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http://italy.indymedia.org/news/2002/10/92511.php Nascondi i commenti.

COLOMBIA: Nestlè, violenza globale
by ale- e tro Thursday, Oct. 10, 2002 at 10:45 PM mail:

Lavoratori colombiani denunciano il terrorismo della multinazionale svizzera Nestlè

Comunicato SINALTRAINAL - Sindacato Nazionale degli alimenti della Colombia

Il terrorismo psicologico si è convertito nella migliore arma per la multinazionale svizzera Nestlè, contro i lavoratori della sua filiale colombiana, la "COMESTIBLES LA ROSA S.A.".
Dalla fine del 2001 sono stati attaccati violentemente i membri del Sindacato Nazionale, dei Lavoratori dell'Industria e degli Alimenti "SINALTRAINAL-Colombia" obbligandoli a rinunciare al proprio posto di lavoro, con la minaccia di licenziamento per pochi denari di indenizzazione.
Con questa politica la Nestlè non rispetta i nostri diritti e pretende di annichilire il nostro sindacato.
Attraverso il capo dei Ricorsi Umani di questa fabbrica, signor Gustavo Grisales, la Nestle' dichiara: "Siamo costretti ad applicare un provvedimento forte e impopolare che non ci piace, ma allo stesso tempo inevitabile.
Fra il personale anziano molti operai non meritano di lavorare nell'impresa; ma non stiamo mettendo in atto licenziamenti, nonostante esistano motivazioni valide per poterli giustificare".

Per mezzo del terrore sperano che i lavoratori rinuncino e passino a fare parte dei 5 milioni di disoccupati: abbasseranno il costo della manodopera e li rimpiazzeranno a tempo debito, riducendo così il numero dei beneficiari della contrattazione collettiva.
L'obiettivo è quello di distruggere il sindacato e annichilire la contrattazione collettiva del lavoro.

Chiediamo si rigetti e si condanni la politica della multinazionale degli alimenti piu' grande del mondo inviando proteste alla
Presidenza Mondiale della Nestle' S.A.
Avenue Nestle' 55, casella postale 353, Vevey Svizzera.Telefono 41-21-9242111:fax41-21-9211885

Presidente Nestle' S.A. Cesare de lo Rios; email: ana.arboleda@co.nestlé.com

Janine Voigt,Agregada para Asuntos Politcos y Economicos de la Embajada Suiza en Colombia; e mail janine.voigt@bog.rep.admin.ch

Doctor Angelino Garzon, Ministro Trabajo Colombia email: despachomt@mintrabajo.cov.co
SINALTRAINAL-Colombia e mail sinaltrainaldinal@hotmail.com

http://www.adital.org.br/asp2/noticia.asp?idioma=ES¬icia=2802
Trabajadores denuncian terrorismo de la Nestlé

21.mayo/2002
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Ripudiamo la repressione e la persecuzione scatenate dalla multinazionale Nestlè in Colombia, contro i suoi lavoratori e contro il Sindacato Nazionale dei Lavoratori dell'industria di Alimenti "SINALTRAINAL-Colombia", nella fabbrica di Cicolac Ltda., nella città di Valledupar - Cesar e nei suoi impianti di ricevimento del latte.

NESTLE' de Colombia S.A. non solo nega di risolvere il fascicolo di petizioni presentato dal SINALTRAINAL lo scorso 28 febbraio, ma al contrario manifesta che la convenzione collettiva deve essere soppressa, negando ai 400 lavoratori e alle loro famiglie i diritti acquisiti durante 50 anni di lotta permanente.

Negli ultimi 15 anni sono stati assassinati in Colombia 7 dirigenti sindacali lavoratori della Nestlè.
Di fronte alla lotta dei lavoratori per la difesa delle loro vite e del loro benessere, Nestlè ha risposto con la violenza e col terrore pretendendo di lasciare senza sostegno le famiglie di 96 lavoratori precari con il proposito di sottocontrattare la manodopera per mezzo di agenzie di impiego temporaneo terziarie.

