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povera Longaron, povera Longaron, povera Longarone
by malvivent Friday, Oct. 10, 2003 at 12:37 AM mail:

Il Presidente visita Longarone per ricordare il Vajont: ma è un ricordo monco, la pietà per le vittime è solo una coperta sotto la quale si nasconde una tragedia annunciata, preparata da dei criminali

povera Longaron, pov...
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Vajont, 9 ottobre 1963

povera longaron, povera longaron, povera Longarone
40 anni fa alle 22.39 quasi duemila persone non sapevano di essere già morte. In quel momento, infatti, dal Monte Toc si staccava una frana con un fronte di oltre 3 chilometri, di 270 milioni di metri cubi di fango e roccia. La frana cadeva nell'invaso della diga del Vajont, alzando un'ondata d'acqua di più di 50 milioni di metri cubi d'acqua che spazzò via l'abitato di Longarone ed assieme ad esso la vita dei suoi abitanti. La potenza di due bombe atomiche di Hiroshima.

Ci vollero anni perché la verità su quella strage emergesse: il processo ai dirigenti dell'ENEL e della SADE si concluse con la condanna di alcuni dirigenti delle due società. Ma solo dopo l'orazione civile di Marco Paolini la tragedia del Vajont apparve in tutta la sua tragicità come un intreccio tra interessi privati e pubblici che torna tristemente d'attualità con la pantomina sul black-out che ha colpito l'Italia poco tempo fa. Più centrali, meno controlli: e la lezione viene dimenticata, o forse non è mai stata imparata.

Notizie complete sul Vajont: http://www.vajont.net | Le celebrazioni ufficiali: comune di Longarone | Media mainstream: l'intervista di Mauro Corona al Piccolo di Trieste.

Intanto il Presidente Ciampi a Belluno dice: "ammirevole opera di ricostruzione": ma il tessuto sociale è stato distrutto, la comunità di Erto e Casso dispersa tra Longarone nuova e Belluno, in comode e impersonali casette a schiera. Gran parte delle vittime non ha mai visto il risarcimento promesso dall'ENEL e da Montedison, e le parti civili sono state fatte tacere col sistema della transazione extragiudiziale: la nostra Bophal aspetta ancora giustizia, e questo anniversario è un'occasione perduta.

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memoria
by luca Saturday, Oct. 11, 2003 at 11:44 AM mail:

non scrdiamoci anche di tina merlin

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giusto!
by malvivent Saturday, Oct. 11, 2003 at 1:35 PM mail:

links su chi era Tina Merlin, la giornalista de 'L'Unità' che denunciò per prima la pericolosità della diga del Vajont:

http://www.provincia.venezia.it/medea/tina_merlin/tina_merlin.htm
http://www.prometeo.it/caimirano/masegno/ottobre2000/P04.htm

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Come depredare la vita
by Paolo Wednesday, Oct. 22, 2003 at 1:46 PM mail: mettomao@tin.it

In tutti questi anni ho avuto la fortuna di conoscere qualcuno che ha vissuto sulla propria pelle quel, diciamolo bene, eccidio.
Ogni volta che vedo la diga non mi passa per la testa il terrore della sua imponenza, ma la malinconia di pensare a quella gente e di come è stata depredata dell'esistenza.
Non intendo solo dei morti, ma dei vivi! Quante famiglie oltre alla morte hanno subito l'umiliazione e la speculazione? Quante poi sopravvivono nel grigiore più totale solo perchè non erano di Longarone? Eppure si sono viste prima portar via le case e le terre, poi remunerare con pochi spiccioli una rapina legalizzata.
Col tempo ho capito perchè gli Ertani sono duri, leali ma diffidenti, lavoratori ma gelosi delle proprie poche cose che gli sono rimaste.
Le prime lacrime le feci che ancora non esisteva "Paolini famoso", ma semplicemente un vecchio amico che perse la madre a Pineda e che mi raccontò la sua storia, ma ringrazio l'attore per la sua voglia e coraggio di aprire i nefasti segreti di questo stato affinchè la gente sappia. Grazie anche alla Merlin e a tutte le persone che hanno reso possibile la conoscenza dei fatti REALI nascosti dietro questo dramma.

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Ricordare il Vajont
by Heyctonynbom Friday, Oct. 24, 2003 at 9:42 AM mail: rex516@lifegate.it

Desidero ricordare che, sotto quella montagna sepolta, i resti del fianco del Monte Toc, sotto il bacino, essiste un sifone, questo sifono per loro serviva in caso fosse succeso qualcosa; La cosa grave la tragadia la avevano prevista, a Pavia nell'epoca della costruzione venne realizato un modelino in scala ridotta con il seguente esperimento, diga piena con devastazione di "materiale non identificato".
Questo e un fatto importante perche esso ci dice una cosa più importante delle altre, che la diga a retto, no per niente gli ingegneri vennero chiamati a costruire l'imponete diga (baccino) del mar Rosso che separa dal Mediterrane.
Quella diga doveva anche essere un progetto di serbatoio per altre dighe a valle e non era solo un serbatoio "idroeletrico" per la centrale eletrica a valle.
La cosa comunque importante e che se parla poco che sotto il bacino esiste il "sifone" credo di 5.000mm di diamero. Altri Menti non si spiegherebbe che la diga non ostante tutto e piena! (Dopo il fianco del monte si rovescio, uccidendo tutte quelle famiglie)
Esso ce e la cosa incredibile che e collocato propio dove a ceduto il monte "Toc".
Sue questa cosa dovrebbe dare una risposta e tutte le compagnie energetiche che hanno gestito il bacino.

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ricordare, innanzitutto
by stefano Monday, Nov. 03, 2003 at 6:45 PM mail:

mi sono recato lo scorso anno (novembre 2002)nelle zone interessate alla tragedia.
Avevo 12 anni nel 1963, ma quell'evento è rimasto in una parte del mio cervello.
Dopo aver visto il film "Vajont", la performance teatrale di Paolini, letto il libro di Tina Merlin, esplorato il web, mi sono sempre chiesto il motivo di questa negazione della verità ed il mancato coinvolgimento di alcuni personaggi politici dell'epoca: se non sbaglio il ministro dei lavori pubblici era Zaccagnini.
Ma sopra tutto, sono ancora viventi alcuni dei responsabili di questa "Ustica montana"?
Ormai il tessuto sociale è stato sradicato per sempre e la Longarone di oggi è un esempio eclatante di squallore.

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