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Intervista allo scienziato Enzo Tiezzi
by Guai a forzare la natura. Wednesday, Jun. 01, 2005 at 1:19 PM mail:

Intervista allo scienziato Enzo Tiezzi (28 maggio 2005)
Guai a forzare la natura. Parola di ambientalista.

Autoderminazione della donna? Libertà di ricerca scientifica?

Nient’affatto. La vittoria dei «sì» al referendum consentirebbe solo «libertà agli apprendisti stregoni della manipolazione genetica di fare i loro affari».

A pensarla così è un uomo di scienza e di sinistra. Uno studioso di problemi ecologici di fama mondiale, Enzo Tiezzi. Insignito appena venticinque giorni fa, il 3 maggio, all’Università di Cadice della medaglia d’oro Prigogine, una sorta di premio Nobel dell’ambientalismo. Oltre alla sua «totale contrarietà alle manipolazioni genetiche», Tiezzi vede nelle promesse delle multinazionali, una medicina – si direbbe nel vecchio linguaggio della sinistra – classista e imperialista. Infatti le eventuali terapie pretendono di garantire un’impossibile immortalità «solo ai più ricchi dei Paesi più ricchi» ai danni delle donne e dei Paesi poveri.
Le sue sono ragioni perfettamente laiche e di sinistra, tant’è che Tiezzi esordisce rivendicando il valore del suo sostegno al divorzio e all’aborto, nei rispettivi referendum: «Anche oggi assumerei la stessa posizione – spiega –. Perché per me è sacrosanto dare a una persona il diritto di scegliere: uno può divorziare o meno, abortire o meno. Poi se la vede con la propria coscienza. Questo non vuol dire che sia favorevole all’aborto».

La sua sembra comunque una posizione solitaria, soprattutto nella sinistra?

«Le ragioni – sostanzialmente tre – per cui, io, mia moglie e le mie figlie non andremo a votare sono condivise da molti amici anche della sinistra a Siena, decine di persone, anche tra i miei collaboratori all’Università. Moltissimi».

Cominciamo dalla prima ragione?

«La prima ragione è che il referendum è uno strumento democratico fondamentale. Dovrebbe però essere indetto non sulla base di 500 mila firme ma di 5 milioni. E si dovrebbe celebrare per cose molto importanti. Ad esempio la scelta istituzionale: l’Italia deve essere una Repubblica o una monarchia? Così per il divorzio. Ma visto che costano un sacco di soldi allo Stato, non si possono fare ogni due anni per dare un po’ di visibilità politica ai radicali. E poi non si può obbligare un cittadino ad andare per forza a votare. Se mi obbligano ad andarci io non ci vado. Ecco la prima ragione per cui non vado a votare: eccesso di referendum. Nausea da referendum».

C’è chi dice che è meglio andare al seggio a votare "no".

«Attenti all’ipocrisia assoluta di andare a votare "no". Chi vota "no" aiuta a raggiungere il quorum e in realtà fa vincere i "sì". La matematica dice questo».

Se lo dice lei che che abitualmente lavora con le formule...

«Chi va a votare "no" se è una persona seria, politicamente e scientificamente seria, deve rifiutare tutte le schede e farlo registrare agli scrutatori. Questo è l’unico modo serio di votare "no"».

Ma non c’è il dovere del voto?

«Non è vero che andare a votare ai referendum è un modo di espletare la nostra vita democratica. È un obbligo che una minoranza ci vuole imporre. Io non voglio sottostare a questa minoranza e non vado a votare».

Passiamo alle ragioni di merito.

«La seconda ragione è che studi recenti, usciti in Gran Bretagna dove le pratiche di clonazione e di manipolazione degli embrioni sono diffuse, dimostrano con chiarezza assoluta che quando si va a cercare la nascita di un figlio con questi metodi in un gran numero di casi vengono alla luce bambini malformati o con difetti genetici. Quindi si illude doppiamente una donna che desidera un figlio. La scienza dice che quando si forza la natura si rischia di avere con molta probabilità malformazioni, malattie, bimbi con tare genetiche. E questa non è vita. Non è la bellezza di avere un figlio, che non può che essere secondo natura».

Cosa accadrebbe se vincessero i "si"?

«Se questa legge anche troppo permissiva venisse sostituita con una norma ancor più permissiva nell’uso della manipolazione genetica dell’embrione e delle cellule staminali, non garantiremmo libertà alle scelte della donna ma solo la libertà agli apprendisti stregoni della manipolazione genetica (leggi Umberto Veronesi) di fare i loro affari. Con lo slogan della libertà di ricerca si vuole ottenere la libertà di manipolazione genetica. Ma non è questa la libertà di ricerca».

L’esito di queste alchimie?

«Così si fa un’operazione scientificamente abominevole perché per dare l’illusione che la vita possa essere eterna si uccide un embrione, che è vita, si fa una manipolazione genetica».

E il pretesto?

«Promettere la guarigione di malattie di cui muoiono solo i ricchi occidentali. Tutto mira a dare un’illusione di eternità che non fa parte della natura umana. Non si affronta così il problema della morte».

