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Report sulla mobilitazione di oggi by globalproject.milano
by da globalproject Saturday, Oct. 29, 2005 at 1:59 AM mail:

Report sulla mobilitazione di oggi by globalproject.milano

Quella di oggi a Milano è stata una giornata importante : l’assedio alla Ministra Moratti si è trasfromato in una grande mobilitazione sostanziata dall’avere dato un assaggio di quanto gli studenti sono disposti a mettere in moto ogni volta che la Moratti vorrà avvicinarsi a qualsiasi scuola o università della città.
Come preannunciato dagli studenti la mobilitazione non è fermata davanti alle voci che da ieri erano circolte rispetto ad una possibile marcia indietro della Ministra.
La mobilitazione c’è stata, la Moratti no e rispetto a questo dato abbiamo raccolto oggi in piazza la dichiarazione dei collettivi "bene che la Moratti non sia venuta, anche se eravamo ben pronti ad accoglierla, quelle di oggi sono quindi prove tecniche di assedio, saremo pronti ogni altra volta in cui proverà a presentarsi per ribadire in modo chiaro il suo essere indesiderata a Milano, sia in quanto Ministra sia nella veste di aspirante sindaca della nostra città".
E ancora "quello di oggi è l’ennesima vittoria per il movimento studentesco, la terza volta in 2 anni che la Moratti annuncia la sua presenza senza poi avere il coraggio di presentarsi, questa ministra passerà alla storia solo per avere dato vita a un grande movimento di studenti delle scuole e università, come non si vedeva da anni".
Sono stati migliaia gli studenti in piazza oggi, collettivi universitari e collettivi delle scuole superiori, per la prima volta insieme come a Roma.
E proprio l’onda di Roma ha animato l’intera mobilitazione di oggi. Anzitutto nel ribadire la pratica quella dell’assedio rilanciando la rivendicazione moltitudinaria di questa pratica "rispetto a cui semmai illegali sono le controriforme di scuola e università", proprio nel giorno in cui Pisanu ne riferiva al question time alla Camera come dagli aggiornamenti del senatore Cortiana presente oggi a Milano in piazza con gli studenti così come lo scorso 25 a Roma davanti il Parlamento.
Simboli dell’assedio gli "striscioni rigidi" ovvero 2 schudi di plexliglass di 10 metri ciascuno riportanti uno la frase "Moratti ministra delle controriforma Milano ti ripudia", e l’altro "Il nostro tempo è qui e comincia adesso" messaggio che dalla Sapienza Occupata e dalla moltitudine del 25 a Roma sta in questi giorni diventando un messaggio ripreso nella mobilitazione che non si ferma in tutte le facoltà ribelle e nelle scuole di moltissime città.
A sostanziare la giornata le pratiche e le forme della mobilitazione : i 4 blocchi che dalle scuole e dalla statale si sono ritrovati in Bocconi dopo avere pikkettato e chiuso le scuole e lungo questo percorso hanno attuato azioni dirette come quella della occupazione della SIAE, distribuzione di cd masterizzati, sanzionamento della sede della ATM azienda dei trasporti milanesi per il diritto al reddito e alla mobilità.
Poi in Bocconi ore di assedio, scandite dallo spettacolare arrivo dei blocchi, da musica e interventi intervallati da audio raccolti il 25 a Roma. Azioni dentro la Bocconi da parte di studenti e docenti uno striscione calato proprio dal tetto dell’aula magna dove si stava svolgendo la blindatissima inaugurazione e l’incursione all’interno del convegno di 1 docente della Bocconi e di 2 studentesse dei collettivi universitari unisurfers per portare anche lì le questioni del libero sapere, della libera ricerca, del cognitariato un intervento chiaro e ascoltato anche se presto interrotto dalle forze dell’ordine presenti e finito con la prese delle generalità, le due studentesse hanno poi raggiunto il resto degli studenti tra gli applausi di tutti.
Un’altra sorpresa in piazza verso le 12 poco prima che l’assedio si trasformasse in un corteo diretto alla Statale la visita del premio nobel Dario Fo accompagnato da un "senza volto" con il caratteristico passa-montagna arcobaleno simbolo delle "questioni primarie".
Il messaggio rivolto agli studenti è stato quello della condivisione di una lotta per un libero sapere e una libera cultura il messaggio rivolto dagli studenti a Dario Fo è stato quello di un grande affetto sancito da una vera e propria ovazione e dagli slogan "Dario sindaco di Milano".
Infine un corteo di migliaia di studenti universitari e medi che si è diretto verso la Università Statale, la scoperta dell’università dai portoni chiusi su ordine del rettore e riaperti dagli studenti, il cortile interno finalmente invaso di studenti, fatti e parole delle pratiche e degli striscioni, la musica dei camion. La giornata si conclude con gli studenti universitari riuniti in una assemblea generale trasversale tra diverse realtà studentesche poi trasformatasi in una prova tecnica di occupazione tutt’ora in corso giusto per dare un assaggio di quanto potrebbe, sempre sull’onda di Roma, accadere con continuità quando le lezioni e l’attività didattica riprenderanno dopo il lungo ponte di inizio Novembre.

