Un muro infame da abbattere e di cui parlare. Un governo israeliano segregazionista, prevaricatore, violento. Una professoressa di parte (la Santus) prevenuta e non disposta al confronto. Una stampa assetata di sensazionalismo che rende un'immagine ingiustamente torbida dell'Università di Torino. Una notizia che da contestazione di un esponente del governo israeliano, a livello nazionale si è trasformata in episodio di antisemitismo, con l'ingresso nel dibattito di politici di ogni schieramento poco informati o faziosamente prevenuti.
Su tutto ciò non si discute. Ma siamo sicuri che la soluzione più adeguata sia impedire ai rappresentanti di Israele di parlare all'interno delle Università italiane? Ci si lamenta delle limitazioni alla libertà di parola e di pensiero chiedendo di censurare la parola altrui? Sono contrario ai compromessi e alle mezze soluzioni, ma per una volta forse sarebbe stato meglio cercare il confronto piuttosto che lo scontro. E se mi rendo conto che la controparte ha fatto di tutto per evitarlo (il confronto), mi rendo anche conto che in realtà nessuno lo voleva.
La forza delle nostre intelligenze può fare moltissimo contro l'intelligente malignità di tanti, così come contro le loro mani sporche di sangue e le loro armi puntate.
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