E come?

«Si devono sopportare le malattie che abbiamo, e accettare la morte con rassegnazione: l’atarassia, come dicevano Epicuro e Lucrezio. Senza un attaccamento morboso alla vita, tipico della società americana, che di princìpi etici mi sembra ne abbia sempre di meno. Vedi la guerra in Iraq».

Per non introdurre ragioni di fede, anche la psicanalisi invita a elaborare il lutto della propria mortalità, invece questi accenni ricorrenti all’eternità del biologo Edoardo Boncinelli inducono a rimuovere il problema...

«Infatti, questi messaggi diffusi dalle multinazionali delle biotecnologie sono una delle più grandi truffe mai perpetrate nella storia della medicina. Non siamo eterni, si deve morire. Cerchiamo di far soffrire il meno possibile, questo sì. Come vede la mia posizione su questi temi è molto diversa da chi è contro la manipolazione genetica per ragioni di fede. Io penso che la morte fa parte della natura. Questo non vuol dire però che io sia contro la ricerca scientifica per curare le malattie e lenire il dolore».

Ma lei non è attaccato alla vita?

«Molto. Anche se ho raggiunto una certa età mi piacerebbe vivere, e vivere ancora a lungo. Quello che non mi piace è l’attaccamento morboso che spinge a effettuare le manipolazioni più terribili per garantirsi una guarigione».

A vantaggio di chi?

«Queste cure se le potranno consentire solo coloro che hanno un sacco di soldi. I più ricchi dei Paesi più ricchi».

Dunque per sfoderare vecchi termini della sinistra, una medicina di classe, una medicina imperialista?

«Non c’è un dubbio. Mi fa veramente specie che persone che stimo moltissimo come Fausto Bertinotti, persone comuniste, finiscano in questo referendum per fare il gioco delle multinazionali americane. Non mi meraviglia se questo atteggiamento lo assumono i radicali. Mi meraviglia se questo atteggiamento lo assume la sinistra. Così si illudono le donne. Si illudono i malati. È un atteggiamento demagogico e populista».

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Io mi asterrò
by già. Wednesday, Jun. 01, 2005 at 1:23 PM mail:


Quesito numero 1
“Permettere la ricerca scientifica sull’embrione per curare malattie quali Alzheimer, Parkinson, sclerosi, diabete, cardiopatie, tumori”
Non siamo d’accordo perché:
-la legge 40 non vieta la libertà di ricerca ma tutela la integrità del concepito
inoltre
-non è accettabile che la ricerca scientifica usi esseri umani a scopo di ricerca con il pretesto di un solo ipotetico beneficio per altri esseri umani
-programmare la soppressione di una vita per salvarne un’altra non è ragionevole: contraddice lo scopo della ricerca stessa
-oggi non esistono protocolli clinici sull’uso di cellule staminali embrionali (provocano gravi effetti collaterali a partire dal loro importante effetto rigenerativo - quali i tumori - in animali da esperimento)
-esistono già applicazioni terapeutiche di cellule staminali adulte per la loro caratteristica riparativa (da cordone ombelicale e tessuti adulti), dunque perché utilizzare cellule staminali embrionali?
-c’è il rischio che degli embrioni si faccia commercio, si operino manipolazioni illimitate, si creino mostri
-ci sono in gioco fortissimi interessi economici soprattutto nei Paesi in cui questi esperimenti sono permessi

Quesito numero 2
“Permettere la creazione di più di tre embrioni, la possibilità di non trasferirli tutti in utero e la crioconservazione degli embrioni non impiantati in utero“
Non siamo d’accordo perchè:
-l’impianto di più di 3 embrioni non aumenta le possibilità di una nascita; oggi la tendenza è quella di impiantare un solo embrione
inoltre
-uno dei maggiori rischi nell’impianto di più di 3 embrioni è la aumentata incidenza di gravidanze gemellari o multigemellari
-la crioconservazione ha minor efficacia circa l’attecchimento della gravidanza e pone il problema del destino degli embrioni congelati (morte, abbandono, ricerca)

Quesito numero 3
“Abrogazione totale dell’articolo 1 per eliminare i diritti dell’embrione che non avrebbe diritti equivalenti ai diritti delle persone già nate”
Non siamo d’accordo perché:
-il principio che di fatto viene introdotto, in nome della salute e del benessere, sancisce una vera propria e arbitraria discriminazione tra gli esseri umani in base ai tempi del loro sviluppo (così un embrione vale meno di un feto, un feto meno di un bambino, un bambino meno di un adulto), capovolgendo l'imperativo morale che impone, invece, la massima tutela e il massimo rispetto di coloro che non sono nelle condizioni per difendere e manifestare la loro intrinseca dignità"
inoltre nessuno può negare che
-l’embrione è già essere umano sin dal momento della fecondazione
-la scienza infatti dimostra che "Il piano corporeo dei mammiferi inizia ad essere posto dal momento del concepimento"
-una volta che il processo è iniziato, non c'è nessuna parte del processo di sviluppo che sia più importante di un'altra; tutte sono parti di un processo continuo, e, se ogni stadio non ha luogo normalmente, al tempo giusto e nella corretta sequenza, lo sviluppo ulteriore cessa"
-l’evidenza incontrovertibile è che agli inizi dell’esistenza ognuno di noi è stato un embrione

