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la vita di san precario!
by cw crew inna precog staila Tuesday, Feb. 24, 2004 at 11:48 AM mail:

un breve testo apocrifo sulla vita di san precario

PRECARIO SANTO da Preco, instabile; malfermo; senza equilibrio, XXI secolo D.C. Nelle leggende, santo patrono di sfrattati, poveri, sottooccupati, sfruttati, ricattati, Co.Co.Co, assunti non in regola e dipendenti a termine. Invocato contro liberismo, caporalato, infortunio senza copertura, cooperative e mobbing. Si festeggia il 29 febbraio. La leggenda di Precario è raccontata nella "Leggenda Aurea", una raccolta di vite di santi scritta nel XXII secolo da Jacopo da Varaggine. Precario era figlio di una famiglia borghese Brianzola e fu fatto studiare nelle migliori università del nord Italia "Finanza creativa". All'età di 25 anni decise, in contrasto con la famiglia , di vedere il mondo e di cercarsi lavoro in modo indipendente. Nonostante il padre godesse di ottimi appoggi fra cui l'iscrizione alla "P2" e il "Gladio d'oro" infatti, Precario era molto inquieto perché "Non capiva". Proprio durante queste sue riflessioni venne a sapere che un tale di Arcore di nome Silvidoro, già in odore di santità aveva ricevuto, pare per intervento divino, i fondi per creare dal nulla tre televisioni. Precario allora si recò in visita al villaggio del profeta dove esso stava fondando un nuovo stile di vita basato sul doppiopetto e sermoni incomprensibili. Costui lo invitò ad una cena di finanziamento e, dopo una minerale gasatissima, gli disse una delle sue famose centurie "E' facile dire di avere le unghie pulite quando ci si lava i capelli tutti i giorni" . Precario usci dal luogo di pellegrinaggio con 4000 monte d'oro in meno ( la leggenda dice che tanto valesse il banchetto di finanziamento) pieno di speranze pronto per fondare un Club. Ma, sulla via del ritorno, incontrò un gruppetto di manifestanti che stava protestando per la chiusura della fattoria dove lavioravano. Essi gli dissero che il villaggio sarebbe stato abbandonato e che donne bambini avrebbero dovuto emigrare perché in zona c'erano solo lavori temporanei i quali non garantivano una vita dignitosa. Aggiunsero inoltre che da quando un certo Venerabile Treu aveva, anni prima, fatto nuove leggi, le cose andavano sempre peggio. Precario guardò la folla e pronunciò la sua famosa frase: " Cazzate, mi hanno detto che è solo propaganda filo comunista". Quindi promise che sarebbe tornato al villaggio due anni dopo con un contratto di lavoro e molte monete d'oro il tutto, naturalmente, senza avvalersi della famiglia e delle sue potenti conoscenza.

Si vesti quindi di sacco e si mise a cercare lavoro. Trovo per prima cosa un impiego in una locanda fast food dove, dopo essersi prostrato per un anno, alla sua richiesta di contratto a tempo indeterminato gli risposero "Bella battuta!". Quindi lavorò in un ipermercato per i successivi cinque mesi dove faceva orari infami per uno stipendio da fame. Vistò l'impossibilità di trovare un lavoro decente, decise allora di spiegare agli stolti manifestanti che, nonostante un lavoro precario, si poteva condurre una vita agiata e piene di soddisfazioni. Progettò di compare casa e di arredarla ma, già alla prima agenzia immobiliare, gli dissero "No lavoro stabile, no contratto. Lo stesso accadde per i mobili, ma stavolta la riposta fu più dirompente " No lavoro fisso.no mutuo per Tv color". Precario allora si arrese e, tornato al villaggio, fece la sua pubblica ammenda. Da allora il Santo girovagò per il mondo e si prodigò per gli oppressi e i precari. La sua fama crebbe e molti miracoli furono a lui attribuiti. Il più famoso è sicuramente quello dei prolungamento all'infinito del contratto di un giovane di Barletta e della concessione di infortunio ad una ragazza di Padova, dopo che questa si era ferita durante il lavoro in una cooperativa del nord est.

Nell'arte religiosa moderna San Precario è spesso raffigurato con divise di supermercati o di fast food. Il suo attributo caratteristico e il contratto di lavoro che tiene in mano. Marinnoni ha rappresento il santo sulle vetrate della chiesa di San Paganino, mentre cambia lavoro 7 volte in una giornata. Peyon invece, in un'enorme tela custodita alla fondazione Mappini, lo mostra mentre gli vengono negati, causa mancanza di un lavoro fisso, sia un mutuo che l'acquisto a rate di un televisore. Uber di Tanze Plazze, lo ritrae in alcune fasi della sua vita, per esempio, mentre frigge patatine nell'fast food di un centro commerciale.

