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PRESIDIO A GENOVA PER IL PROCESSO AGLI ANTIFA MILANESI
by O.R.SO. Sunday, Dec. 19, 2004 at 2:33 PM mail:

in solidarietà degli antifascisti milanesi processati a Genova




Domenica 19 ore 21 presso la sala informa giovani del palazzo Ducale a Genova, incontro pubblico su repressione e controllo.Dal G8 di Genova fino agli arresti degli antifascisti milanesi.

intervengono:
Heidi Giuliani e Rosa Piro
avv.ti Mirko Mazzali e Laura Tartarini
O.R.SO., Milano
Francesco Caruso,rete Sud Ribelle
Askatasuna,Torino
Ramon Mantovani,PRC
Don Gallo

Mercoledì 22 dicembre ore 9 in largo 12 ottobre nei pressi del tribunale di Genova,presidio di solidarietà e di contrinformazione.si celebra il secondo troncone del processo agli antifascisti milanesi,saranno processati e in aula due compagni.
Da Milano si parte con un treno dalla stazione Centrale.il
treno parte all ore 7.00.siate puntuali.

LA RESISTENZA CONTINUA

E' sorprendente come la "kafkiana" vicenda giudiziaria dei compagni milanesi processati a Genova in questi giorni, non abbia suscitato nella sinistra di opposizione del paese una alzata di scudi generale. Dopo l'esito della prima tranche del processo, dove Marta e Federico si sono visti commminare quasi due anni nonostante lo sconto di un terzo della pena causato dal rito abbreviato, ci saremmo aspettati ben altre reazioni proporzionate alle modalità della persecuzione giudiziaria, ma niente. Solo recriminazioni di carattere contingente sulla pesantezza della sentenza. Pochi che ne avvertissero la logica di fondo, ancora meno coloro che riconoscessero in questo procedimento una variante di processo alle idee, dove al posto di indimostrabili teoremi cospirativi sul modello "cosentino" si utilizzava invece un altro espediente: il banale episodio dell'allontanamento da un treno di manifestanti di un paio di stupidi razzisti viene gonfiato ad arte, infarcito di violenze mai avvenute, e, colpo di genio, condito con pretestuosa ipotesi di rapina. Ripetiamo, la gravità non risiede nella pesantezza della pena richiesta semmai ne è una conseguenza, quanto nella malafede del castello accusatorio. Nel successivo troncone processuale che comincierà il 22 dicembre e che vedrà coinvolti Orlando e Milo, i quali per scelta non si avvarranno di sconti di pena, si tenterà di disarticolare le menzogne attraverso le testimonianze di chi su quel treno c'era davvero. Ma gli esiti del primo processo non autorizzano nessun ottimismo, anzi, il rischio molto concreto è che vi siano pene ancora più pesanti.

Ci sarebbe da rimanere sbalorditi da questo caso di accanimento giudiziario, se non fosse che è sotto gli occhi di tutti il clima di forte intimidazione repressiva che ha colpito il movimento negli ultimi anni. Certamente è la risposta reazionaria alla sua capacità di imporsi sul terreno dello scontro politico e non solo in Italia. Si paga lo scotto di aver saputo interpretare i mutamenti epocali e di aver colto, certo ancora confusamente, i valori fondanti di una rinnovata critica al sistema di dominio attuale, quello fondato sulle guerre neocoloniali all'esterno dei confini e sull'ampliamento della precarietà e dell'esclusione sociale all'interno. E naturalmente, per chi soggettivamente o solo oggettivamente intralcia questo piano inclinato reazionario c'è la rediviva opzione dell'annichilimento repressivo, della penalizzazione dei conflitti sociali, dell'imbarbarimento ulteriore delle modalità di controllo, anche con l'utilizzo sfrenato, come nel nostro caso, di sotterfugi e menzogne.





Secondo i PM questo non sarebbe un processo politico ma solo un caso di rapina...Come se fossimo cosi stupidi da non accorgerci che sono solo pretesti per punire un interpretazione delle lotte sociali così come si sono dispiegate a Milano in questi anni. Altrimenti come spiegare l'accanimento della stampa della destra politica che a più riprese ha riportato le accuse dei PM dando per già per avvenuta la condanna e rincarando la dose insinuando di tutto e di più. Come giudicare altrimenti la sbalorditiva scoperta che nella periodica relazione dei "servizi segreti" al parlamento tra le altre cose cialtronescamente si segnala la pericolosità di certi ambienti milanesi adducendo come motivazione l'episodio del treno? Come se non ci fossero state almeno 150 o forse anche 200 persone (non tutte compagni ma anche passeggeri comuni purtroppo non rintracciabili ai fini delle testimonianze) ad assistere a ciò che è (o non è) successo su quel maledetto treno! Ma allora in conseguenza di queste considerazioni quale è il vero ruolo dei pubblici ministeri genovesi nell'economia generale di questa ondata repressiva che vede proprio nella procura genovese uno dei capisaldi, probabilmente in strettissima connessione con quegli ambienti nazionali che mal tollerano le opposizioni e che si fanno beffe ormai persino della democrazia liberale? Generalmente è fuorviante eccedere in dietrologie, si rischia di accomunare e di semplificare fenomeni per loro natura complessi e contraddittori, nel nostro caso però è lecito avanzare dei sospetti. Del resto in tanti hanno individuato nella specificità genovese la giustificazione di questa disavventura giudiziaria. Una cosa di questo genere, una montatura così volgare e artefatta poteva avvenire solo quì e ora, solo nella Genova post G8.

Questa assemblea a ridosso della prima udienza del processo è un'occasione di confronto tra le diverse situazioni e diverse esperienze che si ritrovano loro malgrado a scontrarsi con le macchinazioni di settori della magistratura.
Per rompere l'isolamento intorno alle singole vicende giudiziarie, soprattutto quelle che godono di minor visibilità restituendogli la più autentica dimensione di persecuzione politica.


Un soggetto sociale antagonista non deve smarrire la propria identità politica e deve rifuggire un atteggiamento di vano piagnisteo. Deve trasformare la risposta all'attacco repressivo in una opportunità di rilanciare proposte e progetti in continuità con i percorsi che hanno da sempre caratterizzato l' attività politica.

Officina della Resistenza Sociale

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antifascisti
by tutti in prigione Thursday, Dec. 23, 2004 at 5:06 PM mail:

Tutti in prigione gli antifascisti!

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barzelletta?
by hahahahahah! Monday, Dec. 27, 2004 at 1:56 PM mail:

gli intellettuali di destra sono come i cantautori di destra, semplicemente,.....non esistono.

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mah
by bah Monday, Dec. 27, 2004 at 3:03 PM mail:

può darsi, ma quelli di sinistra sono tutti morti

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