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G8: BOLZANETO, INIZIA GIOVEDI' L'UDIENZA PRELIMINARE /ANSA 47 GLI IMPUTATI, 150 COSTITUZIONI DI PARTI CIVILI (ANSA) - GENOVA, 24 GEN - Avra' inizio giovedi' nell'aula Magna del Palazzo di Giustizia, davanti al gup Maurizio De Matteis, l'udienza preliminare dell'inchiesta sui presunti soprusi e pestaggi da parte delle forze dell'ordine e di personale sanitario, avvenuti nella caserma della Polizia di Bolzaneto nei giorni del G8 del luglio del 2001. Il calendario prevede due udienze alla settimana, giovedi' e sabato, fino alla fine di marzo. Anche per questo procedimento, come per tutti quelli che riguardano il G8, sono state decise eccezionali misure di sicurezza, tra cui il transennamento del palazzo di giustizia. Per i fatti di Bolzaneto la pubblica accusa ha avanzato 47 richieste di rinvio a giudizio. Sono inoltre circa 150 le costituzioni di parti civili, di cui 40 sono i no global picchiati nella scuola Diaz. Intanto i pm Patrizia Petruzziello e Vittorio Ranieri Miniati stanno preparando una copiosa memoria, che depositeranno a febbraio, in cui viene spiegato il metodo di indagine seguito, le iscrizioni via via fatte sul registro degli indagati, le accuse a carico degli imputati, i riscontri ottenuti, anche al fine di facilitare il giudice a seguire questo procedimento, molto complesso anche per il numero degli imputati. Le richieste di giudizio, firmate dai pm del pool G8 e dal procuratore Francesco Lalla, riguardano agenti e dirigenti della Polizia di Stato e di quella penitenziaria, medici e personale infermieristico. Le accuse nei loro confronti sono, a vario titolo, abuso d'ufficio, violenza privata, falso ideologico, abuso di autorita' contro detenuti o arrestati, violazione dell'ordinamento penitenziario e della convenzione per la salvaguardia dei diritti dell' uomo e delle liberta' fondamentali. Le accuse sono molto pesanti, tanto che il procuratore capo Francesco Lalla ha parlato di vero e proprio ''sadismo'' che va al di la' del reato di tortura, non ancora introdotto in Italia, perche' ''implica non solo una continuita' di trattamento ma anche una finalizzazione, che nel caso specifico non c' e' stata''. Tra gli indagati figurano il vicequestore Alessandro Perugini (all'epoca numero 2 della Digos di Genova), il generale della polizia penitenziaria Oronzo Doria, all'epoca colonnello, e l'ispettore Biagio Antonio Gugliotta. Della polizia penitenziaria ci sono inoltre Daniela Maida, gli operatori del servizio matricola Giuseppe Fornasiere, Giovanni Amoroso, Marcello Mulas, Michele Colucci Sabia; gli agenti Giuliano Patrizi, Alfredo Incoronato, Daniela Cerasuolo, Antonio Biribao, Vittorio Bertone, Barbara Amadei. Nella polizia, oltre a Perugini e all'ispettore Anna Poggi, vicequestore a Torino, figurano Antonello Gaetano, Massimo Luigi Pigozzi, Massimo Salomone, Antonello Talu, Aldo Tarascio (sindacalista Silp-Cgil), Francesco Paolo Baldassarre Tolomeo, Mario Turco, Paolo Ubaldi, Franco Valerio, Giovanni Pintus, Natale Parisi, Matilde Arecco. Gli 11 carabinieri sono Piermatteo Barucco, Gianmarco Braini, Mario Fonicello, Giovanni Russo, Pietro Romeo, Maurizio Piscitelli, Ignazio Mura, Antonio Gavino Multineddu, Corrado Furcas. I medici sono invece Giacomo Toccafondi, Aldo Amenta, Adriana Mazzoleni, Sonia Sciandra e Marilena Zaccardi. Il medico Toccafondi, responsabile del servizio sanitario all' interno della struttura, e' accusato tra l'altro di aver insultato direttamente le persone visitate con espressioni quali ''abile arruolato'', ''pronti per la gabbia'', ''benzinaio'', ''accoltellatori'' e di aver offeso con frasi di scherno, ad esempio il giovane Hermann J., con riferimento alla fede politica e la sfera sessuale. Toccafondi, a cui i pm hanno contestato 102 capi di imputazione, e' accusato inoltre di non aver denunciato che nelle celle venivano spruzzati contro i detenuti gas urticanti-asfissianti, omettendo di segnalarlo all'autorita' giudiziaria. Al generale Oronzo Doria invece, i pm hanno contestato di aver tollerato e comunque non impedito che le persone detenute presso la caserma subissero umiliazioni, offese e insulti in riferimento alle loro opinioni politiche.(ANSA).
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