Caro "FF", trovo più che legittime le tue richieste di comprensione e, anzi, sono contentissimo che esista ancora qualcuno che cerca di capire da vicino i fatti e i meccanismi che regolano il succedersi degli eventi.
Ho fatto a più persone un discorso simile, ma non mi stancherò di certo anche perchè di sicuro un confronto aiuta a crescere entrambi.
Partiamo dai fatti di ieri. Noi (tieni anche conto che essendo le persone non tutte uguali ed essendoci anche diverse realtà, quindi diversi gruppi è chiara la presenza di svariati comportamenti e modi di pensare) volevamo fare un corteo che risultasse di forte impatto, deciso e compatto agli occhi di tutti, insomma, vista la gravità degli eventi non volevamo un solito corteo colorato dove si giocola con le palline e si danno palloncini perchè noi non vogliamo "pubblicizzare" alla gente idee come la libertà, non dobbiamo vendere i diritti (acchiappando le mosce col miele), i diritti DEVONO essere di tutti e basta!
In pratica doveva essere un corteo "serio", dove (come è accaduto) si parlava con la gente, si attacchinava sui muri e si volantinava per dire a tutti cosa accade nella nostrà città, proprio tra le nostre case.
E' successo che, arrivati in via Po, all'altezza di via Rossini, volevamo dirigerci verso piazza Castello per continuare a volantinare.
Però tutto questo informare le persone ha dato fastidio a qualcuno (dopo inserisco un link con un post che aiuta a spiegare questo) e la carica e partita a freddo.
In un primo momento ci siamo dispersi, poi, dopo troppo tempo ci siamo ricompattati, sia per fronteggiare la carica, sia per continuare a manifestare...
Ora, capisco benissimo che prendere le sedie dei bar ed i cestini per fare una barricata non sia di bell'immagine, anzi, tuttavia non capisco chi, in disparte, non cerca di capire e commenta solo.
Ora provo a spiegare cosa succede in quei momenti:
1- La polizia carica, e vuole che ci disperdiamo perchè (come fa sempre) cerca di andare a prendere chi scappa da solo in una "caccia all'uomo" che ricorda lo squadrismo.
2- Allora bisogna rimanere compatti e fronteggiare la carica, anche per continuare a manifestare e dimostrare che non ci si fa intimorire da questo potere che usa la forza per mettere a tacere chi protesta contro le ingiustizie.
3- Per fronteggiare gli sbrirri che, completamente bardati, caricano, bisogna creare delle difese, e le uniche cose a disposizione sono quelle che stanno intorno, come i cestini e le sedie...
Ti assicuro che NESSUNO è un vandalo inumano assetato di violenza contro tutto e tutti, ma penso anche che una "cosa" (inanimata) non sia neppure paragonabile al valore di una persona, e pertanto una cosa che limita i diritti e la libertà di PERSONE mi fa incazzare...ed ecco che le telecamere, simbolo di un controllo sempre più capillare da parte del padrone, vanno giù...ecco che le banche assassine, le quali vendono armi ai bambini del terzo mondo, per favorire l'instabilità politica di quei paesi, e pertanto farla da padroni, vengono devastate...
E' lo sporco gioco di potere con cui lo stato (attraverso la polizia) proteggie i suoi interessi, che si fondano sui soldi fatti sulle vite umane e lo sfruttamento delle risorse.
I media fanno solo parte di questo gioco, cercando di sedare la gente e di creare il pregiudizio e la superficialità. Ci insegnano fin da piccoli cosa "è giusto" e cosa è "sbagliato", e cercano di indirizzarci verso una vita del "produci-consuma-crepa" che ormai caratterizza noi Occidentali.
Questo non è che un pezzettino di quanto si potrebbe parlare, ma forse un testo troppo lungo senza avere una tua risposta non sarebbe efficace.
