bene sono arrivate due e-mail sempre su sta lista Aria_Bin_Aria (lista appena creata per la riunificazione dell'"Area" in vista delle europee 2004) sulla manifestazione del 13 dicembre La prima mail racchiude i due comunicati di Identità Europea, la seconda invece proviene dal Mov Soc.F.Tricolore di Venezia e fa delle considerazioni non da poco sulla manifestazione. p.s. notate sempre a chi sono messe in cc le mails.... la prima in cc a 13dicembre@iraqlibero.net (per cui nn dicano di non essere al corrente di che cazzo stanno a fa i fasci) la seconda ha come indirizzi in cc da azione giovani ad esponenti di Mov Fascimo Libertà e non per ultimo ma moltooooooooooo interessante "orionseb@tin.it"... non vi ricorda nessuno????????? a me si Alessandra Colla.......
1- -------- Original Message -------- Subject: [Area_Bin_Aria] 13 dicembre: TUTTI A ROMA!!!!!!!!!!!! Date: Fri, 28 Nov 2003 00:15:20 +0100 Wrom: XFGGMEPYOQKEDOTWFAOBUZXUWLSZLKBRNVWWC Reply-To: Area_Bin_Aria@yahoogroups.com To: <Area_Bin_Aria@yahoogroups. com> CC: 13dicembre@iraqlibero.net
- Alla cortese attenzione di tutti i Soci e gli Amici di Identità Europea LORO SEDI
L'Associazione "Identità Europea", preso atto dei tentativi di palese criminalizzazione di tutti coloro che in Italia continuano a manifestare con coerenza la propria opposizione alla strategia militarista del governo USA, ed alla retorica maccartista dei collaborazionisti europei, desidera far riflettere tutti i propri Soci ed amici con queste parole, che il nostro Presidente, prof. Franco Cardini, ci ha inviato proprio ieri, e che condivido fino in fondo. A margine della questione, una nota essenziale: di fronte al sacrificio dei nostri soldati rivendichiamo che la solidarietà con essi e il nostro appoggio alla Resistenza del popolo iraqeno contro l'invasione non sono in contraddizione, anzi sono profondamente coerenti: dal momento che il nostro stesso governo insiste nel fatto che non siamo in guerra, quindi i combattenti irakeni non sono nostri nemici e anche eventuali attacchi nei nostri confronti non vanno giudicati atti di guerra, bensì conseguenze dei malintesi prodotti dall'ambiguità politica del governo statunitense, cui purtroppo il nostro governo sembra adeguarsi con un entusiasmo degno veramente di miglior causa. E tutta la retorica possibile sul terrorismo non toglie un'oncia di responsabilità a chi ha mandato al massacro i nostri carabinieri e soldati continuando a raccontare che, appunto, in guerra non andavano.
Il Coordinatore nazionale Adolfo Morganti
Firenze, 23.11.2003.
Cari Amici,
Vi prego di prender buona nota di quanto segue.
Nello scorso mese di ottobre ricevetti, tramite alcuni amici di sicura serietà, un invito dal "Campo Antimperialista" ad aderire alla manifestazione di solidarietà per la Resistenza irakena programmata per il 6.12.2003 a Roma; in seguito, essa è stata rinviata al 13.12.2003.
Al riguardo sono nati molti malintesi e si sono verificati molti spiacevoli tentativi di strumentalizzazione. Ritengo pertanto specificare quanto segue, pregandoVi di prenderne buona nota e invitandoVi a comportarVi secondo coscienza, ma tenendo conto - se volete - della mia posizione.
Alcuni fra gli aderenti alla manifestazione hanno eccepito sulla mia persona: non ne ho tenuto conto, e gli organizzatori mi hanno assicurato di non tenerne conto. Insieme con Costanzo Preve, abbiamo altresì convenuto che per quanto ci riguarda non accetteremo che dalla manifestazione sia esclusa la bandiera italiana, come da qualcuno suggerito: la bandiera tricolore è simbolo di tutti gli italiani, non del nostro Governo che purtroppo si è - forse al di là delle intenzioni di alcuni suoi membri - obiettivamente compromesso con la coalizione occupante l'Iraq; la bandiera è il simbolo del popolo italiano che, come i sondaggi dimostrano - è nella sua decisa maggioranza contrario alla guerra di aggressione.
