Dopo una lunga estate di fuoco e di sangue, Israele e Autorità Nazionale Palestinese compiono un primo passo per fermare il conflitto. Ieri sera le due parti hanno infatti raggiunto un accordo sul piano di sicurezza ideato dal ministro della Difesa israeliano, Benjamin Ben Eliezer, per arrivare a un cessate il fuoco: l'intesa prevede che a partire da questa mattina l'esercito israeliano cominci a ritirarsi dalle aree della striscia di Gaza e di Betlemme rioccupate nel corso degli ultimi ventidue mesi di Intifada. Se le forze di sicurezza palestinesi garantiranno l'ordine e impediranno violenze in queste due zone, successivamente il ritiro israeliano sarà esteso anche ad altre aree della Cisgiordania.
L'obiettivo è realizzare gradualmente, a tappe, una tregua, la condizione minima necessaria - secondo Israele - per riprendere un negoziato di pace.
L'accordo è giunto dopo un incontro di quattro ore in un albergo di Tel Aviv tra Ben Eliezer, accompagnato da alti responsabili di governo e delle forze armate israeliane, e il ministro degli Interni palestinese Abdelazek al-Yahaja, venuto all'appuntamento insieme a Mohammed Dahlan, l'influente ex-capo del servizio di sicurezza preventiva a Gaza, recentemente nominato da Arafat consigliere per la sicurezza nazionale, uno dei posti chiave nella struttura del potere dell'Anp. Denominato "Prima Gaza" (sottinteso: "e poi il resto dei Territori"), il piano riechieggia il calendario a tappe che mise in moto il processo di pace a partire dal 1994, quando Israele cominciò a restituire zone autonome all'Autorità Palestinese partendo per l'appunto da Gaza. Come attuale leader del partito laburista, Ben Eliezer ne ha fatto il suo cavallo di battaglia in vista di possibili elezioni anticipate di cui si parla con insistenza negli ultimi tempi, nelle quali potrebbe candidarsi a primo ministro contro il premier in carica, il conservatore Sharon, mettendo fine alla grande alleanza fra sinistra e destra in seno al governo di unità nazionale.
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