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Milano - Unione, scontro sul «modello Cofferati»
by dal corriere Monday, Nov. 21, 2005 at 12:47 PM mail:

Ieri il premio Nobel e Franca Rame sono tornati ad aiutare gli immigrati: «La sinistra ha rinnegato se stessa». La Margherita: basta con le polemiche. I Ds: Fo non doveva incontrare gli abusivi di via Lecco. Rifondazione: l’illegalità rivela problemi irrisolti.

«Ha fatto male Dario Fo ad andare in via Lecco». «Se vogliono imporci il modello Cofferati a Milano si sbagliano di grosso». Lo scontro si allarga. Non è più Bruno Ferrante contro il premio Nobel Dario Fo sull’opportunità di recarsi o meno nella casa occupata dagli immigrati africani. È scontro politico all’interno dell’Unione sulla legalità. Con i Ds che difendono la posizione di Ferrante e Rifondazione che spara ad alzo zero, tirando in ballo il caso Cofferati a Bologna. In mezzo, Franca Rame che ieri mattina si è recata con Dario Fo in via Lecco per aiutare a ripulire lo stabile dalle macerie e dai detriti. Ma nonostante l’appello alla città, pochissimi milanesi hanno risposto alla chiamata: «Milano sempre generosa questa volta non ha risposto all’appello - attacca la compagna del premio Nobel -: ci auguriamo che lo faccia nei giorni futuri, perché i disagi continuano, il freddo aumenta e la gente ha bisogno di tutto».
Via Lecco come gli sgomberi dei campi rom a Bologna? L’Unione si interroga e litiga. «I Ds non sono andati - attacca il segretario provinciale, Franco Mirabelli - e ha fatto male Fo ad andarci, perché così trasmettiamo un messaggio sbagliato: che il centrosinistra sia disposto a tollerare l’illegalità quando si pongono problemi di diritti e solidarietà». E aggiunge: «Per prima cosa c’è la legalità. Secondo: occorre che si faccia tutto il necessario perché Milano non venga rigettata ogni mese nella vicenda delle occupazioni. In questo bisogna essere tutti uniti». Replica durissima di Rifondazione con il segretario provinciale Augusto Rocchi: «A me sembra che qualcuno sia partito per una tangente ideologica poco comprensibile. Se vogliono fare diventare Cofferati la cartina tornasole anche per Milano si sbagliano di grosso. Noi non siamo per esaltare forme di lotta illegali, ma quando succedono sono l’effetto di un problema "legale" non risolto. Come nel caso dei rifugiati politici di via Lecco, tutti in regola con il permesso di soggiorno. Allora, vuol dire che anch’io quando ero segretario della Fiom ho fatto presidi davanti ai cancelli delle fabbriche e ho praticato l’illegalità. Esattamente come Cofferati». Anche Rocchi fa una postilla: «Bisogna mettere in piedi un programma dell’Unione che faccia dell’integrazione e della solidarietà il punto centrale. Se lo si fa vengono meno le cause dell’illegalità». «L’avversario politico è la Cdl - replica Roberto Caputo della Margherita -. Nell’Unione serve la massima unità. Non esiste un caso Cofferati a Milano».
Il programma dell’Unione dovrà per forza tenere in conto entrambe le posizioni e trovare una mediazione. Questione spinosa: «Uno che fa un discorso sulla legalità a Milano oggi dopo 13 anni di centrodestra è un matto - attacca Daniele Farina, leader del Leoncavallo -. Non mi riferisco a Ferrante. Prima bisogna soddisfare i bisogni delle fasce deboli, poi si potrà difendere la nuova legalità. A Milano c’è un bisogno estremo di radicalità». «È una discussione che non fa bene all’Unione - replica Nando Dalla Chiesa, segretario della Margherita -, ma è normale che ci sia chi segnala il pericolo e chi risolve il problema». Chiude la Rame che difende la sua scelta con le unghie: «La sinistra ha rinnegato se stessa, ha cambiato due volte il nome e ormai si vergogna di ciò che era».

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