Le stronzate che ho letto su questo sito indicano che l'oscurantismo perdura, eccome! Tutte le accuse ai templari vennero strappate da confessioni sotto torture inenarrabili dell'Inquisizione. Non può nuocere allora un pò di storia dei fatti.
A chi interessa ecco un mio breve riassunto.
"La lotta agli eretici
La povera gente vedeva gli abissi di abiezione morale cui erano giunti il papato e l'impero. Anche allora la gente ragionava, criticava. La Pataria, questa forma di libero pensiero medievale dilagava nella Val Padana, negando papa e imperatore. Si diffondeva dalla Francia e dall'Unghera pure l'eresia dei Catari (i puri in greco) , derivata dai Bogomili. ------------------------------------- Ma chi erano costoro? Alla voce catari sull'enciclopedia Sonzogno del 1936 trovereste: "dal greco catharos=puro- nome collettivo di parecchie sette (come gli Eucratiti, i Montanisti, i Novaziani), dualistiche e affini ai Manichei, le quali vennero in Italia dall'Oriente (dal principio dal XI secolo), nella Francia meridionale, nella Spagna, nella Germania ecc. assumendo altri nomi (Bulgari o Brouges, Gazzari, Patarini, Albigesi, Valdesi). Furono perseguitate e annientate dall'Inquisizione. "
Inutile cercare nelle voci citate la semplice verità di cosa volessero . Il bogomilismo riprendeva la sostanza del messaggio evangelico riproponendo: -il rifiuto della violenza, delle armi, degli eserciti, dello stato stesso come violenza legalizzata, esteso sino al rispetto degli animali col vegetarianesimo; l'amore fraterno, vita comunitaria fraterna sul modello di Cristo ed i suoi amici. - al posto delle messe, la cena cogli amici, in case o all'aperto e non in sontuosi templi, con pane, vino e pesce in ricordo di Cristo - al posto della confessione, conversazione dei propri problemi di vita - invece di recitar litanie, salmi ecc. ecc.. in inutili chiese, donare gli abiti agli ignudi e sfamare gli affamati. -il rifiuto del culto delle immagini sacre, delle reliquie e persino della croce, considerando superstizione pagana attribuire poteri magici a questi feticci. Riguardo il culto della croce, Bogumil, dando prova di un razionalismo sorprendente per l'oscuro anno mille nel quale viveva, diceva : "Se Gesù fosse stato assassinato con il coltello, adoreremmo forse i coltelli?" Questo veniva detto nel mentre i crociati, dopo aver commesso ogni genere di delitti in "guerre sante", se ne tornavano con schegge della croce, innumerevoli chiodi della crocifissione, spine della corona di Gesù , innumerevoli sacre sindoni ecc.ecc. da rifornire tutte le cattedrali d'Europa! Queste affermazioni dei Bogumili, dei Catari e dei Valdesi mandavano comprensibilmente in bestia il clero, colto in pieno nella sua spudorata contraddizione col Vangelo che predicava, e la nobiltà toccata nella sua fonte di potere. Agli occhi dei papi e dei patriarchi bizantini questi eretici erano il diavolo in persona. Andavano estirpati!
I Bigomili rappresentano, a mio parere, la forma più intelligente del cristianesimo sinora formulata nella lunga storia di questa religione. Bogumil, riprendendo la scuola di pensiero siriaca, fece l'unica sintesi riuscita del razionalismo ellenico col misticismo salvifico cristiano. Rigettando tutti gli inutili orpelli del cristianesimo costantiniano - che invece ormai erano l'essenza del potere ecclesiastico sia in Oriente che in Occidente . Si svilupparono comunque una teologia ed un clero bogumili nei pochi territori sottratti alla persecuzione, come la Bosnia sottratta al re d'Ungheria dal bano Kurin e la Francia meridionale sottratta al re di Francia dal duca Raimondo VI. Si formò un bogumilismo reale, comunque frutto della sindrome dell'accerchiamento, che portò a forme estremizzanti di rifiuto del mondo fisico. Furono queste forme a prestarsi alla condanna teologica copiata dagli insuperabili teologi bizantini che per primi ebbero a confrontarsi con questa eresia., mettendo in sordina le idee semplici e condivisibili dei valdesi e dei catari. Il patriarca di Costantinopoli Teofilatto, prima dell'anno mille, aveva definiti i Bogumili pauliciano-manichei, riferendosi ad eresie già condannate in Concili precedenti. Michele Psello li definì euchiti-manichei. Il presbitero Cosma, il maggior nemico teologico dei bogumili, attribuì loro la teologia pauliciana, già condannata, aggravata dalla negazione di ogni autorità terrena. Il passo dalla condanna teologica allo sterminio fisico fu conseguente. Nel 1111 il medico bulgaro della corte imperiale, Vassilij, considerato il loro capo, venne bruciato vivo a Costantinopoli. I fuggiaschi in Serbia incapparono nelle leggi di Stefano Nemanja che prescriveva il taglio della lingua per i "babuni", come venivano chiamati là. Ma le idee arrivarono sino in Francia, e coloro le adottarono vennero chiamati Catari (i puri), ma anche i "brurges", bulgari ed in altri svariati modi.
A Lione, Valdo, un mercante influenzato dai catari, donava tutte le sue sostanze ai poveri, riscopriva Cristo nella semplicità e nella povertà, ed al pari di Francesco d'Assisi, suo contemporaneo, fondava nel 1170 una nuova confraternita, respingendo il settarismo cui erano pervenuti i catari francesi. Ma Valdo rifiutò di sottomettersi al papa a differenza di Francesco che ne diverrà un sostegno, malgrado le intenzioni.