Questo procedimento arbitrario della Nestlè attenta contro i Diritti Umani dei lavoratori, il diritto di associazione ed è nient'altro che una forma di terrore per destabilizzare l'organizzazione sindacale, colpire la stabilità lavorativa

Ma Nestlè non solo attenta contro i lavoratori, ma anche contro le comunità, contro la sicurezza alimentare, contro lo sviluppo delle regioni e contro l'economia nazionale, cosi come contribuisce all'impoverimento del nostro popolo e ad aumentare il conflitto colombiano.
In Colombia, Nestlè è in buona parte responsabile della difficile situazione che sta vivendo il settore del latte e del caffè.
Nel 2001 sono state importate 25.125 tonnellate di latte in polvere- equivalenti a 200 milioni di litri di latte fresco- che sono stati utilizzati come materia prima per l'elaborazione dei suoi prodotti ed è una delle beneficiate dall'eliminazione del patto mondiale del caffè che ha rappresentato il ribasso dei prezzi di acquisto a 0.64 centesimi di dollaro.
Nel primo trimestre del 2002 le importazioni di latte in polvere hanno prodotto perdite al settore del latte per 63.000 milioni di pesos.

Questa politica ha generato la miseria di piccoli e medi allevatori di bestiame e migliaia di campesinos della zona cafetera.
Questo conflitto con la Nestlè rappresenta per SINALTRAINAL la lotta per la difesa dei nostri diritti, per la sovranità agroalimentare, il benessere della popolazione e la pace con giustizia sociale.
Per questo esigiamo dallo stato colombiano di sospendere immediatamente le importazioni di latte, di investimenti e di prodotti alimentari.

La regione della costa nord dove è ubicata la Nestlè è una zona di alto conflitto sociale.
La multinazionale ha dichiarato che sindacato e lavoratori sono i responsabili del conflitto e che quindi l'impresa ha ridotto l'acquisto di latte fresco, quando in realtà la causa reale è l'importazione di latte in polvere, e diversi dirigenti sindacali sono stati minacciati dal paramilitarismo della zona.

Riteniamo responsabile la Nestlè della sicurezza e della vita dei nostri compagni

La globalizzazione ha aggravato il grado di miseria delle nostre comunita' e ha venduto le nostre risorse naturali e la manodopera alle transnazionali.
La globalizzazione della lotta contro le transnazionali è un atto di sovranità, di giustizia, di benessere e di vita.
Chiediamo di essere sostenuti nei nostri ideali
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Nel precedente comunicato informavamo circa i danni che la Nestlè aveva causato ai medi e piccoli allevatori e alle comunità colombiane con le importazioni massicce di latte in polvere, soprattutto dall' Europa e da alcuni paesi dell'America Latina.
Allo stesso modo denunciavamo la violazione dei diritti umani, l'intenzione di distruggere la convenzione collettiva dei lavoratori della CICOLAC LTDA e di licenziarne un numero consistente
Negli ultimi giorni la situazione si è aggravata: le clausole convenzionali che la Nestlè non è riuscita a smontare nel processo di negoziazione del fascicolo di petizioni, sono state violate in maniera violenta, smontando carichi di lavoro, ampliando contratti outsourcing, contattando agenzie di impiego temporaneo per lavori permanenti, consegnando i distretti di vendita e i cinque impianti raccoglitori di latte a terzi (grandi allevatori, prestando loro denaro per ampliare gli impianti di raccoglimento e raffreddamento); accellerando lo smantellamento del dipartimento di latticini nella fabbrica di Bugalagrande, il che significa lasciare 150 lavoratori senza impiego, trasferendo dirigenti sindacali con garanzie legali e impedendo loro così di svolgere il lavoro sindacale; ignorando vari articoli convenzionali e legali, praticando politiche arbitrarie.
Queste attitudini hanno aggravato la situazione di sicurezza dei dirigenti di Sinaltrainal, che continuano ad essere minacciati dai paramilitari della regione dove la Nestlè acquista il latte fresco.

