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14 gennaio a due piazze
by manifesto Thursday, Jan. 05, 2006 at 1:09 PM mail:

dal manifesto di oggi (5 gennaio 2006)

14 gennaio a due piazze
A Milano manifestazione per la 194. A Roma per i Pacs
MANUELA CARTOSIO
MILANO
Breve ma non banale, discusso collettivamente riga per riga, è pronto il volantino per la manifestazione nazionale del 14 gennaio a Milano. Il titolo "La libertà femminile all'origine della vita" segnala che non sarà una manifestazione «solo» in difesa della legge 194, attaccata dalle destre e dalle gerarchie ecclesiastiche. Quegli attacchi smodati e offensivi hanno suscitato l'onda partita dalla grandissima assemblea delle donne milanesi del 29 novembre che culminerà nella manifestazione nazionale. Ma da subito, negli incontri fioriti in cento citta, nelle mail spedite al sito http://www.usciamodalsilenzio.org, è stato chiaro che il filo dell'aborto si porta dietro molto altro. Le donne sanno bene che la 194, pur frutto di una mediazione politica, merita di essere difesa: funziona e ha fatto diminuire drasticamente gli aborti. Altrettanto vanno difesi i consultori, pur ridotti a povera cosa dai tagli alla spesa pubblica: non devono diventare luoghi per le scorribande intimidatore di dissuasori e guardiani della morale. Questo dice il primo punto del volantino.

Il secondo allarga il raggio. «Siamo convinte che la nascita di una nuova vita parli della relazione tra i sessi e della responsabilità maschile nella riproduzione e nella sessualità. Dagli uomini non vogliamo solidarietà, ma il riconoscimento di essere parte in causa. Chiunque si arroghi il diritto di imporre una gravidanza non desiderata in termini di divieti, aiuti e controlli, considera le donne una categoria sociale a potestà limitata». L'invito agli uomini a essere «parte in causa» esige di più della semplice presenza fisica ad un corteo che non sarà «separato». L'altra differenza, rispetto al movimento femminista degli anni Settanta, è l'incontro tra donne di generazioni diverse.

Il terzo punto del volantino getta un ponte con «Tutti in Pacs», l'altra manifestazione nazionale che si terrà il 14 gennaio a Roma, organizzata dal movimento glbt. Due piazze - Farnese a Roma, Duomo a Milano - legate da «un unico orizzonate di libertà», in cui rientra il principio della laicità dello Stato. «Un ponte più che simbolico», commenta Franco Grillini, predidente onorario di Arcigay: la scelta delle donne di fare o non fare un figlio e le unioni civili tra persone di qualsiasi sesso attengono alla medisima sfera, quella delle libertà. Entrambe le piazze, inoltre, chiederanno al centro sinistra impegni pre-elettorali. L'Unione ha messo nel suo programma le «unioni civili» (la parola Pacs essendo troppo compromettente). Sulla 194, le donne sollecitano al centro sinistra meno sudditanza. E, soprattutto, esigono che la parola delle donne conti nell'agenda politica. Non hanno mai smesso di parlare, anche se tornano in piazza con lo slogan «Usciamo dal silenzio» (che, infatti, a qualcuna non va a genio). Il punto è che non vengono ascoltate.

Il legame tra le due manifestazioni sarà sottolineato da conferenze stampa congiunte e da interventi incrociati dai palchi. Nulla vieta di manifestare a Milano per i Pacs e a Roma per la libertà femminile o, più realisticamente, per entrambi.

Il volantino sopra sintetizzato indica le ragioni della manifestazione di Milano. Ogni città, ogni associazione o gruppo di donne è ovviamente libero di produrre quel che crede. «Donne in saldo» è intitolato il volantino di un piccolo gruppo di giovani precarie milanesi. «Nelle nostre condizioni è impossibile progettare una maternità, pena la perdita del posto di lavoro», dice Fiorella Mattio, partita Iva nell'archivio dell'Università statale. Contenta che il volantino «ufficiale» riprenda il tema che sta a cuore alla sua generazione là dove scrive: «Non vorremmo che la precarietà diventasse il contraccettivo del futuro».

Quante saremo? Nessuna arrischia previsioni. Ma i segnali sono buoni, dice Cristina Pecchioli, addetta stampa della Cgil lombarda che ha offerto una valida sponda logistica per una manifestazione che resta comunque autorganizzata. Da Bologna partirà un treno speciale, ancora in forse quello da Roma. Poi tanti pullman. Oltre al sito, per le informazioni è attivo un numero di telefono: 335-8778529.

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Mi sono rotto
by pirla Thursday, Jan. 05, 2006 at 1:49 PM mail:

Basta il titolo

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quale?
by quale? Thursday, Jan. 05, 2006 at 4:11 PM mail:

QUALE, PIRLA?

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purtroppo e' vero
by ciaozzz Friday, Jan. 13, 2006 at 2:19 AM mail:

Purtroppo e' vero che la precarieta' sta diventando "un contraccettivo".sto frequentando un corso x lavoro, in un' azienda diRoma. Strano che organizzano 2 corsi al mese, mentre ci sono persone che lavorano anche da sette anni la' dentro, con contratti di 3-4 mesi, poi un periodo a casa, poi(forse)altra assunzione sempre con questo giochetto. Come si suol dire, "precari/e" a vita. E mentre x loro si avvicina la scadenza del contratto, il mio corso volge al termine e si sa neanche se io e le mie compagne saremo assunte, ne' quando esattamente. Premesso questo, vengo al punto: meta' delle ragazze che lavorano li'aspettano un bimbo, ad alcune si vede proprio.E il contratto scade tra una settimana o 10 giorni. Quante di loro verranno riconfermate dopo il periodo a casa, visto che uno stato di gravidanza avanzato, pur nn comportando seri problemi, potrebbe comportarne x l'azienda, visto che questo lavoro ha ritmi piuttosto serrati, e' stressante e potrebbero giudicarle nn in grado di svolgerlo adeguatamente solo xche' incinta---inoltre dovrebbero concedere delle aspettative(x maternita', appunto)---il che significherebbe mantenere un contratto x piu' di tre mesi, durante i quali le neomamme riceverebbero la stessa retribuzione pur nn lavorando e poi reinserirle finito quel periodo e con un bambino piccolo a cui badare, si e' sempre sotto pressione e si rende di meno.x nn parlare di tutti gli altri diritti che giustamente andrebbero concessi---maggiore flessibilita', permessi---- Quindi continuano ad assumere gente nuova( max 32 anni), da sfruttare fino a quando fa piu' comodo.Lo stipendio e' fisso, sì, ma se x caso, "disgraziatamente", restassimo incinta ci manderebbero a casa senza troppi complimenti. E poi, trovare un altro lavoro dopo, con un bambino piccolo. Incentivano la crescita delle famiglie, ma nn danno spazio ne' diritti alle madri, ne' ai padri. Se una donna aspetta e' tagliata fuori. x es:una mia collega e' stata assunta(a progetto) dopo 6 anni a casa, aveva perso il posto xche' dopo la maternita' l'avevano rimpiazzata.Ma secondo voi come si puo' mandare avanti una famiglia con un contratto a progetto???E' assurdo!!!! Mi viene da dire uan cosa sola a questo punto:che schifo! Intanto io continuo a frequentare...sperando di trovare di meglio prima di rimanere incinta, o di nn rimanere incinta affatto x nn perdere il lavoro, che gia' e' precario cosi' come'e'. In bocca al lupo a tutte ciao

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