Nel 1184 Lucio III emise contro i cataro- valdesi la famosa bolla di scomunica "Ad abolendam", dando inizio alla loro persecuzione. I crociati della terza crociata del 1189, durante il loro passaggio nei Balcani, diedero una mano ai satrapi di Bulgaria e Serbia nello sterminio di quegli anarchici ante-litteram. ---------------------------------------- I francescani furono invece usati come infiltrati fra i valdesi, data la vicinanza delle idee. I denunciati dai frati-spia venivano arrestati dal braccio secolare, sottoposti a demenziali interrogatori teologici del tipo " Cristo è di sostanza divina o umana?" oppure sulla trinità - dogma fra i più astrusi - e dopo le confuse risposte di quelle persone , per lo più semplici artigiani ed operai, seguivano condanne al rogo per eresia. Francesco d'Assisi ne rimase sconvolto, e sconfessò i francescani, ritirandosi in eremitaggio. La sua sconfessione venne mantenuta segreta per secoli dalla chiesa. Un frate , Bonaventura, continuò l'Ordine senza Francesco, definito francescano malgrado il suo disperato divieto.
Il motivo della condanna fu che Lucio III attribuiva alla predicazione anticlericale di quei "demoni" l'umiliazione di essere stato scacciato da Roma ben due volte da rivolte popolari, e lanciò anche contro tutti i Romani la sua scomunica. Non gli servì molto perché nel 1185 morì esule a Verona. Gli seguì Urbano III , che riprese la lotta soprattutto contro il Barbarossa e morì nel 1187. Gli successe Gregorio VIII che predicò la necessità di una nuova crociata , la terza. Il motivo era che Gerusalemme era stata riconquistata dagli Arabi nel 1187. Eppure il Saladino (si, il feroce) aveva rispettato i pellegrini cristiani che si trovavano in Terra Santa, comprese le vedove dei crociati ed i loro bambini, ed aveva permesso loro di andare verso le navi cristiane. Ma senza denari i "fratelli cristiani" non li volevano imbarcare. Allora il Saladino fece dare pane ed acqua a tutti a patto che se ne andassero. Così i cristiani vennero ripagati dei loro orrendi massacri compiuti durante la loro conquista della Terra Santa! Gregorio VIII iniziò col dare l'indulgenza a chi fosse accorso alle armi, ma morì dopo soli due mesi e gli successe, sempre nel 1187, Clemente III, che continuò i preparativi.
Nel 1189 partì la terza crociata, ed il Barbarossa, malgrado l'età e gli acciacchi, vi partecipò con diverse migliaia di cavalieri che attraversarono i Balcani. Vi parteciparono pure i re di Francia e d'Inghilterra, Filippo e Corrado Cuor di Leone.
Per strada i crociati trovarono nei Balcani Serbi e Bulgari in piena ribellione a Bisanzio che chiesero loro protezione, promettendo alla crociata 20.000 e 40.000 uomini rispettivamente. A Niš, il 23 giugno 1189, Barbarossa fece un'alleanza dinastica con Stefano Nemanja, gran giuppano (re) dei Serbi, e suo fratello Kresimir . Per la festa di S. Giorgio dell'anno successivo sarebbe arrivato in Istria l'ambasciatore serbo a prendere il giovane cavaliere Toho, figlio di Bertoldo IV, che avrebbe impalmato la figlia di Stefano. I crociati si trattennero nei Balcani per troppo tempo, dandosi ad ogni violenza sinchè i rapporti si guastarono e dovettero attraversare l'Ellesponto senza i soldati serbo-bulgari promessi. 1 Nel 1190 i crociati raggiunsero Iconio (Akon), nell'Anatolia, dove vinsero una battaglia contro i Turchi Selgucidi. Barbarossa dopo la vittoria fece uno dei suoi lauti pasti ed annegò in un fiume gelido dove si era andato a rinfrescare a stomaco pieno il 10 giugno del 1190 (!). Bertoldo IV tornò a casa coi crociati tedeschi senza vedere i Luoghi Santi. Nemmeno il matrimonio venne fatto, ed i Balcani non passarono all'impero d'Occidente a causa di una...costipazione!
A Barbarossa seguì al trono il figlio Enrico VI, detto il crudele, degli Hohenstaufen. Per la cronaca la crociata proseguì senza Barbarossa e senza tedeschi sin sotto le mura di Gerusalemme, raggiunta nel 1191. Qui, durante il lungo assedio, scoppiarono conflitti fra inglesi e francesi. Filippo, re di Francia, se ne ritornò a casa portandosi dietro il bottino delle razzie e innumerevoli reliquie, che costituivano un vero tesoro. Si portò anche una nave di...terra santa! Aveva anch'essa un valore di reliquia! Riccardo cuor di Leone, re d'Inghilterra, rimasto solo all'assedio, venne a patti col Saladino e nel 1192 se ne tornò a casa. Per strada venne catturato in Istria da Enrico VI il crudele e depredato di ogni suo avere. Gli inglesi dovettero pagare un forte riscatto per riaverlo. Così finiva nel tragicomico anche quell'avventura!
Nel 1198 morì l'imperatore Enrico VI il crudele e Filippo di Svevia , l'ultimo figlio del Barbarossa, già duca di Tuscia (Toscana), venne incoronato a Magonza dalla fazione degli Hohenstaufen Filippo aveva sposato nel 1197 la figlia dell'imperatore bizantino Irene sperando di riunire i due imperi, ma un colpo di stato a Costantinopoli detronizzò il suocero. A Filippo si contrappose Ottone di Brunswick, eletto imperatore ad Aquisgrana. Iniziò la guerra fra i due.
Nel 1199 venne eletto papa Innocenzo III , di soli 37 anni. Glorioso papa ma rappresentante più il diavolo che dio! Sarà il più grande statista della chiesa! Fatto cardinale dallo zio Clemente III, questo papa si prefisse di dominare il mondo non solo spiritualmente ma anche materialmente, approfittando dei contrasti fra i principi tedeschi. Non recedette dinanzi a nessun delitto e raggiunse lo scopo.
