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ACTION ROMA SULLA REPRESSIONE DEI FATTI DEL 6/11/04
by a.i Wednesday, Jan. 12, 2005 at 7:56 PM mail:

"Estorsione e rapina: il governo ha paura dei movimenti sociali"

COMUNICATO STAMPA
diACTIon
agenzia comuntaria diritti



Concepire le lotte sociali come una pratica di estorsione o, addirittura, come una rapina aggravata, è segno di una grande preoccupazione che si respira negli ambienti di governo in merito alla crescita del malcontento sociale.
Anche la relazione semestrale dei servizi segreti, resa nota a fine anno, seguiva lo stesso cliché, avvertendo dei rischi di infiltrazione tra i lavoratori degli ambienti più radicali di movimento. Questo governo non ha risposte
e la repressione è l'unica arma che gli rimane.

Le iniziative organizzate negli ipermercati di Napoli, di Roma e di altre città prefigurano una nuova modalità di contrattazione sociale per soggetti esclusi da qualsiasi negoziato e per diritti che non vengono considerati.
I prezzi aumentano, i redditi sono diventati intermittenti e i nuovi lavoratori atipici, il precariato diffuso e in costante aumento, non hanno alcun luogo di contrattazione. Dove possono i cittadini/consumatori/lavoratori precari difendere il loro potere d'acquisto? Dove possono negoziare i loro diritti?

Queste misure repressive vanno combattute non solo perché criminalizzano una parte importante dei movimenti ma anche perché prefigurano un modello di società in cui i conflitti non hanno più cittadinanza, dove contano solo i poteri forti e dove i cittadini sono costretti a misurarsi individualmente con i propri diritti, trasformati in elargizioni dall'alto.

Occorrerà porre mano ad una depenalizzazione dei reati connessi ai conflitti sociali insieme alla costruzione tra movimenti urbani, associazioni e organizzazioni sindacali di un nuovo livello di contrattazione di cittadinanza, che dia risposte a quella parte di società che è diventata invisibile, esclusa da diritti fondamentali e da ogni forma di rappresentanza. Un grande movimento sociale che respinga queste manovre repressive e sappia indicare la strada per affermare nuovi e improrogabili diritti, tra i quali è fondamentale quello al reddito.

E' urgente, infine, che riprenda con forza la mobilitazione contro la crescita del costo della vita, denunciato da tutti gli istituti di rilevazione e sul quale non c'è a tuttoggi alcuna iniziativa valida da parte del governo. Una mobilitazione che veda coinvolte oltre ai movimenti anche le associazioni dei consumatori e di quanti hanno denunciato con forza in questi mesi lo strozzamento dei prezzi.

Roma 12 gennaio 05

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domanda
by pippoautop Sunday, Jan. 16, 2005 at 3:40 PM mail:

Se non avessero preso contromisure (denunce), domani un qualsiasi coglioncello potrebbe andare in giro nei supermercati, rubare quello che vuole e definire l'atto un esproprio proletario. E'giusto secondo voi che sia così?

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[inchiesta: emergenza casa] Casa dolce casa
by Luigi Politano Tuesday, Nov. 22, 2005 at 2:50 PM mail: l.politano@rivistaonline.com

Nei tanti appunti messi da parte per mesi sul problema abitativo, mi ricapita tra le mani un trafiletto di un quotidiano Napoletano: "… L'emergenza delle esecuzioni per finita locazione riguarda 4.500 famiglie, contando soltanto quelle in città. Una situazione che, secondo Balzamo, ´rischia di scoppiare nelle prossime settimane, man mano che si avvicinerà la data del 30 settembre fissata dal governo per gli sfratti da eseguire a Roma e nella città partenopea. Napoli e la capitale sono state le uniche due città per le quali, in considerazione della drammatica situazione del problema dell'emergenza casa, il governo ha deciso di differire l'esecuzione degli sfratti al 30 settembre 2005, in mancanza della possibilità di concedere una proroga degli sfratti perché dichiarata, dalla legge, incostituzionale"

Questa una delle notizie apparse sulla stampa a fronte del problema sfratti. Non molto preso in considerazione dai media, il problema è reale e preoccupante. La notizia in questo caso si riferisce a ben due mesi fa, ma la situazione in realtà risulta peggiore del previsto anche a distanza di tempo. Non solo Napoli o Roma, ma diverse città d'Italia sono ammalate di carenza di alloggi. Naturalmente un caso concreto è sempre simbolo di una situazione generale e credo che la situazione romana in questo sia emblematica. A Roma mentre imperversa la speculazione edilizia, non si è ancora in grado di affrontare l'emergenza abitativa che coinvolge diversi nuclei familiari, alcuni dei quali composti da persone ultra sessantacinquenni (che per legge dovrebbero essere tutelate), e con portatori di handicap.

Si potrebbe raccontare il caso della signora Savino. 65 anni sposata con un suo coetaneo, e madre di una ragazza down di circa 40.
La loro storia inizia più di due anno fa. Io li incontro a maggio del 2005 alle prese con la richiesta di un alloggio "case popolari" presso il terzo municipio di Roma. In loro soccorso le tante parole del responsabile politiche abitative Galloro ed i ragazzi di Action. Uno sfratto ricevuto che diviene esecutivo. Prima proroga ottenuta ad aprile ed ancora un'altra che prolunga il tempo di permanenza nella loro casa fino a dopo l'estate. Li ho incontrati qualche giorno fa alle prese con una piccola conferenza tenutasi sulle scale di una casa occupata da alcune famiglie, compresa la loro, esasperate e senza un tetto.

