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I giochi di Shell all'Earth Summit
by Declassificata Thursday, Aug. 22, 2002 at 12:12 AM mail:

Serie Speciale di Kenny Bruno and Joshua Karliner CorpWatch 15 agosto 2002


CAMPAIGNS: Alliance for a Corporate-Free UN

Seguire il comportamento del Royal Dutch Shell dall'Earth Summit di Rio del 1992 fino al WSSD di Johannesburg è particolarmente istruttivo per comprendere come le corporazioni globali abbiano perseguito da una parte una strategia di pubbliche relazioni pro-ambientaliste e sui diritti umani , mentre d'altro canto abbiano continuato ad essere profondamente coinvolte nell'attività distruttiva.l primo Earth Summit, il Senior Managing Director di Shell si è unito al World Business Council for Sustainable Development (WBCSD) -- un consorzio di capi di corporazioni che ha cercato di ritrarsi come componente della soluzione ai problemi ambientali del pianeta, piuttosto che definirsi il centro della questione. Come prova di questi sforzi, il WBCSD ha pubblicato un libro, "Changing Course: A Global Business Perspective on Development and the Environment". Parte di questo libro è stata dedicata alle "pratiche migliori" studiate per uno sviluppo sostenibile. Il contributo di Shell riguardava approssimativamente lo "sviluppo delle risorse umane" in Nigeria e includeva questo paragrafo:

"Il diretto investimento straniero di una società multinazionale si rivela spesso il modo più efficace per lo scambio di abilità e tecnologie che sono necessarie per portare avanti lo sviluppo sostenibile nei paesi sottosviluppati. In particolare, gli investitori stranieri possono contribuire direttamente alla costruzione delle competenze manageriali e degli impiegati locali attraverso corsi di formazione. Questo comporta non solo benefici per l'azienda interessata, bensì per l'intera comunità".

Mentre alcuni hanno potuto sviluppare le loro competenze lavorando nei campi petroliferi del Delta del Niger come conseguenza dello " sviluppo sostenibile" di Shell, è chiaro che la definizione di sviluppo sostenibile del gigante petrolifero ha compreso oltre 30 milioni di dollari di petrolio estratti nella regione del Delta del Niger fin dal 1956, le cui conseguenze sono state poca ricchezza e poco sviluppo per questa regione.

In questa inchiesta sulle pratiche migliori, viene convenientemente ignorato il fatto che Shell ha anche creato un disastro ecologico e sociale al Delta del Niger che è diventato un classico caso di studio sugli orrendi impatti del petrolio sulle persone e sull'ambiente. Senza contare che nessuno dei 30 milioni di dollari sono stati impiegati per la regione del Delta del Niger, dove le scuole e gli ospedali sono rarità, e dove le contaminazioni tossiche del petrolio e dei gas intasano l'acqua e l'aria.

Le orrende condizioni del Delta del Niger non hanno impedito a Shell di declamare sfacciatamente il proprio impegno nello sviluppo sostenibile della regione. L'inchiesta di Shell sulle pratiche migliori ha spiegato nel Changing Course che, come conseguenza del suo programma di formazione, " gli standards di qualità e sicurezza non vengono compromessi e la buona amministrazione ambientale è in aumento". Ma come ha scritto Ken Saro-Wiwa, romanziere e leader del popolo di Ogoni nel delta del Niger, la realtà è ben differente rispetto allo Shell's Earth Summit greenwash:

"Dal 1958, Shell ha intrapreso una guerra ecologica in Ogoni . Una guerra ecologica è altamente mortale, tanto più che non è convenzionale. E' omicida attraverso i suoi effetti. La vita umana, la flora, la fauna, l'aria, cadono ai suoi piedi e, per concludere, è la Terra stessa a morire. È sostenuta in generale da tutti gli strumenti tradizionali che dipendono dalla guerra-propaganda, dai soldi e dalla frode. La vittoria è valutata in base ai profitti e, in questo senso, la vittoria di Shell in Ogoni è stata totale."