Ma di pari grado dell'estendersi del potere temporale della chiesa, in sua totale opposizione, si diffondeva in tutta Europa l'eresia catara. Il centro più pericoloso era nella Linguadoca, dove il conte di Tolosa Raimondo VI la proteggeva. Dall'altro capo era arrivata in Ungheria, portata dai fuggiaschi delle persecuzioni bizantine. Questa diffusione allarmò enormemente Innocenzo III, che scrisse al re d'Ungheria, Imre, di reprimerla duramente.
Nel 1201, nella guerra in Germania per l'elezione imperiale, Innocenzo III si schierò con Ottone contro Filippo che stava vincendo, indebolendolo.
Quindi Innocenzo III indisse la Quarta Crociata. Nel luglio-agosto 1201 si radunarono a Venezia per imbarcarsi decine di migliaia di crociati, organizzati negli ordini monastico-guerrieri Teutonico, Gerosolimitano e Templare. C'erano Bonifacio marchese di Monferrato, Baldovino conte di Fiandra, Enrico degli Spannheim, conte di S.Paolo (Carintia) e Ludovico conte di Savoja. Sulla cifra richiesta per il trasporto dai Veneziani di 85.000 marche d'oro i crociati misero insieme solo 50.000 marche d'argento. Il doge Arrigo Dandolo capì al volo l'affare: mise a disposizione ben 240 velieri, a patto di venire...pagato in natura con qualche prestazione armata! Innocenzo III, a corto di danari, acconsentì. Si accorse poi che ciò significò una guerra ad altri cattolici, e ...nemmeno in odore di eresia!
Dopo Trieste i crociati , guidati dal doge Enrico Dandolo, alla fine di ottobre presero Pola scacciandovi i Pisani che l'avevano da poco sottratta a Venezia, e poi, il 15 novembre 1202, scacciarono gli Ungari che occupavano Zara, che consegnarono a Venezia dopo averla ben bene saccheggiata! Qualche crociato, come Simone di Monfort, dell'Ordine dei Templari, si oppose a queste infamie e qualcuno abbandonò l'impresa. Un abate, Guido di Vaux de Cernay, minacciò la scomunica papale a siffatti soldati di Cristo, ma tutto fu vano. Innocenzo III, seppur informato, lasciò correre, sperando che alla fine di tutti quei peccati - assolti in anticipo - venisse almeno riconquistata Gerusalemme. Ma la sua acquiescenza venne invece interpretata dai crociati come un via libera ad ogni ulteriore malefatta. A Zara i crociati vennero raggiunti nel gennaio 1203 da Filippo di Svevia degli Hohenstaufen, in veste di ambasciatore di Alessio III l'Angelo Comneno, suo suocero, che aveva promesso ben 200.000 marche d'argento se l'avessero aiutato a riconquistare Costantinopoli. Filippo sperava di ereditare entrambe le corone imperiali, ma andò molto diversamente. I crociati accettarono di buon grado - fortificati dall'assoluzione papale di ogni peccato - dimenticarono completamente la Terra Santa e conquistarono Costantinopoli il 24 giugno 1203. Ma l'appetito viene mangiando e nel marzo del 1204 i crociati decisero di impadronirsi essi stessi della prestigiosa città e si azzuffarono per spartirsi i resti del disgraziato impero bizantino (che continuò a sopravvivere nell'ultimo lembo di Anatolia ancora in suo possesso, a Nicea). I crociati si dettero a massacri e saccheggi selvaggi. Baldovino venne eletto imperatore ed ai Veneziani toccò il Patriarcato. Quella catastrofe di Bisanzio permise a Bulgari e Serbi di occupare a loro volta ampi territori bizantini, e lo stesso Baldovino cadde nelle mani dei Bulgari che chiesero un riscatto.
Invece si era realizzato il secolare sogno di Venezia di ereditare l'impero madre, ribattezzato Impero Latino d'Oriente (1204 -1261). Fu quello il vero inizio della grande potenza marittima e commerciale di Venezia nel Mediterraneo. Ed i Saraceni, i Turchi, gli infedeli, divennero i migliori clienti dei prosaici mercanti veneziani! Innocenzo III tentò di far rientrare lo scisma d'Oriente, ma fu un fiasco clamoroso. I Bizantini lo odiavano a tal punto che gli preferirono da allora in poi sempre i Turchi!
Incoraggiato dal papa, Domenico di Guzman fondò nel 1206 l'ordine dei Domenicani allo scopo precipuo di combattere l'eresia, la catara in primis. Visitò su incarico del papa la Linguadoca , e sollecitò il papa alla scomunica, che venne lanciata nel maggio 1207 contro Raimondo VI di Tolosa per la protezione che dava ai catari, e venne lanciato l'interdetto alle sue terre. Il 15 gennaio 1208 il legato pontificio venne ammazzato da un conte di Raimondo. Innocenzo III ne approfittò per proclamare la crociata contro i catari, nota poi come crociata contro gli Albigesi , dal nome di Albis considerato il centro dell'eresia. Risposero all'appello vari signorotti ed ecclesiastici del nord della Francia, assetati di sangue e di facile bottino. Accorse anche l'idealista Simone di Monfort coi suoi crociati Templari disoccupati e delusi dalla IV crociata. Domenico guidava l'armata colla croce.
Nel 1208 Filippo di Svevia veniva ucciso col veleno in una congiura ordita da Ottone di Wittelsbach, Il papa incoronò subito imperatore Ottone IV , pensando di poterlo controllare. Enrico di Andechs, figlio di Bertoldo IV, marchese d'Istria, fece da capro espiatorio del delitto commesso dall'Ottone, e venne privato del marchesato e di tutti i beni allodiali dell'Istria ( ma solo per qualche anno). Così l'Istria rimase senza marchese, cosa che convenne ai Veneziani ed alle città. Il patriarca aquileiese Volchero venne investito da Ottone IV delle provincie di Carintia ed Istria. Questa delle investiture era una cerimonia che si rinnovava ad ogni cambiamento.