Ti volevo solo passare un link dove uno ("Ogni volta.." si è firmato) cerca di dare una risposta ad una domanda riguardo gli accadimenti)
http://italy.indymedia.org/news/2005/06/814869.php
Invece qui ci sono altri pensieri che ho trovato in giro:
<<ASSASSINI
I veri violenti sono quelli che si preparano per i summit accumulando candelotti di gas lacrimogeno, proiettili di plastica e pepper spray. Quelli che promulgano leggi e misure che mettono per la strada centinaia di migliaia di persone in povertà, quelli che permettono alle multinazionali farmaceutiche di fare miliardi sulle malattie, causando la morte di milioni di persone, quelli che stanno brevettando la vita, creando la dipendenza e la fame. In una parola quelli che mettono i profitti davanti alle nostre vite. Questi sono quelli di cui dobbiamo avere paura.. non degli anarchici !>>
by anonimo
<<Quel che resta del vetro
SPACCA TUTTO PER BENE!!!
E' una verità elementare che le vetrine siano state inventate per essere rotte: un diaframma frangibile, visibilmente frangibile, posto tra noi e ciò che ci può servire, o che possiamo desiderare.
Oggetti esibiti, a portata di mano, protetti da un nonnulla. C'è di che rendere desiderabile l'insulso, il superfluo, persino l'orripilante.
Poiché le vetrine sono state inventate per essere rotte, poiché non invitano ad altro che al saccheggio, poiché sbeffeggiano chi non osa soddisfare il proprio desiderio, poiché rendono patetico, lacrimevole come il famoso nasino schiacciato contro il vetro della pasticceria, ogni sguardo desiderante, per tutte queste ragioni ed altre ancora il fatto veramente straordinario, eccezionale, incomprensibile è che nonostante tutto questo le vetrine restino intatte. Come se un pesciolino indifeso attraversasse indisturbato un mare infestato di squali famelici.
Possiamo dunque avvicinarci ancora di un passo alla morale invetriata in queste parvenze del paesaggio metropolitano. Le vetrine sono state inventate per essere rotte, ma affinché non lo siano. Con la loro evidente fragilità intatta esse mettono in scena la potenza sconfinata dell'Ordine. Le vetrine sono l'esatto contrario delle banche, ma altrettanto inviolabili. Tentazione repressa, rispetto delle regole, timore della punizione, ogni vetrina che giunga intatta alla chiusura della serranda, o attraversi addirittura senza danno la notte della metropoli, parla di questo. Più che le merci le vetrine esibiscono l'inviolabilità dell'ordine attraverso cui esse circolano. Le vetrine intatte e piene sono la prova più eloquente della stabilità dell'ordine costituito.
Ecco perché non può darsi alcuna seria aggressione all' ordine costituito, alcuna sensata protesta che, in un modo o nell'altro, guardi oltre le compatibilità di sistema, nessuna presenza di piazza capace di denunciare una qualche iniquità, nessuna volontà radicale di trasformazione, che possa lasciare intatte le vetrine nella loro fragile, beffarda potenza. Il casseur è l'interprete appassionato, disinteressato, autentico, di questa elementare verità. Rompere per rompere casseur di nome e di fatto, non ha altri obiettivi, non intende punire nessuno, se ruba lo fa distrattamente, senza interesse e senza passione, non si batte né contro "il consumismo" né a suo favore, ha "rotto", semplicemente, percepisce che se quelle vetrine rimanessero intatte non sarebbe successo nulla. Il casseur capisce il linguaggio della vetrina e lo parla a sua volta, intende il linguaggio dell'Ordine e lo contraddice. Certo non è la rivoluzione, ma senza di lui non ci sarebbero rivoluzioni.
Sul Kurfuerstendamm, negli anni '60, sui larghi marciapiedi del corso berlinese, troneggiavano famose cubiche vetrine, infinite volte distrutte, infinite volte ricostruite. Non servivano ad esporre la merce, erano una sorta di barometro dell'ordine sociale.>>
by sito del Laurentinokkupato
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