Nel primo trimestre dell'anno, Nestlè ha importato solamente da Uruguay e Argentina 4.886 tonnellate di latte in polvere, che equivalgono a 37.622.200 litri di latte fresco, che avrebbe potuto essere acquistato presso il settore di allevamento nazionale, aggravando così notevolmente la situazione economica e sociale di medi e piccoli allevatori.
Nel 2001 ha rinunciato all'acquisto di 116 milioni di litri di latte fresco, per mportare latte in polvere, in particolare dall'Europa.

L'edizione del 6 giugno 2002 di El Mundo de Medellín riportava in un articolo di Juan C. Uribe Posada, "La globalización estrangula el agro", che la salute di bambini e adulti colombiani, consumatori di questi prodotti importati in particolare dall'Argentina è minacciata da malattie quali la Leucosi Bovina, che si trasmette agli umani".

Soltanto la cooperativa agropecuaria di Entre Ríos in Antioquia ha denunciato che i suoi 800 produttori vedono in grave pericolo la loro produzione giornaliera di 224.000 litri di latte per le importazioni, soprattutto della Nestlè, che insieme alla Parmalat-Proleche e Laboratorios Wyeth coprono il 65% del totale delle stesse.

In diverse regioni del paese le comunità stanno organizzando incontri per discutere il problema e accordare azioni che diano la possibilità di salvare gli introiti e la vita delle regioni, gravemente minacciata dalla voracità delle transnazionali.

In altre fabbriche della Colombia, come in Comestibles La Rosa, sono stati soppressi diversi posti di lavoro e si eseguono permanenti richiami ai lavoratori per le soste delle linee -così senza giustificazioni-; sono state installate videocamere in tutte le aree, violando la privacy e assillando incessantemente gli operai.
I dirigenti sindacali sono ignorati e le minacce di prolungamento dei periodi di paga dei salari sono all'ordine del giorno.

L'impresa Agribrands Purina Colombia S.A, produttrice di alimenti per animali, ha informato i lavoratori e il loro sindacato "Sintrapurina" che l'esigenza della Nestlè per i suoi impianti in Cartagena, Medellín, Bucaramanga, Buga y Mosquera è quella di annientare il sindacato e ottenere la rinuncia all'impiego da parte dei lavoratori con l'obiettivo di abbassare i costi, assumendo nuovi lavoratori con contratti temporanei, senza organizzazioni sindacali e senza convenzioni collettive di lavoro.
L'anzianità dei suoi 400 lavoratori approssimativamente è in media di 18 anni, e da questi l'impresa sta pretendendo che rinuncino al lavoro, gettando nella spazzatura le conquiste acquisite.

La violenza della Nestlè è mondiale: in una delle sue fabbriche nelle Filippine dove i lavoratori sono in sciopero da circa 4 mesi, la polizia ha caricato brutalmente
I lavoratori erano in sciopero per protesta poiche'
vengono vìolati i diritti stabiliti dalla Corte Suprema per i pensionati.
La multinazionale mantiene 200 agenti di sicurezza privati alle entrate degli stabilimenti e in collaborazione con la polizia Filippina.
Nestlè converte le fabbriche in accampamenti di forza pubblica per poter seminare terrore nella comunità, distruggere l'unità dei lavoratori e disinformare la base sindacale, con l'obiettivo di metterla contro i dirigenti e distruggere così il movimento.
Questa è la politica della Nestlè in tutto il mondo.
Questa realtà esige in modo urgente di unire la solidarietà contro la globalizzazione della miseria e dell'oppressione

Chiediamo di unirci nella lotta contro la ferocia della Nestlè, denunciandola e esigendo che

1-rispetti i diritti umani dei lavoratori e delle comunità, senza violare più la nostra convenzione collettiva.

