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sharon vuole controllo su radio,tv. Le redazioni in subbuglio.
by ansazzcut Wednesday, Sep. 25, 2002 at 6:14 PM mail:

ISRAELE; SHARON, GIU' LE MANI DAI MICROFONI



PREMIER VUOLE CONTROLLO SU RADIO-TV, LE REDAZIONI IN SUBBUGLIO (di Aldo Baquis) (ANSA) - TEL AVIV, 25 SET - Giornalisti accompagnati da guardie del corpo, dirigenti che ricevono telefonate minatorie, una popolare trasmissione radio bloccata in diretta dalla irruzione di un commando di redattori contrari alla presenza di un conduttore, amico personale del premier Ariel Sharon: la Israeli Broadcasting Autority (Iba), l'ente che comprende la radio e la televisione di stato, non aveva forse mai attraversato un periodo talmente turbinoso. Da mesi nella Iba e' in corso un aspro braccio di ferro: le sue origini sono pure oggetto di dissenso fra i contendenti. Alcuni giornalisti e il partito laburista accusano Sharon di aver destabilizzato la situazione cercando di imporre uomini a lui fedeli sia ai vertici della istituzione sia accanto ai microfoni, per garantire ''una giusta impostazione'' delle trasmissioni. In questi giorni ad esempio ai vertici dell'Iba sta per giungere un fedelissmo di Sharon, Abraham Natan (Likud), per sostituire l'uscente Nachman Shay, in odore di laburismo. Ieri il direttore della radio statale (Voce di Gerusalemme), Amnon Nadav ha rivelato di aver appena ricevuto due telefonate e vari fax di tono minaccioso. I suoi interlcutori, con stile mafioso, gli hanno detto: ''O ti liberi di Uri Dan, oppure dovrai munirti al piu' presto di una guardia del corpo''. Brillante corrispondente di guerra negli anni Sessanta e Settanta, Dan e' considerato un amico personale dell'allora generale (e oggi premier) Sharon. Negli anni Ottanta, quando Sharon era ministro della difesa, fungeva da suo portavoce. Adesso, su richiesta di Nadav, Dan conduce assieme alla giornalista parlamentare Peer-Li Shahar una popolare rubrica radiofonica da cui non esita a staffilare la sinistra. Quando Nadav ha deciso che una sola trasmissione settimanale non era sufficiente e che occorreva raddoppiarne la frequenza, a Voce di Gerusalemme qualcuno ha reagito con esasperazione. Alcune settimane fa Shahar e Dan avevano appena aperto i microfoni che lo studio e' stato improvvisamente invaso da un manipolo di colleghi i quali hanno sospeso la trasmissione e indetto una assemblea. Fra gli 'invasori di campo' spiccavano due giornaliste considerate ''le bestie nere'' della destra israeliana: la corrispodente militare Carmela Menashe e la commentatrice politica Dalia Yairi, vedova di un eroe di guerra. Ieri, dunque, dopo aver ricevuto le telefonate minatorie, Nadav ha ipotizzato che siano state formulate ''proprio da un gruppo di dipendenti sobillati dalla sinistra''. Il giornalista Dan, ha assicurato, continuera' a trasmettere regolarmente. Le dichiarazioni Nadav hanno attizzato altro fuoco. I giornalisti dell'Iba hanno emesso oggi un indignato comunicato in cui minacciano di adire le vie legali contro di lui se non ritrattera' al piu' presto le ''insinuazioni infamanti''. In via anonima, qualcuno di loro ha ipotizzato che le telefonate minatorie a Nadav siano frutto di fantasia. Poi il telefono ha squillato anche a casa Menashe. Quando la giornalista (distintasi nella denuncia delle violenze di coloni e di abusi dello Shin Bet, il servizio di sicurezza interno) ha alzato il telefono, una voce sgradevole le ha detto: ''Non avro' rimorsi quando tu e tua figlia sarete crepate e sotto terra''. Per Menashe la guardia del corpo sulla porta di casa e' una triste abitudine gia' da tempo. ''Le minacce - ha commentato - non mi fanno paura''. (ANSA).

