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rassegna stampa mayday - il manifesto 28 aprile
by mayday Saturday, Apr. 30, 2005 at 1:08 AM mail:

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http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/28-Aprile-2005/art78.html


MayDay degli imbattibili

Precari di tutta Europa per un altro primo maggio. Migliaia a Milano
Trenta camion, centinaia di biciclette e decine di azioni spettacolari
alla parata nazionale del precariato sociale. Sono attese decine di
migliaia di persone da tutta Italia. Si manifesta anche in Europa per
chiedere certezza del reddito, salario minimo garantito, accesso ai
servizi e libertà per tutti i migranti
LUCA FAZIO
MILANO
Dei santi non si può male dire, però è evidente che qui a Milano San
Precario ormai ha fatto il suo tempo. Domenica primo maggio, festa del
lavoro (per chi ce l'ha), pregherà ancora, eccome, almeno per quel 70%
di nuovi assunti che nella provincia più ricca d'Italia un contratto a
tempo indeterminato se lo possono sognare. Però da qualche giorno
cominciano a circolare delle belle figu, nuove icone. Si chiamano gli
Imbattibili. Sono loro che mescolati ai 100 mila che sfileranno
domenica prossima - la MayDay (per chi non se ne fosse accorto) è la
più grande manifestazione europea di lavoratori - animeranno la scena
con un'altra carnevalata sovversiva, una festa che sa di
stravolgimento, fresca, proprio il contrario di una festa ufficiale,
sempre rivolta all'indietro - magari con la diretta Rai. Ci sarà
Spider Mom, single e «infertile», altrimenti rimane a casa, e Wonder
Bra, telefonista di giorno sexworker di notte e massaia nei ritagli di
tempo, e saranno rappresentati tutti gli altri lavori non tutelati
possibili immaginabili, lavoratori veri, non roba da ragazzini, perché
si rimane precari a vita. Tutti aggrappati, una volta all'anno, a
trenta camion, vere e proprie scenografie ambulanti, scortati da
centinaia di biciclette e agitati da «azioni» itineranti. Molte a
sorpresa, qualcuna rivelata, come il Galeone del centro sociale
Cantiere che pirateggia i saperi (cd, libri e altre tecnodiavolerie
per tutti, gratis). Se una novità va segnalata - altre si riveleranno
strada facendo - bisogna dire che l'edizione 2005 vede la presenza di
lavoratori attivi e organizzati «veri», cioè gruppi che non ci stanno
a farsi sfruttare, persone pescate al di fuori dal tradizionale
circuito dei centri sociali e che nell'ultimo anno sono riusciti ad
imbastire forme di resistenza concrete, nei call-center, nelle
librerie, nelle catene commerciali, nel settore dello spettacolo. La
MayDay, per funzionare, è un appuntamento che bisogna preparare nel
tempo.

Mai come questa volta, quinta edizione, è affare europeo, con altre
appendici italiane oltre Milano (si sfila anche a Napoli, Palermo e
L'Aquila). Dunque Londra, Parigi, Barcellona, Amsterdam, Ginevra,
Helsinki, Copenhagen, Amburgo, Liegi, Lubiana, Stoccolma, Siviglia per
una straordinaria internazionale situazionista del precariato sociale.
A Milano (partenza alle 15 da piazza XXIV Maggio, arrivo in piazza
Castello, permanenza fino a notte) da mesi i vari pezzi del movimento
dei movimenti andavano interrogandosi, mugugnando, sulle sorti della
MayDay. Gli ostacoli a una gestione unitaria - ruggini, sgomitamenti e
vari tentativi di indebito appropriamento - alla fine sono stati
aggirati nel migliore dei modi: ognuno fa come gli pare, proprio come
a carnevale. E il successo è garantito.

Sì, ma per tornare ai lavori, con quale piattaforma di lotta? Riassume
Walter Montagnoli della Cub, il sindacato che si è affiancato ai
lavoratori che si fanno chiamare «precog» (precari cognitari):
«Chiediamo garanzia della continuità di reddito per tutte e tutti,
salario minimo europeo per arrestare il dumping sociale, accesso
universale alle prestazioni sociali fondamentali come maternità,
ferie, malattia, infortunio, accesso gratuito o fortemente sussidiato
a servizi di base come casa, trasporti, connettività, cultura,
conoscenza, incentivi a un'economia dell'innovazione e della creazione
fondata sulle comunità di pari e l'assenza di copyright».

Sarà un primo maggio anche per i migranti, tutti, con un particolare
pensiero rivolto agli stranieri del centro di via Corelli che da
settimane protestano per l'ingiusta e violenta detenzione. Reddito, ma
soprattutto diritti, dovrebbero essere davvero per tutti.

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