Riesplode la protesta a Guantanamo dove nel corso delle ultime ore i prigionieri hanno iniziato un nuovo sciopero della fame per spingere le autorità americane a incriminarli formalmente o a rilasciarli. E’ passato solo un mese dall’ultimo sciopero, quello di fine luglio, che vide protagonisti secondo le cifre del Pentagono, una cinquantina di afgani, e oggi i detenuti tornano a chiedere risposte al Dipartimento della Difesa. Finora infatti solo quattro i prigionieri che hanno ottenuto il diritto ad un processo.

A diffondere la notizia della protesta in corso nella base americana a Cuba è stato il Center for Constitutional Rights (Ccr) di New York, un gruppo di avvocati impegnati nella difesa legale dei detenuti e, secondo quanto ha dichiarato ad uno di loro un prigioniero, Binyam Mohammed, sarebbero 210 i prigionieri che hanno cominciato lo sciopero, quasi la metà di quelli presenti nel carcere. Alcuni di questi sono infatti rinchiusi a Guantanamo dal gennaio del 2002 - quando il carcere fu creato - senza la possibilità di incontrare un avvocato e senza essere stati mai formalmente accusati.

Secondo quanto riferisce il quotidiano canadese 'Globe and Mail' tra gli scioperanti c’e’anche il diciottenne Omar Khadr, il cittadino canadese catturato quando aveva 15 anni e accusato di aver ucciso un militare americano durante uno scontro in Afghanistan, verificatosi nel 2002. Khadr sarebbe ora ricoverato in infermeria dove i medici stanno verificando le sue condizioni di salute, provate dallo sciopero della fame a cui si è sottoposto dal luglio scorso per protestare contro l'atteggiamento dei militari di Guantanamo, che secondo il giovane disonorano l'Islam.

Intanto mercoledì il Dipartimento della Difesa americana ha annunciato la modifica di alcune procedure nei processi dei detenuti davanti ai tribunali militari speciali, tra queste, il diritto ad essere presenti in aula di fronte alle commissioni che dovranno giudicarli e il diritto di conoscere le prove raccolte contro di loro.

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