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http://italy.indymedia.org/news/2005/02/739400.php Nascondi i commenti.

L'assalto al cielo del mondo della Moda milanese. Tutti i siti caduti nel tranello...
by continuo a ridere da ieri sera! Sunday, Feb. 27, 2005 at 12:30 PM mail:

Sono anni che non si vedeva una trovata del genere!

I siti beffati:
http://www.cameramoda.it/eventi/26.html
http://www.settimanadellamoda.it/serpica.htm
http://delay-decay-attack.splinder.com/
http://www.goldenweb.it/dir/index.php?l=it&cat=79
http://www.fashionmagazine.it/home.html

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UNA GRANDE TROVATA
by PITTI UOMO Sunday, Feb. 27, 2005 at 1:45 PM mail:

Davvero una grande trovata ed una grande risorsa che finalmente spazza via la noia e la monotonia che affligge il nostro mondo.
Iniziative del genere dovrebbero moltiplicarsi per dare quella sferzata di energia e creatività necessarie per uscire dalla crisi del Made in Italy.

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bravi!
by aelia laelia crispis Sunday, Feb. 27, 2005 at 1:53 PM mail:

Era dai tempi delle pietre di Modigliani che non si vedeva una cosa simile...

Bravi!

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stop
by . Sunday, Feb. 27, 2005 at 2:15 PM mail:

... che cazzo é successo?
che sono quei siti? non vedo nulla di strano...

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Insomma
by Elettrico Sunday, Feb. 27, 2005 at 3:16 PM mail:

Simpatica e divertente. Però leggo dall'intervista su Repubblica:
"Sarebbe stato diverso se avessimo scelto una linea di protesta di tipo sindacale, o una provocazione del tipo infrangere le vetrine. Quel momento è passato. Adesso vogliamo infrangere la vetrina dell'immagine."

Sembra sempre più difficile per i nuovi "metamarchi" e i creatori di "spazi di lavoro open source" astenersi dal dire simili minchiate.
Non ci si riesce proprio a non presentare il proprio modo di fare, essere, dire movimento superiore o più moderno degli altri.
Se l'intento iniziale era creare spazi di contaminazione ed unione frasi come questa l'annullano al volo.

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insomma!
by superminkius Sunday, Feb. 27, 2005 at 3:33 PM mail:

l'azione diretta paga,
le chiacchiere no!

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chiarimento
by blicero Sunday, Feb. 27, 2005 at 3:40 PM mail:

beh, elettrico sai anche tu che i giornali non riportano tutte le affermazioni, come quelli che alcuni di noi hanno fatto esattamente opposte a quelle che citi.
Non ci siamo mai dissociati da nessuna forma di azione, ma mi pare legittimo che si possa scegliere o meno una o l'altra forma di azione. no?

[il virgolettato vorrei verificarlo ma dubito che sara' possibile]

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Ci mancherebbe altro
by Elettrico Sunday, Feb. 27, 2005 at 4:29 PM mail:

Ovviamente ciascuno è libero di scegliere la propria forma di azione (a tal proposito, "superminkius", a parte sceglierti un nick meno assimilabile a persone che conosco dovresti tenere conto del fatto che ciascuno è libero di credere più o meno "azione diretta" o "chiacchiere" le varie forme di azione) solo che non capisco perchè il 90% delle volte (no, non ho fatto verifiche su questa percentuale, ma la ritengo abbastanza veritiera) che ci sono azioni, di qualsiasi tipo, spunti fuori qualcuno che, in maniera più o meno diretta, si affretta a definirla migliore delle vecchie/vetero/sbagliate/inutili/insensate (a seconda dei casi) azioni fatte da altri.
Non credo proprio che se fosse stata assaltata la vetrina di un negozio di moda avreste preso le distanze, ragion per cui mi chiedo perchè non ragionare cinque minuti di più su quello che si scrive.
Poi, ovviamente, ho messo in conto che possa essere una frase buttata lì dal giornalista, nel qual caso mi auguro venga smentita.

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.....
by io Sunday, Feb. 27, 2005 at 7:24 PM mail:

io invece sono d'accordo. il tempo delle vetrine spaccate è finito. non serve a niente sotto tutti i punti di vista. anzi, è controproducente perchè ti rinchiudono immediatamente nello stereotipo del teppista senza cervello, cosa del tutto contraria dalla realtà, estromettendoti dalla società "civile". con questo non intendo dire che chi spacca una vetrina è uno stupido, solo che si può fare, e si deve fare, molto di più e meglio se sul serio vogliamo arrivare da qualche parte.

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pienamente daccordo
by sulla novità Sunday, Feb. 27, 2005 at 8:11 PM mail:

il commento sopra lo condivido in pieno.
perchè mai chi fa movimento non dovrebbe ragionare anche sulla poca comunicatività di alcune forme di protesta che sono avvenute negli anni passati e che forse ora sono veramente vecchie?io applaudo a iniziative come quella appena fatta a milano perchè trovo che portino forme nuove di conflittualità , che è ciò di cui il movimento ha bisogno per non morire di autoreferenzialità.

