1. NUOVA PROVOCAZIONE CONTRO IL CAMPO http://www.antiimperialista.com/it/view.shtml?category=23&id=1113738352&keyword=+
Visto che governo e magistratura non riescono in alcun modo ad indagare sulla sparatoria del 4 marzo che, per mano statunitense, ha provocato la morte di Calipari e il ferimento di G. Sgrena, qualcuno ha ritenuto opportuno trovare un capro espiatorio e sollevare una cortina fumogena. E chi poteva essere scelto, come vittima sacrificale, se non coloro che da subito hanno espresso la loro solidarietà alla Resistenza irachena? Il fatto e’ che il sicofante Gianluca Preite (che ci accusa di aver organizzato praticamente tutti i sequestri italini in Iraq) e’ stato accompagnato in Procura di Roma dal noto avvocato Carlo Taormina, il quale deve essere il vero demiurgo della provocazione in questione. Infatti l’avvocato commentando la sera del 25 marzo (ore 23,00) su TeleLombardia, la vicenda Sgrena, ha accusato il Campo e specialmente Moreno Pasquinelli, di essere “dietro” al sequestro della Sgrena (!!) (che doveva essere uccisa!!). Ha cioe’ sparato il suo sgangherato siluro prima ancora di accompagnare il sicofante da Ionta e gli altri magistrati (non si lamenti dunque della “fuga di notizie” che “metterebbe in pericolo la vita del suo assistito, poiche’ proprio lui ha reso pubblica la bufala).
Ora leggete attentamente, che ha dell’incredibile.
(AGI) - Roma, 5 apr. - Dietro al sequestro di Giuliana Sgrena ci sarebbero i gruppi antimperialisti. È quanto ha sostenuto Gianluca Preite, il tecnico sentito ieri dai pm della procura di Roma e indagato per 'accesso abusivo ad un sistema informatico o telematicò per aver intercettato illegalmente, il 4 marzo scorso, una telefonata con voce italiana che ordinava di sparare contro l'auto su cui viaggiavano la giornalista del Manifesto e il funzionario del Sismi Nicola Calipari. Ai magistrati Preite ha detto di aver estrapolato dalla rete alcuni documenti che dimostrerebbero il fondamento di tale tesi. Documenti che, però, non sono stati ancora visionati dagli inquirenti che hanno avviato immediatamente indagini per verificare quanto raccontato dal tecnico. Gli antimperialisti cui ha fatto riferimento Preite sono quelli che ruotano intorno alla figura di Moreno Pasquinelli, originario di Foligno, arrestato lo scorso anno nell'ambito dell'operazione di terrorismo internazionale 'Tracià assieme ad Alessia Monteverdi e Maria Grazia Ardizzone (ma poi scarcerati) e con i turchi Er Avni e Zeynep Kenic, presunti appartenenti al gruppo DHKP-C (Fronte Rivoluzionario di Liberazione del Popolo). All'indomani del rapimento della giornalista, Pasquinelli, mentre era in corso l'udienza preliminare sui due turchi, aveva dichiarato: «L'azione del sequestro di Giuliana Sgrena non è addebitabile a formazioni genuine della resistenza irachena; è un'operazione molto sporca e per questo l'abbiamo condannata», aggiungendo che la morte di Calipari non era dovuta a un errore.
Per quanto riguarda l'attendibilità della versione fornita da Preite, ci sarebbe un elemento - su cui sono in corso approfondimenti dei carabinieri del Ros - che smonterebbe la sua ricostruzione: la telefonata ascoltata dall'esperto risalirebbe alle 16 circa del 4 marzo quando ancora il rilascio della Sgrena non era avvenuto. (AGI) Pot (Segue) 051654 APR 05 NNN (AGI) - Roma, 5 apr. - Anche i trascorsi di Preite sono al vaglio degli investigatori: ai primi di febbraio di quest'anno era stato denunciato per essersi spacciato per un capitano della Finanza e per aver tentato di passare anche per agente del Sismi che si trovava a Chieti per espletare indagini riservate. Ma il conto non pagato in un albergo aveva portato i militari del nucleo di polizia tributaria della Finanza a risalire alla vera identità del ventiseienne, di Casarano (Lecce), residente a Roma. Le accuse formulate contro di lui erano quelle di contraffazione di pubblici sigilli, sostituzione di persona, false dichiarazioni ed usurpazione di titolo. Nella sua abitazione le Fiamme Gialle, su decreto di perquisizione del pm di Chieti, Rosangela Di Stefano, avevano sequestrato una divisa della Finanza completa di placche, mostrine e gradi da capitano, altra oggettistica militare tra cui portatessere con placche distintive del ministero della Difesa e dei carabinieri, oltre a materiale informatico. (AGI) Pot 051654 APR 05 NNN
AGI) - Roma, 5 apr. - Nella memoria depositata da Preite ai pm si afferma, inoltre, che alla base della partecipazione di antagonisti nostrani ci sarebbe stata una preoccupazione legata al fatto che la Sgrena avrebbe ascoltato alcune conversazioni telefoniche in lingua italiana tenute dai suoi carcerieri con interlocutori da identificare. Una circostanza, però, che non risulta alla procura e che la giornalista non avrebbe riferito ai magistrati. Ma a chi indaga non sfugge che le informazioni raccolte da Preite siano da tempo di dominio pubblico. Fu lo stesso leader degli antimperialisti, Moreno Pasquinelli, a divulgare, per esempio, lo scorso anno, il contenuto di una telefonata con Jabbar al Kubaisi, il quale avrebbe chiesto tre nominativi di pacifisti italiani ai quali consegnare i tre ostaggi, Maurizio Agliana, Umberto Cupertino e Salvatore Stefio, ancora nella mani degli iracheni. Un'attività, quella di Pasquinelli, nient'affatto clandestina, dunque, e dedicata soltanto agli aderenti al movimento. (AGI)
Dichiarazione alla stampa
Ancora una volta c’e’ lavoro per i nostri avvocati. Entro un paio di giorni essi sporgeranno infatti querela per calunnia contro tal Gianluca Preite per le affermazione da egli rese ai Pm romani e pubblicate oggi da alcuni quotidiani. Secondo questo stravagante personaggio il Campo Antimperialista, ed io in quanto dirigente, saremmo “dietro” al sequestro della giornalista e compagna Giuliana Sgrena (sic!). Come se non bastasse, a questa accusa farneticante, il Preite ne aggiunge un’altra, davvero esilarante, secondo cui noi avremmo ordinato, dall’Italia, “di sparare contro l'auto su cui viaggiavano la giornalista del Manifesto e il funzionario del Sismi Nicola Calipari” (doppio sic!!). L’assurdita’ delle accuse non sminuisce la loro gravita’: si cerca con ostinazione di punire e criminalizzare il Campo Antimperialista per la nostra ferma difesa della Resistenza irachena che si va consolidando e da filo da torcere agli occupanti e la quale, come abbiamo puntualmente precisato, non ha nulla a che fare con sequestri e assassini di giornalisti amici e pacifisti. Per quanto riguarda il sequestro delle quattro guardie private italiane e’ infine universalmente noto il nostro impegno, assieme al leader della Resistenza (ora non a caso desaparecido dopo essere stato catturato dagli americani) Jabbar al-Kubaisi, affinche’ il gruppo guerrigliero li rilasciasse in segno di amicizia verso il popolo italiano che era contro l’aggressione angloamericana e non ha mai condiviso la decisione del governo Berlusconi di partecipare all’illegale e criminale occupazione dell’Iraq.
Moreno Pasquinelli 6 aprile 2005
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