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http://italy.indymedia.org/news/2003/12/435028.php Nascondi i commenti.

[Mappatura] Doc presentazione
by Mappatura Monday, Dec. 01, 2003 at 6:47 PM mail:

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La mappatura si articola su tre livelli, potenzialmente indipendenti, ma che (ci tengo a sottolineare) tutti rappresentano un passaggio di inchiesta, intesa nei termini dell'autoriflessione e del conflitto:

A.il primo livello vuole essere una ricognizione delle condizioni logistico-oggettive in cui stanno le varie realtà; gli obiettivi di questo livello sono molteplici e possono essere riassunti in:
-la possibilità di vertenze collettive una volta individuati i bisogni dei singoli;
-il momento politico che ha una ricostruzione della propria condizione oggettive per la realtà stessa (per es. il riflettere rispondendo alla domanda sulla proprietà del posto o su cosa è costato in termini di contrattazione ecc...oppure sulle forme di autoreddito );
-individuare e rendere pubbliche le forme e i modi dell'auto-organizzazione per chi non ha esperienza (riporto semplicemente la necessità espressa da alcuni compagni all' ultima assemblea metropolitana).

B.il secondo livello rappresenta un approfondimento delle dinamiche reali interne degli spazi, nei termini delle relazioni che si creano non solo all'interno del centro ma anche fra il centro e la metropoli in tutte le sue sfaccettature, per esempio strutture con cui si collabora, o solo si entra in relazione; luoghi in cui ci si confronta ecc... Questo tipo di mappatura non può ovviamente avere una "griglia", ma si espleta attraverso i racconti dei soggetti coinvolti. Anche in questo caso, la ricostruzione del vissuto e delle pratiche è un momento non solo di descrizione di ciò che si vive, ma di riflessione politica.

C.il terzo livello rappresenta il tentativo di una ricostruzione storiografica delle realtà antagoniste
Mentre il livello superiore ci permette di ricostruire i flussi all'interno della metropoli, questo livello cerca di afferrare le dinamiche di lungo periodo degli spazi sociali. Per fare questo vorremmo cercare di mappare le realtà che oggi non ci sono più, vedere cosa ora c'è al loro posto. Gli obiettvi si collocano ovviamente su un terreno vertenziale di rivendicazione, ma anche sulla necessità di una riflessione sulle dinamiche escludenti della metropoli che la mappatura del prima e del dopo dovrebbe permetterci di effettuare.

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contributo da Novara
by m46 Wednesday, Dec. 03, 2003 at 5:08 PM mail:

Contributo da Novara per il gruppo di mappatura degli spazi (il riferimento è alla schema apparso su indy http://italy.indymedia.org/news/2003/12/435028.php)


by m46
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Lo spazio in questione è il CSA Cavalcavia


a_ Dati tecnici

Il centro è un'ex falegnameria comunale, in disuso già dall'inizio degli anni novanta, ricavata sotto un cavalcavia ferroviario (circa 450 mq). Attualmente siamo in una situazione regolarizzata, dato che gli spazi sono affidati dal Comune in comodato gratuito al collettivo di gestione. Ciò significa che gli spazi (I) ci sono stati concessi in affidamento per un tempo indefinito, dietro la condizione che noi avremmo realizzato alcuni lavori di base (impianto elettrico, messa a norma degli ambienti, ecc.). Il comodato può essere revocato in ogni momento su decisione della proprietà, con un certo preavviso (sei mesi?); (II) sono stati affidati ad un'associazione di fatto, costituita per l'occasione, che formalmente è il referente nei confronti della proprietà.
Due note. Nè i termini del contratto nè l'associazione hanno avuto nei fatti alcun valore: la messa a norma non è stata realizzata nè verificata, e l'associazione non esiste effettivamente, nè in relazione al centro nè per altre attività; alcuni dei firmatari del contratto a nome dell'associazione sono entrati sì e no due volte nel centro; è ovvio che nessuno ha mai pensato di tenersi il centro in virtù delle carte bollate.