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per elettrico
by frenchi Sunday, Feb. 27, 2005 at 10:07 PM mail:

Ho pensato lungamente a come rispondere al tuo commento.
E non ho trovato nessuna forma sintetica ed esaustiva.
Io ho la mia rabbia e cerco di far si che questa muova i miei neuroni il meglio possibile. Loro precarizzano me
( noi ) ed io( noi) non posso permettermi di sbagliare più.
E' necessario individuare gli obiettivi e i modi per realizzarli. La vetrina del loro negozio, call center, macdonald è assicurata, i media sono in mano loro e raccontano tutto come vogliono.
La vetrina della loro immagine invece non è assicurata
Finchè la nostra lotta è rappresentata dai loro media rimaniamo impigliati in un circolo vizioso che ha per estremi l'oscuramneto o la distorsione.
Quindi la rabbia non basta serve l'intelligenza.
Ti copio una parte della seconda pagina della cartella stampa di ieri.
Secondo noi il senso della settimana della moda è del tutto simile a quello di un centro commerciale : è un avamposto ideologico.
E' la struttura formale, la rete logistica attraverso la quale si propaganda e si favorisce un'organizzazione sociale fondata sul consumo futile e reiterato, su immaginari funzionali a valori come la competizione, l'atomizzazione dell'individuo, il superfluo e su un controllo diffuso legato a meccanismi neo medioevali : le barbarie da una parte e dall'altra il castello, le sue torri d'osservazione, le sue guardie ad ogni porta come unica civiltà possibile.
Il problema è quindi il centro commerciale in sé e non la merce che contiene, e specularmente la settimana della moda in sé e non i vestiti che presenta.
Appropriarci di quelle merci in quei luoghi è un suicidio.

Le tematiche per noi fondamentali sono quattro :
_la produzione autonoma di senso e di immaginari dei precari e delle precarie tramite riappropriazione e creazione di saperi
_la cooperazione e condivisione come pratica fondamentale e costitutiva
_l'agitazione capillare e diffusa ottenuta tramite la complicità e le
informazioni che i lavoratori precari, disaffezionati all'ipocrita ideologia aziendale, di un particolare settore riescono a far filtrare. Informazioni materiali od immateriali. E il ricongiungimento della filiera di queste figure che con diverse occupazioni creano e gestiscono l'avamposto ideologico
_la capacità, utilizzando le complicità già citate di creare eventi pubblici che sappiano fomentare e coagulare tutti i punti precedenti

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Infatti
by Elettrico Monday, Feb. 28, 2005 at 1:15 AM mail:

Infatti io non commento l'azione in sè, ma alcuni - chiamiamoli spigoli? - che intorno a tutte le azioni da sempre ci sono.
Un'azione nuova o diversa dalle precedenti nasce, o meglio, può nascere dalla critica ai vecchi metodi o da un'idea geniale, da una forza inaspettata che fa tentare l'intentabile o da un colpo d'occhio. Qualsiasi cosa stia alla sua base però trovo non sia giusto non dimenticarsi mai di infilare la critica al resto, come se gli altri fossero vecchi, stupidi, ecc.
Come se ogni iniziativa (ormai sono poche, lo ammetto) che faccio io ribadissi in qualche modo che "non è più tempo dei cortei", "al contrario dei disobbedienti", "occupare le case è un autogol", ecc ecc, e sono esempi a caso ma immagino rendano l'idea.
Per me chi vuole spaccare vetrine lo faccia, chi vuole fare cortei idem, chi sit-in anche, chi sfilate pure, chi situazionismo pure, ecc ecc, e nonostante tutto - al di là delle chiacchierate informali dove ovviamente si esprimono le opinioni sulle forme varie che assume questo nostro agire - non sentirò l'esigenza di mettere nell'uscita pubblica precisazioni sui metodi altrui. Tutto qui.

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per frenchi
by uomonero Monday, Feb. 28, 2005 at 12:43 PM mail:

a parte il solito stile con paroloni in milanese :P , che io decifrò vista l'età e l'esperienza, MA davvero frenchi risolvi in una frase la questione merce-distribuzione?
cito:
Il problema è quindi il centro commerciale in sé e non la merce che contiene, e specularmente la settimana della moda in sé e non i vestiti che presenta.

suppongo che vi sia un'analisi politica profonda, credo e spero, nella scelta del soggetto sociale-economico di riferimento ovvero i "precar*".
idem per la scelta di avvicinamento al soggetto di cui ci si sente parte: non più la merce ma la rappresentazione che assume chi la distribuisce.
insomma un po' di questioni, che non definirei superficiali, e che vengono invece date per scontate

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l'ho pensato e detto dal primo incontro...
by fabia Monday, Feb. 28, 2005 at 1:19 PM mail:

ci ho creduto fin dall'inizio
siete bravissimi, geniali, creativi, rivoluzionari veri

Sono felice di aver partecipato, nel mio piccolo, con i mezzi tradizionali, alla divulgazione di un movimento importante che ha poi rivoluzionato anche il mondo della comunicazione. Da "precaria ante litteram" e "comunicatrice tradizionale" ho deciso di farci la tesi. Frankie lo sapeva già... baci e a presto

PS
Credo sappiate quanto vale la vostra operazione...una che conosco per un'attività di organizzazione di eventi e ufficio stampa guadagna 5.000 euro al mese più cellulare e auto aziendali e mille altri benefit. Da assunta intendo. Altrimenti, come consulenti, il guadagno raddoppia,triplica...
messaggio politico escluso

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ma pensa
by erpico Monday, Feb. 28, 2005 at 3:27 PM mail:

...adesso la rivoluzionaretà si misura la sua quotazione di mercato.

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bravi
by cercle vicieux Monday, Feb. 28, 2005 at 5:33 PM mail:


bravi avete cooperato in osmosi. Siete talmente autoreferenziali che finirete per trombarvi da soli, singolarmente.

uno che fa

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