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Autogestione della produzione
by IMC Italy Sunday, Oct. 20, 2002 at 4:14 PM mail:

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"Dimostreremo che il paese va avanti grazie alle mani dei lavoratori.
Questa è rivoluzione: occupare una fabbrica, occupare un terreno, gestire e portare avanti la produzione, è ciò che di più rivoluzionario si stia facendo in questo momento". Sono le parole che provengono dalla straordinaria esperienza della fabbrica di ceramiche Zanon, nell'Argentina meridionale, ormai da più di un anno occupata e autogestita sotto il controllo operaio. La riattivazione dei macchinari degli impianti per la produzione, la vendita sostenuta dei prodotti, i nuovi rapporti commerciali, il numero di operai impiegati inalterato e ancor più l'integrazione tra i lavoratori attivi di decine di disoccupati, sono la dimostrazione più forte di come la crisi del sistema neoliberista in america latina possa essere fronteggiata grazie all'azione diretta e all'autogestione delle risorse di tutti, sottratte finalmente allo sfruttamento e al saccheggio dei padroni.
L'esperienza di occupazione e di autogestione della fabbrica di ceramiche Zanon rappresenta un interessante punto di discussione e confronto per le nuove lotte operaie che provano ad allentare il cappio neoliberista.
E come dimenticare la fabbrica tessile Brukman di Buenos Aires, che il 18 dicembre compierà un anno di occupazione. In questo caso c'è da sottolineare un'ulteriore particolarità: il ruolo delle operaie all'interno delle fabbrica occupata. Grazie all'esperienza della Brukman, all'interno delle profonde mutazioni che ha subìto la società argentina durante questa ultima fase di crisi economica più intensa, decine di donne hanno riscoperto il valore effettivo del proprio posto di lavoro. Sono cresciute insieme all'interno della fabbrica, l'hanno portata avanti, hanno assunto la consapevolezza di riuscire ad essere l'asse portante della produzione e delle vendite. La lotta per il mantenimento del posto del lavoro, ricchezza inestimabile per la sopravvivenza nell'Argentina di oggi, ha trasformato semplici anelli della apatica catena produttiva in lavoratori attivi finalmente responsabili e garanti non solo del proprio salario ma della risorsa collettiva occupazionale.
E così il supermercato El Tigre di Rosario, l'ex clinica privata Junin di cordoba, le miniere di carbone di rio Turbio, la casa editrice Perfil: dove i padroni abbandonano e chiudono, gli operai e le operaie occupano e riaprono; dove sembrano indispensabili licenziamenti e tagli, la mano dei lavoratori redistribuisce le entrate e consolida i salari; dove da anni sono state saccheggiate le risorse ed esportati gli enormi guadagni, migliaia di argentini provano a reimpossessarsi delle proprie ricchezze e a reinserirle nel bene collettivo attraverso le occupazioni, le autogestioni, le proteste, le azioni dirette, una nuova forma di lotta per l'autodeterminazione.


Piattaforma
Un supermercato a Rosario
Una clinica privata a Cordoba
una miniera di carbone a Rio Turbio
una casa editrice a Buenos Aires

Foto: ¡imperio es de los trabajadores!
foto dal congresso delle fabbriche occupate

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