaglia polvere, sabbia e spazzatura lungo una corta strada tracciata al confine. Pezzi di vecchi giornali possono passare volando via oltre il recinto e fuori da questo inferno, ma le persone che abitano qui non possono andare da nessuna parte.


Rimanere non è neppure una libera scelta. La semplice esistenza dentro Rafah, occupata ed assediata, richiede forza inimmaginabile e continuo coraggio. L’unico modo di vivere che ognuno ha a Gaza è vivere la vita stessa. Uno stretto assedio militare rende morire la sola possibile scelta per uscirne.

Tutte le bande dei raduni politici e le parate del giorno della rimembranza; tutto l’inchiostro dei libri di storia, dei giornali politici, delle sintesi per i funzionari, degli articoli polemici; tutti i solenni notiziari informatici, il clamore e l’effetto della copertura mediatica sono senza senso qui al confine estremo di Gaza. Parla o grida, urla o razionalizza, pontifica o analizza tutto quello che vuoi, ma tutto si riduce a questo: un marito, una moglie e i loro tre bambini che si aggrappano alla vana speranza di una casa e della normalità in un quartiere distrutto di case demolite. Una famiglia senza armi, passaporti, denaro o collegamenti, costantemente sorvegliata e minacciata da carri armati vaganti, da enormi bulldozer, da ronzanti aerei spia e letali elicotteri.

Questo è il conflitto israeliano-palestinese, la “Questione palestinese”, la “crisi mediorientale”. Questo è il punto dove la diplomazia, i programmi d’aiuto, gli incentivi politici, le conferenze internazionali, le dichiarazioni di principio, i gruppi di dialogo, ci hanno portato: proprio qui, in questo recinto di filo spinato e in questa casa distrutta sotto un cielo oscurato dalla polvere. È questo: un ripugnante spettacolo di violazioni dei diritti umani e di gravi infrazioni alla legge internazionale e alla quarta convenzione di Ginevra. Questo è un genocidio a rate.

Nessuno ha bisogno di un corso universitario, di essere uno specialista della politica, di essere un editorialista o di avere un particolare background etnico o religioso, per sapere che quello che sta accadendo è assolutamente e oscenamente sbagliato. Ognuno con degli occhi lo può vedere, ognuno con un cuore lo può sentire, ognuno con una testa può dedurre che nessun essere umano –e certamente nessun bambino- dovrebbe mai avere una vita come questa.

Questo è sbagliato. Questo è terrorismo. Questo è male.

Perciò non sorprende che il governo israeliano e il suo esercito d’occupazione non vogliano che nessun occhio straniero, nessun cuore, nessuna testa giunga fin qui a Rafah, al confine di ogni confine, dove la dignità si disintegra velocemente come le case rimaste crivellate di colpi, dove il rumore di qualcosa che si rompe potrebbe essere la speranza di un bambino, le stoviglie di una famiglia, la testa di una donna o il corpo delle leggi della comunità internazionale. Non ascoltare, non chiedere. Non pensare. Non c’è nulla che ti interessi.

Se nessuno vede queste enormi offese ai diritti e queste quotidiane, premeditate crudeltà, sono esse veramente accadute? Se nessuno riconosce che qui ci sono degli esseri umani, che vivono sotto il fuoco incrociato dei cecchini, i diritti umani sono ancora un problema? Se nessuno sente i singhiozzi di chi è stato privato dei suoi cari o le urla di quelli resi pazzi da questa quotidiana razzia che è l’occupazione, è stato perduto veramente qualcosa?

Dopo tutto, questa è un’epoca della ragione, e noi, che guardiamo la televisione negli USA, siamo riconosciuti come esseri ragionevoli. Perciò, qualsiasi cosa non possiamo vedere, ascoltare, annusare, sentire o toccare dovrebbe essere dubbia, dovrebbe essere presa cum granu salis, guardata di traverso con la nostra caratteristica diffidenza di gente pratica. Dopotutto non ci facciamo prendere per il naso; nessuno riesce a giocare sui nostri sentimenti con questi stucchevoli racconti di seconda mano della sofferenza che gli oppressi soffrono in qualche città di cui non sappiamo neanche pronunciare il nome.