Per quanto riguarda le utenze, noi paghiamo la bolletta per l'elettricità, ma nessuno si è mai preoccupato di chiederci qualcosa per l'acqua (penso che l'allacciamento alla rete idrica semplicemente non sia mai stato sospeso) o per i rifiuti. Il gas viene dalle bombole.

b_ La storia del CSA

Il centro di Novara è aperto da cinque anni (da poco abbiamo festeggiato l'anniversario). Il precedente è la vertenza cittadina aperta dal collettivo Majiakovsky ormai quasi sette anni fa, con la richiesta di uno spazio sociale autogestito per lo sviluppo di varie attività. Il collettivo aveva promosso una serie di iniziative pubbliche ed una raccolta di firme per aprire una trattativa formale con l'amministrazione comunale.
Il Comune (all'epoca era in carica un'amministrazione di centro sinistra con il sindaco DS) si era detto favorevole alla concassione di uno spazio ed avevamo quindi avviato una trattativa. Tale trattativa aveva raggiunto 1 risultato di rilievo, e cioè avevamo avuto accesso alla lista degli spazi di proprietà comunale inutilizzati ed avevamo identificato nel cavalcavia di S. Martino il posto adatto. Per il resto la negoziazione era stata lenta e per molti versi fallimentare ed esasperante: nonostante l'amministrazione dichiarasse l'intenzione di concederci lo spazio, una volta esaurito il livello "politico", ci siamo trovati impantanati con i burocrati del Comune, toccando il fondo con alcuni momenti surreali (vi giuro, una volta l'assessore ci ha proposto di condividere il cavalcavia con una moschea, perchè non sapeva dove piazzare la comunità islamica...).
Dopo un tot di mesi ci siamo rotti ed abbiamo occupato (7 novembre 1998), pur dichiarando la nostra volontà di trovare una soluzione che regolarizzasse la nostra posizione. Ad essere onesti l'amministrazione ha avuto in quel momento un atteggiamento piuttosto favorevole nei nostri confronti (avremmo potuto essere sgomberati la mattina stessa), dichiarando che la trattativa proseguiva. A primavera siamo stati regolarizzati e tale situazione prosegue a tutt'oggi.
Dopo questi eventi, più nulla sotto il punto di vista della situazione dello spazio: niente si è mosso nè dal punto di vista formale nè dal punto di vista politico. Non è mai stata ventilata l'ipotesi di sgombero o comunque di sospensione del contratto.

Può essere interessante ricordare come l'occupazione del CSA non sia stata l'unico tentativo di riappropriazione di spazi a Novara: in due occasioni il CSA ed altre individualità hanno promosso l'occupazione di spazi in disuso a scopo abitativo, ma i tentativi non sono andati a buon fine: uno sgombero (senza denunce) dopo tre giorni, ed un altro (con denunce) dopo due.

