E' uscito il I n° di "FiRe" il foglio d'agitazione di Firenze Resiste
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Resistenza antifascista, resistenza sociale
Il quadro politico-culturale del nostro paese e della nostra città non promette niente di buono: mentre il governo Berlusconi sfodera leggi e provvedimenti sempre più liberticidi e peggiorativi delle condizioni di vita, di lavoro e di studio, avanza di pari passo una pesante offensiva tesa a screditare il concetto di resistenza (sociale, politica, dei popoli contro gli occupanti ecc.), attraverso la denigrazione del movimento di liberazione che si battè vittoriosamente contro fascisti e nazisti. Vogliono far passare i partigiani come dei terroristi assassini (ricordiamoci delle infami affermazioni dell’esponente di AN Totaro su Bruno Fanciullacci), negano alla Resistenza italiana un qualsiasi ruolo nella liberazione del Paese, equiparano i criminali fascisti ai partigiani, si mettono nel dimenticatoio le stragi compiute dai nazisti durante l’occupazione... Nello stesso tempo si riconosce una “verginità” politica ai fascisti di AN al governo e si danno ampi spazi a formazioni e figuri apertamente nazi-fascisti (come Forza Nuova) e razzisti (come Borghezio). Berlusconi, dopo aver incassato l’appoggio di Rauti e della moglie di gateano Saya, tenta l’alleanza elettorale con la Mussolini, mentre il DS Bersani va alla Conferenza della Lega Nord. La rincorsa a destra la si può toccare con mano anche a Firenze, dove non solo si permette ai nazisti di aprire sedi e di tenere comizi e manifestazioni, ma al tempo stesso si manganellano e denunciano gli antifascisti, mentre varie promesse fatte negli anni (il Monumento ed il Museo della Resistenza a Firenze) vengono rimesse in un cassetto chiuso a chiave... La passività delle istituzioni locali, probabilmente più interessate al giro di affari proveniente da Alta Velocità, Grandi Opere e speculazione edilizia, non ha fermato il movimento antifascista e di resistenza sociale che in questi mesi è sceso in piazza molte volte, non solo a difesa degli ideali e dei valori della Resistenza “storica”, ma anche in solidarietà con quei settori sociali che subiscono le conseguenze di politiche del lavoro, abitative, educative ed ambientali finalizzate solo a fare più profitti possibili a scapito della qualità della vita. Lo ha fatto a partire dal 25 Aprile di un anno fa, quando, stufe/i di anni di parate e celebrazioni che sembravano, più che voler ricordare il movimento di liberazione, affossarlo nel dimenticatoio, migliaia di antifasciste/i hanno costruito una mobilitazione il cui successo è andato al di là delle più ottimistiche previsioni. Mancano circa due mesi al 25 Aprile di quest’anno. Pensiamo che sia un appuntamento nel quale ribadire e rafforzare i segnali di resistenza lanciati un anno fa. Un 25 Aprile unitario e di massa, che sia, da una parte, il punto di arrivo di tante mobilitazioni e iniziative che abbiamo portato avanti (e che continuiamo ad organizzare), e dall’altra la ripartenza per nuove lotte e mobilitazioni che abbiano le radici ben salde nella memoria storica della Resistenza e dei suoi protagonisti e che si proiettino nel futuro per contribuire a raggiungere quegli obiettivi di libertà (dall’oppressione e dallo sfruttamento), di eguaglianza e giustizia sociale e di democrazia partecipativa che uniscono le ragioni della generazione dei partigiani con quelle attuali.
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