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Democrazia nel mondo arabo
by IO Sunday, Feb. 27, 2005 at 10:38 AM mail:

Da reporterassociati.org

Le “favelas” dell'informazione: tra il "Grande Medio Oriente" e le elezioni in Arabia Saudita
di Franco Chiavegatti
27 Feb 2005
Dal nostro corrispondente dalla Tunisia
Tunisi, 27 febbraio 2005 - Viviamo nel villaggio globale dell' informazione, é vero. Ma é altrettanto vero che, proprio per questo, vi sono le 'favelas' dell' informazione, dove le notizie nascono e muoiono senza che nessuno se ne curi o, peggio ancora, che qualcuno ne sappia qualcosa. Un esempio ? Tutti, o perlomeno molti, abbiamo sentito parlare del progetto bushiano del "Grande Medio Oriente".

Un progetto che mira all' instaurazione di un pluralismo politico, all'apertura economica e allo sviluppo di una società civile in una regione tanto vasta quanto eterogenea che va dalla sponda atlantica del Marocco alle frontiere indocinesi del Pakistan.

Un progetto ambizioso, difficile, che suscita perplessità quando non aperte contrarietà. Ma che, secondo gli strateghi politici statunitensi, deve andare in porto perché, come ha detto il segretario di stato Condoleeza Rice in un recente discorso a Parigi, "la propagazione della libertà nel mondo arabo e musulmano é una scadenza urgente che non puo' essere rinviata". In parole povere: quello che andava bene fino a poco tempo fa, oggi é giudicato inaccettabile. Vedi Iraq?

"La libertà - ha spiegato Rice ai parigini - per sua natura deve venire da un' aspirazione dei popoli, deve essere scelta, non puo' essere esportata, né imposta" ed é per questo che nell' ex paese di Saddam Hussein si sono tenute 'libere elezioni'. Magnificate e incensate.

Ma nel nostro villaggio globale dell' informazione nessuno ha speso una parola per un altro avvenimento di estrema importanza nel mondo arabo e legato al progetto di Bush: le elezioni municipali, prime in assoluto nella sua storia moderna, in Arabia Saudita. Perché questo silenzio ? Forse perché il regime saudita é ferreo alleato degli Usa e controlla a suo piacimento il mercato mondiale del greggio ? Forse perché gli interessi del mondo occidentale in particolare sono enormi e molti forse anche inconfessabili ? Forse perché non deve interessare che qualche giorno addietro due condannati per omicidio sono stati decapitati in pubblico, come usavano fare i Talebani suscitando - giustamente, allora - sdegno e orrore nel mondo cosiddetto civile ?

E perché nessuno ha fiatato per chiedere che il diritto di voto venisse esteso anche alle donne saudite, relegate da sempre in posizione di assoluta inferiorità ? Per loro vi é la 'promessa' entrare nelle cabine elettorali tra quattro anni! Il sospetto é che queste elezioni (primo turno a Riad il 10 febbraio scorso, voteranno invece il 3 marzo le province dell' Est e del Sud-Est, quelle dell' Ovest il 21 aprile) siano una colossale messa in scena orchestrata per far tacere i critici esterni, ma anche chi ha la volontà di fare opposizione all' interno di un paese dove i concetti di libertà e democrazia sono praticamente sconosciuti.

Perché le leve del potere sono saldamente nelle mani, da mezzo secolo, della famiglia degli Al-Saoud, la quale ha stabilito che queste elezioni porteranno alla nomina di metà dei componenti i consigli municipali, mentre l' altra metà verrà direttamente imposta, cosi' come il sindaco, dal centro. Va da sé che i consigli comunali avranno una limitatissima libertà di manovra. Restano dunque sempre attuali le critiche di coloro i quali (predicatori islamisti e intellettuali liberali, se non incarcerati) continuano a chiedere al principe ereditario Abdallah, che governa l' Arabia Saudita dopo la malattia che ha colpito re Fahd, elezioni libere e trasparenza negli affari interni ed esteri.

Ma, ci si chiede, fino a che punto la monarchia é disposta ad una liberalizzazione politica ed economica senza minare le basi su cui poggia? E gli americani possono dirsi soddisfatti per questo primo, timidissimo passo verso quella 'democrazia' che vogliono imporre?

Difficile rispondere. Ma interessante da seguire.

Franco Chiavegatti
redazione@reporterassociati.org





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