c_ La gestione del CSA

Il collettivo di gestione (in media un una ventina di persone, ma dipende come le si conta) è sempre stato molto giovane ed eterogeneo: all'epoca dell'occupazione gli "anziani" del Majiakovsky avevano diciannove anni, anche se c'era qualcuno leggermente più vecchio che si era unito al percorso del collettivo. La provenienza e l'orientamento politico delle varie individualità erano e sono estremamente varii, dagli anarco-squatters, agli skinhead, agli autonomi stile network piemontese, ad altri difficilmente definibili. Penso che un paragone da questo punto di vista si possa fare con esperienze come quelle del Bulk di Milano o del Gabrio di Torino. Questi elementi hanno fatto sì che il CSA Cavalcavia non abbia in realtà avuto una collocazione precisa in un network politico definito (disobbedienti, rete anarchici-caseoccupate, autonomia, ecc.) nè è mai esistita una precisa proposta politica portata avanti in modo unitario dal collettivo di gestione, che si è invece sempre concentrato sulle problematiche di gestione dello spazio.
Con il passare del tempo si è afffermata una divisione per "gruppi di affinità" dell'attività dentro ed intorno al centro sociale. Sostanzialmente ormai sono varie le esperienze/progetti che condividono lo stesso spazio, trovando un denominatore comune appunto nella gestione del CSA ed in alcune mobilitazioni specie a livello cittadino. Per spiegarmi meglio: al Cavalcavia c'è chi si occupa quasi esclusivamente della gestione dei concerti, chi ha in piedi progetti di archivio-multimedialità, chi fa riferimento a network politici più ampi e così via. Questa situazione ha portato alla nascita anche formale di alcuni progetti paralleli alll'esistenza del centro. Nè dentro nè fuori il CSA vi sono (o vi erano) il progetto Disinformat, un collettivo di Skinhead antifascisti, delle minidistribuzioni musicali, ecc.
Ovviamente abbiamo sperimentato anche il rovescio di questa medaglia: la divisione per gruppi come fonte di scazzi e la mancanza a volte di una visione complessiva del CSA nel suo insieme hanno molto pesato sulla vita del nostro spazio, e ne hanno a volte limitato le potenzialità. Per scegliere un contrasto significativo (comune peraltro a molti posti, da quel che ne so) si può fare l'esempio dei problemi che si sono creati a più riprese fra chi abitava nel CSA e chi invece lo viveva come un posto in cui sviluppare specifici progetti, politici o altro. In alcuni casi questi contrasti sono arrivati vicini a mettere in dubbio l'esistenza futura del centro, con momenti di aperto conflitto fra i compagni, al limite (ma a volte oltre il limite) dello scontro fisico.

Oggi il CSA non ha particolari velleità politiche (anche se ciò non ci impedisce di agire politicamente su alcuni temi che ci toccano da vicino e molti dei compagni di Novara sono comunque impegnati in attività politiche "sparse"), ma punta piuttosto a costituire uno "scatolone" in cui sia possibile, per chi vive a Novara, riversare progetti, interessi, ecc. A tale proposito stiamo cercando di aprire e rendere funzionali nuovi spazi (una proto-sala prove per laboratorio musicale, una stanza archivio-multimedia) che incrementino le potenzialità del centro consentendo ad un arco sempre più ampio di persone di pensare al CSA come un luogo ultile a se stessi ed alla città.

Dimenticavo: tutti i soldi che facciamo vengono dai concerti che oganizziamo prevalentemente il sabato sera (ingresso + bar)

d_ il Cavalcavia, Novara e la Metropoli

Non vorrei essere troppo lungo o impenetrabile, per cui schematizzo i punti che possono essere interessanti.

_ LE ISTITUZIONI.
Il CSA Cavalcavia, esaurita la fase di trattativa sullo spazio, non ha più avuto alcun rapporto di scambio nè con l'amministrazione comunale nè con altre istituzioni (comprendendo in ciò anche i partiti politici). Ciò significa che non prendiamo soldi e non abbiamo legami "di fedeltà/vassallaggio" con nessuno, siamo autonomi, autodisorganizzati e autofinanziati. Fin dall'inizio questa è stata una scelta condivisa da tutti e che non è mai stata rimessa in discussione.
La dalle amministrazioni ci sono venute varie proposte di "ingaggio" e collaborazione; la più eclatante da parte dell'attuale amministrazione (casa delle libertà!): una sera di quasi un paio di anni fa il sindaco Giordano (lega nord) e l'assessore ai giovani Colombo (socialista pizzomane, corrente demichelis) sono venuti qui a proporci di collaborare con l'amministrazione comunale per realizzare eventi musicali e culturali in genere (per le quali avremmo probabilmente potuto utilizzare finanziamenti pubblici). Siccome noi, per usare un eufemismo, non eravamo interessati, è finita che ora il lavoro che avremmo dovuto fare noi lo fa una cooperativa di ragazzi di Novara.

