Indymedia Italia


Indirizzo mittente:
Indirizzo destinatario:
Oggetto:
Breve commento per introdurre l'articolo nella mail:


http://italy.indymedia.org/news/2002/10/93103.php Nascondi i commenti.

INTERVISTA A CARLOS, COORDINATORE DELLA PRODUZIONE DI CERAMICA DELLA ZANON.
by margherita (by way legrand) Saturday, Oct. 12, 2002 at 11:19 AM mail:

...

CHE LAVORO SVOLGI NELLA FABBRICA?
Il mio lavoro e' di coordinare le singole attivita' che si svolgono nella
pianta. Fui proposto e votato in assemblee. Coordino i vari responsabili
della produzione, per ogni distinto settore: atomizzazione, linea di
colore , forno, vendita, compra e selezione.

COME VA LA PRODUZIONE?
La produzione e' assolutamente migliorata: cominciammo con niente, senza
denaro, utilizzando una parte del denaro che avevamo ricavato dalla vendita
degli stock vinti nella causa a Zanon per pagare i due mesi di stipendio
arretrato. I ncrementammo la produzione mese per mese. Oggi funzionamo per
il 12 per cento della possibilita' della pianta.

COME E' LA GESTIONE DELLA PRODUZIONE ORA?
La differenza che abbiamo rispetto al lavoro di prima, e' che lavoriamo senza
pressioni, con molta piu' tranquillita', e il fatto di produrre gestendo
tutto da soli, ci permette di vivere e di continuare a lottare per difendere
la nostra fonte di lavoro. Non come prima che lavoravamo sotto pressione, con
un 60-80 per cento degli incidenti durante l'anno, da otto mesi che gestiamo
la fabbrica non c'e' stato nessun incidente.
E' il risultato di un lavoro fatto senza pressioni e con consenso, il
consenso dovuto al fatto di lavorare per noi stessi, non per un padrone.
Stiamo difendendo cosi' il nostro poston di lavoro alla Zanon e ci sembra sia
l'unico modo.
La differenza a me sembra evidente: lavorare per un padrone o lavorare per
noi stessi.
Il padrone non esiste, percepiamo tutti la stessa somma di denaro mensile,
per qualsiasi lavoro si svolga all'interno della pianta, con l'idea che la
produziione vada crescendo e con essa la possibilita' di aumentare i posti di
lavoro per altri compagni. Oggi siamo 270 e un domani possiamo arrivare ad
essere 650.
Tantissimi altri lavoratori,quindi e tante famiglie che potrebbero
sostentarsi.
Andiamo avanti lentamente,se il Governo fosse davvero al servizio
del "benessere del cittadino" sarebbe piu'facile, pero' con i fatti stiamo
dimostrando che una fabbrica gestita dagli stessi operai e' una fabbrica del
popolo e di fronte a un Governo che non fa niente per uscire dalla crisi,
stiamo dimostrando praticamente che esiste un alternativa.
Abbiamo assunto 16 compagni nuovi dei movementi di disoccupati, dimostrando
che si puo'aumentare il numero di posti di lavoro. E anche con un piano di
opere pubbliche che stiamo portando avanti, si potrebbero creare ancora
posti di lavoro genuino, con salari degni. Pero' questo sistema capitalista
cerca di rendere questa possibila' un sogno. Ed e' per questo che noi stiamo
lottando,uniti.
Per ottenere una societa' piu' giusta,un cambio sociale reale.
D
E' FORTE L'APPOGGIO DEL MOVIMENTO DEI DISOCCUPATI?
R
Cerchiamo e Dimostriamo che si puo' creare nuovo lavoro, pero'dobbiamo
lottare uniti e trovare l'appoggio di altri settori in lotta importanti nel
territorio.
E questo fa si' che il nostro lavoro sia chiaro,che la nostra lotta sia
concreta: amministrare noi operai la fabbrica con la solidarieta' e
l'appoggio dei compagni e' fondamentale. Dimostrando ancora una volta che
questo progetto e' realmente realizzabile, che e' il Governo che impedisce ai
cittadini di trovare una via di uscita a questa crisi. Per questo stiamo
procedendo uniti con la Coordinadora Regional che tiene al suo interno varie
relta',come l'MTD di Neuquen. Sono lavoratori che non lavorano,perche' gli
e'stata negata la possibilita'di lavorare. Ricevono un sussidio statale
miserabile,che non basta per vivere una settimana.
L'idea e' quindi questa:continuare a produrre e impiegare nuovi compagni
nella fabbrica: e' questa la lotta.
D
COME INIZIO' IL CONFLITTO?
R
I compagni che lavorano qui da piu' tempo ,che avevano maturato una coscienza
politica piu'forte, che chiedevano cose giuste, furono licenziati . La
politica di Zanon e'stata sempre questa:cacciare ottimi lavoratori perche'
piu'radicali. Il sindacato burocrata che avevamo, in nessuna occasione ha
difeso questi compagni.
Quando comincio' a crearsi una commissione nuova nel sindacato,che prima era
solo una commissione, le cose cominciarono a cambiare,anzi cambiarono
radicalmente.
Le decisioni cominciarono a essere prese in assembloea,cosa che prima non era
mai successa, si comincio' a domandarsi cosa fare e come,e a dare valore
centrale alle scelte dell'assemblea.Non c'e' nessuna autorita' che si pone al
di sopra dell'assemblea,chi decide, chi fa' o disfa' e' l'assemblea e grazie
a questo nuovo modo di organizzare la lotta,abbiamo cominciato ad avanzare,a
prendere forza.
In un paese dove c'e' il 60%della popolazione che vive sotto il livello di
poverta' questa lotta e' fondamentale,in un momento in cui lo Stato dice che
non c'e' nessuna possibilita'di aumentare i posti di lavoro noi stiamo