Quesito numero 4
“Permettere l’utilizzo di ovuli o spermatozoi di un donatore esterno alla coppia”
Non siamo d’accordo perché comporta:
-il dissolvimento del concetto di famiglia
inoltre
-problemi circa l’identità e la propria origine nel bambino: chi sono? da dove vengo? a chi appartengo?
-rischi di patologia genetica e di patologia trasmessa dal donatore
-problemi sempre più gravi e complessi di rapporto prevedibili in quanto sono attualmente state approvate in alcuni Paesi Europei nuove leggi che eliminano l’anonimato del donatore e approvano il diritto del bambino a conoscere il padre genetico una volta raggiunta la maggiore età

© Gruppo Legge 40 / 2004 MEDICINA E PERSONA

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no
by mazzetta Wednesday, Jun. 01, 2005 at 1:31 PM mail:

Passiamo alle ragioni di merito.

«La seconda ragione è che studi recenti, usciti in Gran Bretagna dove le pratiche di clonazione e di manipolazione degli embrioni sono diffuse, dimostrano con chiarezza assoluta che quando si va a cercare la nascita di un figlio con questi metodi in un gran numero di casi vengono alla luce bambini malformati o con difetti genetici. Quindi si illude doppiamente una donna che desidera un figlio. La scienza dice che quando si forza la natura si rischia di avere con molta probabilità malformazioni, malattie, bimbi con tare genetiche. E questa non è vita. Non è la bellezza di avere un figlio, che non può che essere secondo natura».

- no, i quesiti non riguardano la clonazione o la manipolazione gentica degli embrioni; questa argomentazione è incongruente, non c'entra nulla

«Se questa legge anche troppo permissiva venisse sostituita con una norma ancor più permissiva nell’uso della manipolazione genetica dell’embrione e delle cellule staminali, non garantiremmo libertà alle scelte della donna ma solo la libertà agli apprendisti stregoni della manipolazione genetica (leggi Umberto Veronesi) di fare i loro affari. Con lo slogan della libertà di ricerca si vuole ottenere la libertà di manipolazione genetica. Ma non è questa la libertà di ricerca».

- come sopra, si parla di fecondazione medicalmente assistita, la manipolazione gentica non è in discussione


«Così si fa un’operazione scientificamente abominevole perché per dare l’illusione che la vita possa essere eterna si uccide un embrione, che è vita, si fa una manipolazione genetica».
- no, la legge prevede gia la morte di almeno due embrioni, ove obbliga ad impiantarne 3, l'obiezione che chiama in causa la difesa della vita è assurda ed incoerente per questo; la manipolazione genetica non c'entra per la terza volta.

E il pretesto?
«Promettere la guarigione di malattie di cui muoiono solo i ricchi occidentali. Tutto mira a dare un’illusione di eternità che non fa parte della natura umana. Non si affronta così il problema della morte».
- no; la ricerca sulle staminali embrionali non è vietata neanche adesso, solo la produzione di embrioni è vietata, tanto che i ricercatori le cellule staminali embrionali le comprano all'estero.

«Infatti, questi messaggi diffusi dalle multinazionali delle biotecnologie sono una delle più grandi truffe mai perpetrate nella storia della medicina. Non siamo eterni, si deve morire. Cerchiamo di far soffrire il meno possibile, questo sì. Come vede la mia posizione su questi temi è molto diversa da chi è contro la manipolazione genetica per ragioni di fede. Io penso che la morte fa parte della natura. Questo non vuol dire però che io sia contro la ricerca scientifica per curare le malattie e lenire il dolore».
- No; e un pretesto per vellicare la fetta di opinione pubblica che diffida delle multinazionali; le multinazionali delle biotecnologie non sono minamente toccate della legge sulla Pma, che disciplina solo il comportamento di medici e donne. Gli embrioni non necessariamente, anzi quasi mai, vengono venduti o comprati, almeno in Europa.


Dunque per sfoderare vecchi termini della sinistra, una medicina di classe, una medicina imperialista?
«Non c’è un dubbio. Mi fa veramente specie che persone che stimo moltissimo come Fausto Bertinotti, persone comuniste, finiscano in questo referendum per fare il gioco delle multinazionali americane. Non mi meraviglia se questo atteggiamento lo assumono i radicali. Mi meraviglia se questo atteggiamento lo assume la sinistra. Così si illudono le donne. Si illudono i malati. È un atteggiamento demagogico e populista».

- a me meraviglia che ci sia gente che butta la propria rispettabilità scientifica per gratificare qualche pretonzolo in questa maniera
un qualsiasi passante avrebbe potuto far di meglio

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