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Cosenza, processo Noglobal. Appello per la mobilitazione
by xxx Thursday, Nov. 04, 2004 at 3:11 PM mail: tobbia@tin.it

Il testo della lettera a movimenti e istituzioni locali

Un processo che ci riguarda tutti

Il 2 dicembre prossimo si celebrerà in corte d’assise a Cosenza il processo contro 13 attivisti in prevalenza meridionali accusati di cospirazione, associazione sovversiva, associazione a delinquere. A due anni dagli arresti, dopo diversi passaggi di fronte al tribunale della libertà e la fase dell’udienza preliminare, la lunga vicenda giudiziaria dei “cospiratori” della rete del Sud Ribelle giunge finalmente al dibattimento di merito, in altre parole, al processo vero e proprio.
In questi anni non è mai venuta meno agli imputati la solidarietà attiva, oltre che dei “compagni di strada” del movimento, del mondo dell’associazionismo, dei sindacati, dei partiti politici più vicini alle istanze del movimento, dell’Università della Calabria, della Chiesa e di molte amministrazioni comunali calabresi, in primis quella del Comune di Cosenza. A questa si è unita, in modo ampio e diffuso, la calorosa solidarietà di tanti cittadini di Cosenza, di Rende, e di tanti altri comuni calabresi.
Le ragioni di tanta attenzione, frutto allora dell’indignazione per l’enormità della misura degli arresti e per l’incredibilità delle accuse, si ripropongono intatte alla vigilia del processo. Due anni fa fummo tutti in grado di giudicare l’assurdità di un castello accusatorio che, senza presentare alcuna prova concreta, pretendeva in definitiva di leggere come una sequela di attività criminose la limpida vicenda d’impegno politico, sociale, sindacale e culturale che gli imputati conducevano alla luce del sole e nel pieno rispetto dei principi costituzionali. Oggi prendiamo atto della pericolosità di un processo che si avvia senza che il castello accusatorio sia stato in alcun modo mitigato dalla pubblica accusa, con tre imputati sottoposti alla misura inutilmente vessatoria dell’obbligo di firma, con la scesa in campo persino del governo, che ha avanzato la fantasiosa richiesta di un indennizzo di cinque miliardi di euro per danni all’immagine.
Sappiamo bene come vi sia stata negli ultimi anni in Italia una risposta fortemente repressiva alla crescita di un forte movimento plurale di contestazione delle scelte ultraliberiste nel governo dell’economia globale, delle politiche di drastica riduzione delle libertà fondamentali e dei diritti dei lavoratori, dei bambini, delle donne, dei migranti e dei rifugiati, dell’incessante azione di distruzione degli ecosistemi e delle risorse naturali, della mostruosità della guerra.
Questo movimento ci ha visto tutti partecipi, sia pur nella diversità di culture e di posizioni politiche che ci contraddistingue. È anche da quell’esempio che alcune straordinarie lotte in diverse realtà meridionali hanno tratto ispirazione e linfa vitale: la lotta degli stabilimenti meridionali della Fiat a Termini Imprese, Melfi e Cassino; la coraggiosa battaglia di dignità delle operaie e degli operai della Polti di Cosenza in difesa dei diritti sindacali; le eccezionali giornate di protesta del popolo della Basilicata contro il deposito di scorie nucleari a Scanzano e dei cittadini di Acerra contro l’inceneritore; le lotte dei disoccupati napoletani e di tutto il sud per il diritto a un futuro; la battaglia dei ricercatori, dei docenti e degli studenti dell’Università della Calabria e di tanti altri atenei italiani contro gli scriteriati progetti di nuova precarietà e privatizzazione dell’università pubblica; le lotte dei migranti per un’esistenza dignitosa e dei rifugiati per il diritto d’asilo.
Esiste un filo rosso che lega le accuse rivolte oggi ai tredici imputati (e a tanti altri attivisti coinvolti in procedimenti analoghi) e l’azione collettiva di migliaia di cittadini del sud e del resto del paese. Sul banco degli imputati siedono oggi non tanto le vicende peculiari di tredici persone ma i sacrosanti diritti di libera manifestazione del pensiero, di espressione del dissenso verso le politiche di qualsivoglia istanza di governo, di scendere in piazza, di organizzare riunioni e dibattiti, di scrivere articoli e volantini, di mandare e-mail e gestire siti web, persino di parlare al telefono.
Per questi motivi affermiamo che questa vicenda ci riguarda tutti da vicino e che è necessario impegnarsi per costruire assieme iniziative di solidarietà con gli imputati e di informazione e sensibilizzazione dei cittadini in vista del processo. Ci impegniamo in particolare a:
· Organizzare una manifestazione a Cosenza nel giorno di sabato 27 novembre;
· Organizzare un’assemblea nel giorno di domenica 28 novembre;
· Organizzare un sit-in di fronte al tribunale di Cosenza il 2 dicembre.