Insieme con lui, abbiamo altresì auspicato che durante la manifestazione non sia recato offesa ad alcun pololo attraverso oltraggi alla sua bandiera: a cominciare dal popolo statunitense, obiettivamente vittima esso stesso della politica d'aggressione perseguita dal governo Bush. La nostra protesta sarà diretta contro il governo Bush, quelli che lo appoggiano e le multinazionali di cui essi sono Comitati d'Affari: non contro i popoli.
Inoltre, lo sventurato episodio di Nasiriyah ci pone dinanzi alla tragedia dei nostri soldati caduti nell'esercizio del loro dovere, in quanto inviati là da un Governo le scelte del quale non approviamo, ma che resta pur sempre il legittimo Governo della Repubblica Italiana. I caduti di Nasiriyah sono i nostri Caduti, hanno perduto la loro vita al servizio della Patria: a loro vanno onore e riconoscenza. Dobbiamo altresì rispettare profondamente le loro convinzioni: essi erano senza dubbio in Iraq per svolgere una missione di pace. La responsabilità del fatto ch'essi fossero in effetti coinvolti in una guerra non può essere in alcun modo loro addebitata: essa ricade sul Governo italiano che si è fatto obiettivamente complice di quello statunitense, che gli ha concesso le sue basi per l' attacco all'Iraq, che ha accettato l'unilaterale entrata in guerra di Bush e la non meno unilaterale dichiarazione che la guerra era finita e la pace ristabilita. Della grave ambiguità, anzi dell'inganno in forza del quale i nostri militari sono stati formalmente impegnati in una missione di peacekeeping e si sono poi trovati coinvolti in un'azione di guerra, i governi Bush e Berlusconi sono responsabili: non i nostri soldati, che sono caduti facendo il loro dovere e obbedendo agli ordini dei loro superiori. Non accetteremo pertanto che nessuno li definisca "mercenari" o insulti in alcun modo la loro memoria. Sia reso onore al loro sacrificio.
La manifestazione del 13 dicembre non ci vedrà pertanto solidali con essa qualora il suo carattere assumesse un tono denigratorio per i nostri soldati o un tono apologetico nei confronti del terrorismo internazionale, che costituisce un pericolo per tutti. Dev'esser chiaro che noi siamo e ci sentiamo impegnati fortemente a combattere il terrorismo internazionale. A tale riguardo, tuttavia, bisogna sottolineare sue cose:
1.. Una delle ragioni più decise per schierarsi contro la criminale avventura del governo Bush in Iraq era che l'aggressione avrebbe sicuramente spinto a simpatizzare per il terrorismo e ad affiancarne se non addirittura ad appoggiarne le forze una buona parte degli irakeni e anche molti in tutto il mondo arabo e musulmano. La lotta contro il terrorismo è stato uno degli alibi del governo Bush per l'aggressione contro Afghanistan e Iraq; la permanenza del pericolo terrorista gli serve per continuar a perpetrare la sua politica di aggressione e di occupazione. Bush ha bisogno del terrorismo per giustificare le sue scelte. Il "partito di Bin Laden" è obiettivamente il primo alleato della politica di Bush. D'altra parte, tale politica aggressiva offre a Usama bin Laden e agli altri della sua risma l'alibi per allargare la loro influenza, raccogliere simpatie e complicità, rafforzare il loro fronte terroristico. Fondamentalisti e terroristi occidentalisti e fondamentalisti e terroristi islamici si sostengono e si giustificano a vicenda. 2.. D'altronde, purtroppo il terrorismo resta l'ultima arma dei popoli che si sentono schiacciati da un aggressore infinitamente più forte sotto il profilo militare: in questo caso, le azioni a carattere terroristico che si verifichino sul territorio interessato dall'aggressione e dall'occupazione vanno contestualizzate nel quadro di quella lotta per il recupero della libertà ch'è diritto dei popoli riconosciuto dalla Convenzione di Ginevra. Anche durante la seconda guerra mondiale la Resistenza compì azioni che tecnicamente si possono considerare a carattere terroristico: se l'azione terroristica è legittima quando sia volta al conseguimento della libertà e alla liberazione da un regime d'occupazione, essa dev'esser giustificata dovunque si manifesti a prescindere da altre considerazioni a carattere ideologico o politico. 