Per oggi è tutto
... to be continued!

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a proposito di Dario Fo....
by noi non dimentichiamo Saturday, Oct. 29, 2005 at 2:25 AM mail:

ecco un vecchio comunicato risalente ai tempi della morte di EDOARDO MASSARI e della caccia ai cosidetti "ecoterroristi" della valsusa. credo sia utile per capire che razza di individuo sia il radical-chic DARIO FO, probabile canditato sindaco delle sinistre a MILANO, che ha già iniziato a farsi campagna elettorale parassitando l'iniziativa degli studenti alla BOCCONI

Comunicato in merito all’episodio di Dario Fo

"In fin dei conti io ho bene il diritto di uscir dal teatro quando la commedia mi diventa odiosa e magari sbattere la porta nell’uscire, a rischio di turbare la tranquillità di coloro che ne sono soddisfatti" Emile Henry, 1894

Ci dispiace deludervi ma non è stata una provocazione né un delirio da ‘mbriachi. Nonostante l’alcool eravamo lucidi. A sembrarci poco lucidi e incapaci di cogliere la situazione e creare un attrito reale siete stati voi. Probabilmente perché l’attrito non lo volevate creare. Sul fatto che l’omicidio di Calabresi possa essere motivo di gioia penso che siamo d’accordo, ma da come sono andate le cose sembra che non abbiate avuto il coraggio di dirlo nel momento in cui la questione usciva. Perché?

Perché dovevate mettere lo striscione alla fine. Ma dopo le merdate che si stavano sparando questo ed il vostro silenzio in merito, questa azione perdeva automaticamente di significato, forza e credibilità.

Nel pomeriggio voi avete preso un accordo con Dario Fo che consisteva nella possibilità di lanciare un messaggio a fine spettacolo con lo striscione, evidentemente a patto di stare zitti e buoni durante lo spettacolo, qualunque cosa lui avesse detto. Di tale accordo noi non ne sapevamo niente, comunque anche ne fossimo stati a conoscenza, non ci avremmo preso parte, perché di esprimere democraticamente le nostre opinioni cercando il consenso o anche solo la benevolenza della platea radical-chic di Torino non ce ne fotte un cazzo.

Comunque non si capisce perché alla fine lo striscione non l’abbiate messo, visto che così prevedeva la vostra strategia. Forse perché vi sentivate sputtanati voi per come avevamo agito noi? Molto strano, pensavamo che credeste nella responsabilità individuale. E qualcuno ha osato dirci che il nostro è stato un comportamento ingrato nei riguardi di chi ci aveva invitato. Rispondiamo che Dario Fo ci ha invitato a suo rischio e pericolo e che comunque siamo entrate nel teatro non perché avessimo in mano il suo invito, ma perché quando ci hanno chiesto il biglietto non li abbiamo cagati ed abbiam tirato dritto.

In ogni caso andando ad assistere ad uno spettacolo è chiaro che non rinunciamo a reagire ad esso come meglio riteniamo, specie se si tratta di uno spettacolo di quel tipo.