Nel 1209 Ottone IV tentò di sottomettere il papa che in risposta lo scomunicò e proclamò imperatore in sua vece Federico II, figlio illegittimo di Enrico VI. E fu l'inizio di un'altra guerra.
In Francia intanto nel luglio 1209 i gloriosi crociati anti-eretici di Simone di Monfort, i Templari, presero Béziers massacrando 7000 fra donne, vecchi e bambini rifugiati in una chiesa, e saccheggiarono e incendiarono la città , a cominciare dalla cattedrale. Simone di Monfort divenne visconte di Béziers e di Carcassonne, e tolse a Raimondo VI tutti i suoi stati eccetto Tolosa e Montauban. Accorse a fianco di Raimondo Pietro II d'Aragona che venne sconfitto e ucciso da Simone nel 1213.
Nel 1215, dopo la battaglia di Bouvines, vinta dal Federico II, Ottone IV si ritirò e Federico II divenne re anche della Germania. Era la vittoria soprattutto del papa. Innocenzo III, al massimo del suo potere, convocò il IV Concilio Lateranense, cui parteciparono 285 vescovi. Vi partecipò anche il patriarca aquileiese Volchero . Innocenzo III proclamò solennemente che "l'eretico deve morire" e stabilì i criteri per identificare gli eretici: -tutti dovevano confessarsi e comunicarsi almeno una volta l'anno. Chi non lo faceva era sospettato di eresia. -tutti erano tenuti a dire al confessore i nomi di coloro che criticavano la chiesa. Venne elaborato anche lo schema degli interrogatori dei sospetti.
Il IV Concilio Lateranense tolse a Raimondo VI di Tolosa la giurisdizione su tutti i suoi stati e la guerra diventò totale. I crociati Templari sterminarono circa 60.000 persone, tutti gli abitanti di Albis e di Bezier, considerati catari - anche se i catari dichiarati , che a detta di S.Domenico, erano mitissime persone, erano sull'ordine di qualche centinaio! Saputo dello sterminio indiscriminato degli Albigesi, o Catari ecc.ecc. Innocenzo III esclamò: "Dio saprà distinguere gli eretici dai cattolici" ! (Qualcuno attribuisce la frase al santo Domenico di Guzman, qualcun altro all'abate Citeaux). Innocenzo III, forte dell'appoggio dell'imperatore di sua creazione e di questi strani (ma per noi oggi) monaci guerrieri, instaurò una monarchia assoluta che non tollerava più alcuna critica. Iniziava con lui l'orrore dell'Inquisizione, affidata ai santi padri domenicani per gli interrogatori ed agli sgherri imperiali e reali per i tormenti. Quindi il 25 giugno 1215 proclamò la quinta crociata e Federico II ad Aquisgrana pronunciò il solenne voto di parteciparvi, ma si guardò bene di partire. Nel 1216 morì anche quel terribile santo padre e gli successe Onorio III, non certo migliore. Nel 1218 anche Simone di Monfort morì nell'assedio di Tolosa ed i suoi Templari si sbandarono. La crociata si interruppe sino al 1226, quando lo stesso re di Francia Luigi VII la riprese servendosi dei crociati per estendere il suo regno come già avevano fatto i Veneziani. La crociata finì nel 1229 colla vittoria crociata ed il re regalò alla Santa Sede il feudo di Venasque in Valsusa, e venne fatto...santo! I Templari divennero ricchissimi. Ricevettero come ricompensa dal papa molti privilegi e regalie, feudi con molti servi e , ciò che fece gola a molti e li portò alla rovina nel secolo successivo, molto oro, frutto delle loro razzie in Francia ed in Oriente. Tra un massacro e l'altro però questi monaci iperattivi erigevano castelli, monasteri e chiese gotiche. 2 L'orgia di sangue iniziata ad Albis si propagò ovunque nell'Europa cattolica. La crociata contro gli Albigesi diede inizio anche in Italia allo sterminio dei catari di Alba e Concorezzo (presso Monza) - poveri e miti operai tessitori - e dei patarini ed arnaldisti di Milano e del Nord Italia. Era una mazzata a tutte le istanza libertarie che avevano fatto da sfondo al movimento dei Comuni. Annegava nel sangue ogni anelito di libertà ed eguaglianza . Ma fuggendo alle stragi gli eretici diffondevano in territori sempre più ampi le loro idee.
A Milano il podestà Oldrando bruciò in piazza gli eretici consegnatigli dagli inquisitori, e questo fatto venne commemorato come un vanto con una targa visibile ancor oggi sul Palazzo della Ragione della città che dice: "Catharos, ut debuit, uxit" cioè bruciò i catari come doveva!
Intanto la quinta crociata stentava a partire. Nel settembre 1217 erano sbarcati a S.Giovanni d'Acri Leopoldo d'Austria e Giovanni di Brienne che volevano attaccare l'Egitto. Ma non avendo ancora forze sufficienti dovettero attendere nuovi arrivi ed il maggio 1218 misero l'assedio a Damietta sul Nilo, che venne presa e saccheggiata solo nel novembre 1219. Le cose andavano a rilento e senza entusiasmo. Nel 1220 a Roma Federico II venne solennemente re-incoronato imperatore da papa Onorio III. Vi partecipò pure il patriarca Bertoldo , fedele amico di Federico, con 2000 cavalieri. Ma di partire per la crociata a Federico non gli andava proprio. Dovette accettare però di sostenere la chiesa nella lotta contro l'eresia, prestandosi a divenire il braccio secolare dell'Inquisizione. Quella resterà la sua macchia, in contrasto col suo atteggiamento illuminato di curiosità per la grande civiltà araba. Nel maggio 1221 giunsero a Damietta 500 cavalieri tedeschi dell'Ordine Teutonico al comando di Ludovico di Baviera e del Gran Maestro Ermanno von Salza che si aggiunsero ai crociati già presenti ed assieme iniziarono la marcia verso la Terra Santa. Dovevano essere molto impressionanti poiché il sultano d'Egitto offrì loro Gerusalemme senza nemmeno combattere: ma questi bravi monaci che avevano il divieto papale di trattare cogli infedeli preferivano il sangue! Così nella battaglia di Al Mansur, svoltasi il 24 luglio 1221, vennero clamorosamente sconfitti, ed in agosto se ne tornarono a casa con le pive nel sacco e le ossa rotte. Onorio III incitava intanto Federico II a partire, ma questi continuava a tergiversare e si intratteneva con filosofi, matematici, astronomi, poeti infedeli , ammirato della superiore civiltà araba. Nel 1227 Onorio III morì e gli successe Gregorio IX che proclamò nuovamente quella quinta crociata mai partita al completo, incitando anch'egli invano l'imperatore a parteciparvi.
