I Gulag, abbreviazione di Glavnoje upravlenije lagerej (Amministrazione generale dei campi di lavoro correttivi), sono da ricondursi al 1919. Essi nacquero come risposta socialista al problema delle carceri. Nell'Occidente capitalista la detenzione doveva avere, e l'ha tutt'oggi, un carattere punitivo. Nell'Urss di Lenin e Stalin rivestiva un carattere correttivo e rieducativo.I Gulag si ispiravano al principio sancito solennemente dalla prima Costituzione sovietica del 1918 che stabiliva che il lavoro era un dovere per tutti i cittadini della Repubblica dei soviet e proclamava la parola d'ordine: "Chi non lavora non mangia''. Come nella società dove tutti, anche i borghesi, dovevano lavorare per vivere, anche nei Gulag il lavoro per la collettività dava diritto all'esistenza. Affacciare un parallelo tra i Gulag e i lager nazisti, è un falso storico a tutto tondo. Quelli hitleriani erano centri di sistematico sterminio, dove furono commessi i più efferati crimini contro l'umanità che la storia ricordi. Nell'Urss di Lenin e Stalin chi sbagliava pagava non con le camere a gas o i forni crematori ma provando, nella stragrande maggioranza dei casi, per la prima volta nella vita cosa volesse dire realmente lavorare. Nei Gulag venivano inviati i nemici del comunismo e della patria sovietica; speculatori, incettatori, sabotatori dell'economia, oziosi, kulaki (contadini ricchi antisovietici, trotzkist), parassiti borghesi privilegiati, ma anche terroristi, disertori, seguaci del vecchio regime zarista, collaborazionisti delle armate bianche durante la guerra civile e degli invasori nazisti nella seconda guerra mondiale, agenti della borghesia e dell'imperialismo occidentale infiltrati nel partito e nello Stato, fino ai delinquenti comuni. Insomma scandalizza che nei campi di rieducazione sovietici c'erano i ricchi e gli anticomunisti, mentre nelle carceri occidentali e dei paesi reazionari a languire sono stati, e sono in prevalenza i poveri, i comunisti e chiunqua si opponga al dominio di ferro del capitalismo e dell'imperialismo. Un gran baccano velenoso è fatto artatamente sul numero dei detenuti nei Gulag, sposando la cifra di 40-50 milioni avanzata da controrivoluzionari e anticomunisti storici russi e non solo. In realtà nel 1921 erano 70 mila su una popolazione di oltre 135 milioni e nel momento della sua massima estensione, all'inizio degli anni '50, anche stime borghesi parlano all'incirca di 2 milioni e mezzo di detenuti su una popolazione di più di 200 milioni. Nulla toglie che siano stati commessi degli errori alle spalle e contro le indicazioni di Stalin. Fu Stalin in prima persona a rimuovere dal posto di Commissario del popolo per gli affari interni prima Jagoda (1936), smascheratosi in seguito come seguace del destro Bucharin e poi il "sinistro'' Ezov e a criticare pubblicamente più volte l'ambizioso Beria, denunciandone gli eccessi e ricordando loro scopi e natura dei campi di rieducazione e chi doveva realmente finirci. Altre falsificazioni riguardano le condizioni di vita e di lavoro nei Gulag. La borghesia e i suoi lacché parlano di malattie, morti per fame, bieco schiavismo, negazione dei più elementari diritti. Che infami! Tutt'oggi giudicano e definiscono come il regno della democrazia gli Usa, dove impera la pena di morte fascista, dove i penitenziari come Alcatraz hanno fatto la peggiore storia detentiva, mentre a Guantanamo i prigionieri islamici vengono trattati come bestie, torturati e annientati psicologicamente. E si può non pensare ai boia sionisti israeliani che schiacciano e sfruttano i palestinesi in enormi campi lager nei territori occupati? L'inferno di queste carceri davvero non ha nulla a che vedere con i campi di rieducazione dell'epoca di Lenin e Stalin. Certo che c'erano le malattie come il tifo e lo scorbuto, che infierivano anche nelle città durante l'aggressione imperialista occidentale e dei controrivoluzionari bianchi dopo il 1917. Certo che il cibo era scarso in questo periodo o durante la seconda guerra mondiale, ma questa era la difficile e inevitabile situazione di tutto il paese, di tutto il popolo sovietico, dove i prodotti alimentari erano giocoforza razionati. All'inizio degli anni '30 con il contributo del lavoro dei rieducandi vennero creati grandi centri industriali negli Urali, nel Kuzbass e sul Volga; le città di Magnitogorsk e Komsomolsk sull'Amur sorsero su terre vergini. Nuove tecnologie furono portate nelle remote terre del Kazakhstan e del Caucaso. Fu costruita la gigantesca diga del Dnepr, che triplicò la produzione di energia elettrica. E poi ancora strade, ferrovie e idrovie, e altre importanti attività produttive dei campi di lavoro come l'estrazione dell'oro e di materiali non ferrosi, fino al taglio del legname. I detenuti non erano identificati con un numero come nei lager nazisti. Si sentivano comunque parte integrante della cittadinanza sovietica, tanto più dalla fine degli anni '30 in poi allorché venne applicato il principio secondo cui essi dovevano essere utilizzati in base alle loro particolari capacità e specializzazioni. Basti ricordare che lo stesso Tupolev, padre dell'aeronautica sovietica, iniziò a dare i suoi contributi lavorando nei Gulag e dopo aver pagato il suo tributo alla giustizia sovietica rientrò tranquillamente al suo posto di progettatore. Sappiamo tutti come sono finiti Hitler, Mussolini e tutti i dittatori della loro stessa natura. Lenin, Stalin e Mao sono scomparsi amati e pianti dai rispettivi popoli. E' questo il nocciolo della questione, è questo che dice la storia, tutto il resto sono solo falsità e menzogne.
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