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Al settimo giorno di sciopero della fame i 32 cittadini kurdi
by da altremappe.org Wednesday, Jun. 18, 2003 at 4:12 PM mail:

venerdi 20 giugno alle 15.30 a palazzo Chigi

18.6.2003 - Roma. E' molto caldo anche alle 7 e mezza del pomeriggio quando inizia l'incontro con i 32 cittadini kurdi ormai al settimo giorno di sciopero della fame.
Il diritto di asilo in Italia: questo chiedono, e sono arrivati esasperati a questa forma di protesta estrema perchè dal governo e dal ministero degli interni continuano a ricevere risposte negative, se non paradossali.
La Turchia è un paese che viene considerato in via di 'democratizzazione': quindi perchè concedere l'asilo politico a quelli che fuggono dal territorio turco?
E così, con questo semplice sotterfugio linguistico più che sostanziale, si sorvola sulle violazioni dei diritti del popolo kurdo (arresti, devastazione di sedi politiche, messa fuorilegge di associazioni partiti e sindacati, violenze sulle donne, torture nelle carceri) e di tutti gli oppositori politici.

All'incontro, oltre alle associazioni (Ya Basta, Donne in nero, Azad) erano presenti alcuni rappresentanti istituzionali che hanno raccolto il grido disperato e dignitoso di queste persone: dal senato e dalla camera De Petris e Cento dei Verdi e Russo Spena di Rifondazione Comunista.
Un'interrogazione urgente è stata presentata dal deputato Russo Spena con l'impegno di proseguire la sensibilizzazione anche di altri parlamentari su questa vicenda che rischia di portare alle estreme conseguenze un gesto collettivo e grave dal quale i cittadini curdi non hanno intenzione di recedere prima di ottenere una risposta soddisfacente.

Una proposta che è stata sollevata da più parti è la necessità di coinvolgere il Comune di Roma nella responsabilizzazione sul destino di questi cittadini: il 20 giugno è stata indetta dal sindaco Veltroni una giornata dedicata ai rifugiati intitolandola alla memoria di Dino Frisullo, scomparso il 5 giugno scorso.
Ebbene, Dino sarebbe stato in prima fila in questa battaglia come ha sempre fatto da decenni per i diritti del popolo kurdo, in Italia e in Turchia anche a costo di essere arrestato.
Il Comune, allora, si faccia carico di questa battaglia e ne porti la voce anche in altre istanze istituzionali.
Ma il nodo politico resta la questione dell'entrata della Turchia nell'UE: bisogna contrastare questa ipotesi e riprendere la battaglia di tutto il movimento che si è battuto contro la guerra intorno al tema delle frontiere, invalicabili per uomini e donne.
Per immigrati o pacifisti, la guerra permanente rende il mondo un immenso labirinto di accessi negati, espulsioni, chek point blindati, mentre il mercato domina incontrastato imponendo le sue regole spietate.
Aver lottato contro la guerra in Iraq vuol dire oggi tradurre questa battaglia in un nuovo orizzonte di globalizzazione dei diritti, di violazione delle frontiere, di denuncia delle mille terre di nessuno dove sono ostaggi migliaia di cittadini in fuga.

Venerdì 20 giugno alle 15.30 appuntamento sotto Palazzo Chigi.

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