2- rispetti la serenità dei lavoratori e non contribuisca più a creare caos e miseria nelle diverse regioni della Colombia.

13/07/02

SINALTRAINAL - Sindacato Nazionale degli alimenti della Colombia

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Intanto a Perugia
by ciuc! Friday, Oct. 11, 2002 at 11:17 AM mail:

Perugina, mobilità e precarietà
La Perugina Nestlé chiederà la mobilità per 50 impiegati del settore servizi generali, puntando ad una diversa utilizzazione del personale, con una maggiore flessibilità, con più stagionali rispetto ai circa 400 attuali, su un organico generale di 1300 unità. Il gruppo svizzero si attende più profitti, oggi attorno al 5-6%, ma che per obiettivo, dovrebbero arrivare al 7%. All'interno della Perugina operano già 84 aziende esterne con circa 300 lavoratori.

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Gli "albanesi"
by ciuc! Friday, Oct. 11, 2002 at 11:35 AM mail:

Le compagne e i compagni del nostro circolo Perugina-Nestlé raccontano della loro condizione di lavoro, dell’aumento di ritmi, della flessibilità selvaggia della fabbrica. Quattrocento lavoratori fissi, seicento stagionali con una differenziazione fortissima tra di loro, chi per due mesi di lavoro, chi per sei, chi per tre. Lavoratori turnisti a 6x6 retribuiti per 36 ore. Una formula di riduzione d’orario che la Nestlé incentiva con gioia!! Ed infine circa cento giovani dai 18 ai 25 anni lavoratrici e lavoratori di una cooperative che si occupa delle spedizioni che il resto della fabbrica, come ricordano con rabbia i compagni, chiama “albanesi” perché prendono 1.150.000 lire mensili per 170 ore di lavoro e perché possono essere rimandati a casa, come succede spesso, o non fatti lavorare perdendo anche quel minimo di salario a seconda dei flussi produttivi. Albanesi quindi è per gli operai della Perugina, indipendentemente dalla nazionalità, sinonimo di senza diritti, di flessibilità selvaggia, di supersfruttamento.

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Perché non sfruttare l'anteprima di Eurochocolat a Pisa
by Logista Friday, Oct. 11, 2002 at 1:39 PM mail:

Perché non approfittare della "gustosa" anteprima di Eurochocolat a PISA questo fine settimana?

Alla stazione Leopolda ci saranno operatori del settore.

Perché non intervenire civilmente per mostrare al pubblico quanto è AMARO il ciccolato dolce? Amaro per chi lavora e amaro per chi è sfruttato.

Pensiamo bene che tra poco è Natale e i padroni della baracca tremano perché in vista c'é una contrazione dei consumi...

e se organizzassimo uno sciopero del cioccolato industriale?

Io da tempo compro solo cioccolato artigianale. Costa di + ma ne compro meno e poi fa' anche "pottone" e buongustaio. Gratifica chi dona e gratifica chi riceve. Se scegli un negozio piccolo magari hai più possibilità di conoscere chi ci lavora (trattandosi di pasticcieri in proprio, spesso famiglie che da generazioni lo fanno).

Certo resta il problema della materia prima. Purtroppo queste pasticcerie familiari-artigianali NON accettano cacao comprato al mercato equo e solidale (io ho provato a farmi realizzare qualcosa...).

Da un lato capisco che non possono introdurre cacao "ignoto" nelle loro macchine operatrici (potrei averci infilato qualcosa a loro insaputa....), e quindi sono costretti a servirsi all'ingrosso (iniquo e non solidale).

Però almeno ho saltato un passaggio (quello della grande industria) avendo la garanzia di un cioccolato davvero fatto a regola d'arte e senza porcate.

Ciao!!!

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Sciopero
by Logista Friday, Oct. 11, 2002 at 1:39 PM mail:

Sciopero dei consumatori, intendo.

Ciao!!!

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