Nel 1228 Gregorio IX scomunicò Federico II. Bertoldo si schierò dalla parte di Federico II. Il papa gli scrisse una lettera minacciosa. Bertoldo allora si rifugiò presso il re d'Ungheria. Il papa lo raggiunse con nuove minacce. Gregorio IX intensificò la caccia all'eretico, promulgò la pena di morte per gli eretici e fece santo il famigerato Domenico di Guzman responsabile della strage degli Albigesi. Federico II partì finalmente nel 1229 controvoglia ma con ben 500 navi. Invece di spargere sangue parlamentò col sultano d'Egitto con successo la restituzione pacifica di Gerusalemme, Betlemme e Nazareth, che gli vennero date senza guerra, e venne incoronato re. E se ne tornò contento, ma il papa si infuriò di quegli accordi cogli infedeli! Preferiva il sangue! Bertoldo riuscì poi, assieme ad altri principi, ad ottenere dal terribile papa il perdono per Federico II e per se.
I nobili cavalieri pregavano, facevano voti e facevano pregare i preti per vincere le guerre ne più ne meno come i pagani coi loro sacrifici agli dei. La stessa costruzione di chiese e monasteri veniva associata a vittorie militari ottenute in battaglie combattute per interessi materiali, spesso contro sovrani considerati pii e religiosi. Il monastero di Kostanjevica, ad esempio, fu eretto nel 1227 come voto per la vittoria di Bernardo nella battaglia di Wollsberg contro il vescovo di Bamberga nel 1225 per il possesso di feudi. Così per un ponte sulla Drava nel 1227 Bernardo fece guerra al vescovo Ekbert, nobile di Merano, che fece prigioniero in battaglia. Intervennero come pacieri l'arcivescovo di Salisburgo Eberhard II (1201-1246) ed il duca d'Austria Leopoldo. Il ponte venne demolito, il vescovo Ekbert liberato, ed il duca Bernardo ricevette un indennizzo di 1000 marche d'argento per la rinuncia al ponte.
Il messaggio evangelico era lettera morta sin dai tempi di Costantino. In definitiva quel cristianesimo era sempre stato solo paganesimo e superstizione. Questo era ciò che giustamente affermavano gli eretici.
Non desta quindi meraviglia che l'eresia catara - valdese si fosse diffusa ampiamente anche nell'Austria!
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Ad Anagni nel 1230 Federico II si rappacificò con Onorio III.
Nel 1239 scoppiò una furiosa guerra fra guelfi e ghibellini in conseguenza della scomunica lanciata da Gregorio IX a Federico II per il suo rifiuto di partire con una nuova crociata. Federico non ne poteva più di crociate. Il figlio di Federico, sobillato dal papa, si ribellò al padre scomunicato e venne da questi fatto prigioniero ed imprigionato in Puglia.
Il papa Innocenzo IV, succeduto nel 1243 a Gregorio IX, al IV Concilio di Lione, nel 1245, scomunicò Federico II e rilanciò la VI crociata intensificando la persecuzione degli eretici. L'imperatore marciò coll'esercito su Lione contro il papa, ma dovette tornare indietro per assediare Parma caduta nel frattempo in mano ai guelfi. Nel 1248 una coalizione guelfa lo sconfisse e poco dopo suo figlio Enzo cadde in mano ai Bolognesi guelfi.
La VI crociata intanto stentava sempre a partire. I tedeschi non vi potevano partecipare perchè i crociati dell'Ordine Teutonico erano già impegnati nella cosiddetta Crociata contro i Pagani , mentre era in pieno sviluppo la contemporanea Crociata contro gli Eretici. I cavalieri liberi da queste incombenze si scannavano in guerre feudali. Partì da solo il re di Francia Luigi IX che venne fatto prigioniero dagli Arabi.
La crociata contro i pagani in Prussia, nel Baltico ed in Russia
Per sorprendente che sembri, quel lontano Nord venne cristianizzato ammazzando i pagani! I cavalieri dell'Ordine Teutonico, tornati scornati dall'infelice V Crociata del 1221, rimasti pericolosamente disoccupati, nel 1226 avevano ricevuto l'ordine da Gregorio IX e Federico II di andare con le loro spade a salvare l'anima ai Prussiani che vivevano senza sovrano... nella schiavitù di Belal (un diavolo)...e nel giogo del peccato ...Federico II vedeva l'occasione di un'espansione a Nord dell'impero e contemporaneamente di stornare la crociata contro gli Arabi che egli invece ammirava e non voleva combattere. La lotta al peccato, spada in pugno, era la passione del Gran Maestro dell'Ordine Teutonico Ermanno von Salza che partì tosto per quell'entusiasmante impresa, passando dalle sabbie dell'Egitto alle nevi del Nord come nulla fosse. (che fisico!). Nel 1243 la Prussia era già divenuta feudo dell'Ordine Teutonico. Visto il successo della Crociata contro gli Albigesi Gregorio IX aveva promosso anche la Crociata contro gli Eretici del Centro Europa. Ottenne l'indispensabile appoggio di Federico II che parificò l'eresia al delitto di lesa maestà. Questa crociata venne condotta dal fondatore dell'Ordine dei Domenicani tedesco, il Grande Inquisitore Corrado di Marburgo , che per le sue crudeltà in Germania, Ungheria, Boemia, paesi slavi e scandinavi venne assassinato nel 1233. La crociata contro i pagani venne continuata dal successivo Gran Maestro Ermanno von Balk.