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La vogliamo dire tutta?
by Marco Wednesday, Sep. 25, 2002 at 6:28 PM mail:

La maggior parte dei giornalisti vengono facilmente persuasi dalla manipolazione palestinese che gioca sulla loro mancanza di conoscenza e su quella dei loro direttori combinata alla loro mancanza di tempo e desiderio di approfondire i fatti.Un altro fattore e' la paura dei giornalisti di perdere l'accesso alle fonti ed al sostegno logistico palestinesi,nel caso in cui le storie dei giornalisti raccontano venissero ritenute ostili ai palestinesi.
Inoltre i giornalisti non palestinesi vengono deliberatamente intralciati ed intimiditi quando cercano di raccontare cose che possono imbarazzare l'anp.Parecchi giornalisti stranieri hanno scritto di casi di istigazione all'odio da parte palestinese ed ai quali da allora sono state vietate le informazioni palestinesi.I giornalisti della RAI raccontarono che furono costretti da agenti palestinesi a scrivere una lettera di scuse ed a fare il mea culpa pena la perdita del permesso di coprire i territori palestinesi dopo che una emissiva italiana riprese il linciaggio dei due riservisti israeliani alla stazione di polizia di Ramallah.

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relazionarsi
by squalo Wednesday, Sep. 25, 2002 at 7:17 PM mail:

marco, roby, maurizia eccompagnia a strisce rosze a lato dei pantaloni....non vi caca + nessuno......e anche io ho seri problemi a comunicare...
ciao vi amo

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ricordo quell'episodio
by Monica Wednesday, Sep. 25, 2002 at 7:27 PM mail:

Però Marco, una notizia su quanto imbavagliata sia la stampa (e non solo in Israele!) non necessariamente implica che gli 'altri' - i palestinesi - siano dei santi, innocenti, e non cerchino di fare pressione sui giornalisti a loro favore.

MA poniti questa semplice domanda: ha più potere di controllo della stampa il governo Israeliano, o gruppi di militanti palestinesi?

Anche in Inghilterra, ci sono pressioni tali per evitare critiche al governo e all'esercito israeliano che si rischia la querela e l'insurrezione al grido di 'antisemiti!' per la minima osservazione analitica che non risponda al 'certo, non è bello uccidere civili, non è bello mandare i carrarmati, MA è necessario, per schiacciare il terrorismo'.

Non dubito che ci siano anche idealizzazioni della lotta palestinese - ma le notizie degli attentati non sono censurate o sminuite, come invece, spesso, capita per le notizie riguardanti il comportamento anti-democratico del governo.

E' un conflitto, che ci siano pressioni da entrambe le parti è OVVIO - ma chi ha il coltello dalla parte del manico? chi influenza i media americani, inglesi, gli opinionisti del New York Times e compagnia bella?

Ormai di giornalisti in loco non ce ne sono più, o pochissimi - visto il trattamento ricevuto dall'esercito.

Dubito anche che questa notizia arrivi oltreoceano.

E quanto si è parlato dei riservisti dell'IDF che fanno obiezione di coscienza?

Tirare fuori le colpe degli altri non serve a tacere le proprie.

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Dubbi
by Pumisa Thursday, Sep. 26, 2002 at 10:59 AM mail:

Esprimo molti dubbi, molto fondati a dire il vero, circa la storia riportata da Marco sui giornalisti minacciati dai palestinesi dopo la ripresa del linciaggio a Ramallah. Piuttosto accadde l'esatto contrario. Accadde, proprio all'inizio della nuova Intifada, che giornalisti italiani RAI corrispondenti da Israele furono estromessi dal loro incarico e richiamati in patria, dopo che la direzione Rai ricevette pressioni dall'ambasciatore d'Israele in Italia. Da allora tutta la troupe italiana presente a Gerusalemme fu cambiata, tutti i palestinesi che vi lavoravano furono licenziati. Nuovi giornalisti arrivarono e le prime particolarità che notarono furono il carattere "etnicamente preordinato" della sede Rai a Gerusalemme e l'assenza totale di personale palestinese. I primi mesi furono duri per i nuovoi giornalisti rai: nessuno poteva accompagnarli nei Territori Occupati e cosi' si trovarono costretti a trasmettere dal centro di Gerusalemme Ovest sulla base di notizie spesso riamneggiate,di seconda mano, prese per lo piu' dalla Radio militare israeliana. Da qui la sconvolgente bassa qualità dell'informazione televisiva italiana sulla questione palestinese.
Per favore prima di parlare di minaccie palestinesi ai giornalisti cerchiamo di valutare l'entità dei mezzi a disposizione di Israele non solo in patria ma in ogni parte del mondo e confrontiamola con le possibilità di comunicazione in mano ai Palestinesi. Mettiamoci una mano sulla coscienza, please.

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