L’impressione che ci è rimasta e che ieri sera di fronte alle situazioni che si sono create, non avete avuto la volontà di reagire, forse a causa dell’indubbia capacità retorica di Dario Fo, e così avete fatto il suo gioco senza neanche accorgervene.

Per quanto riguarda "chi ha detto fascista a chi", credete pure ai giornali, ma chi c’era sa come è andata...

minchiona, scema

deficiente, cogliona

‘mbriacona

encefalogramma piatto

impasticcata, testa di cazzo

e meno male che ci siete voi che ci state dentro.

(Documento rivolto al movimento diffuso a mano dalle contestatrici di Dario Fo e Franca Rame)


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7 - Né corti né giullari

Da che mondo è mondo i giullari non sono stati altro che utili servitori del potere. Dovrebbe essere cosa nota a tutti, anche in questi tempi di menzogna. Anche in tempi in cui, per l’appunto, un giullare è qui sul palco a chiedere che venga dimostrata l’innocenza di tre persone accusate dell’omicidio Calabresi e che la giustizia trionfi. Non siamo affatto interessati all’innocenza o alla colpevolezza di Sofri, Bompressi e Pietrostefani; di questa vicenda ci interessa soltanto dire che chiunque si sia adoperato per procurare a Calabresi la fine che si meritava ha avuto un’ottima idea.

Ma siamo qui per parlare di un’altra storia. Giovedì 5 marzo, a Torino, tre persone vengono arrestate e tre posti, da loro frequentati, vengono perquisiti. L’inchiesta riguarda numerosi sabotaggi e attentati con cui è stato accolto il progetto dell’Alta Velocità in Val di Susa. A seguito di questi episodi, diverse persone, un po’ risentite, si sono scontrate con la polizia nelle strade del centro di Torino, parte dell’arredo urbano ha trovato un insolito ed appassionante utilizzo e molte vetrine sono esplose di rabbia. Neanche in questo caso siamo interessati all’innocenza o alla colpevolezza dei tre imputati e non siamo nemmeno qui a fare appello alla società civile per chiedere la liberazione di questi compagni.

In alcuni casi le menzogne con cui il Capitale maschera la sua reale natura di sfruttamento e coercizione si mostrano in tutta la loro concretezza. In questi casi, in particolare, non possiamo fare a meno di denunciarle pubblicamente.

Un treno superveloce, oltre ad essere un evidente disastro ecologico, è soprattutto la concretizzazione di un progresso ormai inevitabilmente anti-umano. Nessuno può sostenere, se non qualche lobotomizzato privato di ogni tensione e desiderio di vita, la realizzazione di un progetto simile; un progetto che s’impone, a suon di menzogne e galere, come un beneficio per tutti, mentre in realtà non è che un’ulteriore conquista del Capitale sulle nostre già misere vite ingabbiate nel tempo e nello spazio della merce.

E allora chi sono gli eco-terroristi? Quelli che devastano le valli per aumentare profitti e controllo sociale o coloro che decidano di opporvisi con i mezzi che ritengono più opportuni? Cosa è che fa davvero paura? Una molotov scagliata contro un cantiere di nocività o un traliccio ad alta tensione sotto casa? Cosa è più preoccupante? Una città ridotta ad ambulatorio per zombie in ceca soltanto di nuove merci o un bel sasso che vola a infrangere una squallida vetrina? Noi non abbiamo dubbi.

E anche se l’Alta Velocità venisse sconfitta state certi che non ne avremmo ancora abbastanza. Vogliamo vedere le valli esplodere di vita e le città insorgere. Vogliamo vedere le galere svuotarsi e crollare per sempre, vogliamo vedere gli studenti bruciare le scuole e i fedeli demolire le chiese, i soldati abbandonare divise e caserme, e i lavoratori farla finita con la loro improponibile quotidianità.

Insomma, non vogliamo vedere mai più né corti né giullari.

(Volantino diffuso all’ingresso del teatro Massaua di Torino, durante lo spettacolo "Marino libero, Marino innocente")



http://www.ecn.org/elpaso/distro/index.htm

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