_ RELAZIONI POLITICHE.
Sostanzialmente non abbiamo mai avuto particolari pregiudizi alla collaborazione con altre realtà a Novara, e la cosa avviene con una certa regolarità, almeno per quanto riguarda quelli di noi che si occupano più di politica in senso stretto.
Da sempre abbiamo collaborato con Rifo e particolarmente, quando esisteva, con la federazione giovanile (alcuni dei compagni hanno militato tra l'altro nei Giovani Comunisti prima che nel CSA); siamo altresì stati sempre più o meno presenti in ambito studentesco, anche se non è mai esistito un collettivo di studenti che facesse riferimento al CSA in senso stretto. Nell'ambito studentesco è formato, dopo la nascita del CSA, un collettivo (Primavera di Praga, poi Comitato Laboratorio studentesco) con il quale abbiamo avuto una serie di collaborazioni. Abbiamo partecipato, prima e dopo il G8 di Genova, al Social Forum di Novara, da cui ci siamo però distaccati più per valutazioni "economiche" (sbattimenti contro risultati) che per rotture politiche. L'esperienza del SF ci ha però permesso di allargare le nostre frequentazioni politiche ad altre persone ed associazioni, con le quali ci capita ancora di lavorare (il SF esiste ancora oggi a Novara). Altri soggetti in campo sono la CUB di Novara, con la quale alcuni di noi hanno in atto, con la sigla Disinformat, un progetto sulla precarietà
Fuori Novara (e quindi anche in ambito "metropolitano") abbiamo partecipato a vari percorsi ed iniziative, sempre con l'ottica di non tagliarci fuori in modo pregiudiziale da alcun percorso o esperienza, sostanzialmente ridendocela di tutti gli odii intrecciati all'interno del movimento (autonomi contro disobbedienti, nordest contro nordovest, e Ya Basta, e il Leo, e gli squatters. ecc.) e puntando a essere dentro le esperienze che ci interessava seguire. Di fatto comunque ci è capitato raramente (per le ragioni di cui al punto C) di "uscire" da Novara con la sigla CSA Cavalcavia, per cui la gran parte delle volte ci si è mossi o con altre sigle parallele (e parziali rispetto al CSA) oppure semplicemente in ordine sparso.

_ NOVARA E LA METROPOLI
Novara non è inserita in modo organico nel tessuto metropolitano così come definito geograficamente nel corso delle assemblee metropolitane. Però da sempre Novara "pende" su Milano, ed i novaresi vedono nella metropoli il passaggio obbligato per alcune fasi della loro vita (per esempio lo studio, il lavoro) o per alcune necessità (il divertimento, la ricerca di stili di vita che non esistono in provincia, e così via).
Tutto questo ha una relazione con il CSA ed il percorso politico, particolarmente quello dei giovani, in questi ultimi anni. Infatti Novara è stata tradizionalmente "scippata" (da Milano in particolare) della gran parte dei giovani interessati ad un'azione politica alternativa: dopo le scuole superiori e l'ottenimento della patente, il centro della loro vita in questo senso diventava automaticamente la grande città. Il CSA ha in questo senso agito da catalizzatore per persone ed esigenze che avrebbero altrimenti trovato altrove il loro spazio, consentendo in questo senso una continuità inedita di percorsi che va ben oltre il numero ristretto di militanti del CSA; il Cavalcavia è stato in questo senso qualcosa che ha permesso ad una parte di giovani di trovare a Novara ciò che prima veniva cercato altrove, e di "sedimentare" esperienze e pratiche che prima non avevano mai trovato modo di fissarsi in un luogo preciso.
Per essere ancora più chiari, prima di noi non c'era niente a Novara, nel senso che come militante diciottenne del collettivo Majiakovsky non potevo fare riferimento ad alcuna esperienza precedente di organizzazione politica a Novara che fuoriuscisse dall'ambito studentesco o dalle federazioni dei partiti, nè vi erano militanti più anziani di me (se non molto più anziani): gli anni ottanta a Novara sono durati almeno quindici anni. Il CSA ha modificato in parte questa situazione, e non solo per coloro che vi hanno militato, ma più in generale in ciò che riguarda il modo in cui i giovani pensano alle possibilità politiche e culturali della loro città.

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non so se ho centrato i bersagli che interessavano al gruppo di mappatura degli spazi ma spero di non aver postato solo chiacchiere inutili. In ogni caso fatemi sapere se vi serve qualche informazione più precisa o diversa.

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