Ci rifiuteremo di giudicare fin quando possiamo decidere noi stessi di che cosa si tratta. Può darsi che Cristiane Amanpour o Ted Koppel faranno un pezzo speciale…

L’esercito di difesa israeliano si è comportato davvero in maniera molto ragionevole, quando ha deciso di tenere lontano fa Rafah tutti quegli occhi, quei cuori e quelle teste. Con il nuovo obbligo in base al quale tutti i visitatori debbono firmare una manleva che esonera anticipatamente l’esercito israeliano dalle sue responsabilità in caso di morte o di mutilazione, è improbabile innanzitutto che molti cuori, molti occhi, molte teste raggiungano Gaza.

Meglio che i loro piedi non percorrano mai la strada che porta a questo confine della barbarie e della disperazione. Meglio che il mondo continui a pensare del “conflitto” in termini di proposizioni astratte, di soluzioni ipotetiche e di scenari diplomatici.

Considerino la Road Map da una certa distanza, ma si tengano, diavolo a loro, lontano da questa strada polverosa che conduce al martoriato confine di Rafah. Non vedano mai il vicolo che porta a questo grande buco aperto della morte di qualcuno, della ferita di qualcuno, della casa distrutta di qualcuno, al sogno fallito di qualcuno di un paese che aspirava ad essere una “luce fra le nazioni”.

Da lontano, diano pure per scontato di non essere implicati in nessuna maniera in qualcosa che accadrà, quando un marito e una moglie chiuderanno il portone crivellato di colpi della loro casa diroccata a Rafah e si rannicchieranno nell’oscurità, per proteggere i loro tre piccoli bambini dalle pallottole che sibilano, dalle bombe in arrivo, e dall’attacco degli elicotteri Apache librati in volo, con tutto quello che gli hanno lasciato: dei corpi stanchi che racchiudono dei cuori colmi di tanto amore e sofferenza, che un recinto di filo spinato o un ordine militare mai potrebbero contenere."


Laurie King-Irani è una dei quattro cofondatori di Electronic Intifada. Insegna antropologia sociale nella Columbia Britannica










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si, ma
by wshalom Monday, Jun. 09, 2003 at 10:24 PM mail:

ma sono stati i gruppi terroristici di Hamas, Jihad e al Aqsa a interrompere la tregua, ieri, con 5 soldati Israeliani morti.
sapevano che sarebbe seguita una repressione, eppure l'hanno fatto lo steeso....ora, di chi è la colpa?

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wshalom la colpa è di sharon
by sharon il terrorista Monday, Jun. 09, 2003 at 10:26 PM mail:

che subito dopo aqaba per sabotare la pace ha fattouccidere al solito 2 pesci piccoli di hamas per provocare la reazione e sabotare la pace.

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problema
by riflessione Monday, Jun. 09, 2003 at 10:31 PM mail:

In questo momento non si può esasperare la gente. Voglio dire la distruzione delle case si è dimostrata inutile come strumento contro il terrorismo ,c'è il rischio che si crei ancora più sfiducia nella gente sulla road map. sarebbe il caso di modificare questa strategia proprio per non indebolire Abud dinanzi al popolo palestinese. ..

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sharon impioccato a norimberga
by fotti sharon Monday, Jun. 09, 2003 at 10:39 PM mail:

lo ha detto l'ambasciatore d'Israele negli usa Daniel kurtzer che negli anni 80 israele ha favorito che i finanziamenti andassero alle moscee di hamas/yassin invece che alle scuole di arafat.

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busharon impiccato
by impiccare busharon Monday, Jun. 09, 2003 at 10:48 PM mail:

e daniel kurtzer ha anche detyto che la crescita dell'islam a spese dell'educazione negli anni 80 ha creato i terroristi religiosi.

che se non cifossero sharon li reinventerebbe come bush osama per sabotare la pace.