Tre anni e mezzo dopo il Rio Earth Summit, il governo Nigeriano ha giustiziato Ken Saro-Wiwa ed altri otto Ogoni. Successivamente, dalle prove è emerso che Shell, l'obiettivo della critica di Saro-Wiwa, è stata implicata nella sua morte. Dopo la morte di Saro-Wiwa, la dittatura militare nigeriana è caduta nel dissenso in Ogoniland.

Come ha detto Naemeka Achebe, General Manager di Shell Nigeria, " per avere un'azienda commerciale che operi degli investimenti, c'è bisogno di un ambiente stabile. La dittatura può darlo". In questa cruda frase, Achebe ha svelato la dura realtà dietro cui si trova la retorica del programma di sviluppo sostenibile di Shell.

In risposta alla massiccia critica pubblica circa il suo ruolo in Nigeria, Shell va oltre il greenwash nel tentativo di coprire la sua immagine riguardo i diritti umani. Omettendo convenientemente gli anni di complicità con l'apartheid in Sud Africa, Shell ha iniziato a supportare i prigionieri politici. Cercando di raffigurarsi come protettrice delle libertà civili, ha inserito nel suo sito web la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, e ha indicato la Nigeria come esempio positivo della sua difesa dei diritti umani. Usando la tecnica di sfruttare rumorosamente il messaggio di uno dei suoi critici, Shell ha presentato una foto di una riunione pro-Ogoni sul suo sito.

La violazione dei diritti umani e la distruzione ecologica locale non sono le sole cose che defluiscono dalla Nigeria insieme al petrolio di Shell. Il rilascio di metano da parte di massicce esplosioni di gas, una pratica proibita nei paesi dove Shell ha le sue sedi (Inghilterra e Olanda), come nella maggior parte dei Paesi industrializzati, si aggiunge alla bruciatura di petrolio esportato dalla Nigeria, che aiuta a fare di Shell una componente significativa nei cambiamenti climatici. Come la preoccupazione pubblica attorno al globale surriscaldamento è cresciuta, Shell ha presentato un'altra relazione pubblica sulle problematiche delle condizioni ambientali nel 1990s.

Sforzi come la Climate Covention, firmata al Rio Earth Summit, e il Protocollo di Kyoto, che si è evoluto dopo quell'occasione, hanno minacciato la futura viabilità economica del Royal Dutch Shell Corporation e del resto delle compagnie petrolifere. Come risultato, queste compagnie hanno iniziato a essere intensamente coinvolte nelle negoziazioni sul protocollo di Kyoto, lavorando per alleggerire gli sforzi globali indirizzati ai cambiamenti climatici, la maggiore minaccia per l'ambiente nel XXI secolo.

Per esempio, Shell ha inviato alle negoziazioni climatiche di The Hague nel novembre del 2000 43 ufficiali rappresentativi, la delegazione più numerosa rispetto a quelle dei maggiori paesi e vicina alla metà delle 100 persone della delegazione di U.S. Per tutto il tempo, Shell ha rivendicato la sua offerta di proposte costruttive per aiutare a salvare il clima mondiale.

Quelli che hanno avuto a che fare con l'esperienza di Shell a livello locale la pensano diversamente. S. "Bobby" Peek, vincitore del prestigioso Goldman Environmental Prize e rappresentante dell'organizzazione groundwork per il Sud Africa, ha detto in una conferenza stampa al The Hague che:

"Fin da quando l'abbiamo denunciata, Shell ha mentito per 40 anni sull'emissione delle sue raffinerie in Sud Africa. Oggi l'inquinamento prodotto da Shell continua ad avvelenare le comunità locali nel democratico Sud Africa, e contribuisce alle emissioni di carbonio delle compagnie globali. Se mentono ai loro vicini sulle emissioni in Sud Africa, come possiamo iniziare a credere alla loro retorica sulle negoziazioni per il cambiamento climatico?".