Il risultato della crociata contro i pagani e gli eretici fu che venne sterminato almeno il 40% della popolazione tra la Vistola ed il Neman, che passò da circa 170.000 abitanti a 90.000!
I re polacco Svantopluk fece subito guerra all'Ordine Teutonico per il possesso dei territori dei Prussiani. Il papa dovette mandare dei legati per far smettere quella guerra facendo far la pace di Christburg del 1249. ---------------------------------
Il 12 giugno 1248 solamente Luigi IX era partito per la VI crociata coi suoi Templari. Dopo un lungo assedio ad Al Mansurah venne però catturato dagli Arabi. Lasciato generosamente in libertà nel 1250 con la speranza che se ne andasse, Luigi IX volle invece riprendere la guerra santa e chiese invano aiuto ai principi cristiani, ma nessuno rispose. ------------------------------------ Nel 1250 Federico II moriva nel suo regno in Puglia. Gli succedeva il figlio Corrado IV, scomunicato anch'egli, che battè le truppe di Innocenzo IV - succeduto a Gregorio IX - e sottomise le Due Sicilie. Sorgevano nell'Italia settentrionale le prime Signorie. La parte della popolazione dedita ai commerci ed alle industrie, e per esse arricchitasi, la nascente borghesia, aliena per sua natura dai furori delle passioni ideologiche, provava il bisogno di un governo costante e durevole, e finì per augurarsi che vi fosse un uomo forte, al disopra delle parti, che rappresentasse la giustizia e la legge, rimettesse l'ordine nella città e sapesse mantenerlo . Di queste aspirazioni seppero approfittare coloro che erano alla testa dei comuni: i podestà od i capitani del popolo. Questi, scelti generalmente fra i nobili dei dintorni avvezzi al comando ed alle armi, in qualche momento difficile della vita pubblica del Comune afferrarono l'occasione opportuna per farsi acclamare Signori dal popolo ed organizzare delle piccole monarchie autoritarie 3 ispirandosi alla monarchia autoritaria della chiesa cattolica romana.
Nel 1251 il ghibellino Ezzelino da Romano divenne Signore di quasi tutte le città del Veneto e tentò di sottomettere le città lombarde. Egli protesse i catari ed i valdesi. Ciò depone a suo favore, malgrado che Dante l'abbia condannato al suo Inferno come un tiranno!
La caccia agli eretici catari e valdesi venne assecondata anche da Corrado IV che li considerò, al pari di suo padre, rei di lesa maestà. Ci fu una disperata resistenza popolare che si protrasse per secoli. Alcuni inquisitori, particolarmente feroci, vennero linciati anche in Italia. Ciò avvenne ad Orvieto, Parma, Piacenza e soprattutto in Piemonte, dove i valdesi erano molto numerosi. L'inquisitore Pietro da Verona, domenicano, venne linciato nel 1252. Quell'anno Innocenzo IV riorganizzò i Tribunali dell'Inquisizione, li dotò di un Codex Tormentorum (Codice delle torture), e rilanciò la lotta all'eresia catara-valdese con la bolla Ad extirpanda (da estirpare). Vennero allora costituiti dei corpi armati speciali di protezione degli inquisitori. La Chiesa inventò allora il prototipo delle polizie di tutte le successive dittature. Ma la lotta all'eresia venne lanciata anche sul piano dottrinale.
Ciò ebbe un effetto straordinario e non previsto: alcuni teologi per confutare le tesi catare ricorsero alla logica aristotelica che era stata tramandata dagli Arabi. Una contraddizione nella quale la Chiesa rimase invischiata. La pretesa infatti che solo nel pensiero dei Padri della Chiesa e nei Dogmi papali ci fosse la verità (la Patristica e la Dogmatica, cardini della Teologia) veniva confutata dal ricorso ad un antico filosofo pagano tramandato dagli Infedeli che erano considerati per giunta i principali nemici contro i quali si promuovevano le Crociate! Senza volerlo quindi proprio questi teologi aprirono le menti al pensiero speculativo razionale che sarà il più subdolo nemico della dogmatica! Il mondo della scienza moderno basato sulla matematica e la logica, soprattutto il mondo dei computers, è debitore a questa riscoperta medievale della Logica Formale! I sillogismi di Aristotele che dovevano servire, secondo S.Tommaso d'Aquino, a dimostrare la giustezza dei dogmi e della patristica - sino alle famose cento dimostrazioni logiche dell'esistenza di Dio - non solo serviranno nei secoli dell'Illuminismo a dimostrare anche l'esatto contrario, ma utilizzate nell'Ottocento dal matematico George Bool serviranno da fondamento della Logica delle classi (Class Logic), utilizzata poi per la Logica degli interruttori (Switch Logic) utilizzata dapprima nelle centrali telefoniche automatiche e negli automatismi degli ascensori e nell'automazione, e poi, con lo sviluppo dell'Elettronica, alla realizzazione di quelle meraviglie del pensiero razionale che sono i COMPUTERS! Le vie della Divina Provvidenza sono infinite, direbbe un teologo... ----------------------------- Pure i Romani non ne potevano più del papa e dei nobili. Lo avevano già dimostrato nel secolo prima con la loro Repubblica Cattolica di Arnaldo da Brescia. Nel 1252 fecero un'altra rivoluzione "democratica" che portò al potere a Roma il nobile bolognese Brancaleone d'Andalò, il quale, eletto podestà, divenne subito dittatore e sbarazzò la città ed il Lazio dalle odiatissime famiglie nobili dei Colonna, Orsini, Annibaldi, Conti, Caetani, in eterna lotta fra di loro per la preminenza sulla città. Innocenzo IV venne fatto prigioniero e dovette sottomettersi agli Statuti democratici! (La repubblica di Brancaleone durò sino '58. Dal '60 al '72 i papi furono cacciati da Roma.) -------------------------------- L'imperatore Corrado IV morì improvvisamente nel 1254. Il figlio Corradino, pure scomunicato, ereditò il regno in Puglia, ma essendo ancora troppo giovane restò in Germania. Morì anche Innocenzo IV e gli successe Alessandro IV, nipote di Gregorio IX, scatenato anch'egli contro gli eretici. Manfredi, il figlio naturale di Federico II, difendeva intanto il regno ereditato dal padre in Puglia dagli assalti degli eserciti papalini.
