L’abbiamo poi scovato all'interno di una casa modesta in un piccolo villaggio, e non nella fossa di cui tutti sanno".
"La casa dove catturammo Saddam"
di Gustavo Flobert
09 Mar 2005
Milano, 09 Marzo 2005. Un ex marine che ha partecipato alla cattura di Saddam Hussein ha riferito che la versione pubblica dell’evento è stata costruita ad arte. "Saddam Hussein si è difeso sparando numerosi colpi di pistola contro di noi dalle finestre della casa dove si nascondeva". Il quotidiano arabo "al-Medina" riporta il racconto dell’ex sergente Nadim Abu Rabeh, di origine libanese, secondo il quale l’ex presidente iracheno è stato catturato in realtà venerdì 12 dicembre 2003 e non il giorno dopo, come annunciato ufficialmente dal Pentagono.
"Facevo parte di un’unità di venti militari. Da tre giorni cercavamo Saddam Hussein nella zona di Dur, vicino a Tikrit, e l’abbiamo poi scovato all'interno di una casa modesta in un piccolo villaggio, e non nella fossa di cui tutti sanno".
Secondo il racconto del marine, la cattura è stata tutt’altro che semplice. "C’è stata una fiera resistenza, e uno dei nostri, di origine sudanese, è stato ucciso". "Hussein in persona - dice il marine - ha sparato a colpi di pistola contro i militari da una finestra del primo piano. Allora i marines di origine araba (erano otto) gli hanno gridato di arrendersi: "Non hai scampo".
"Successivamente un team di specialisti militari del Pentagono ha ricostruito la falsa scena della cattura nella fossa, che poi in realtà era solo un vecchio pozzo abbandonato.
L'intervista con il militare è avvenuta in Libano nei gorni scorsi.
Gustavo Flobert