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io v'è l'ho ed sempre meglio
by enrico Tuesday, Feb. 24, 2004 at 11:55 AM mail: box@virgilio.it

che essere senza lavoro ! Come contratto non è il massimo e e non sai mai se te lo rinnoveranno a fine anno ma è sempre melgio che essere disoccupato ! CIAO ENRICO !

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Logica perversa
by s. Tuesday, Feb. 24, 2004 at 12:33 PM mail:

Se avere un lavoro che non ti consente di vivere dignitosamente è meglio che non avere lavoro del tutto tra un pò ci convinceranno che il "piuttosto che" va bene per qualunque altra cosa.
Vita compresa.
Si lotta per cercare il meglio (per tutt*), non per garantirsi il peggio.

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San Precario aiutaci tu!
by San Precario aiutaci tu! Tuesday, Feb. 24, 2004 at 3:53 PM mail:

Visti i tempi che corrono...San Precario aiutaci tu! San Precario facci la grazia che teniamo famiglia...

CW grandi come sempre!

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E kke kazzo!!!
by un precario Wednesday, Mar. 10, 2004 at 11:00 AM mail:

Possibile che non si riesce a fare una bella iniziativa dei lavoratori precari invisibili? Possibile che devo sentire parlare solamente di precariato di lusso(vedi mobilitazione contro il DDL Moratti?)?? é da dieci anni che stanno privatizzando l'università,dove erano i docenti fino ad ora? Nelle università ci sono dipendenti delle pulizie che lavorano a cottimo e,perché immigrati,impossibilitati nel protestare. I posti di lavoro sono pieni di lavoratori invisibili. Basta con le lotte corporative!!!!!!!!!!

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la rivolta negli atenei
by nief Wednesday, Mar. 17, 2004 at 7:35 PM mail:

per quanto riguarda la "rivolta" negli atenei posso portare l'esperienza di parma,
dove più che dagli studenti immobilizzati nei comitati(marxisti,leninisti,stalinisti???) di diritto allo studio, la protesta è partita proprio da alcuni docenti e ricercatori, e poi si sono aggregati tutti gli altri.
Alle asseblee del neo costituitosi Comitato Unitario Studenti-Ricercatori, credo che gli studenti abbiano fatto una magra figura,
e forse gli stessi prof sono rimasti tristemente delusi: organizzazione di cortei interni per fare "propaganda", un'ora e mezza a discutere se partecipare come studenti al corteo dei sindacati del 26...
triste, molto triste, anche perchè credo che l'unico obbiettivo veramente importante sia non far passare questo decreto moratti, che distrugge l'unica istituzione laica che ancora resisteva in italia...
concentrarsi su questo e non su insulsaggini tipo : "bandiere dei rifondazione sì , bandiera no..."
mi pare assolutamente necessario.

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E' ora di portare il SanPrecario a Roma
by Ivy Wednesday, Apr. 14, 2004 at 9:31 PM mail:

Credo che sia arrivato il momento di portare il Santo nella sua casa natia:" Montecitorio".
Non basta pregarlo lui ha bisogno di essere visto.
Con una apparizione ai suoi "genitori" chissà che non riesca a farli rinsavire.
Per questo ti preghiamo noi precari di Roma!!!!

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San Precario all'Italiana
by Andrea Thursday, Jun. 17, 2004 at 10:28 AM mail:

San Precario è italiano, patria di santi e poeti. Ed interpreta la sua missione appunto all'italiana. Egli è nella sua condizione di santo perchè la riforma strutturale del sistema economico in cui vive non è stata attuata e per questo è costretto a portare il saio e non abiti lussuosi.
Se il santo avesse il potere di avere TUTTO lo stipendio LORDO a disposizione potrebbe decidere a chi concedere i favori in un vero mercato. Potrebbe scegliere che pensione costruirsi, potrebbe pagarsi una casa ORA senza ricorrere al prestito, potrebbe , ....potrebbe. Il problema è che non può perchè in Italia il concetto di DATORE di LAVORO non è CHI esegue il lavoro ma piuttosto chi il lavoro lo utilizza. E' il concetto di base che rende il santo tale privandolo alla fonte della libertà di decidere a chi distribuire il frutto del proprio lavoro. Troppi santi = meno libertà = meno concorrenza = meno efficienza = arretratezza economica e sociale. Ed il mondo va avanti, ma all'Italia non interessa. Terra di santi e poeti che basa la propria economia sulle cattedrali della moda e della gastronomia. Religioni pericolose queste, basta cambi il gusto, il capriccio del mercato e le cattedrali crollano innondando il mondo di preti vescovi cardinali e santi in cerca di lavoro.

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