Quell'anno, sempre il 1254, Luigi IX se ne tornò scornato dalla sua fallimentare VI crociata. Nel 1257 ad Aquisgrana, a dispetto di Corradino, una parte dei nobili tedeschi elesse imperatore Riccardo di Cornovaglia, fratello del re d'Inghilterra Enrico III, crociato gradito al papa. Ciò scatenò una lunga crisi in Germania, che venne dilaniata da continue guerre di fazione. Il potere reale dell'imperatore era ormai ridotto a poco o niente. Molte città del Nord vennero allora governate dai mercanti, le cosidette città anseatiche 4 che iniziarono ad associarsi in una Lega, sottomettendo la nobiltà e sfruttando la sua bellicosità per espandere ad Oriente i suoi mercati. L'Ordine Teutonico venne utilizzato dai mercanti anseatici a questo scopo, ben più razionale di quello religioso dell'assurda lotta al peccato, per estendere sempre più ad Oriente i loro mercati! Nelle terre svuotate dai sanguinari monaci teutonici accorrevano contadini tedeschi in fuga, spesso eretici! Sorsero nuove città anseatiche, e da allora i Tedeschi risiedettero in quelle regioni. Nascerà così poi la Prussia Orientale. ------------------------------ E torniamo in Italia. Ezzelino da Romano, che dominava con la sua Signoria quasi tutto il Veneto, contrastato dalla potente famiglia guelfa dei Della Torre di Milano, venne sconfitto nel 1258 nella battaglia di Cassano nel tentativo di sottomettere la Lombardia. Morì in prigione pochi giorni dopo e tutta la sua famiglia venne sterminata. I guelfi Della Torre divennero signori di Milano, i Della Scala signori di Verona, gli Estensi signori di Ferrara. E tutti si scatenarono alla caccia all'eretico! Nel 1264, l'imperatore Riccardo accorse in difesa del fratello prigioniero nell'Inghilterra invasa dai Francesi (era in corso la Guerra dei cent'anni), ma venne catturato ed imprigionato. Ormai dell'impero romano germanico rimaneva solo il nome.
Manfredi, difendendo con successo il regno di Puglia dagli eserciti papalini rialzava intanto la bandiera ghibellina in tutta Italia. I ghibellini ripresero Firenze ed allora il papa chiamò in aiuto i fedelissimi francesi. Carlo d'Angiò nel 1266 calò in Italia sconfiggendo i ghibellini a Benevento. Manfredi morì combattendo, e gli fu negata persino la sepoltura, in quanto scomunicato.
Nel 1267 Papa Clemente IV(1265-1268), smanioso anch'egli per la sorte della Terra Santa riconquistata inesorabilmente dagli Arabi, lanciò la VII crociata. Rispose ancora una volta solo il solito zelante Luigi IX. Gli altri sovrani cristiani avevano ben altre gatte da pelare.
Invocato dai Ghibellini, Corradino, fattosi maggiorenne, scese in Italia ma venne sconfitto nel 1268 nella battaglia di Tagliacozzo negli Abruzzi e catturato mentre era diretto verso Pisa ghibellina. Venne portato a Napoli e messo a morte da Carlo d'Angiò. Con la sua morte si estingueva la dinastia degli Svevi.
L'imperatore Riccardo, liberato nel 1268 dopo la vittoria del nipote Edoardo sui Francesi, tornò in Germania .
I cavalieri feudali francesi di Carlo d'Angiò, dopo la vittoria su Corradino, non se ne andarono e si installarono nel Meridione d'Italia. Carlo d'Angiò entrò in conflitto con il papa che pretendeva la sovranità su quei territori. Bloccò di conseguenza la sua Inquisizione, e per dispetto lasciò stabilirsi nel suo regno gli eretici. (Ma il popolo meridionale venne oppresso dal feudalesimo angioino maggiormente che dagli svevi, al punto che nel 1282 i Siciliani insorsero ammazzando tutti i Francesi nei famosi "Vespri". Ma non vollero passare sotto il papa e vennero perciò scomunicati. )
In Toscana i Comuni si emanciparono dai vescovi conti più tardi dei Lombardi e dei Veneti. Firenze, inizialmente comune libero ghibellino, dopo la vittoria di Carlo d'Angiò divenne guelfa .
Nel 1274 Gregorio X rilanciava invano al Concilio di Lione la mai partita VII crociata. A parole aderirono l'imperatore Rodolfo I assieme a Carlo d'Angiò, Filippo III l'Ardito e Giacomo I d'Aragona. Ma era un pro forma e non se ne fece nulla. Ormai alle crociate nessuno in fondo ci credeva più. Persino nella chiesa cominciavano a serpeggiare dubbi su quel mezzo feroce di diffondere il Verbo dell'Amore Cristiano. In fondo gli unici ad averci guadagnato erano stati i Veneziani che avevano deviata la quarta crociata per farsi l'Impero Latino.