3.. Se il terrorismo dev'esser invece condannato in blocco, bisogna allora condannare anche quello del quale si rendono protagoniste forze armate in schiacciante superiorità, che conducono azioni di distruzione indiscriminata e di massa e che si servono di metodi di repressione e di rappresaglia non meno indiscriminati. Tuttavia, come italiani ed europei, nel considerare l'attuale situazione irakena non possiamo prescindere dal fatto che purtroppo esistono obiettivamente forze armate italiane ed europee impegnate dalla parte dell' aggressore e occupante; né possiamo pretendere che gli irakeni in lotta per la libertà le considerino, appunto obiettivamente, come alleate dei loro oppressori. Tutto ciò deve obbligarci, per non venir meno né all'impegno in favore della giustizia né al nostro dovere di solidarietà con i nostri compatrioti, a insistere affinché il governo italiano e gli altri governi europei responsabili di collaborare con l'occupazione dispongano al più presto il ritiro dei rispettivi contingenti militari, disposti peraltro a schierarli di nuovo quando essi potranno far parte di un vero corpo di peacekeeping inviato dall'ONU e ai diretti ordini di essa, al fine di riportare al più presto l'Iraq alla normalità e riconsegnarlo davvero agli irakeni: ma deve altresì obbligarci a tenerci rigorosamente fuori da qualunque iniziativa che potrebbe, direttamente o indirettamente, nuocere ai nostri compatrioti. Riteniamo pertanto che ci si debba impegnare al massimo nel campo degli aiuti umanitari, ma astenersi da qualunque iniziativa che potrebbe in qualche modo fornire alla Resistenza irakena - che politicamente appoggiamo e che eticamente riconosciamo come legittima - un supporto militare. La proposta di concorrere alla causa della Resistenza con l' offerta di 10 euro, che in fondo può essere considerata simbolica, va comunque respinta dagli aderenti di "Identità Europea" finché non sia certo che quei fondi non concorrano in alcun modo ad alimentare spese militari. Il nostro appoggio alla Resistenza irakena dev'essere inteso nel senso di un riconoscimento forte della sua legittimità: il che significa un riconoscimento - onesto e coraggioso proprio in quanto doloroso - che anche le sue azioni contro i nostri soldati sono legittime nella misura in cui i nostri soldati sono alleati dell'occupante. In Iraq è in corso una guerra, alla quale siamo contrari ma alla quale tuttavia partecipano nostri soldati: la solidarietà con essi non può far velo al riconoscimento del fatto che il nemico li combatte legittimamente. D'altronde, il riconoscimento del fatto che il combattimento della Resistenza irakena è legittimo c'impedisce di ritenere nostro nemico chi vi partecipa, tanto più che - come il nostro governo ha più volte ribadito - il nostro paese in guerra non si considera, e il nostro contingente militare ha funzioni esclusive di pace. Senza dubbio in ciò sussiste un gravissimo equivoco: tuttavia, la dichiarazione formale del nostro governo ci autorizza a dedurne che i combattenti della Resistenza irakena, anche se e quando conducono azioni contro i nostri soldati (conseguenza del ruolo equivoco che essi sono obbligati a mantenere in Irak), sono diretti ed esclusivi nemici non nostri, bensì dell'occupante; a noi spetta il dissipare l'equivoco della presenza dei nostri soldati e l'obbligare il nostro governo a recedere dall 'appoggiare obiettivamente l'occupazione. Nessuno può tuttavia chiederci di compiere gesti fratricidi, neppure simbolici: ecco perché il nostro appoggio alla Resistenza sarà politico e umanitario, ma dovrà astenersi da qualunque gesto o atto sospettabili di poter venir utilizzati in senso militare.
Cari Amici, è ormai chiaro che dinanzi a noi si prepara un periodo difficile. Sta a noi affrontarlo con onestà, con fermezza, con chiarezza, senza cedere né alle emozioni, né ai ricatti, né alle provocazioni, né alle intimidazioni, né agli equivoci.
Fate il possibile affinché quest'appello sia diffuso e discusso.