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esatto ma non basta
by riflessione Monday, Jun. 09, 2003 at 10:48 PM mail:

la destra evangelica è vista anche in funzione anticattolica:la Caritas sta comprando case a gerusalemme per i palestinesi cristiani, il Papa vuole l'internalizzazione di gerusalemme e dei luoghi santi, chiede che sia riconosciuto lo stato Palestinese, israele si sta allevando in seno un'altra vipera, molto pericolosa......esattamentecome ha fatto finanziando hamas in funzione anti arafat. Ci scommettoche tra un po' gli evangelisti cominceranno a comprare case o a costruirle in israele e ad aprire missioni evangeliche.....

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non basta ma esatto
by fuck sharon Monday, Jun. 09, 2003 at 10:53 PM mail:

la destra evangelica o meglio i nazisti evangelici son al potere in america con ashcroft bush ecc in combutta coi nazionisti alla perle wolfowitz ecc sono stati loro a creare hamas taliban osama saddam yassin e quant'altro,quasi tutti fanatici religiosi,per avere un nemico che giustificasse guerre e occupazioni imperialiste.

e l'11 settembre - strage di stato spacciata pèer al qaeda - ha acceso la miccia.

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218 civili uccisi, 2212 feriti e 2552 abitazioni distrutte a Rafah in 31 mesi
by xxx Monday, Jun. 09, 2003 at 11:47 PM mail:

SIS Report: "218 civilians Killed and 2552 homes demolished by Israeli troops in Rafah in 31 months"
http://www.ipc.gov.ps/ipc_e/ipc_e-1/e_News/news2003/2003-06/026.html


GAZA, Palestine, June 5, 2003 (IPC) - In a report released by the State Information Service (SIS) in Gaza on the human and economic losses of Rafah city; Israeli occupation forces killed 218, wounded 2212 and damaged 2552 houses in the southern Gaza Strip city of Rafah over the past 31 months of Al Aqsa Intifada.



From September 2000 to March 2003, the number of the killed people was estimated at 218; making up 21.5% of the death toll among Palestinians in the Gaza Strip.



Rafah city occupies the second in rank, among five governorates of Gaza Strip, in terms of those killed by the Israeli occupation forces during the Intifada.



Male killed people have been estimated at 194, making up 89%, while the female ones was about 24 , making up 11% . The killed children below 18s were the highest rising to 71, making up 33%.



The SIS report revealed that the wounded people were estimated at 2122 including various kinds of wounds. Thus, Rafah city also occupies the second rank among the five governorates, making up 21.6% of the total wounded in Gaza Strip



The rate of the wounded people by shell shrapnel and live ammunition was about 906; making up 42.8% and about 750, making up 35.3% respectively.



Meanwhile, the number of houses which have been partially or totally destroyed by the Israeli occupation forces estimated about 2552, rendering the prospect of 1001 families homeless, accommodating 5825 peoples.



Still, the material damages inflicted to abovementioned houses were around 11,410,203 million dollars while the number of houses totally destroyed was about 788. The losses due to damaged houses were estimated at

9,175, 705 million dollars.



The number of houses partially destroyed was about 274 with losses estimated about 624,430 dollars.



Economic losses



The report also unveiled that the direct and indirect losses of the agricultural sector, caused by uprooting trees, clearances of lands and destruction of the agricultural facilities, were estimated at US$ 11,000,000, US $9,229,840 of which were the losses of cultivated lands, fruitful trees and green houses while 1,771,698 were the losses of clearance of the facilities, wells and perish the livestock.



The uprooted trees in Rafah city made up 7.2% of the total uprooted ones in Gaza Strip, about 1574 Dunum.



The olive, almond, fruits, citrus, grape, palm orchards targeted in Rafah city were about 17450, 13889, 3054, 2392, 1902,682 respectively.



Employment is steadily in decrease; the number of unemployed laborers due to siege, frequent lockdowns amounted to 22,000 including 5.000 working inside the green line (Israel). The estimated losses went up to 100,000 dollars on daily basis, while the losses of the labors working inside the Palestinian occupied territories were about US$167.000.



The report disclosed that the number of partially or fully damaged economic complexes (either the industrial or the commercial) due the daily Israeli aggressions was about 135, having been inflicted direct losses estimated at US$ 5 million.

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