...Nel 1296, sistemati i conti coi Colonna, Bonifacio VIII cercò di rovesciare Filippo il Bello, re di Francia, minacciandolo di scomunica perchè questi aveva osato trattenere in Francia il danaro raccolto dal clero destinato a lui; ma dovette recedere di fronte alla sua decisa reazione.
Su Filippo il Bello era sospesa la spada di Damocle dei monaci guerrieri dell'Ordine Templare, un vero stato nello stato, che però non vennero utilizzati dal papa ( i conti con loro il re li farà di li a qualche anno). Sempre a corto di soldi Bonifacio VIII fece la grande invenzione dell'Anno Santo, inaugurando il turismo di penitenza con relativo obolo, che portò nel 1300 ben 2.000.000 di pellegrini a Roma che riempirono di denaro le casse vaticane. Era lo sfruttamento pratico del Purgatorio, sino allora inesistente nella religione cattolica, parto dei teologi che forse non si resero conto a quale abiezione porterà la Chiesa quella scoperta, che si mise da allora in poi a vendere le indulgenze per l'anima dei defunti. (E porterà nel '500 alla rivolta protestante). Anche le candele da accendere per invocare l'aiuto divino resero al papato molti quattrini. Da allora la cera ed il sego diverranno oggetto di decime e privilegi! Negli archivi vescovili le candele acquistate in chiesa sono annotate scrupolosamente, il che ci permette di conoscere molti particolari altrimenti impossibili da sapere. Tutte le cerimonie religiose - battesimi, cresime, nozze, funerali - vennero messe in vendita. Creò insomma una economia basata sulla Fede.
... L'Italia era squassata da continue guerre fra le Signorie, e dopo la vittoria dei guelfi le città si erano nuovamente divise fra bianchi e neri ammazzandosi con passione. Allora non esisteva il "calcio", e le partite si giocavano con le teste! Forse è da quell'epoca che viene l'acceso campanilismo degli Italiani... Chi ne fece le spese fu soprattutto Firenze che, coll'aiuto dei Francesi di Carlo de Valois inviato da Bonifacio VIII per restaurare la pace e l'ordine, nel 1301 passò sotto i Neri che coi loro disordini avevano provocato l'intervento. La nobiltà ed il clero ebbero la loro rivincita e fu allora che Dante e migliaia di fiorentini fuggirono o vennero espulsi.
Inebbriato dal successo economico e politico dell'Anno Santo, nel 1301 Bonifacio, che affermò a diversi stupiti ambasciatori di non credere in Dio, paradossalmente emise la bolla sulla superiorità del papa su tutti i re e principi del mondo in quanto rappresentante di Dio in terra! Mirava in sostanza a recuperare l'oro dalla Francia! Filippo il Bello, cui era diretto lo strale, convocò allora per la prima volta i Tre Stati, cioè i nobili, il clero ed i rappresentanti delle città demaniali che si espressero unanimi per l'indipendenza dello Stato di fronte alla Chiesa. Strinse anche un'alleanza con l'imperatore Alberto in funzione anti papale. Alberto aspirava a riprendere la tradizionale politica verso l'Italia, ma poi si alleò a Bonifacio VIII rinunciando ad impegolarsi nel ginepraio italiano, ricevendo le contumelie di Dante che lo aveva invocato.
Nel 1303 Bonifacio si ritirò ad Anagni da dove lanciò la scomunica contro Filippo il Bello, ma Guglielmo di Nogaret, ambasciatore di Filippo, assieme ai soldati del cardinale Sciarra Colonna, con un colpo di mano lo fecero prigioniero. Venne liberato per l'intervento degli armati della famiglia Caetani e tornò a Roma dove però morì tre giorni dopo in un accesso d'ira all'arrivo del Nogaret col suo esercito! Filippo il Bello aveva vinto!
Nel 1304 venne eletto papa Benedetto XI, Niccolò Boccassini, trevigiano, Generale dei domenicani. Questi prosciolse dalla scomunica Filippo il Bello ma scomunicò Guglielmo di Nogaret e Sciarra Colonna. Di conseguenza morì avvelenato poco dopo! Scoppiarono disordini a Roma ed il Conclave si riunì a Perugia. Raccomandato da Filippo il Bello, nel 1305 venne eletto papa Clemente V ('305-'314), l'arcivescovo di Bordeaux Bertrand de Got. Questi non si recò a Roma in preda alle fazioni ma a Lione dove venne incoronato.
Il papa francese Clemente V, nemico della povertà, non transigeva in fatto di danaro: aveva la scomunica facile e perseguitò i francescani spirituali nemici dello sfarzo papale.
Nel 1309, Clemente V trasferì la sede papale ad Avignone, fra grandi lussi e comodità. I cardinali ne furono contenti, mentre a Roma l'aristocrazia nera continuava a scannarsi. Nel 1311 Clemente V convocò il 15° concilio ecumenico a Vienne in Francia. Vennero in quell'occasione approvate le Costituzioni Clementine. Filippo il Bello pretendeva che venisse processato post mortem il papa Bonifacio VIII, ma non ci riuscì . Il concilio durò sino al 1312. Nel 1314, su istigazione di Filippo il Bello, venne scomunicato l'Ordine dei Templari, il ricchissimo esercito crociato di monaci guerrieri, sconfitto dagli Arabi e ridotto da tempo a carnefici dell'Inquisizione. Vennero disarmati di sorpresa, i loro beni sequestrati ed i monaci - crociati consegnati all'Inquisizione. Una sessantina di roghi sterminò il vertice, mentre a migliaia i monaci - crociati finirono la loro vita nelle prigioni.. Si potrebbe commentare citando il Vangelo: Chi di spada ferisce di spada perisce! Il papa si spartì con Filippo il Bello le loro enormi ricchezze e morì poco dopo, il 3 gennaio 1315. "
Questi sono i fatti. L'esoterismo è una stronzata oscurantista di menti allucinate!
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