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[EMERGENZA RIFIUTI] SITUAZIONE CATASTROFICA IN TERRA DI LAVORO
by tana Monday, Jun. 21, 2004 at 10:51 AM mail:

fonte il mattino

QUI CASERTA
ANTONIO MASTELLA
Insopportabile. Il tanfo che le migliaia di tonnellate di immondizia accatastate nei due siti di trasferenza (uno gestito dal consorzio Ce3 l'altro dal Comune capoluogo) emanano, sta rendendo la vita impossibile a centinaia e centinaia di cittadini. Non si contano più le segnalazioni e le telefonate di protesta. All'odore nauseabondo, che si intensifica sempre di più con l'avanzare del caldo, non riescono a trovare rimedio cittadini di San Nicola, San Marco, Maddaloni e delle zone del capoluogo (come il rione Acquaviva) più vicine alla ex Uttaro. Pur dotatosi da oltre un mese di una pressa capace di lavorare 400 tonnellate al giorno di rifiuti, riducendoli a poco più della metà, il consorzio non riesce a liberarsene. «E non per colpa nostra», puntualizza Luigi Passariello, membro del consiglio di amministrazione dell'ente. «Il problema - aggiunge - sta nel fatto che la società incaricata dal commissario straordinario Catenacci di ritirare le ecoballe che produciamo, non le preleva con regolarità. Poco ci manca che saremo costretti a fermarci. Insieme con l'immondizia siamo costretti ad accatastare anche le balle. Inutile dire che quotidianamente segnaliamo la situazione a chi di dovere». Alza le mani anche l'assessore all'Ecologia Attilio Romano (nella foto). «È chiaro - spiega - che se il consorzio non si libera di tutto ciò che ha a terra, non possiamo spedirvi ciò che si raccoglie in città perché possa essere preparato per la distruzione. Nella settimana entrante si renderà necessario fare il punto della situazione».



L’Unione apre la sua discarica
Sembra un paradosso. Invece, ci sarà un nuovo sito di trasferenza per mitigare gli effetti (sanitari e ambientali) dell'emergenza rifiuti. Questa volta toccherà all'Unione intercomunale per i servizi ambientali associati (cioè Maddaloni, San Nicola e San Marco) individuare «l’eventuale costruzione di una nuova discarica temporanea intercomunale», subordinata al parere favorevole di un comitato tecnico intercomunale. Flavio Smartelli, assessore alla Nu, annuncia: «Lo svuotamento del sito dell'ex-foro Boario è nei nostri programmi». Il sito di trasferenza di Maddaloni non sarà svuotato, ma ampliato al fine di permettere la bonifica integrale.


«Aiuto, siamo prigionieri della spazzatura»
GIUSEPPE MIRETTO
Maddaloni. Vivono vicino alla discarica, si dichiarano prigionieri dei miasmi nauseabondi e delle incursioni dei gabbiani. È la storia di un intero quartiere messo alle corde dall'«insostenibile coabitazione» con il sito di trasferenza, ricavato nell'ex-foro boario. E pensare che la discarica di trasferenza, ora satura, doveva funzionare come area di stoccaggio transitorio: 3 giorni, il tempo tecnico necessario per avviare i rifiuti solidi urbani al recapito definitivo e soprattutto per evitare l'imbarazzante accumulo nel perimetro urbano. Invece, grazie al flop del piano gestito del Commissariato governativo, la discarica temporanea è diventata permanente. Così, succede che i residenti nella periferia sud-est di Maddaloni ora abitano a poche centinaia di metri dallo sversatoio; i residenti della Masseria Monti si ritrovano a vivere addirittura quasi dentro la discarica. Nel frattempo, si abbattono sulle quasi 5 mila persone, che abitano nell'area sud di via Napoli, le «pungenti esalazioni liberate dalla fermentazione accelerata dalla montante calura estiva». E mentre volteggiano i gabbiani (che si alimentano di rifiuti) l'esasperazione ha ispirato un «Comitato civico dei residenti di via Napoli».
«È impossibile descrivere a parole - spiega Aldo Mosca, professore - quello che si percepisce con le narici». Più che la solita e scontata denuncia, il Comitato spinge «perché vengano prese misure straordinarie». Con spirito laico, Mosca e molti altri, mettono a disposizione la personale esperienza di ex-amministratori, per «la salvaguardia della vita quotidiana di un intero quartiere». Il Comitato, infatti, è stato ricevuto dall'assessore Flavio Smarrelli, responsabile della Nu comunale e dei servizi Nu dell'Unione dei Comuni per i servizi ambientali (Maddaloni, San Nicola La Strada e San Marco Evangelista). Con una raccolta di firme, i sottoscrittori chiedono la chiusura immediata del sito; l'avvio urgente delle operazioni di svuotamento e di un'efficace bonifica. «Non siamo degli ingenui - commenta Mosca - ci rendiamo perfettamente conto della drammaticità dell'emergenza travolge anche il Comune. Per questo non ci limitiamo a chiedere l'allontanamento dei rifiuti dalle nostre case». Il Comitato vuole invece che sia individuato un sito il più distante dalle aree urbanizzate. «E magari - spiega Mosca - visto che non si intravede una soluzione regionale, chiediamo, che per le discariche di trasferenza, un inderogabile principio di totale garanzia e sicurezza sanitaria per le popolazioni. In pratica, gli eventuali e futuri sversatoi dovranno essere individuati seguendo il criterio dell'interazione zero con la vita, quotidiana e addirittura domestica, delle persone».
Il Comitato propone, e ad alimentare la protesta ai più alti livelli ci pensa il sindaco Franco Lombardi. Chiedendo proprio l'appoggio dei cittadini, ai quali sarà garantito il patrocinio giuridico gratuito pere la costituzione di parte civile, Lombardi ha avviato un'azione legale, «contro la Fibe e il Commissariato di Governo, per il risarcimento danni». Lombardi spiega: «Parliamo di danni, economici e ambientali. E non abbiamo contabilizzato il disagio procurato alla gente. Paghino soprattutto per le spese onerose che il Comune dovrà affrontare per la bonifica».


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