Infatti, in esami riservati, le attività di Shell al The Hague erano più focalizzate nello sviluppare metodi per trarre profitti dagli Accordi di Kyoto nei lavori sull'inquinamento e per lo sviluppo di meccanismi di depurazione, piuttosto che nel creare misure per evitare il surriscaldamento globale. Come si è lavorato per plasmare l'Accordo di Kyoto all'interno dei muri della negoziazione di U.N., Shell ha occupato un'intera pagina sul Financial Times dichiarando che " le decisioni necessitano di essere prese adesso sia dalle compagnie che dai loro clienti", impegnandosi a ridurre le loro emissioni gassose.

Questo è stato un buon passo, ma non significativo come può sembrare. Come per gli altri giganti dei combustibili, anche l'impatto di Shell sul clima non dipende solo dal suo uso di gas e petrolio, ma anche dalla produzione dei suoi articoli: il petrolio prodotto da Shell giustifica la maggior parte del biossido di carbonio che cuasa il surriscaldamento globale, il quale supera quello dei più grandi Paesi mondiali, inclusi Canada, Messico e Brazile.

Attraverso relazioni pubbliche e inserzioni, Shell e il resto delle industrie petrolifere continuano a esporre promesse fallaci sul surriscaldamento globale ( o in alcuni casi, come ExxonMobil's, a negare il problema). Allo stesso tempo, non hanno mai ridotto il loro sforzo mondiale nel trovare e produrre più gas e più petrolio. Se non vogliamo evitare catastrofici cambiamenti climatici, il mondo non può permettersi di bruciare questi combustibili fossili.

Shell non ha innalzato offensive nelle sue relazioni pubbliche all'Earth Summit II. Invece, ai Meetings preparativi del WSSD a New York di questi ultimi anni, Shell ha continuato a farsi pubblicità in qualità di elaboratrice di progetti benefici in Nigeria, ignorando il libro con cui gli Ogoni hanno continuato a denunciare il ruolo della compagnia.

Shell ha anche iniziato a partecipare alle attività industriali per influenzare le negoziazioni e progettare una sua immagine ambientalista. Il suo precedente CEO, Mark Moody Stuart, ha aiutato a costituire ed è diventato Direttore di un gruppo corporativo creato espressamente per l'evento - Business Action for Sustainable Development (BASD)- un'iniziativa unitaria del World Business Council for Sustainable Development e dell'International Chamber of Commerce. BASD, come si definisce, è stato "formato per assicurare riunioni di affari con forze collettive per l'U.N. World Summit on Sustainable Development che si terrà a Johannesburg." Come ha aggiunto Moody Stuart "il messaggio che portiamo all'Earth Summit del 2002 è che il business è parte della soluzione".

Il messaggio di Moody Stuart è sofisticato. Lui spinge le compagnie ad appoggiare il Protocollo di Kyoto, i regolamenti e lo sviluppo dell'energia rinnovabile. Il suo discorso era, infatti, molto più a favore dell'ambientalismo rispetto a quelli di molti governi. Ma allora, così era il discorso di Shell in Nigeria prima dello scandalo di Ogoni.

Gli attivisti erano scettici. Shell, hanno puntualizzato, ha usato una strabiliante retorica a Rio, ma la realtà era diversa." E' particolarmente ironico che un dirigente di Shell stia interpretando questo ruolo, perchè attraverso le sue azioni, Shell è diventata un simbolo della distruzione ambientale e complice della violazione dei diritti umani nel 1990s", ha detto Victoria Corpuz, Direttrice Esecutiva della Tebtebba Foundation, un'organizzazione sociale indigena situata nelle Filippine.

"Le parole di Moody Stuart hanno fatto intendere che il Business Action for Sustainable Development sarà fatto di molta teoria ma di poca sostanza".


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http://www.corpwatch.org/campaigns/PCD.jsp?articleid=3508


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