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Manifestazione sabato 27 novembre a Cosenza
by @ Thursday, Nov. 04, 2004 at 3:54 PM mail:

da:http://www.ecn.org/wws/arc/movimento/2004-11/msg00175.html
COSENZA CITTA´ APERTA CONTRO LA NUOVA INQUISIZIONE

From: <meletta@aconet.it>
To: "movimento@ecn.org " <movimento@ecn.org>
Cc: "Bologna Social Forum " <forum@liste.bologna.social-forum.org>
Subject: COSENZA CITTA´ APERTA CONTRO LA NUOVA INQUISIZIONE
Date: Wed, 3 Nov 2004 17:30:08 +0100 (CET)
Importance: Normal
COSENZA CITTA´ APERTA
CONTRO LA NUOVA INQUISIZIONE

Il due dicembre a Cosenza comincera´ il processo in corte d´Assise per
tredici compagni e compagne del movimento noglobal. L´accusa e´ di aver
costituito, col tramite di un’associazione sovversiva, una “cupola”
capace di “tele-guidare” il movimento nei controvertici di Napoli e
Genova 2001 per “devastare le città” al fine di “attentare all’ordine
costituzionale e sovvertire l’ordine economico dello stato”. Con queste
ed altre gravissime contestazioni (cospirazione, propaganda sovversiva,
associazione a delinquere ecc) entra quindi nel vivo una vicenda
processuale che ebbe l’attenzione di tutta l’Italia pochi giorni dopo il
Social Forum di Firenze del 2002 con l’arresto “cautelare” di 18
attivisti meridionali. L’enorme solidarietà popolare (che portò a
manifestare nelle strade di Cosenza oltre 100.000 persone), mise
immediatamente in evidenza il carattere pretestuoso, tragicomico e
incongruente del teorema accusatorio. Un teorema che legge uno
straordinario fenomeno politico come il prodotto di un’organizzazione
verticista e criminale e che così ribalta il quadro delle responsabilità
sui fatti di Napoli e di Genova 2001.
Malgrado tutto pero´ quel teorema accusatorio costringe ancora oggi tre
attivisti all’obbligo di firma e soprattutto si è concretizzato nella
richiesta di rinvio a giudizio per 13 persone con accuse che prevedono
pene molto pesanti. La costituzione di parte civile del Governo italiano
che chiede 5 milioni di euro per “Danni d´immagine”(!) conferma il
permanere di una “committenza politica” del processo. Come nell´analogo
procedimento che si conduce a Genova con pesantissime accuse contro
altri 26 compagni, manifestanti contro il G8, si evidenzia percio´ non
solo un´intento vendicativo, ma anche uno scopo intimidatorio ed il
tentativo di sperimentare e “affinare” gli strumenti repressivi per
adattarli alla nuova emergenza delle lotte sociali. In quest´ultimo anno
infatti il meridione italiano e´stato scosso da autentiche ribellioni
popolari innescate dal diritto alla salute, al reddito e alla
salvaguardia
ambientale. Come dimostrano Melfi, Scanzano e Acerra alcuni tra i temi
piu´scottanti su cui si e´schierato il movimento noglobal tendono a
diffondersi “motu proprio” secondo i processi orizzontali e reticolari
tipici dei grandi movimenti di massa. E´ evidente che al tempo della
guerra permanente i governi della barbarie non possono permetterlo...!
Percio´ con i processi sul Global Forum di Napoli e il G8 di Genova si
apre una battaglia politica la cui posta in palio non e´ “soltanto” la
sorte personale di decine di compagni e compagne e neppure la
fondamentale affermazione della verita´storica e sociale su quelle
giornate, ma la possibilita´ stessa di continuare a ostacolare la nuova
barbarie della guerra e della devastazione sociale e ambientale.
L'unica "vittoria" possibile, in simili processi, non potra´ pertanto
limitarsi al piano giudiziario, ma dovra` essere la presa di coscienza
in tutto il paese che nel 2001 ci fu una calcolata e drammatica
sospensione dello stato di diritto: si estesero a uno straordinario
fenomeno politico quei dispositivi di violazione dei diritti della
persona che sempre piu´ vengono sperimentati sui soggetti deboli della
societa´ a partire dai migranti. Percio´ facciamo appello ai movimenti,
ai lavoratori, alle forze politiche e sindacali sinceramente
democratiche, per combattere con l´informazione e la mobilitazione
l´affermarsi di questa moderna
inquisizione. Affinché Cosenza diventi nuovamente una “citta´ aperta”,
pronta a riaccogliere, come nel 2002, una mobilitazione generale del
“movimento dei movimenti” con una manifestazione nazionale il 27
novembre ´04 ed un assemblea contro la distruzione dei diritti e delle
garanzie sociali il 28 novembre. La settimana di mobilitazioni a Cosenza
si concluderà con un presidio di massa sotto il tribunale il giorno
dell’avvio del processo giovedì 2 dicembre alle ore 9.00.

SABATO 27 NOVEMBRE 2004 – ore 15.00
MANIFESTAZIONE NAZIONALE A COSENZA

• VERITA’ E GIUSTIZIA PER NAPOLI E GENOVA 2001
• CONTRO LA GUERRA MILITARE, ECONOMICA E SOCIALE
• CONTRO LA REPRESSIONE DELLE LOTTE SOCIALI

DIFENDIAMO IL NOSTRO DIRITTO A CAMBIARE IL MONDO!


Per adesioni inviate una mail a stopinquisizione2@libero.it
Per le spese legali (molto ingenti…) è stato aperto il ccp n.29388568
intestato a Salvatore De Rosa

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LIBERTA' DI MOVIMENTO..LIBERTA' DI PENSDIERO!
by Aut Reb Thursday, Nov. 04, 2004 at 4:06 PM mail:

NESSUNO MAI POTRA' IMPRIGIONARE LE NOSTRE IDEE. IL 27 TUTTE/I A COSENZA!

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LIBERTA' DI PENSIERO..LIBERTA' DI MOVIMENTO
by Aut Reb Thursday, Nov. 04, 2004 at 4:07 PM mail:

NESSUNO MAI POTRA' IMPRIGIONARE LE NOSTRE IDEE. IL 27 TUTTE/I A COSENZA!

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