Franco Cardini
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-------- Original Message -------- Subject: Re: [Area_Bin_Aria] 13 dicembre: TUTTI A ROMA!!!!!!!!!!!! Date: Fri, 28 Nov 2003 09:34:14 +0100 Wrom: UFPEGAUTFJMVRESKPNKMBIPBARHDMNNSKVFV Reply-To: Area_Bin_Aria@yahoogroups.com To: <Area_Bin_Aria@yahoogroups.com> CC: <info@forzanuova.org>, <frontenazionaleroma@libero.it>, <fabrizio.taranto@argonetica.com>, <vfs@libero.it>, <orionseb@tin.it>, "Guidogiraudo@Libero. It" <guidogiraudo@libero.it>, <mfl-frosinone@libero.it>, "Massimo Bosso" <massimobosso@tiscali.it>, <fiammaparma@libero.it>, <comunitagiovanile@supereva.it>, <gnvenezia@supereva.it>
Sembra sarà la prima manifestazione non solo di tutta la NOSTRA Area insieme, ma perfino di tutta l' area antisistema, comunisti e fascisti insieme... Che sia il segno di tempi nuovi? Ma finche' i rossi continueranno a fare la guardia del sistema che credono di combattere... finche' continueranno a cascare nella trappola del parafulmine... non so... I cosiddetti disobbedienti sono il più grande paradosso che esista: si dicono contro il sistema, ma poi sono loro in primis a sostenerlo finanziariamente, acquistando il prodotto base dell' economia capitalista globale, la droga. L' importante sarebbe che tutta la nostra Area si unisca finalmente in una manifestazione unitaria. Comunque sembra abbiano dato l' adesione a questa manifestazione i camerati più importanti dell' Area, vorrei capire invece le organizzazioni (forza nuova, fiamma, fronte nazionale ecc.) come si adeguino. Una presenza senza bandiere? Boicottaggio? Credo quest' ultima sarebbe ulteriore sintomo di frammentazione, malafede, ducismo. I singoli camerati presenti alla manifestazione saranno molti, per cui non si potrà in nessun caso definirla manifestazione solo di sinistra. Ma se a causa di un prevedibile boicottaggio questa nostra presenza sarà occasione di scontri, inevitabilmente perduti (perduti in assenza di nostra presenza massiccia che potrà esserci solo se organizzata da partiti), io personalmente nel mio piccolo non mi sentirò di comprendere le organizzazioni partitiche ed i loro dirigenti, anzi. Abbiamo perso fin troppo, fin ora, per colpa di tutto questo. Se i rossi caccieranno i camerati, in qualunque numero essi siano, questa sarà una sconfitta definitiva per l' unità dell' Area. Invito i capi delle organizzazioni a tenerlo presente, a non boicottare ma anzi ad organizzare la nostra presenza nella grande manifestazione. PRESENZA MASSICCIA ED ORGANIZZATA SENZA BANDIERE DI PARTITO MA SOLO BANDIERE ITALIANE ED IRAKENE!!!!! TUTTI A ROMA IL 13 DICEMBRE!!!!
> -----Messaggio originale----- > Da: *ITA*Car?ero [mailto:cerbero_ita@hotmail.com] > Inviato: venerdì 28 novembre 2003 0.15 > A: Area_Bin_Aria@yahoogroups. com > Cc: 13dicembre@iraqlibero.net > Oggetto: [Area_Bin_Aria] 13 dicembre: TUTTI A ROMA!!!!!!!!!!!! > > > - Alla cortese attenzione > di tutti i Soci e gli Amici di Identità Europea > LORO SEDI > > L'Associazione "Identità Europea", preso atto dei tentativi di palese > criminalizzazione di tutti coloro che in Italia continuano a > manifestare con > coerenza la propria opposizione alla strategia militarista del > governo USA, > ed alla retorica maccartista dei collaborazionisti europei, desidera far > riflettere tutti i propri Soci ed amici con queste parole, che il nostro > Presidente, prof. Franco Cardini, ci ha inviato proprio ieri, e che > condivido fino in fondo. A margine della questione, una nota > essenziale: di > fronte al sacrificio dei nostri soldati rivendichiamo che la > solidarietà con > essi e il nostro appoggio alla Resistenza del popolo iraqeno contro > l'invasione non sono in contraddizione, anzi sono profondamente coerenti: > dal momento che il nostro stesso governo insiste nel fatto che > non siamo in > guerra, quindi i combattenti irakeni non sono nostri nemici e anche > eventuali attacchi nei nostri confronti non vanno giudicati atti > di guerra, > bensì conseguenze dei malintesi prodotti dall'ambiguità politica > del governo > statunitense, cui purtroppo il nostro governo sembra adeguarsi con un > entusiasmo degno veramente di miglior causa. E tutta la retorica possibile > sul terrorismo non toglie un'oncia di responsabilità a chi ha mandato al > massacro i nostri carabinieri e soldati continuando a raccontare che, > appunto, in guerra non andavano. > > Il Coordinatore nazionale > Adolfo Morganti > > >
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