L'attuale governo ha fatto passare un po' in sordina tutte queste vicende. La finanziaria di questi giorni tra l'altro, riducendo le spese per i comuni, di fatto aumenta un problema che ha carattere nazionale. La storia è molto semplice, l'avvento dell'euro e il vertiginoso picco dei prezzi, soprattutto nel mercato immobiliare, hanno indotto i proprietari di casa ad alzare il canone di locazione non considerando le persone che in quelle case vivevano da anni. In città come Roma, Napoli e Torino, la situazione è resa ancora più grave dalla presenza delle università che, in alcuni quartieri come nel terzo municipio romano, fanno sì che i proprietari trasformino gli appartamenti in macchine fabbrica soldi a scapito degli studenti fuori sede. La proporzione è molto chiara ed è nota. Le cifre, ripetute per l'ennesima volta sono il simbolo di ciò che accade. Chi prima, nei pressi di piazza Bologna a Roma, pagava un canone mensile di affitto (parliamo di famiglie residenti in queste abitazioni da anni) che si aggirava tra le 500 e le 900.000 lire al mese, oggi sarebbe costretto a pagarne 1400 Euro.
La cosa più sconvolgente è mettere a confronto con il numero vertiginoso di cantieri presenti nelle periferie romane, in mano ad imprenditori del mattone che oggi sono diventati la nuova forza economica italiana capace di scalare colossi finanziari di ogni genere. L'estrema ricchezza di chi produce case e l'estrema povertà di chi a queste case non riesce ad accedere per mancanza di una politica abitativa seria, che il governo negli ultimi anni non si è preoccupato di affrontare a seguito dell'aumento del costo della vita.

La cartolarizzazione senza controllo degli immobili di proprietà dello stato o di enti pubblici, è un'altra causa della situazione attuale. In molti casi lo stato svendeva a società che di volta in volta o riproponevano all'acquirente il bene concedendolo in affitto o rimescolava le carte rimettendolo sul mercato ai prezzi che conosciamo bene. Le case spesso erano abitate e di conseguenza agli inquilini storici, in alcuni casi non è stata data molta scelta: o prezzi fuori dalla loro portata o lo sfratto.
Uno di questi esempi è il palazzo in via Tiburtina 150, sempre a Roma, dove una società ha acquistato molti appartamenti dando lo sfratto a tutti gli inquilini. Attenzione tutto in maniera legale e legittima, il problema andrà cercato altrove. In uno di questi, per tanti anni e fino alla scorsa settimana, abitava una anziana signora sola e con le difficoltà che gli anni comportano. Un ufficiale giudiziario, un medico, i carabinieri e la signora viene portata via in malo modo da quella casa, finendo in ospedale per qualche giorno. Dove andrà ad abitare adesso? Forse a casa del padre che di anni ne ha 80, ed è anche lui nelle stesse condizioni in cui versava la figlia, con un piede già fuori la porta. Nello stabile gli appartamenti sono stati rimodernati e sistemati in stanze singole con armadi a muro ed un piccolo angolo Boudoir. Bagno e cucina in comune nell'appartamento formato da tre-quattro camere. Prezzo per camera 450 Euro. Tre anni fa quello stesso appartamento, intero, costava meno di 500 Euro.

La politica degli ultimi anni ha favorito la cartolarizzazione di immobili appartenenti allo stato, per tappare i buchi che la politica creativa di Tremonti ha creato. Centinaia di palazzi finiti nelle mani di chi ci si è arricchito, senza minimamente considerare, al governo, il problema in cui versavano e versano tutt'ora, migliaia di cittadini Italiani, alcuni dei quali anche ex impiegati pubblici con famiglie a carico. La storia della signora Silvana, ex insegnante in pensione è stata già raccontata su queste pagine.
La classe media che sparisce e che non sa come dormire al coperto.
Il genio che abbiamo a Capo del governo nel frattempo ipotizza il mondo perfetto con tutti proprietari di casa. Un'immagine meravigliosa. Con quali soldi però non se lo chiede, e non cerca neanche di tirarli fuori nell'ennesima finanziaria che colpisce tutti. A cominciare da queste persone. Neanche ipotizzato nell'ordine dei problemi da affrontare da subito, già da anni, in Italia gli investimenti maggiori devono essere dedicati al Ponte sullo Stretto? Forse prima, c'era qualcosa di più urgente: delle persone da tutelare, proteggere ed a cui garantire un futuro dignitoso.

Il fido Brunetta nel frattempo rincara la dose proponendo 500 mila appartamenti. Dove, quando e con quali soldi non è dato sapere. Lo stato gli immobili li aveva in proprietà e li ha venduti ai tanti Ricucci, Coppola, Caltagirone che non credo abbiano intenzione di concederli ad affitti sostenibili.
Brunetta questo lo ha pensato?
Inutile infierire, sarebbe come sparare sulla croce rossa.

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errore
by crash Saturday, Jun. 24, 2006 at 3:35 PM mail:

ciò che dici non ha senso... "qualsiasi coglioncello" non rappresenta nessuno oltre che se stesso. Questo genere di azioni sono puramente dimostrative, atte a far emergere un forte disagio sociale ed economico dlla realtà italiana. Il "coglioncello" può fare un'azione individuale e l'individualismo non ha nulla a che vedere con la collettività, anzi in parte è la sua rovina. Il problema non persiste.
ora però sono stati dati arresti domiciliari a 5 compagn* e l'obbligo di firma ad altri 12.

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