dimostrando il contrario.
Ancora una volta la dimostrazione che l'unico modo per uscire dalla crisi
azionata dal capitalismo e' che siano i lavoratori a gestire il lavoro. Il
sistema capitalista e la sua corruzione continueranno sempre a generare fame
e disoccupazione.Il controllo operaio,invece,e' l'unico che puo'distribuire
giustamente la retribuzione per il lavoro e generare lavoro genuino.
D
CI SONO DEI PROBLEMI NELLA PRODUZIONE A CAUSA DELLA SITUAZIONE LEGALE?
R
Primo per andare avnti nella produzine abbiamo avuto un sacco di problemi,
principalmente per la situazione giuridica in cui stiamo che non ci permette
di fare fatture facendo molta fatica per ottenere materie prime o perche' non
si fidavano a vendere a questo tipo di fabbrica o perche'il proprietario,
Zanon stesso, aveva intimato di non vendere.
Da poco stiamo riuscendo a risolvere questa situazione pagando sempre subito
quello che compriamo, non come faceva Zanon che accumulo' anche in questa
maniera tutti i debiti che ha. Abbiamocominciatoa comprare argilla a
organizzare la produzione e a comprare tutto quello che ci serve:
abbiamoiniziato con 20.000 m quadrati di produzione e ora siamo a 12o.000, e
questa produzione va aumentando mese per mese e la disponibilita' e conomica
che abbiamo e' sempre dipendente da quello che produciamoin concreto, il
processo e' buono c'e' maggiore controllo dei materiali e sempre con il
sacrificio dei compagni. E' chiaro per tutti npoi che questo e' ilmodo
migliore di produrre.
D
produce quello che si produceva prima?
R
Di fatto si' si fanno gli stessimodelli che venivano fatti prima, abbiamo nel
laboratorio un gruppo di compagni che sviluppano modelli nuovi e uno di
questi e' la serie Mapuche che riguardano direttamente la produzione di
questo popolo e di questa terra,perche' i Mapuce sono una delle comunita' che
piu' furono martoriate dalla Zanon perche' di anno in anno gli rubo' tutta
l'argilla senza pagare niente. E questa linea viene dal lavoro degli operai e
della comunita' Mapuche, il risultato e' questa seria che sta portando dei
buoni proventi. Fu una buona idea dei compagni che lavorano nel settore del
laboratorio e che per noi e' una soddisfazione dal punto di vista personale
che di produzione.
Addirittura le vendite vanno cosi' bene che la produciamo e gia' e' tutto
venduto.
D
QUALCUNO VI HA AIUTATO NELLA GESTIONE DEL LAVORO?
R
Nessuno e' dovuto venire ad insegnarci niente perche' ognuno di noi sapeva
quale era il suo lavoro,perche' da sempre la produzione la portiamo avanti
noi, ognuno con il suo pezzo di argilla nel suo settore sa cosa fare e la
produzione va avanti.
D
CHE LAVORO FACEVI PRIMA?
R
Io era un incarato, un supervisore, prima. Mai nella fabbrica ci fu una bouna
relazione tra supevisori e gli altri compagni, ci fu sempre molta distanza
chiaramente per l'idea che si ha del supervisore, come in ogni fabbrica.
Cosi' era anche nei rapporti con il sindacato. Gli operai partecipavano ed
erano rappresentati dal sindacato, i supervisori stavano fuori. Che succedeva
pero', che quando l'impresa comincio' a svuotare la fabbrica per noi fummo i
primi i cui stipendi furono razionati non pagati e in me personalmente questo
genero' una rabbia incredibili perche' mi trovavo solo senza poter
condividere questa lotta con nessuno l. Perche' chi parlava loliocenziavano
immediatamente e lo buttavano inmezzo ad una strada. Il 28 di giugno
dell'anno scorso furono licenziati 22 compagni, e cosi' stanco di questo
insieme ad un altro compagno supervisore, siamo andati a una assemblea che
c'era nel comeador qua nella mensa, ci siamopresentati e abbiamo detto ai
compagni che volevamo lottare con loro che non eravamo due supervisori ma due
compagni in piu' in questa lotta eb dopo una certa incertezza iniziale ci
accettarono bene, per me personalmente fu una cosa emozionante perche' mi
accolsero con un applauso. Cosi' ci sommammo alla lotta e bisogna dire che
solamente due degli ottanta supervisori si sono uniti alla lotta, e non sono
pentito per niente, anzi sono orgoglioso di partecipare a questa lotta.
Poi sono stato letto incaricato della produzione e il mio oggi e' un lavoro
come gli altri anche se sono un responsabile.
Questo successe nei primi trenta giorni del conflitto quando ho cominciato a
vivere questa esperienza nuova con i compagni, di uscire a chiedere cibo, di
andare a volantinare ad attacchianre, srivere sui muri, tutte cose nuove,
un'esperienza nuova e ancora oggi continuamo a lottare e a produrre.,
difendendo il mio osto di lavoro come tutti imiei comapgni e questo grazie a
questa lotta perche' altrimenti non avremmo niente.
Essere incaricato non mi crea nessun tipo di aspettativa, sono un semplice
lavoratore.


versione stampabile | invia ad un amico | aggiungi un commento | apri un dibattito sul forum

/* nessun commento */

Šopyright :: Independent Media Center .
Tutti i materiali presenti sul sito sono distribuiti sotto Creative Commons Attribution-ShareAlike 2.0.
All content is under Creative Commons Attribution-ShareAlike 2.0 .
.: Disclaimer :.