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CPT di Gradisca, alcuni fatti
by Un lettore Saturday, Apr. 30, 2005 at 12:33 PM mail:

La Provincia di Gorizia, il cui ambizioso e "realista" presidente Giorgio Brandolin (che già pensa al Parlamento?) ha parlato apertamente di umanizzione del CPT di Gradisca (vedi stampa locale) se ne è uscito dopo mesi di silenzio ed ambiguità con un atto politico che a suo modo di vedere dovrebbe confermare la "coerenza" del Centro Sinistra nella vicenda CPT ... (ehm)
In reatà, la conferenza stampa della Provincia di Go di mercoledì scorso ha un significato politico molto marginale. La Provincia (dopo un voto 3 contro 3 della Giunta) non manderà il suo rappresentante in una commissione sui centri di indentificazione che saranno all'interno dei CPT ...

E' chiaro come questa sia un atto tecnico relativo solo al centro di identificazione, del tutto inefficace a bloccare il CPT nel suo complesso ...

Insomma, un atto simbolico, relativo nol al CPT, sia chairo, ma al Centro di identificazione.

E le carte del Ministero degli Interni (Decreti Bianco ecc ecc..)? Brandolin dice che le ha chieste, che non sa bene e che arrivano, fra giorni, pochi, assicura preoccupato ...


DOVE SONO LE CARTE?
LE ASPETTIAMO

Intanto, il Comune di Centro Sinistra di Gorizia manda senza problemi il suo rappresentante alla commissione (!!!) permettendo un bel gioco delle parti ... (uno sì ed uno no, un po' per far felici i democrastaini un po' per dare il contentino agli altri, con la solita strategia di protesta di facciata e governo del sistema)

Un Comune, quello di Gorizia, che insieme alla provincia ha fatto del bluff dell'apertura del confine con la Slovenia il suo grande spot elettorale europeo (il confine è sempre chiuso !!!) ...

E' un Comune che ha proposto grandi celebrazioni per le truppe italiane in Iraq, insomma davvero di Sinistra, che promuove la videosorveglianza ecc ecc ...

Non dimentichiamoci poi un fatto storico: Romano Prodi qunado venne a Gorizia il 1 maggio 2004 non volle incontrare il portavoce dei "cancellati" rendendosi così corresponsabile di fronte alla storia della legittimazione di quella pulizia etnica. E'un comportamento omertoso che va avanti su una situazione che ha rovinato la vita a migliaia di persone, altro che caduta del confine !!!
(* Articolo allegato)...
E molti cancellati, ricordiamolo, sono stati rinchiusi nei CPT in Slovenia (con il benepalcito della Sinistra) ed aspettano ancora oggi i loro diritti nella piena indifferenza della Sinistra europea ...

Tornando a Gradisca ...

Fra pochi giorni Brandolin devi scoprire le carte !!!
O le carte ci sono già?





* Il Piccolo 21 aprile

GRADISCA
Si chiama Aleksander Todorovic, ha 50 anni ed è nato in quella parte di mondo che nel 1955 si chiamava Jugoslavia. Per dieci anni non ha potuto lasciare la Slovenia perché il governo di Lubiana nel 1992 decise di cancellare le identità di tutti quei cittadini stranieri che non avevano regolarizzato il proprio status nella neonata repubblica. Chi usciva, non poteva rientrare. Lui decise di rimanere un invisibile.
Minuto, con una barba folta e uno sguardo diretto, per poter finalmente avere dei documenti, Todorovic ha dovuto attendere l'apertura dell'ambasciata Serba in Slovenia e per venire in Italia a raccontare la sua grottesca storia ha avuto bisogno di un visto di tre giorni.
In condizioni simili alle sue, nella vicina repubblica slovena, ci sono oltre 18 mila persone.
«L'obiettivo era quello di mandare via, senza cacciarli, tutti i cittadini dell'ex-Jugoslavia - racconta Todorovic -. Il provvedimento di cancellazione non valeva solo per chi era nato al di fuori dei confini, valeva anche per le seconde e terze generazioni. La maggior parte di noi ha continuato la sua vita senza status e senza documenti. Il mio caso più che tragico è ironico. Sono sposato con una slovena e quando nel 1993 è nata nostra figlia, gli organi dello Stato non hanno voluto iscrivere nei registri il nome del padre perché per loro non esistevo. Mia figlia è riuscita ad avere un papà solo all'età di tre anni».
Fino a non molto tempo fa nessuno sapeva niente dei cancellati: chi viveva nella semiclandestinità non aveva interesse che si sapesse in giro. Nel 2002 però qualcosa cambiò e il problema venne a galla. Nel 2003 la corte costituzionale slovena sentenziò che i cancellati dovevano riacquistare i propri diritti. Da allora a tornare in regola furono però solo quattromila e cento persone.
«L'anno scorso eravamo il principale problema politico, ma siamo solo un osso da rosicchiare», dice con voce pacata Todorovic prima di ricordare che da quando lo scorso anno è cambiato il governo nessuno è più stato messo in regola.
Stasera alle 21 Todorovic porterà la sua esperienza d'invisibile all'assemblea pubblica organizzata dal «Coordiamento libertario contro i Cpt» alla sala Bergamas.
Messaggero Veneto

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